capitolo 29

Mi chiede di fare una foto perché dice che è venuto benissimo e io gli do il mio consenso. Subito dopo mi fa vedere il risultato. Questa pantera è proprio ciò che volevo.

Sono letteralmente senza parole. Il tatuaggio è bellissimo ed esattamente come lo volevo.

Continuo ad osservarmi il bicipite e non so che cosa dire.

<<Stefy grazie. Non so cosa dire, è stupendo>> Dico con un sorriso a trentadue denti stampato in volto.

<<Prego. Ora devo farti il bendaggio>> Mi informa e subito dopo passa a mettermi una crema sopra la pelle tatuata e in seguito una benda.

<<Grazie ancora. Quanto ti devo?>> Gli chiedo tirando fuori dallo zaino il portafoglio.

<<Non mi devi niente, l'ho fatto con piacere.>> Mi sorride alzandosi dallo sgabello.

<<No, insisto.>> Apro il portafoglio e aspetto che Stefany mi dica la cifra.

<<Metti via quel cazzo di portafoglio>> Esclama uscendo dalla stanza.

Ma davvero? Prendo 150$ e glieli lascio sulla scrivania successivamente raggiungo Andrea fuori dal negozio.

Vedo che sta parlando con Stefany nel parcheggio, ma non sembra una discussione tranquilla.

<<Devi smetterla di farti i cazzi miei!>> Urla lui.

<<Stai facendo soffrire un sacco di ragazze e non te ne rendi conto>> Ribatte Stef.

<<Loro lo sanno che è solo sesso, non è mica colpa mia se sperano ci sia di più di quello.>> Esclama Andre.

<<Basta, non voglio più cercare di farti ragionare. Ho perso le speranze.>> Dice infine lei prima di girarsi e venire nella mia direzione.

Una volta che mi ha raggiunta noto che ha gli occhi lucidi, ma cerca di mascherare la sua frustrazione con un sorriso falso.

<<È stato un piacere conoscerti>> Mi dice.

Gli sorrido e l'abbraccio.

Sento che è triste e vorrei poter riuscire a farla stare meglio anche se non so il suo vero malessere.

<<Grazie>> Afferma una volta sciolto l'abbraccio.

<<Di niente>> Rispondo.

<<Dove alloggi?>> Mi chiede.

<<Sto in un hotel che le mie due amiche.>> Gli dico.

<<Andrea mi ha detto che stai qua fino all'inizio della scuola, quindi ho pensato che in questo poco tempo potresti venire a stare da noi.>> Indica il piano sopra al negozio.

<<Abbiamo due camere che non usiamo e in più la mia, solitamente dormo o sul divano o con Andrea. E poi non sarebbe male avere qualche ragazza in casa.>> Prosegue lei.

<<Beh non c'è motivo per cui dovrei rifiutare. Quindi sì mi farebbe piacere, devo solo comunicarlo a Grace e Kyra.>> Esclamo e lei annuisce entusiasta.

Mi allontano per pochi minuti, giusto il tempo per chiamare le ragazze e comunicare loro la notizia.

Hanno accettato volentieri e stanno andando in albergo per preparare le valigie compresa la mia, io le aspetto qua.

Faccio per tornare da Stefany quando il mio telefono squilla e parte la suoneria con la canzone "unholy" di Sam Smith.

È un numero sconosciuto e senza oensarci rispondo subito.

<<Dimmi.>> Dico appena appoggio il cellulare all'orecchio sinistro.

<<Che gentilezza, come il tuo solito.>> Questa voce...

<<Come hai fatto ad avere il mio numero Cristopher?!>> Alzo di poco il tono di voce.

<<Non credo sia importante come ho fatto quanto il perché l'ho fatto.>> Esclama.

<<Non voglio saperlo, non mi interessa.>> Inizio a camminare avanti e indietro per il parcheggio e noto che Stefany mi sta guardando.

<<Non mollo Kiara, io voglio te e farò di tutto per riaverti.>> Afferma.

