capitolo 34
<<Kiara...>> Esclama posando le stampelle al lato del letto.
<<Perché?>> Gli chiedo subito, interrompendolo.
<<Cosa?>> Mi domanda a sua volta, facendo finta di non aver compreso. <<Lo sai benissimo.>> Esclamo abbassando lo sguardo.
<<Non hai neanche il coraggio di guardarmi negli occhi.>> Afferma con tono saccente.
<<Non ti guardo negli occhi perché provo ribrezzo verso di te.>> A questa frase si inginocchia davanti a me; poggia le mani sul letto, ai lati delle mie cosce e cerca di guardarmi negli occhi.
<<Non mi vuoi guardare negli occhi perché ti sentiresti ancora più incolpa.>> Dice in modo austero.
<<Mi sentirei in colpa per...?>>
<<Ti sentiresti in colpa perché mi ami ancora pur sapendo che ho ucciso Luna>> Finito di pronunciare questa frase, istintivamente gli tiro uno schiaffo in faccia. <<Questa è la prova che mi ami ancora. Non puoi decidere chi amare, ricordalo.>> All'improvviso sembra che il suo tono si sia addolcito.
Abbasso ancora lo sguardo ma questa volta mi ricade sull'anello che mi ha regalato Michael quella sera. Lo prendo e lo sfilo dal dito. Stringendo l'anello in un pugno poso la mano chiusa sul suo petto. Lui non capendo mi prende il pungo e lo apre delicatamente vedendo cosa si trova al suo interno. <<Non lo voglio più, non significa più niente per me>> Dico cercando di trattenere il più possibile le lacrime. Michael esita nel prenderlo. <<Prendilo!>> Dico con più convinzione, allora lui lo afferra, si alza in piedi, avvicina il palmo della mano per accarezzarmi la guancia ma appena sento le sue dita che sfiorano la mia pelle mi scanso.
Lentamente ritrae la mano e dandomi le spalle esce dalla stanza, ma prima di chiudere la porta si volta nella mia direzione <<Impara a riconoscere le persone che ti amano davvero>> Ed esce dalla stanza definitivamente.
"Che significa?" Questa domanda continua a frullarmi nella testa fino a quando la suoneria del mio telefono si accende. Mi allarmo subito appena vedo che è un numero sconosciuto. Rispondo e attacco il telefono all'orecchio.
<<Ho saputo del tuo incidente.>>
<<Dimmi quello che mi devi dire>> Affermo quasi irritata.
<<Che caratterino...Comunque hai tempo fino all'inizio della scuola>>Esclama cambiando subito tono.
<<Non mi basta, non posso procurarmi così tanti soldi in così poco tempo.>> Mi alzo dal letto e afferro una stampella.
<<Non è un mio problema>> Afferma. Mi dirigo verso la finestra e mi siedo sulla cassapanca in legno coperta da cuscini, guardando Daniel e James che giocano in giardino con Kevin. <<Tu mi devi quei soldi. Decidi, o me li porti oppure Kevin farà compagnia a sua madre. Scegli.>>
Ho sotto ai miei occhi quel povero bambino che ride felice insieme al padre, non potrei mai sopportare di non vederlo più. <<Ti darò i soldi.>>
<<Al locale di Kyra, domani alle undici di sera. Ti diranno tutto>> Detto questo attacca il telefono.
Mi alzo. Accendo ancora la musica e mi vesto per questa sera.
Visto che usciremo a cenare ho deciso optare per un top nero, con i pantaloni militare, regalati da Luna.
Infine le mie converse nere. Decido di prendermi anche una felpa nera leggera nel caso faccia più freddo di sera.
Sto per uscire dalla stanza quando, improvvisamente, mi ricordo che dopo la doccia non ho più rimesso gli elastici neri al polso, quindi rimedio subito prendendoli dal comodino affianco al letto.
*POV MICHAEL*
<<Ma perché non le diciamo la verità?!>> Urlo al telefono continuando ad andare avanti e indietro per il salotto.
