Capitolo 6


-Perchèmi state aiutando?- Domandò inquieto Abner ai due bambini appenaincontrati.

-Andiamo,sei sporco e ricoperto di graffi- Disse Jil evidenzando lo "sporco"ed i "graffi".

-Inpiù zoppichi dalla caviglia destra e dal tuo sguardo sembri proprioesausto e disperato- Riprese il discorso Jules.

-Maquegli uomini mi stanno cercando, passerete dei guai se scoprono chesono qui- Il piccolo fuggitivo non riusciva a credere che qualcuno lostesse cercando, insomma, qualsiasi pretesto per scacciarlo sarebbestato valido.

-Chesarà mai un guaio in più?- Iniziò lui.

-Dopotuttoil nostro circo è stato creato appositamente per ospitare chi èodiato- Finì lei.

Ilbambino fuggitivo rimase sbigottito, mentre si addentrava sempre dipiù nel cuore del circo.

Tutt'attornoa loro vi erano diversi artisti, molti di loro avevano cicatrici otatuaggi e ognuno sembrava particolarmente concentrato a preparare ilproprio numero.

Abnersi guardava attorno stupefatto, non aveva mai visto un circo dalvivo, lo conosceva solo tramite i racconti della propria madre, chemolto spesso raccontava a lui ed ai suoi fratelli del mondo esterno,loro potevano solo immaginarlo.

Eppurelui ora era lì.

-Inquesto circo però possono entrare solo coloro che vogliono espiarele loro colpe- Spiegò la bambina allegramente.

-Esattamente,qui le persone lavorano duro per riuscire a cambiare, portandol'allegria quando prima facevano cose cattive- Continuò il fratello,con la medesima allegria.

-Macome fate a non essere catturati?- Domandò Abner, affascinato datutto quello che osservava attorno a se.

-Ilcapo fa parte di una famiglia molto prestigiosa, quindi il papaaccetta di buon grado le sue mazzette- Ridacchiò Jil.

-Esatto,dopo la morte del precedente Mosès è facilissimo per leorganizzazioni illegali agire, dopotutto è risaputo che quelvecchiaccio è uno dei più corrotti di sempre- Lo seguì la sorella.

Ibambini continuarono a camminare lungo l'esterno del capannone, Abnernotò gli sguardi sporadici di molte persone, ma nessuno si fermavaper chiedere chi fosse lui o cosa stassero facendo i gemelli.

Isuoi due accompagnatori in compenso, sembravano entusiasti di averlotrovato, forse per il semplice fatto che, per quanto poteva vedere ilragazzino, erano gli unici bambini in quel circo.

Forseerano i figli di qualcuno di quella compagnia, o forse erano dueorfani trovati dal, a quanto pareva, caritatevole padrone del circo.

Nonsi arrischiò però a chiedere, sua madre gli aveva sempre insegnatoche bisognava sempre valutare bene se fare una domanda o no, perchèalcune di esse avrebbero potuto essere dolorose, anche seall'apparenza insignificanti.

Elui non voleva farsi antipatici quei due fin dall'inizio, prima difare domande era meglio conoscerli meglio.

Mentresi guardava attorno notò un particolare, c'erano innumerevoliartisti umani, dai clown, ai maghi, ai contorsionisti, ma non c'eranessun animale, era un circo di soli umani.

Forsegli animali davano troppo nell'occhio, o forse semplicementecostavano troppo insiemme alle mazzette sotto banco.

-Perchènon ci sono animali?- Chiese innocentemente.

-Glianimali non devono scontare una colpa, quindi sono fuori luogo qui-Rispose semplicemente Jules, mentre Jill distoglieva silenziosamentelo sguardo.

-Nemmenoio ho fatto qualcosa, però quegli uomini... gli esorcisti, micercano comunque- Pronunciò sconsolato il piccolo fuggitivo.

Igemelli fecero un'espressione stranita, non avevano mai sentito diqualcuno che venisse perseguitato per nulla, era così assurdo alleloro orecchie che proprio non riuscivano a darci una spiegazione.

-Questosi che è strano- Disse lei.

-Stranoma proprio strano, ma forse il capo può aiutarti- Continuò ilfratello.

