Capitolo 4 - II - Puoi cercare un trucco
«Sono io!» esclamo entrando in casa. Non so neanche perché sono venuto qui invece di tornare in dormitorio.
Mamma spunta dalla cucina, i boccoli castani si agitano attorno al viso paffuto. «Blake! Che bellissima sorpresa!» Mi raggiunge in pochi passi e mi abbraccia. Senza tacchi è davvero piccolina. «Come mai sei a casa?» Mi sorride, gli occhi nocciola felici increspano le piccole rughe ai lati.
«Non mi volevi? Stai leggendo uno dei tuoi romanzetti sconci, ammettilo».
Ridacchia, schiaffeggiandomi il braccio con affetto. «Sciocco. Sono solo curiosa perché spesso mi avvisi per sapere se mi troverai in casa. Tuo padre è ancora in ospedale, ha il turno fino alle 8. Vuoi mangia...?»
La sua domanda viene interrotta da due tornadi: uno piccolo e moro con i capelli a spina, un altro grande quattro volte di più con il pelo nero.
«Blake!» Chris si attacca alla mia gamba e saltella. «Blake! Blake! Blake!»
Dall'altro lato arriva Thor, che mi annusa e lecca i piedi mentre falcia l'aria con l'enorme coda.
Prendo Chris fra le braccia e lo accomodo sulla piega del gomito. «Contento della sorpresa?»
«Contentissimo!» esclama, prima di tuffarsi su di me per stringersi al mio collo.
Batto la mano sulla coscia e Thor ci posa le zampe anteriori, diventando alto quanto me. Lo gratto dietro le orecchie e sul muso, se non gli do un po' di attenzioni mi girerà attorno ai piedi per tutta la serata.
«Stavo dicendo, hai mangiato?» mi domanda mamma.
Annuisco. «Sono stato in compagnia di alcuni ragazzi della squadra. Ho mangiato un panino». Mezzo, per la verità. A un certo punto ho perso la fame.
«E cosa vuoi fare con un panino? Non sarebbe adatto neanche a un ragazzo della tua età che non fa sport e tu, invece, ti alleni tutti i giorni. Ti preparo qualcosa». Si volta e torna in cucina, superando la porta a vetri spalancata a sinistra.
«No, ma'. Sto a posto così» dico, mettendo Christopher per terra.
«Sciocchezze!» brontola da lontano.
Sospiro. Ma non ho tempo di autocommiserarmi. Mio fratello mi fissa con gli occhioni blu spalancati e un'espressione adorante.
«Che c'è?» domando, togliendomi la giacca dei Royal.
«Vuoi fare un videogioco con me? È bello, è nuovo. Giochiamo alla TV con lo schermo grande».
Inarco un sopracciglio. «Fra un po' non devi andare a dormire?»
«È presto!»
Thor mi sta leccando i polpacci lasciati nudi dai bermuda di jeans. Lo guardo, si mette a pancia in su e attende le coccole, scodinzolando. Appendo il giubbotto all'attaccapanni vicino all'ingresso e mi piego sulle ginocchia per fargli i grattini.
«Che gioco è?» domando osservando mio fratello.
«È uno sparatutto! E si vede benissimo, sembra un film!» esclama eccitato.
Corrugo la fronte. «Un single player? E mentre tu giochi, io cosa faccio?»
«Mi guardi» chiarisce, soddisfatto.
Amo stare con Chris, ma se devo passare il tempo a guardarlo giocare mentre parla da solo mi passa ogni istinto fraterno.
«Vado prima a dare una mano alla mamma e poi vengo, okay?» Il che significa che lo raggiungerò cinque minuti prima che vada a dormire. Mi fa sentire un bastardo, però odio stare senza far niente.
«Okay, okay!» Fa due coccole veloci a Thor e s'infila nel soggiorno.
«Beh, direi basta, no? Non posso passare tutto il giorno ad accarezzarti» dico rivolto a questo bestione che un tempo potevo tenere in braccio senza alcun problema. Ora non mi ci azzardo neppure nei momenti in cui mi sento più frenetico.
Ma da quand'è che non sono davvero frenetico?
Per tutta risposta, Thor butta la lingua fuori e scodinzola di più.
Mi alzo ed entro in cucina: c'è odore di carne e verdure arrostite.
«Ti posso aiutare?» Apro il rubinetto e mi lavo le mani.
Mamma scuote il capo, muovendosi davanti all'angolo cottura. Vedo una bella bistecca di canguro sulla griglia e patate, carote e piselli in un'altra pentola. «Sai cosa puoi fare per me?»
Appoggio la parte alta della coscia al ripiano in legno della cucina, incrociando le braccia al petto. «Dimmi».
Mi guarda. «Come mai sei qui?»
Scruto la stanza, il tavolo rettangolare a un metro da me, la credenza dei "piatti per le occasioni", le tende chiare che si agitano appena davanti alla finestra allungata. «Avevo voglia di casa».
«Va tutto bene?»
Passo una mano fra i capelli, odio averli così corti. «È solo un periodo in cui penso molto».
