Tomorrow
Il tempo trascorreva così in fretta da quando aveva conosciuto Andrea... ogni scusa era buona per andarlo a cercare, e dal canto suo il ragazzino sembra apprezzare particolarmente la sua compagnia, nonostante rifiutasse totalmente chiunque altro (eccetto Kevin e in minor modo Josh) provasse a instaurare un dialogo con lui.
Non aveva dimenticato Josh, Robert, il suo cuore continuava a gridare straziato quando i loro sguardi si incontravano, eppure più debolmente rispetto a qualche settimana prima. Perfino Jade l'aveva notato e, sorridendo sotto i baffi, gli aveva detto che ogni suo 'amico' era ben accetto in casa loro, sforzandosi di celare ogni allusività.
E Andrea, Andrea non riusciva a capire cosa fosse quella sensazione calda che gli si agitava furiosamente nello stomaco quando vedeva Robert, o perché le sue ginocchia avessero pericolosi tremiti quando il suo 'principe azzurro' articolava il suo nome con quelle sensuali labbra che si ritrovava.
Era terrorizzato dal fatto di dover trovare un nome a quel sentimento, eppure avrebbe fatto di tutto per Robert.
Così, quando quel giorno per l'ennesima volta si ritrovarono fradici sotto la pioggia scrosciante, accettò di andare a casa sua, almeno finché non avesse smesso di piovere e i suoi vestiti si fossero asciugati.
~~~
Uscì dal bagno con un'inaspettata tranquillità, e Robert quasi si spaventò a pensare che non gli sarebbe dispiaciuto vedere Andrea vagare per casa sua ogni giorno.
Era bellissimo, il ragazzo dagli occhi grigi, con indosso i vestiti di ricambio che gli aveva prestato: la maglia aveva le maniche tanto lunghe che gli coprivano pure le mani sottili, ed era così larga da sembrare sformata, mentre i pantaloncini che a lui arrivavano appena sopra il ginocchio al moro sfioravano l'inizio del polpaccio.
- S-smettila di fissarmi, mi metti in i-imbarazzo - borbottò Andrea con la sua voce sottile, passandosi una mano fra i capelli ancora umidi di pioggia e mettendo il broncio.
Adorabile.
- Perché? Sei bellissimo - si lasciò scappare Robert, e subito avvampò. Il moro cascò dalle nuvole.
- Eh? - chiese, non certo di aver capito bene.
A quel punto Rob mandò al diavolo ogni buon proposito e lo baciò, sperando di non sembrare un maniaco adesca ragazzini.
Da quando pensi a te in questi termini?
Per fortuna che Jade non era in casa.
E Andrea non si tirò mica indietro, socchiudendo con la consueta timidezza le labbra e poggiando delicatamente le mani sui suoi fianchi.
Di lì ad arrivare al letto bastò il tempo di un bacio, mentre Robert continuava a ripetersi di non avere fretta, per non rovinare tutto come l'altra volta. Andrea lo lasciò fare, in balia delle sue mani esperte e dei sentimenti che incontrollati sferzavano il suo cuore: lo lasciò fare, perché non avrebbe potuto opporsi nemmeno se l'avesse voluto con tutto se stesso. Lo amava, senza ombra di dubbio, e a volte delle occasioni bisogna approfittarne a qualunque costo.
Caddero sul letto con un lieve tonfo, avvinghiati l'uno all'altro come un piccolo koala alla sua mamma. E nella frenesia del momento Robert liberò entrambi della parte superiore dei vestiti, leccandosi le labbra alla vista del petto niveo del più piccolo.
- Sei bellissimo - ripeté, abbassandosi a lambire un capezzolo con le labbra.
Il moro sospirò e strizzò le lenzuola fra le dita sottili. Una vocina lontana nella sua mente gli chiese cosa stesse facendo, ma lui la ignorò.
Gli attimi seguenti trascorsero febbrili, il mondo era sparito, c'erano solo loro e i baci, i morsi, i gemiti e i nomi chiamati e soffocati in fondo alla gola, le mani affondate nei capelli e un paio di labbra che, buon Dio, erano a dir poco fantastiche.
E poi sparirono anche i pantaloni e Robert poté bearsi della vista incensurata delle gambe sottili di Andrea, che si aprirono di colpo quando sfiorò la sua apertura.
- Rob... - ansimò, all'improvviso nervoso, e il castano gli accarezzò i capelli con l'altra mano, con fare rassicurante.
- Andrea... - disse, e si chinò a baciarlo. Una prima falange si fece spazio dentro il moro e lui sussultò.
Quando infine ritenne che fosse sufficientemente pronto, non attese oltre ed entrò in lui. Era così stretto e caldo... semplicemente irresistibile.
Andrea lo guardò, le lacrime che continuavano a scorrere contro il suo volere, non poteva fermarle, e non disse nulla. Il giorno dopo avrebbe potuto esser stato solo un sogno, avrebbero potuto tornare al rapporto di sempre o chiuderlo definitivamente, ma in quel momento voleva solo concedersi il lusso di pensare a loro, lui e Robert, che facevano l'amore, e non semplice sesso.
Il piacere arrivò dopo poco, inatteso e inaspettato, strappando ad entrambi un gemito.
Non male come prima volta.
Ad amplesso concluso Robert si accasciò esausto su di lui, ansimando piano.
- Scusa... lasciami stare così per un po' - mormorò, lanciandogli un'occhiata dolcissima, insieme a quel sorriso speciale che dedicava a lui e lui solo.
Andrea sbadigliò e mormorò a sua volta qualcosa che Rob non capì.
- Ti amo.
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