-Stiamoandando da lui?- Chiese teso Abner, voleva riuscire a fare una buonaimpressione, forse, se ci fosse riuscito, avrebbe potuto essere anchelui uno delle persone di quella compagnia, senza mettere in pericoloquel che restava della propria famiglia tornando.

-Si!-Esclamarono in coro.

Abnerera nervoso, avrebbe incontrato il capo di quel circo, forse era lasua ultima opportunità per riuscire a non venir catturato dagliesorcisti, come i suoi fratelli.

Camminaronofino a raggiungere l'entrata del grosso tendone, l'entrata erapiccola, ma il bambino era estasiato comunque.

Avevasentito di quei tendoni solo quando la madre raccontava la propriainfanzia, poterne vedere l'entrata in quel momento, il grosso uomoconiglio coi palloncini a lato di essa, le Roulotte ed i campercolorati in giro per il prato, era unico.

Inqualche modo, quelle immagini lo fecero sentire più vicino all'amatamadre, facendogli perfino ricordare la sua voce mentre raccontava lestorie che i sette fratelli amavano tanto.

Laloro famiglia era stata distrutta senza che sapesse il perchè.

Corradoera un po' scalmanato, ma adoravano correre in giro insieme, Dariusaveva la mania di prendere i suoi giocattoli, ma alla fine non siarrabbiava e si mettevano a giocare insieme, Danielle non amava faremolta attività, ma insieme passavano ore ad ascoltare le storiedella madre, Licoride mangiava come tutti i fratelli messi assieme,ma le lasciava comunque sempre una parte della sua porzione, pervederla sorridere.

Azadeed Ai erano state le ultime arrivate, erano inseparabili anche secompletamente opposte, non le aveva mai viste litigare, Azadeassecondava sempre la sorella, mentre Ai ascoltava la sorella quandosi trattava di non fare cose stupide.

Unoa uno gli erano stati strappati tutti, senza che quegli uominiascoltassero le parole imploranti di sua madre o vedessero le suelacrime.

Infineerano venuti anche per le ultime sorelle che gli rimanevano, ma nonaveva permesso che prendessero anche loro, almeno per ora.

Nonse ne pentiva minimamente, anche se per poco voleva che le suesorelline continuassero a vivere con sua madre, voleva che sifacessero tanti bei ricordi almeno quanto ne aveva lui.

Glimancavano tanto la sua mamma ed i suoi fratelli e sorelle, avrebbedato qualsiasi cosa pur di poterli rivedere, pur di riavere la vitacon la sua famiglia.

Lelacrime incominciarono a scendere dai suoi grandi occhi marroni,rigando lentamente le sue piccole guance, mentre questeincominciavano ad arrossarsi.

-Perchèanche se mi manca tanto la mia famiglia non posso tornare da loro?Perchè dovremmo essere un pericolo? Noi siamo solo dei bambini chevogliono stare con la loro mamma e i loro fratelli e sorelle. Anchevoi avete rischiato di venir portati via dai vostri genitori per unmotivo che non capivate? Vi prego ditemelo, voglio capire se il mondoè stato cattivo solo con noi oppure è cattivo con tutti?- Abnerormai singhiozzava rumorosamente, in cerca di una risposta.

Igemelli non sapevano che fare, non sapevano bene come si facesse arincuorare qualcuno, di solito erano sempre loro quelli che venivanoconsolati, da persone più grandi di loro.

-Noi...-Provò Jill.

-Ecco...-Balbettò Jules.

Idue bambini erano in panico, avrebbero voluto fare qualcosa, maavevano solo paura di aggravare la situazione.

Latenda dell'entrata si mosse, mostrando un uomo corpulento uscire dalgrande tendone.

Eraimponente, indossava solo una semplice maglietta rossa, insieme ad unpaio di jeans rovinati, ai piedi degli stivali consumati. La pelleera abbronzata, il viso non troppo paffuto, ma nemmeno troppoasciutto, con una barba incolta, mentre i capelli erano legati in uncodino, gli occhi azzurri osservavano sorpresi la scena che gli sistava proponendo davanti. Anche se era abbastanz imponente come uomoe avrebbe potuto incutere un certo timore, lo sguardo mostrava unadolcezza evidente.

-Heima, Jill, Jules, ne avete fatta un'altra delle vostre? Perchè quic'è un bambino che piange?- Domandò con tono pacato.