<<Dobbiamo proteggerla, una volta risolto tutto potremmo dirle la verità. Ma fino ad allora devi stare zitto, il nostro piano deve proseguire oppure va tutto a puttane.>> Esclama iniziando ad arrabbiarsi per il mio continuo disaccordo.
<<Non credo di riuscire ancora per molto...>> Vengo interrotto dalla sua voce.
<<Mich...Micha...Michae>> Non sento più niente e sono costretto ad attaccare la chiamata.
<<Cazzo!>> Esclamo buttando per terra tutte le riviste che ci sono sul tavolino in mezzo ai divani.
Entra nella stanza, di corsa, Daniel spaventato e guarda subito suo figlio, che gioca per terra, per assicurarsi che lui stia bene. <<Che è successo>> Esclama spostando lo sguardo sui giornali per terra.
<<Lo zio si è alabiato>> Dice il piccolo Kevin osservando suo padre con i suoi occhi marroni.
<<Si ho notato che lo zio è leggermente arrabbiato>> Afferma ironicamente Dan guardandomi.
<<Sto bene, non rompetemi il cazzo!>> Con una spallata oltrepasso il mio amico ed esco di casa sbattendo la porta alle mie spalle.
Slaccio i primi bottoni della camicia nera, che ho indossato per la cena di questa sera e mi tolgo le scarpe mentre mi avvicino alla piscina. Ho bisogno di schiarirmi le idee anche solo per pochi minuti. Arrivo dove ci sono le sdraio intorno alla piscina; Mi tolgo i pantaloni neri, i calzini e finisco di slacciare i bottoni della camicia per togliermela, rimanendo solo in boxer. Sento subito i raggi del sole che mi riscaldano la pelle.
Mi passo una mano tra i capelli e mi volto automaticamente verso la finestra della sua camera. Lei è li, è li che mi guarda, i suoi occhi verdi mi osservano e li sento su ogni parte del mio corpo.
Vorrei poterla abbracciare e stringere tra le mie braccia, sentire il suo profumo e assaporare ancora una volta le sue labbra, sentire la morbidezza dei suoi capelli biondi, passare le dita su ogni tatuaggio che ha sulla sua bellissima pelle chiara e vedere la luce che contengono i suoi occhi. Lei è la ragazza che ho sempre avuto il bisogno di avere. Lei mi completa e riempie quel vuoto dentro di me, non mi fa sentire sbagliato. E io come un coglione l'ho allontanata da me.
La vedo sparire oltre la tenda bianca fine e io mi tuffo in acqua senza pensarci più. Perché più ci penso, più mi ritornano in mente tutti i momenti passati insieme e più mi ricordo a quanto la amo e a quando mi ha fottuto il cervello questa ragazza.
Sto in acqua per un po' di tempo fino a quando non si fa l'ora di andare via.
Esco dalla piscina ed entro in casa. Mi faccio subito prestare dei boxer da James, perché i miei sono bagnati e mi rivesto.
Tutto sono in salotto, stanno solo aspettando me e James per andare.
Una volta finito di vestirmi, mi sistemo i capelli. Mi bagno le mani e le passi tra le ciocche nere, lasciandoli spettinati, so che a Kiara piacciono così, infine sistemo la collana ed esco dal bagno.
Percorro tutto il corridoio rigirandomi gli anelli che ho alle dita. Arrivo in salotto dagli altri e noto gli occhi di Kiara puntati addosso. Ma solo quando Grace parla capisco il motivo.
<<Caro Michael hai dimenticato di abbottonarti la camicia. So che sei un pochino egocentrico, ma non esagerare>> Esclama voltandosi di spalle e dirigendosi verso la porta a mettersi le scarpe.
Senza pensarci tanto allaccio la camicia, lasciando i primi tre bottoni aperti così che si possa intravedere il tatuaggio che ho sul petto.