<<Cris, vaffanculo!>> Urlo e chiudo la chiamata.

Non voglio pensare a lui, non voglio rovinare questo mio momento di vacanza e di stacco dal resto del mondo.

Ho bisogno di una festa!

Mi incammino a passo svelto verso Stef e appena arrivo di fronte a lei non gli lascio il tempo di pronunciare neanche una parole che subito mi affretto a parlare io.

<<Questa sera usciamo.>> Esclamo tutto d'un fiato.

<<Ok(?)>> Sembra perplessa.

<<Tra qualche minuto arrivano amche Grace e Kyra. Gli ho mandato l'indirizzo.>> Spiego e lei annuisce.

La sua espressione mi appare curiosa e sta cercando di capire cosa sia successo pochi secondi fa, quando ero in chiamata con Cristopher.

<<Kiara va tutto bene?>> Mi chiede continuando a guardarmi negli occhi.

<<Si sto bene. Ho solo bisogno di farmi una doccia.>> Esclamo facendo un finto sorriso.

<<Sai che se hai bisogno di parlare io sono una buona ascoltatrice>> Afferma sorridendo che ricambio anch'io.

<<Grazie Stefy ma sto bene.>> Dico incamminandomi verso l'edificio.

Stefany mi fa strada verso un ingresso secondario, rispetto a quello del negozio.

Entriamo da una porta in legno nera, saliamo le scale bianche con il corrimano bianco e arriviamo al piano superiore.

Il salotto è grande e non troppo piccolo, ci sono due divani, posizionati a elle (L), in pelle rossa con di fronte un tavolino tondo in vetro.

Un televisore è posizionato davanti al tavolo e ai divani con sopra un ripiano dove ci sono tantissimi DVD.

Dietro uno dei divani c'è una libreria con molti libro, divisi per genere.

A destra dei divani c'è una finestra enorme che da sul giardino sul retro della casa, da dove si riesce a vedere anche parte del lago in lontananza.

A sinistra invece si trova un corridoio che credo porti alle altre stanze e al bagno.

Prima del corridoio c'è una porta aperta con all'interno la cucina, è molto grande con una penisola nera in centro e dei fornelli, un frigo grande grigio sulla destra e il forno sulla sinistra. La penisola è circondata da sedie alte in legno.

Vado in corridoio e aprendo la prima porta a destra trovo il bagno. È piccolo, c'è solo una doccia il lavandino con sopra lo specchio e il vater ma è molto luminoso.

Invece la seconda porta sempre sulla destra si trova una camera con il letto matrimoniale abbastanza grande, dell'arredamento credo sia di Andrea.

Richiudo la porta velocemente perché non voglio invadere la sua privacy.

La prima porta sulla sinistra invece è la camera di Stefany, con un letto matrimoniale e le pareti di un azzurro scuro. Anche qua non mi soffermo troppo e proseguo ad osservare la casa.

Nella seconda porta sulla sinistra c'è una terza camera da letto, è in ordine ed è la camera degli ospiti, ha anche questa il letto matrimoniale e le pareti sono bianche con dei brillantini argentati, ha un'armadio, a specchio, che copre una parete intera.
E molto luminosa e confortevole.

<<Come camere in più abbiamo questa e un'altra che è letteralmente uguale infondo il corridoio sulla destra, di fronte al secondo bagno più grande.>> Mi informa Stefany.

<<Va bene grazie davvero per averci ospitato.>> Appena finisco la frase mi vibra il telefono che ho nella tasca dei pantaloni.

Lo prendo e vedo che Grace mi ha inviato un messaggio con scritto che sono arrivate.

Scendiamo in parcheggio, presento Grace e Kyra a Stefany.

Stef gli fa fare il tour della casa e Kyra decide di dormire assieme a me per i miei incubi.

Visto che fini ad adesso è sempre stata Grace a svegliarsi per aiutarmi adesso si è offerta Kyra.