-Capo!Lo abbiamo trovato da solo e ricoperto di graffi in quei cespuglilaggiù- Rispose la bambina, indicando il punto in cui si eranoincontrati.

-Abbiamopensato di fare una buona azione come ci ha sempre detto boss!-Spiegò in ansia il fratello.

L'uomosorrise ai bambini, facendogli una carezza in testa prima diavvicinarsi al nuovo arrivato. Piegò le gambe in modo da arrivareall'altezza del bambino.

-Ehipiccolo, ti va di dirmi cosa ti è successo?- Gli chiese il capo contono dolce.

-I-Imiei fratelli... M-me lia hanno portati via tutti... N-non potrò piùrivedere né mia mamma, né le mie sorelline, s-sono riuscito ascappare ma mi cercano, io, io non voglio vivere scappando sempredagli uomini cattivi... V-voglio rivedere la mia famiglia- Continuavaa singhiozzare Abner, senza riuscire a fermarsi.

-Ehipiccolo, stare lontani dalla propria famiglia è dura lo so,sopratutto quando ci si tiene tanto come ci tieni tu, fai bene asfogarti, tenertelo dentro farebbe solo più male, come ti chiami?-L'uomo era premuroso, era sinceramente dispiaciuto, o forse era soloquello che voleva credere Abner a tutti i costi.

-A-Abner-

-BeneAbner, io sono il capo di questo circo, mi chiamo Emidio, sai perchèquesti uomini ti cercano?-

Ilbambino si alzò leggermente la maglietta, mostrando il marchio cheaveva sul fianco.

Emidiosgranò gli occhi, non si sarebbe mai aspettato di poter vederequalcosa del genere nella sua vita.

Appartenendoa una famiglia piuttosto facoltosa di esorcisti, aveva ricevuto lamigliore formazione su tutto ciò che riguardiava i demoni, inparticolare i sette vizi capitali.

Quindisapeva bene che quello che stava vedendo non era un semplice marchiodella lussuria, era quello autentico, quello che apparteneva alfiglio del demone del vizio, Asmodeus.

Unbambino così piccolo, a vista non doveva avere nemmeno dieci anni,eppure veniva già perseguitato.

Inquel momento la scelta più logica sarebbe stata portarloimmediatamente agli esorcisti, se questi avessero scoperto che era lìinfatti, avrebbero potuto arrestare sia lui che tutti gli artisti.

Maquel bambino, era innocente, non aveva fatto nulla, avrebbe avuto infuturo il potere per far del male a molti, ma ora era solo un bambinoche stava piangendo per sua madre e i suoi fratelli.

Soloperchè era per metà demone bisognava forse dimenticarsi la sua metàumana?

Inquel momento Emidio fece forse una delle scelte più importanti dellasua vita.

Sialzò, per poi accarezzargli gentilmente la testa.

-Sevuoi puoi rimanere qui, non saremo certo come la tua famiglia, maspero che tu ti possa sentire bene con noi- Disse l'uomo sorridendoal bambino.

Abnerrimase sorpreso, davvero quell'uomo lo avrebbe aiutato?

-Davverotu non dirai a quegli uomini che sono qui?- Domandò, senza riuscirea credere alle sue orecchie il piccolo.

-Si,sei solo un bambino, non hai fatto nulla. Sai questo circo è pienodi persone come te, che si sono perse ed ora cercano di fare ciò cheè giusto, noi saremmo davvero felici di darti questa opportunità-

Emidiosapeva bene a cosa andava incontro, in futuro il lato demoniaco diquel bambino avrebbe potuto risvegliarsi, causando non pochiproblemi.

Masapeva anche che ai vizi capitali non era mai stata data alcunapossibilità, erano sempre stati trovati e cattutrati in giovane etàdagli esorcisti.

Forsese fosse cresciuto nel modo giusto non sarebbe stato un pericolo.

Forsebisognava solo dargli l'opportunità di avere una vita normale.

Sapevabene cosa potevano fare delle entità del genere, ma la sua coscienzagli urlava che quello che aveva davanti era solo un bambino, anche semezzo demone era solo un bambino.

Unbambino che stava piangendo perchè strappato via dalla sua famiglia.

-Jill,Jules, vi occuperete voi di lui, assicuratevi di trattarlo bene-Pronunciò serio il capo.

-Signorsì!-Risposero in coro i due gemelli.