Questa sera Kiara è bellissima, quei pantaloni mimetici le fasciano benissimo il sedere anche se sono larghi sulle gambe, il top nero che ha scelto le sta da dio e lascia vedere i tatuaggi che ha, si può intravedere anche parte della lacrima sullo sterno.
I capelli corti le contornano perfettamente il viso e lo risaltano di più. Anche i ciuffi laterali, che avrà tagliato da poco, la valorizzano di più.
È la ragazza più bella che io abbia mai visto.
<<Michael ti muovi>> Esclama Luke. Adesso che lo osservo è più elegante del solito, ha detto cargo neri con una maglietta bianca a maniche corte che lo fascia alla perfezione. <<So che mia sorella è fantastica ma dobbiamo raggiungere Simon al ristorante.>>
Lo supero e continuo a guardare Kiara che è ancora seduta cui bracciolo del divano senza emettere fiato.
Questa sera sono tutti vestiti molto bene, anche Norah che ha indossato una gonna azzurro scuro lunga e larga con una maglietta a miche corte nera. George invece ha messo dei pantaloni eleganti, Grigio scuro con una camicia Bianca e la giacca elegante anch'essa Grigia. Sembrano i genitori perfetti, quelli che io non ho mai avuto.
Kyra è bella come sempre da quando l'ho conosciuta per la prima volta 3 anni fa. Ha indossato dei jeans corti neri con una maglietta larga, rossa, sopra. Ha lasciato i suoi lunghi capelli castani, sciolti. Invece il suo ragazzo ha indossato dei cargo, color marroncino chiaro, e una maglietta nera larga.
Daniel, che ha in braccio suo figlio, indossa dei jeans con una maglietta blu larga. Il piccolo Kevin ha dei pantaloni della tuta verdi e una magliettina bianca, è bellissimo.
Poi sposto lo sguardo su Grace e mi vien da ridere. A lei non è mai importato di essere elegante, ha dei leggings neri con una maglietta bianca larga, ma sta benissimo comunque nella sua semplicità, oppure non sarebbe lei.
Keira, da quando ha detto a James che è incinta è più felice, ha messo un vestito morbido, bianco, con disegnati dei fiori di loto. Jami invece ha messo dei jeans bianchi strappati e una maglietta a miche corte nera.
Usciamo tutti di casa e una volta fuori ognuno si dirige alla sua macchina o nel caso di Fede e Kyra, verso la moto. Faccio per aprire la portiera della mia auto quando vedo Kiara salire sulla macchina di Daniel, vorrei dirle di venire con me ma sarebbe una cazzata enorme, lei mi prenderebbe letteralmente a schiaffi se lo facessi.
Quindi rassegnato salgo in auto e parto schiacciando un po' troppo l'acceleratore.
*POV KIARA*
Ho la testa poggiata sul finestrino, guardo lo specchietto laterale per vedere il sole che sta tramontando alle nostre spalle. Le sfumature di arancione mi ricordano le stesse venature di colore che avevano gli occhi di Luna. E pensare che lei adesso è proprio lassù, in cielo, mi fa ancora più male. Ma una parte di me è felice perché adesso è in pace.
Sento Daniel che mi parla ma detto sinceramente non sto seguendo il discorso.
<<Ma mi stai ascoltando?!>> Esclama guardandomi dallo specchietto retrovisore.
<<No>> Nego categoricamente.
<<Ho detto che ancora non capisco il motivo per cui sei così arrabbiata con Michael. Cè lo so che è uno stronzo però a te ci teneva dav...>> Lo interrompo bruscamente.
<<Mi ha tradito>> Dico secca.
Daniel scoppia a ridere mentre continua a guardare la strada<<Impossibile, lui non ti farebbe mai una cosa del genere. Non ha te>>
<<Ok>> Rispondo svogliata.
<<Tutto ciò che hai da dire è "ok">> Annuisco e ritorno a guardare fuori dal finestrino. Dan dice qualcosa ma non ho capito niente, la mia mente è assente in questo periodo.