«E a cosa pensi?» Gira le verdure. «A una bella ragazza?»
Il volto di Davis mi appare subito nella mente. Le sue guance arrossate, gli occhi chiari pregni di ostilità e lussuria, le labbra morbide... Quella bocca. Quante stronzate dice. Il bacio che mi sono preso in bagno non è quello di una persona indifferente. Tutt'altro. L'esatto opposto, cazzo!
Sbuffo. «Le ragazze portano solo guai».
Ridacchia, trasferendo le verdure in una ciotola. «Quelle sbagliate, certo. Ma quella giusta porta solo cose belle».
M'irrigidisco. «Le uniche cose belle sono un pallone ovale e mia madre che mi prepara la bistecca». Le do un bacio sulla guancia. «Vado a dare un'occhiata a Chris, torno subito». Mi allontano, l'aria si è fatta pesante in pochi istanti.
«Prima o poi dovrai andare avanti, Blake» mormora alle mie spalle.
È quello che ho fatto.
Scuoto il capo ed entro nel soggiorno. Mio fratello sta ballando davanti al televisore, non riesce mai a stare fermo quando gioca.
«No no no! Colpisci, colpisci! No, a destra!» Muove il controller come fosse un aeroplano, da una parte all'altra. Sullo schermo c'è un tizio in tenuta cyberpunk nera e celeste acceso che punta il fucile in varie direzioni.
Mi siedo sul divano, alle spalle di Chris. «Sei troppo agitato. Non devi pensare subito a sparare, guarda il campo di battaglia. Usa la mappa».
«Noo, mi fanno fuori se mi fermo!» Saltella da un piede all'altro.
Poggio la caviglia sul ginocchio della gamba opposta. «Che livello di difficoltà hai scelto?»
Chris balza a destra come il personaggio che sta giocando. «Difficile. Sono bravo agli sparatutto!»
Che io sappia, questo è il secondo gioco del genere. Mamma non ha voluto fargli fare nulla di violento prima dei sei anni, anche se qui chi muore sparisce; non c'è sangue, non ci sono cadaveri. E ci sono un sacco di colori sgargianti.
«Eh, ho capito, ma quando s'incomincia un gioco lo si fa dal primo step. Se metti subito difficile è, appunto, difficile».
Il telefono vibra nella tasca. Lo prendo. Storco le labbra in una smorfia. È la cameriera del Crazy little ranch. Non so neanche perché le ho dato il numero, non sono interessato a lei. È carina, ma nulla di più. Sono tentato di non rispondere, però non mi piace essere maleducato. Al suo "Ciao, sono Funny del Crazy! Sei libero domani sera?" replico: "Ciao. Sono molto impegnato in questi giorni. Ti chiamo io".
Non la richiamerò.
Seccato, faccio zapping sui social. Sempre la solita roba. Tanta gente che crede di conoscerti e fa l'amicona, tanti messaggi privati di ragazze che vogliono essere notate. Forse dovrei fare come Elián e mandare al diavolo questa roba, ma è più forte di me.
Senza comporre un vero pensiero razionale, cerco Davis. O mi ha bloccato ovunque – il che è probabile – oppure davvero non è iscritta a nessun social. Trovare informazioni su di lei pare impossibile. Beh, non che ci siano poche dicerie a scuola, ma conosco bene il maschio medio e il suo bisogno di esagerare.
Blocco il pollice prima d'iniziare a digitare una nuova ricerca. Un'altra persona. No. Non m'interessa. Questa nuova vita è perfetta. Non mi occorre altro.
«E dai, Blake!» si lagna Chris.
Lascio il cellulare sul divano, guardandolo. «Cosa?»
«Giochi tu? Voglio passare al livello successivo!» Mi porge il joystick nero.
Sollevo le sopracciglia. Capita molto di rado che mi chieda aiuto. Dev'essere davvero spazientito.
«Blake, è pronto!» urla mamma dalla cucina.
Le labbra sporgenti a cuoricino e gli occhi supplichevoli di Christopher sono fra le forme di persuasione più convincenti mai esistite.
Sospiro e scivolo giù dal divano per sedermi a terra. Ho sempre amato giocare così. «Dammi». Prendo il controller. «Posso mangiare qui?» grido per essere sentito fino in cucina. «Che cosa devo fare?» Chino il capo verso Chris, che si è seduto accanto a me.
«Devi arrivare a trecento. Quelli con le strisce verdi sulle maglie sono 3 punti, quelli rossi 2. E poi c'è uno giallo che vale 10, ma è difficile da trovare e quando l'ho incontrato mi ha ucciso» brontola seccato.
«Okay». Resetto la partita e riavvio il gioco.
La grafica è davvero spettacolare e anche la musica adrenalinica in sottofondo, anche se il volume della TV è molto basso. Non uno dei giochi che preferisco, ma per impegnare la testa è di certo un buon alleato.
Rosso. Rosso. Verde. Rosso. Verde. Verde.
«Quello giallo! Quello giallo! È lì! Guarda, lììì!» Chris si alza indicando lo schermo.
