13 gennaio 2023
Caro Diciannove,
oggi è successa una cosa... strana. Cioè, non proprio strana. Insolita.
Stavo facendo una passeggiata sulla spiaggia (l'idea che la settimana prossima comincio al Ken non smette di tormentarmi. Prego di non rivivere le medie e il liceo, una parte di me è ancora dell'idea che non dovevo iscrivermi al college. Mia madre non si è mai imposta su niente, ma qui doveva rompere!) e a un certo punto ho incontrato un ragazzo. Era seduto sulla riva, le onde gli bagnavano le scarpe e mi è sembrato davvero strano. Perché non se l'è tolte? Aveva le spalle ricurve e si reggeva la testa. Ho pensato che si stesse sentendo male e mi sono avvicinata.
«Ehi, tutto a posto?» gli ho domandato. Il vestito colorato che indosso ancora ha deciso proprio in quel momento di svolazzare e ho dovuto stringere la gonna per non mostrargli le mutande. Pensa che figura!
Lui ha sollevato la testa e mi ha guardato. E, santissima vergine, non credo di aver mai visto un ragazzo più bello... Capelli biondi ricci che gli incorniciavano il viso abbronzato e liscio, sopracciglia folte che parevano disegnate, due occhi blu talmente blu che ho pensato fossero finti. Come se avesse rubato due gemme preziose. Ma erano i suoi ed erano bellissimi. E poi, beh, aveva anche delle belle labbra. Insomma, era stupendo!
«Tutto okay» mi ha risposto con voce sommessa.
Ma non era affatto okay. Forse non aveva nulla di fisico, ma la sua espressione era molto triste. Mi è parso persino di vedere gli occhi lucidi, o forse era il sole prossimo al tramonto.
Mi sarei dovuta fare i fatti miei, lo so, però... mi è dispiaciuto e allora gli ho detto: «Non credo di averti mai visto da queste parti».
Come se conoscessi tutta la gente di questa zona di Adelaide! Ma ti rendi conto? Sono stata tante cose in passato, ma goffa mai. Né tantomeno così confusa da un bel ragazzo.
Mi ha sorriso. Un gesto piccolo, accennato, ma che l'ha reso ancor più bello. «Mi sono trasferito da poco».
«Davvero? E da dove?»
So che se fossi umano rideresti di me e rido anch'io, perché non sono mai stata così sfacciata! Non senza voler provocare qualcuno che se lo meritava, almeno. E invece questa volta sì. Gliel'ho domandato senza neanche pensarci.
«Canberra».
«Ah, nel Territorio della capitale. E come sei finito a Adelaide? Chi abita dalle tue parti è più probabile che vada a Sydney, no?»
E sono diventata anche logorroica! Non so cosa mi è preso, lo giuro. Ma lui continuava a darmi l'idea di essere triste e la spiaggia era quasi deserta. Non riuscivo a lasciarlo lì da solo, capisci? Se lo capisci, spiegalo anche a me, grazie.
Mi ha guardata un po' incerto, chiaramente. Una tipa a caso ti ferma sulla spiaggia e inizia a fare domande personali. Gli sarò sembrata una pazza!
Devo anche dire che a un certo punto mi ha guardata dalla testa ai piedi e, per quanto sia abituata tanto da essermi assuefatta, avere addosso quegli occhi particolari è stato... bello. Non mi ha fatta sentire solo un corpo.
«I miei genitori adesso lavorano qui. Tu vivi da queste parti?»
«Sono nata a Adelaide».
Gli ho dato una risposta vaga perché non sapesse la zona in cui abito (fra parentesi, eravamo a meno di cento metri da casa). Non lo conoscevo, meglio essere prudenti. Mia madre mi ha ripetuto per anni (forse da sempre) di andarci con i piedi di piombo con i ragazzi e agisco così di default, ormai.
A un certo punto si è alzato, ha scosso la sabbia dal retro dei pantaloni e mi ha porto la mano. «Sono Blake. E tu?»
Era alto, forse una testa più di me, e aveva un fisico asciutto, forse è uno sportivo. Atletica? Vabbé, chi se ne importa. Se era bello da seduto, di fronte a me era qualcosa d'incredibile... Giuro che non ho mai visto uno così.
Gli ho detto il mio nome, stringendogli la mano (molto grande!) e per un attimo ha smesso di essere così triste per dirmi: «Sei la prima persona che conosco con questo nome. È particolare».
«Vorrà dire che non lo dimenticherai».
Ora... io flirto di rado, viste tutte le complicanze che ho avuto, e quando lo faccio lo pianifico. Non vado a porre domande personali a un tipo che sta per fatti suoi al mare, poi gli dico che non si dimenticherà di me e ammicco pure! Forse devo tornare dalla psicologa.
Nonostante la mia bella figuraccia, lui ha ridacchiato. E l'ho presa come una vittoria.
«Questo è certo. Stavi andando da qualche parte, Akielah?»
Non vorrei dire, ma secondo me anche lui stava flirtando! Anche se sul suo viso non c'era traccia di provocazione.
Ah, e, in tutto ciò, ci stavamo ancora stringendo la mano.
«Passeggiavo. Tu lavavi le scarpe a basso costo?»
Blake è scoppiato a ridere e io... io credo di essermi presa una cotta. Ci si può infatuare di una risata? Perché sono rientrata da più di un'ora e ho solo quella nella testa. Solo lui davanti agli occhi.
«Non me n'ero neanche accorto, sai? Ma penso che non sia una buona opzione di lavaggio».
Bello, con una risata stupenda e anche simpatico. Se esiste l'uomo perfetto, per me è lui. Ma devo sempre stare attenta a non farmi fregare dalle prime impressioni, che spesso sono più false di una banconota da tredici.
«Se tieni conto che oltre alle scarpe hai lavato anche calzini e piedi, direi che almeno andrebbe valutato».
Sono certa che, qualsiasi pensiero funesto lo stesse facendo rimuginare, fosse sparito perché mi ha sorriso anche con gli occhi (stupendi, l'ho già scritto?) Sì, l'ho scritto, ho controllato.
«Sei divertente. Spero di rivederti in giro».
E se n'è andato.
Lo riscrivo perché una volta sola non rende l'idea.
SE N'È ANDATO!
Credevo stessimo andando bene. Sorrisi, battute, che altro voleva? Ora, non mi sono mai montata la testa, ma so di essere bella (non permetterò mai più a nessuno di farmi pensare che sia un difetto) e mi ha anche detto che sono simpatica. Insomma, non mi ha chiesto neanche il numero!
Sono davvero negata con i ragazzi. Per una volta che me ne interessa uno, lui non è interessato a me. Capisci l'ironia? Per anni mi hanno accerchiata persone false, tutti a farmi quegli inutili complimenti per poi fare i bastardi alle spalle. E allora ho smesso di dare retta a tutti, forse anche a persone che si meritavano una chance. Non possono essere tutti così falsi, no? Ma non ho voluto rischiare.
Fino a oggi.
Penso che inizierò il college standomene in disparte, per fatti miei. Non voglio sperare ancora di poter trovare un'amica. Non sono fatta per l'amicizia. Le rompo sempre tutte perché in qualche modo sbaglio, pur non volendo.
L'amicizia è uno schifo.
È una bugia.
Come l'amore.
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