Mi accorgo che siamo arrivati solo quando, qualcuno mi apre la portiera e io rischio di cadere per terra a peso morto.
<<Che cazzo...>> Urlo mettendomi in piedi e alzando il viso, ovviamente è Grace con la sua gentilezza.
<<Ti muovi!>> Esclama spazientita.
Senza risponderle mi dirigo verso l'entrata seguendo mio padre.
Un cameriere ci accompagna al nostro tavolo, è un posto molto elegante e luminoso, sicuramente un posto costoso. Tutti ci accomodiamo lasciando posto anche a Simon e per l'altra persona.
Mio padre si siede a capotavola, al suo lato sinistro c'è Luke e successivamente Grace con a fianco Kyra e Fede. Sorprendentemente Michael si siede a fianco al mio migliore amico.
Al lato sinistro di George, c'è mia mamma, poi si accomoda James con a fianco Keira, dopi mia sorella fanno accomodare Kevin e Daniel si mette vicino a suo figlio, io mi accomodo velocemente di fianco a Dan.
Rimangono solo due posti, uno a capotavola alla mia destra e l'altro di fronte a me. Sarebbero le sedie per mio fratello e per...
Sento qualcuno che mi tocca lievemente la spalla, mi giro e vedo un ragazzo familiare girato di schiena che si dirige verso un tavolo con altri ragazzi. Credo che mi abbia toccato per sbaglio.
Passano i minuti ma ancora niente, Simon non arriva, ma intanto ci facciamo portare da bene dell'acqua.
<<Mio fratello si sta trattenendo troppo, chissà cosa starà combinando>> Afferma Luke ridendo.
Ignorando ciò che ha detto mio fratello, sposto lo sguardo involontariamente di fronte a me e noto che Michael mi guarda attentamente. Ha i gomiti poggiati sul tavolo e le mani unite sotto il mento, che lo sostengono.
Sta per dirmi qualcosa ma l'arrivo di qualcuno lo interrompe.
<<Hey sorellina, mi hanno salutato tutti e tu che pensi di fare? Continuare a stare nel tuo mondo?>> Esclama Simon sorridendomi. Mi alzo dalla sedia e gli vado incontro, una volta di fronte a lui lo abbraccio e a sua volta mi stringe forte.
<<Voglio presentarti una persona>>Subito dopo si sposta lateralmente e mi lascia la visuale libera per vedere la ragazza che stava dietro alle sue spalle e che aveva già finito di presentarsi agli altri.
<<Sono Camil. Piacere>> Mi tende la mano che io stringo e subito dopo la trascino tra le mie braccia. Lei all'inizio stupita da questo gesto rimane rigida ma poi mi abbraccia a sua volta.
Non so perché ho avuto il bisogno di fare questo gesto, e non so perché proprio con lei. Ma appena l'ho vista mi ha ricordato una persona.
I suoi capelli castano scuro mi ricordano quelli di Luna, i suoi occhi verdi mi ricordano il prato dell'orfanotrofio su cui ci piaceva giocare a obbligo o verità. La sua pelle chiara mi ricorda molto la mia e le sue lentiggini mi ricordano molto le briciole di merendina al cioccolato che Luna mi portava di nascosto.
Però un particolare avevo subito notato, ha una cicatrice sulla fronte, sopra un sopracciglio. È molto bella, è parte di lei ed è un particolare che caratterizza la sua pelle. Non voglio chiederle come se lo è procurato, forse più avanti.
La lascio andare e me ne vado senza dire niente, ma vedo con la coda dell'occhio che lei mi sorride.
Simon si posiziona a capotavola alla mia destra e Camil di fronte a me.
Tutti aprono i menù ma io salto questa parte della serata perché tanto non prenderei niente.
<Se tu fossi stata con me ti avrei fatto mangiare io> Ed eccola ancora, la sua voce, la voce di Luna. Ormai la sento quasi sempre, ma questa cosa mi fa paura. Perché mi fa sentire pazza, anzi credo di esserlo.