«L'ho visto. Mettiti giù, non stare così vicino alla TV».
Inseguo il tipo con la maglia a strisce. Mi spara mentre corre, il bastardo, ma io sono più veloce. procedo a zig-zag sia per evitare i colpi alle spalle che i suoi. Mi nascondo dietro una catasta di barili; il tizio giallo spara alle botti, dai fori fuoriesce quello che sembra vino. Sparo a un verde che si stava avvicinando e mi sposto sulla destra per prendere la mira su quei succosi dieci punti e...
«L'hai preso!» esclama Chris, alzando le braccia al cielo. «L'ha preso! Mio fratello è un grande!» Inizia a ballare, scuotendo i fianchi.
Ridacchio. Adoro questo piccolo tornado.
Noto mamma solo quando appoggia un vassoio sul tavolino che di norma sta fra il divano e la TV, quando Chris non gioca alla consolle. Thor la segue ruota, avvicina il muso al piatto fumante di carne ma mia madre lo allontana.
«Hai la tua poltiglia nella ciotola, tu. Va' a mangiare quella» lo rimprovera.
Thor è sempre stato un cane estremamente intelligente – non so se sia caratteristica dei Terranova – e se ne va come se avesse capito le parole di mia madre
«Mangia in fretta», dice mamma, «o quello lì ti ruberà la bistecca da sotto il naso».
«Chris, mi tagli la bistecca?»
Mio fratello corruga la fronte. «Non so tagliare la bistecca».
«Qualcuno dovrà farlo oppure dovrò mettere in pausa il gioco».
«Noo! Adesso imparo!» Si avvicina al tavolino.
«Aspetta, ti porto un coltello di plastica» dice nostra madre, prima di sparire.
Continuo ad ammazzare un tizio dietro l'altro. Mi sto stufando. Mi hanno sempre annoiato i giochi ripetitivi o troppo facili. Preferisco variare, sapere di poter fare cose diverse, immergermi in un po' di Lore fatto come si deve.
«Ho tagliato un pezzo» annuncia Chris.
Apro la bocca, lui ci infila la carne. È un pezzo enorme, ma va bene lo stesso.
«Tornerai più spesso a trovarmi?» mormora sommesso.
Lo guardo, sta cercando di tagliare un altro pezzo con la lingua bloccata fra le labbra. Deglutisco. «È iniziato il campionato scolastico. Purtroppo devo restare al campus. Ma tornerò nel weekend».
«Ma oggi non è weekend. Perché sei venuto?»
Perché sono venuto? Già. «Hai presente quando cerchi un oggetto che, anche se sai che trovarlo può essere pericoloso, giri e giri ma riesci solo a passarci vicino? Mi è successa una cosa del genere e sono tornato a casa per pensare».
Chris solleva il pezzo di carne, che gocciola nel piatto, e mi sporgo prima che sporchi il tappeto su cui sono seduto. Addento il secondo pezzo enorme e mastico. «Se non riesci a trovarlo, puoi cercare un trucco su internet».
Ridacchio, deglutisco. Il trancio era davvero grande, per poco non mi si bloccava in gola. Prendo il bicchiere d'acqua sul vassoio e lo mando tutto giù. «Non mi sono mai piaciuti i trucchi. Che gusto c'è a giocare barando?»
Lui alza le spalle. «Alcuni oggetti sono davvero nascostissimi. Non ti vede nessuno se cerchi un aiuto».
Ragiono sulle sue parole. Ovviamente non ha idea di cosa intendessi dire – in verità, sono confuso anch'io –, ma quello che ha detto non è sbagliatissimo. Un aiuto per avvicinarmi finalmente a quello che voglio? Anche se quello che voglio si ostina a dire cazzate?
Mmh. Mmh...
Angolo Autrice
Eccoci con il POV di Blake! Iniziamo a conoscerlo di più osservandolo nella vita privata. Sappiate che capiterà più volte d'incontrare termini specifici utilizzati dai gamer, quindi se c'è qualcosa che non comprendete, commentate e ve lo spiegherò. Il Lore, per esempio, non è altro che il worldbuilding, l'insieme delle informazioni che formano un mondo, la storia pregressa e quella contemporanea. Alcuni giochi permettono di svolgere delle missioni che approfondiscono tutte le sottotrame presenti, così da scoprire sempre più dettagli che, magari, seguendo solo le missioni principali non si verrebbero mai a sapere. Al momento sono un po' fuori forma, ma per anni sono stata una nerd con i fiocchi che faceva le notti bianche per giocare insieme alla gilda (gruppo) a cui appartenevo. Non so perché non ho inserito prima questi dettagli nelle mie storie.
Tornando a noi, era chiaro che Blake fosse rimasto infastidito dal rifiuto di Aki. Le aveva detto che sarebbe andato a divertirsi con un'altra, ma a quanto pare non era davvero interessato a farlo. Ci sono altri dettagli all'interno di questo capitolo su Blake; se non li avete colti, lo fare di sicuro più avanti.
Aspetto le vostre impressioni!
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