Mi stanno aiutando molto e sono delle care amiche, vorrei che ci fosse anche Luna, ci saremmo divertite tanto assieme.

Sono andata a farmi una doccia fredda per prepararmi per questa sera.
Sono nel bagno grande davanti allo specchio con solo un asciugamano addosso e sto cercando di truccarmi come faccio ogni giorno da quando sono uscita da quel maledetto orfanotrofio.

La porta di spalanca di colpo facendomi trasalire.

Ma che cazzo! Pensavo che almeno qua ci fosse la privacy e che non fosse come a casa con i miei fratelli.

<<La prossima volta bussa, sarebbe gradito se tu lo facessi.>> Faccio un finto sorriso.

<<Scusa, pensavo fosse libero.>> Fa per richiudere la porta ma lo fermo.

<<Andrea aspetta! Puoi aiutarmi?>> Gli chiedo e lui entra nel bagno chiudendosi la porta alle spalle.

<<Dimmi.>> Dice avvicinandosi a me.

<<Puoi darmi una mano con il trucco? Non so cosa mi sta succedendo, la mano mi trema e prima mi sono quasi accecata.>> Esclamo appoggiando il correttore sul ripiano affianco al lavandino.

<<Non sono un esperto con i trucchi ma faccio un tentativo.>> Afferma Andre. <<Ma a cosa ti serve il trucco sei bellissima così>>

Prende una salvietta umida e mi rimuove il trucco che avevo applicato io prima ma in malo modo, lasciando così intravedere quello che io nascondo.

<<Cos'hai fatto sullo zigomo e vicino all'occhio?>> Mi chiede continuando ad assorvarmi.

<<Niente.>> Ma chi voglio prendere in giro?!

<<Non dire "niente," cosa sono tutti questi segni?>> Alza il tono di voce.

<<Delle cicatrici! Non si nota?>> Esclamo spazientita.

Si esatto sono delle cicatrici, dei piccoli segni chiari affiancati uno all'altro, posizionati sulla parte destra del viso, precisamente sullo zigomo e al lato dell'occhio.

<<Come hai fatto a ridurti così?>> Mi chiede ancora.

<<Forse la domanda più giusta sarebbe "Chi è stato a ridurmi in questo modo?">> Sposto lo sguardo dal suo viso al pavimento.

Andrea mi alza il viso con due dita e mi obbliga a guardarlo negli occhi.

<<Chi è stato?>> Scandisce bene le parole.

I miei occhi tremano e li sento bruciare, non voglio ricordare ancora il mio passato, non voglio ricordare ancora il rumore dei vetri delle bottiglie che si spezzano contro la parete della mia stanza all'orfanotrofio, non voglio ricordare ancora il dolore fisico che ho provato quando gli stessi vetri si incastonavano nella mia pelle provocandomi delle ferite che sono rimaste anche tutt'oggi.
Devo nascondere tutto questo, devo coprire il mio passato e le mie ferite.

<<Nes-su-no! Vuoi aiutarmi si o no?>> computo bene le parole e provo a essere forte ai suoi occhi, ma fallisce miseramente dalle mie iridi scende una lacrima che asciugo subito con il dorso della mano.

<<Voglio aiutarti, ma non solo per il trucco. So che non ci conosciamo ma si vede che hai sofferto in passato e che stai soffrendo anche adesso, persino un cieco lo noterebbe. Lasciati aiutare.>> Mi afferra il viso con entrambe le mani ma io mi libero subito dalla sua presa.

<<Sono stata adottata un anno fa>> Dico a bassa voce.

<<Cosa? Non-non lo sapevo>> Afferma facendo un passo indietro <<Mi dispiace.>>

<<C'era un'educatrice che non mi trattava molto bene anzi tutto il contrario, è stata lei. Ma non chiedermi altro tu prego>> Abbasso lo sguardo osservandomi la punta dei piedi.

<<Dai alza il viso.>> Faccio come dice e lui prende il correttore iniziando a coprirmi le cicatrici.