<Apri quel menù e trova ciò che ti piace> Scuoto la testa come per mandare via la voce.
<FALLO PER ME> A queste parole qualcosa in me si attiva.
Luna non vorrebbe vedermi in questo stato. Lei vorrebbe solo il mio bene e io sto facendo soffrire troppe persone a causa mia.
Norah non lo sa, ma io la sento quando parla con George. Sento che piange a causa mia e questa cosa mi fa star male.
Decido di far forza a tutta la mia volontà e afferro il pezzo di carta che ho davanti agli occhi e inizio a sfogliare.
Volto lo sguardo alla mia sinistra e vedo mio padre che guardandomi fa un lieve sorriso, come per dirmi che è contento di ciò che io sto facendo.
Dopo qualche minuto, il cameriere arriva per prendere le ordinazioni. Tutti ordinano qualcosa di sfizioso, ma io ho adocchiato qualcosa che adesso non riesco più a togliermi dalla testa e ho troppa voglia di mangiarlo, stranamente. <<A lei cosa porto signorina?>> Mi chiede cortesemente.
<<Delle alette di pollo fritte, piccanti>> Esclamo e sorridendo gli passo il menù per poi voltarmi verso il tavolo dove noto che ho gli occhi di tutti addosso.
<<Alette di pollo?>> Mi chiede stupito Simon.
<<Si, problemi?! Ho voglia di mangiare quelle.>> Affermo guardandolo male.
<<Va bene, calma. Basta che mangi e va benissimo>> Dice mettendo a posto le forchette al suo lato.
<<Camil...Quanti anni hai?>> Gli chiedo lasciando perdere mio fratello.
<<Come tuo fratello, 19 anni. Andavamo in classe insieme>> Mi spiega tenendo a voce bassa, ma comunque facendo in modo che tutti nel tavolo la sentano.
<<Adesso cosa studi?>> Le chiede George.
<<Ho preso il diploma e adesso a settembre credo che farò un piccolo lavoretto presso uno studio di arte e fitografia e appena avrò i soldi necessari potrò andare al college di arte e design.>> Afferma Camil versandosi dell'acqua ma io invece dell'acqua prendo la bottiglia di vino rosso e me ne verso mezzo bicchiere.
<<Kiara!>> Esclama James fulminandomi con lo sguardo.
<<Che c'è?! Sto festeggiando.>> Ecco la mia fantastica scusa.
<<Ma chi è che gli ha messo vicino la bottiglia di vino?!>> Chiede irritato il mio fratello maggiore.
<<Non iniziare a rompere "Giacomo">> Lo chiamo con il suo nome in italiano perché so che gli da fastidio.
<<Non chiamarmi così>> Afferma puntandomi un dito contro.
<<Ti chiamo come voglio>> Ora basta mi ha stancato <<Mi staci ruppendu l'anima>> Esclamo quasi urlando. Tutti mi guardano straniti alla pronuncia della mia ultima frase.
<<Che hai detto?>> Mi chiede George curioso.
Per un secondo mi ero dimenticata che loro non sanno l'italiano, soprattutto il dialetto calabrese.
<<Niente lasciate stare>> All'improvviso divento silenziosa e inizio a giocherellare con i miei orecchini.
Dopo qualche minuto arrivano i camerieri con i piatti. Quando mi ritrovo il mio piatto mi si forma un groppo in gola. Non credo di riuscire a finire tutto. Sono sei pezzi ma io credevo di meno. <<Se non riesco a finirlo tutto non ti preoccupare, mangia quello che ti senti>> Mi rassicura Norah e io inizio a mangiare con calma.
Era da tanto tempo che non mangiavo la carne, e sentire ancora il suo sapore è come riscoprire qualcosa di nuovo, qualcosa che si era dimenticato. E' come riscoprire parte di se stessi, e adesso ho capito, ho capito che il mio nemico non è il cibo, ma sono me stessa. Se io continuo a comportarmi in un certo modo finirò sicuramente sotto terra.