-Abner,permettimi di farti un piccolo regalo di benvenuto-

Emidiotirò fuori dalla sua tasca un ciondolo in metallo, con sopra incisoun leone.

-E'un portafortuna della mia famiglia, se lo terrai sempre con te c'èla speranza che presto o tardi rivedrai la tua famiglia- Gli dissegentile l'uomo.

Quelciondolo era un amuleto speciale, conteneva una potente magia cheavrebbe nascosto l'aura del bambino, cosicchè, una volta cresciuto,nessuno avrebbe potuto trovarlo.

Qualcosadiceva ad Emidio che era giusto dare un'opportunità a quel bambino.

Abneraccettò il regalo, calmandosi ed asciugandosi le lacrime, per poiabbracciare di slancio quell'uomo.

-Graziesignore, con questo portafortuna io rivedrò sicuramente la miafamiglia e poi ve li farò conoscere!- Esclamò, cercando di smetteredi piangere il bambino.

-Nonvedo l'ora allora, Abner una cosa... come si chiamava tua madre?-Chiese il capo, con il tono leggermente preoccupato.

-Annamaria,perchè?-

-No...nulla, semplice curiosità- Emidio si trattenne dal dire che laconosceva, non era il momento, quel bambino era ancora troppopiccolo.

-Iosono nel tendone a coordinare le prove se quei due ti fannoarrabbiare, a proposito voi due state attenti ad arrivare in tempo aivostri di allenamenti- Detto questo l'uomo tornò nel tendone,lasciandolo alla compagnia dei due gemelli.

Jille Jules presero Abner per una mano ciascuno, incominciando atrascinarlo nuovamente in giro nella zona del circo.

Ilpiccolo fuggitivo non seppe dire per quanto girarono, abbastanza perconoscere altri membri della compagnia.

C'eraLarry, un uomo alto e mingerlino mangiatore di spade, Abner rimasecolpito da come riusciva ad ingoiare anche diverse lame, per poisfilarsele dalla gola con tranquillità ed addirittura un sorrisosmagliante, si presentò dicendo di essere un ex contrabbandiere diarmi.

Poiconobbe miss Ricardi, doveva essere sulla ventina, moltoelegantemente eseguiva diverse pose di contorsionismo, sembrava nonsoffrisse minimamente, nonostante le pose all'apparenza scomode eimpraticabili, lei invece era un'ex ladra.

Infinei gemelli gli presentavano una coppia, il signore e la signoraTrevori, lei una maga e lui il suo assistente, era davveroincredibile come si potesse usare la magia per creare delle complessefigure danzanti, lo lasciavano incantato, a quanto pareva in passatoerano due truffatori, lei la mente e lui la spalla.

Subitodopo le presentazioni, s'incamminarono per tornare all'entrata deltendone.

-Sonostati tutti così gentili, è quasi impossibile credere che inpassato fossero dei criminali- Riflettè Abner.

-Moltidi noi sono così, essere gentili ci aiuta ad essere delle personemigliori- Spiegò Jil.

-Wow,però come mai mi hanno detto così in fretta che crimini avevanocompiuto? Non se ne vergognano?- Domandò il nuovo arrivatoincuriosito.

-Ricordareche cosa abbiamo fatto ci permette di non commettere gli stessierrori, questo ci ha insegnato il boss! Quindi quando impariamo adaccettare le cose, impariamo anche a parlarne e a non dimenticare-Rispose Jules.

Abnerrimase a bocca aperta, quel posto sembrava così bello a sentire idiscorsi di quei due bambini.

Unposto dove le persone imparavano ad accettare quello che avevanofatto e a non dimenticare per non far soffrire di nuovo le altrepersone, sua madre sarebbe stata felice di sapere che era finito inun luogo del genere.

Avrebbetanto voluto dirglielo, ma non poteva.

Itre entrarono nel tendone, dentro cui vi era una gigantesca reteelastica.

-Ache cosa serve?- Chiese il piccolo entusiasta, non aveva mai vistomai nulla di simile.

-Siamotrapezzisti!- Rispose Jules ricambiando l'entusiasmo.

-Secadiamo la rete non ci fa precipitare al suolo!- Continuò Jill conaltrettanta emozione.