<<Quanti tatuaggi hai?>> Mi chiede ad un certo punto Camil.
Continuando a mangiare rispondo<<Per adesso quattro, ma questa sera me ne farò un altro. Infatti tra due ore ho l'appuntamento>>
<<Che tatuaggi hai per adesso e a che età gli hai fatto?>> Continua a chiedermi curiosa.
Mi interrompo temporaneamente dal mangiare e la guardo con una faccia stupita per le tante domande, decido di rispondere ma continuando anche a mangiare<<Il primo tatuaggio l'ho fatto a sedici anni, di nascosto, ed è stata questa lacrima>> Gli indico la punta del tatuaggio che si intravede dalla scollatura del top. <<Poi ho fatto una fenice che ho sulla parte alta della schiena, sotto il collo.>> Mi giro velocemente per fargliela vedere.
<<E' bellissima, chi te l'ha fatta? >> Mi domanda interessata.
<<Un tizio>> Rispondo vagamente. <<Quel tizio che dice lei, sarei io>> Risponde Michael intromettendosi.
Lo ignoro e continuo a parlare<<Il terzo è questa luna che sul dito anulare, della mano sinistra>> Sollevo la mano per mostrarle il tatuaggio.
<<Infine il quarto è la pantera che ho qua sul braccio, è più evidente degli altri tatuaggi.>> Finisco di parlare e Keira mi guarda.
So che vuole chiedermi qualcosa, quindi con un cenno del capo la invito a parlare.
<<Qual è il tatuaggio che ti farai questa sera?>> Mi chiede con la sua voce dolce.
<<Sorpresa...>> Rispondo con un sorrisetto.
Finisco, sorprendentemente, il mio piatto. Mi pulisco le mani con il tovagliolo di stoffa ma vedo che l'unto del fritto non va via. Quindi decido di alzarmi per andare in bagno a lavarmi le mani. Ma appena stacco il mio fondoschiena dalla sedia, Daniel si alza di scatto e voltandosi nella mia direzione mi chiede<<Dove vai?>>
<<In bagno a lavarmi le mani>>Gli mostro i palmi unti e lui annuendo ritorna seduto. Stranita dalla sua reazione mi dirigo verso la toilette femminile. Mi lavo le mani sotto l'acqua fredda e alzando lo sguardo ritrovo il mio riflesso in uno specchio. Ho delle occhiaie che fanno paura. In questo periodo vorrei dormire di più, ma la voce di Luna mi perseguita, la sogno ormai ogni notte.
Sbuffando mi asciugo le mani ed esco dal bagno sbattendo la testa contro qualcosa, o meglio...qualcuno. Alzo il viso e mi ritrovo di fronte lo stesso ragazzo che mi aveva sfiorato al tavolo appena mi ero seduta.
<<Tu sei...>> Ci penso qualche secondo ma poi mi ritorna in mente il suo nome <<Tyler, giusto?>> Chiedo abbastanza sicura.
Lui annuisce e poi mi saluta <<Ciao Kiara, come stai?>>
Tyler frequenta insieme a me, alcuni corsi a scuola. All'interno della classe era l'unico con cui parlavo, ma ogni volta che mi vedeva nei corridoi se ne andava o mi ignorava, e non ho mai capito il motivo. È un ragazzo molto dolce e gentile, ha degli occhi marrone scuro con dei lineamenti leggeri ma decisi. I suoi capelli sono castano scuro, li pettina sempre in un ciuffo scombinato. Ha due nei che sono posti sulla guancia sinistra, è un ragazzo molto bello e non lo avevo mai notato così tanto. Poi è anche molto alto, arriva a un metro e novanta credo, si anche più alto di Michael.
Cazzo, perché lo sto paragonando a lui?!