Gliocchi del piccolo nuovo arrivato stavano brillando, avrebbe visto perla prima volta un numero del circo dal vivo, era emozionato, in piùl'allegria di quei due gemelli era riuscita a distoglierlo dalla suatristezza, almeno per ora.

-Ehivoi due! Non vi siete ancora cambiati? Muovetevi che dobbiamo fare leultime prove, stasera c'è lo spettacolo!- Urlò Emidio venendogliincontro.

-Ohcavolo giusto! Abner tu aspetta qui!- Esclamò lui.

-Timostreremo com'è bello volare!- Continuò lei.

Abnernon ebbe nemmeno il tempo di salutarli che quei due si erano giàdileguati, correndo senza freni.

Ilcapo si avvicinò a lui, sorridendogli.

-Comestai piccolo?- Gli domandò con tatto l'uomo.

-Mimancano ancora tanto la mia mamma e i miei fratelli... ma sono ilmaggiore! Devo essere forte e ritrovarli! Così la mamma saràorgogliosa di me!- Disse sicuro il bambino.

-Cavolo!Avrei voluto anche io essere motivato come te alla tua età, inveceero solo un bambino viziato- Si mise a ridere il capo.

-Abnerricordati sempre, anche nel momento in cui ti sembra di non poter farpiù nulla, che c'è sempre speranza, so che sentirtelo dire da unquarantenne barbuto può sembrare strano, ma volevo dirtelo- Emidiogli diede una pacca sulla spalla, facendo quasi cadere il piccolo.

MentreAbner ritrovava l'equilibrio entrambi sentirono una voce conosciuta.

-Bossnoi ci siamo!- Urlò Jules da in cima a una pedana sopra il grossotappeto, teneva in mano un trapezio.

-Facciapure partire la musica!- Urlò dalla parte opposta Jill.

Emidiofece un segno al macchinista e quest'ultimo fece partire la musica.

Idue gemelli partirono, lanciandosi leggeri e senza paura, ma anzi,con un grosso sorriso in volto.

Iloro movimenti erano leggiadri ed eleganti, leggiadria accentuata dailoro corpi non ancora del tutto sviluppati, che li faceva sembrarepiù leggeri di quanto non fossero in realtà.

Ogniloro movimento poteva sembrare istintivo, ma era calcolato almillimetro, anche mentre volavano senza appigli, ogni loro muscoloera perfettamente calibrato in modo da riuscire ad afferrare iltrapezio dopo.

Abnerrimase incantato, quei due in volo sembravano così... cosìliberi...

Perchèaveva l'impressione che lui non lo sarebbe mai stato?

Strinsei denti, non voleva mettersi a piangere di nuovo.

-SignorEmidio, lei sa come ci si può sentire liberi come loro?- Domandò ilbambino senza pensarci, senza distogliere lo sguardo.

-Si,devi fare qualcosa che ti appassiona davvero- Rispose tranquillamentel'uomo.

-Ecome posso trovare qualcosa che mi appassiona?-

-Ognunolo trova in modo diverso, stasera puoi stare con Marco, ilmacchinista e guardare lo spettacolo, magari qualcosa t'ispira, chene dici?- Gli accarezzò la testa l'uomo.

Abnersorrise eccitato, avrebbe visto un sacco di altri numeri fantasticicome quello e forse uno di quelli lo avrebbe appassionato a tal puntoda donargli la libertà, non vedeva l'ora.

-Fantastico!-Rispose sorridendo.

Appenala prova dei due gemelli finì questi tornarono dai due spettatori.

-Comesiamo andati capo?- Chiese Jill.

-Sonosicura di non aver sbagliato nemmeno un passaggio questa volta!-Esclamò sicura la sorella.

-Eravateleggermente in ritardo alla quarta battuta ed in anticipo allasettima, ricordatevelo per stasera- Li ammonì l'uomo.

-E'troppo severo boss- Sbuffò la bambina.

-D'accordocapo- Disse il fratello.

-Dovrestifare come tuo fratello ed accettare le prediche Jules- Ridacchiò ilcapo.

Comerisposta la bambina gli fece una linguaccia, sotto lo sguardorammaricato del fratello.

-Dai,avrete fame, andate a mangiare prima che inizi lo spettacolo, non èconsigliabile esibirsi a stomaco vuoto- Li invitò Emidio con unsorriso.

Idue fratelli ancora una volta presero a trascinare Abner, ma questavolta con degli appariscenti costumi sbrilluccicanti.

Andaronoverso una roulotte, da cui saliva un pinnacchio di fumo.

Quellaera la cucina improvvisata del circo, capitanata da Giuliano, ilcuoco.

Comeprima i due gemelli fecero le presentazioni, Giuliano era un uomoabbastanza freddo, ma non antipatico, cucinava con passione e servivai pasti con la stessa.

Ilpiccolo era un po' intimorito in realtà, ma accettò il cibo di buongrado, in quanto non mangiava da ore.

Mangiòinsieme a quei due bambini che conosceva appena, ancora non sapevabene come comportarsi con loro, una cosa però era certa, gli eragrato per non averlo mandato via appena l'avevano visto.

Ilsole incominciò a tramontare, era il segnale che lo spettacolo stavaper incominciare.

Itre si sbrigarono a tornare dentro il tendone, Abner andò dalmacchinista, mentre i gemelli dietro le quinte.

Inutiledire che il cuore del bambino batteva forte dall'emozione, dopotuttoquella era una delle tante cose che aveva conosciuto solo tramite iracconti di sua madre.

Sisedette e si preparò ad ammirare lo spettacolo.

Inumeri si susseguivano uno dopo l'altro, dal signor Larry, cheingoiava spade di tutti i tipi, come se fossero degli stuzzichini..

Poitoccò a miss Ricardi, solo guardarla gli faceva venire i crampi abraccia e gambe, per non parlare del collo, poteva chiaramentesentirlo tirare e dolergli.

Lacoppia Trevori eseguì uno splendido numero, facendo compariresplendide figure danzanti attraverso la magia, in una miriade dicolori allegri e brillanti.

Lagente applaudiva, affascinata e colpita, ritrovando il fascino diqualcosa che negli ultimi tempi era un po' passato di moda.

Dopoi Trevori toccò a una donna, non doveva avere più di quarant'anni,era una ballerina acrobatica, i suoi movimenti erano splendidi edaggraziati, appesa, apparentemente non saldamente su quello che, adAbner, sembrava un lungo e spesso nastro rosso.

Guardandoquel numero qualcosa si smosse nel suo petto.

Eraqualcosa di caldo, anzi ardente, qualcosa che gli impediva diperdersi anche un singolo movimento della donna.

Eraforse quella la passione?

Forseera proprio quello strano numero che avrebbe potuto farlo sentirelibero.

Inquel momento gli ritornarono in mente tutti i racconti di sua madre.

Leidiceva sempre che un giorno avrebbe voluto portarli tutti a osservarequegli spettacoli che lei amava tanto, ed ora lui era li, da solo.

"Ehimamma, guarda, anche io ora sono stato ad un circo" Pensò ilbambino, mentre cercava di trattenere le lacrime, ma inutilmente.

Quelmondo era così idilliaco che per qualche tempo era riuscito adistrarlo da quella forte nostalgia che provava, ma ora,nell'oscurità di quel tendone, poteva lasciarsi andare, almeno inparte.

Nonpoteva mostrare di essere triste, lui era il maggiore, doveva essereforte per poter ritrovare i suoi fratelli, così trattenne isinghiozzi, mentre le lacrime scendevano silenziose.

Continuòa guardare quella spettacolare danza, sentendo il suo cuore batteresempre più forte e finalmente capì perchè sua madre sembravasempre malinconica ogni volta che gli parlava del mondo esterno.

Luied i suoi fratelli non erano ben voluti dal mondo, potevano essereaccettati solo da chi come loro non era voluto, loro madre era tristeperchè sapeva che per quanto ci avrebbe provato non avrebbe maipotuto dargli una vita normale, sarebbero stati costretti a rimaneresoli per sempre.

Eracosì semplice che lo capiva perfino un bambino della sua età, loromadre aveva sempre cercato di proteggerli.

Edora lui aveva perso lei ed i suoi fratelli, ma era stato fortunato,era capitato in un posto di non voluti come lui, probabilmente glialtri non avevano avuto la stessa fortuna.

Inquel momento, per la prima volta, avvertì il desiderio di sua madredi vederlo felice.

Inquel momento, decise che avrebbe scoperto la verità ad ogni costo,per riuscire a dare alla sua famiglia la vita normale che sua madresognava per loro.


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