<<Boh bene dai. Te, come va?>> Gli chiedo cercando di essere gentile.
<<Tutto bene, non mi lamento. Sei qua con la tua famiglia?>> Domanda indicando il mio tavolo.
<<Si, con la famiglia e degli amici. Vieni te li presento.>> Gli afferro il braccio e lo porto con me.
<<Sai che non ce né bisogno vero?>> Mi sussurra all'orecchio.
<<Si, ma vabbè. Tanto la conversazione che stavo avendo con loro non era tra le migliori.>> Esclamo e a lui gli scappa una risata.
<<Ok, ricomponiti>> Affermo mentre ci avviciniamo sempre di più al tavolo. Alle mie parole lui si sistema subito la maglietta nera, aderente, che gli fascia i muscoli definiti e osserva i suoi jeans strappati neri, rendendosi conto che magari non sono molto appropriati per un posto come questo.
Ma io non posso dire niente, non sono molto consona all'ambiente.
Arriviamo al tavolo ma nessuno ci nota, apparte...Michael, che ha lo sguardo puntato sul punto di contatto della mia mano sul suo braccio.
<<Hey!>> Esclamo per attirare l'attenzione di tutti i presenti al tavolo.
*POV MICHAEL*
E adesso, chi cazzo è questo?!
Kiara ha appena trascinato un ragazzo al nostro tavolo.
<<Lui è Tyler Thompson. Frequenta assieme a me alcuni corsi a scuola. >> Esclama Kiara, quasi entusiasta.
<<Oh Thompson. Sei il figlio di Gregory Thompson?>> Gli chiede il padre di Kiara.
<<Si sono io>> Tyler tende la mano a George che a sua volta gliela stringe prontamente.
<<Te non dovresti avere già 19 anni?>> Gli domanda Norah.
<<Si, infatti, sono stato bocciato un anno>> Spiega Ty subito.
<<E come mai?>> Chiedo invece io.
<<Chi ti ha interpellato a te Torres?>> Scatta Kiara in sua difensiva. Questo ragazzo non mi piace, c'è qualcosa che non mi quadra in lui. È troppo strano.
<<Beh io adesso devo tornare dai miei amici. Ci vediamo tra una settimana Kicca>> Che cazzo di nomignolo è "Kicca". Ma gli tiro un pugno e gli passa la voglia di chiamarla così.
Questo tizio si avvicina a Kiara e gli dà un bacio sulla guancia per poi andarsene.
Ok basta, ha superato il limite. Faccio per alzarmi dalla sedia ma vedo James dall'altra parte del tavolo che mi fulmina con lo sguardo come per dire di non fare niente di azzardato.
A quello gli spacco il culo, se non oggi un altro giorno.
<<Michael tutto bene?>> Mi chiede Simon con la forchetta ferma a mezz'aria.
<<Ovvio perché?>> Domando, non capendo il motivo della sua domanda.
Simon senza dire niente abbassa lo sguardo e io seguo i suoi occhi. La mia mano sta stringendo con forza la tovaglia, tanto che le nocche sono diventate bianche. Lascio la tovaglia bianca e respiro profondamente. Che cazzo mi sta succedendo?!
Tutti finiamo di mangiare ma Simon ci dice di aspettare per il dolce perché devono arrivare altre due persone.
Quindi continuiamo a parlare per aspettare chi deve ancora venire.
Io non ascolto molto ciò che dicono, sto solo osservando Kiara che sorrido ad ogni cosa che viene detta, gli si forma ogni volta una fossetta sulla guancia destra.
È bellissima. E se io sono davvero innamorato di lei devo lasciarla andare, devo lasciarla libera. Ma non posso farlo, non posso farlo perché devo proteggerla da qualcosa più grande di lei.
Con la coda dell'occhio vedo che tutti si stanno alzando per andare a salutare qualcuno. Allora decido di essere cortese e andare a salutare, non avrei mai pensato che a questa cena Simon avrebbe invitato anche lei...
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