Ha una mano appoggiata sul mio collo e con l'altra mi sta truccando.
La mia mano continua a tremare e Andrea se ne accorge.

<<Devi smetterla di bere>> Afferma continuando a fare il suo lavoro.

<<Io non bevo>> Esclamo, ma che dico?!

<<Non mentirmi, hai i sintomi.
Tremore alle mani, insonnia, sudorazione, nausea e vomito.>> È così evidente?

Non controbatto e restiamo in silenzio per vari minuti almeno finché lui non rompe il silenzio.
<<Ho finito, non si vede più neanche un segno.>>

Mi volto per guardarmi allo specchio ed effettivamente ha ragione, faccio per ringraziarlo ma se nè già andato via.

Cosa gli sarà preso?

Vabbè, devo finire di vestirmi per questa sera non posso pensare adesso a cosa gli passa per la testa a quello.

Indosso l'intimo e sopra una gonna corta a scacchi rossa e nera, un top nero a maniche corte, delle calze nere che arrivano fin sopra il ginocchio ed infine mi porto dietro la mia giacca in pelle, che non può mancare.

Mi sciolgo i capelli e li pettino, visto che ho i capelli corti non devo neanche preoccuparmi come prima di tenerli più in ordine.

Vado in salotto dove ci sono le ragazze ed Andrea ad aspettarmi.

Andre ha una semplice maglietta a maniche corte nera della Nike con dei pantaloni della tuta blu anch'essi della stessa marca.

Stefany ha indossato un top a maniche lunghe nero con una gonna corta bianca.

Il suo abbigliamento lascia intravedere alcuni tatuaggi all'addome e sulle gambe.

Grace ha messo dei pantaloni della tuta neri con un top bianco senza maniche.

Kyra infine ha indossato dei jeans neri corti con una maglia nera a maniche corti e dei stivali neri che gli arrivano a metà coscia.

Sono tutti bellissimi e poi ci sono io, che mi sento una merda vivente.

Questa sera voglio non pensare più a niente e a nessuno, solo godermi questa sera al meglio dei modi...

"Questa sera voglio non pensare più a niente e a nessuno, solo godermi questa sera al meglio dei modi..."

Questa è stata l'ultima cosa che ho detto prima di uscire di casa giusto?

Beh in questo momento mi sto divertendo tantissimo, ho bevuto troppo e continuo a ridere insieme a Grace senza un motivo.

Decidiamo di tornare al nostro tavolo con in mano un bicchiere di...Non so neanche cos'è.

Arriviamo di fronte al tavolo ridendo e ci sediamo.

<<Perché stavate ridendo?>> Ci chiede Andrea.

Io e Grace ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere per l'ennesima volta.

<<Non vi capisco>> Esclama e io rido ancora.

<<Che cazzo ridi?!>> Mi prende in giro Grace ma subito dopo inizia a ridere anche lei.

<<Okok basta.>> Dice Stefany per poi proseguire<<Kiara>> Mi chiama e io mi volto a guardarla <<Obbligo o verità?>>

<<Verità>> Affermo.

<<Sei fidanzata?>> Mi chiede.

<<Si>> Rispondo ammiccando un sorriso.

<<È fortunato, sembri una ragazza fantastica.>> Dice.

Io sono fortunata ad avere lui.

<<Andrea obbligo o verità?>> Gli domando prima di bere un'altro sorso dal bicchiere.

<<Obbligo ovvio>> Risponde mettendosi comodo sulla sedia.

Mi guardo in torno e vedo un ragazzo biondo con gli occhi neri come il carbone e la pelle abbronzata, appoggiato al bancone con in mano una bottiglia di birra.
Ha indosso una giacca in jeans con sulla schiena un simbolo con il cavallo nero.

<<Devi farti dare il numero di telefono da quel ragazzo.>> Dico ad Andrea indicando il biondo.

<<Va bene. Mi piace>> Si alza dalla sedia e si dirige verso il suo obbligo.

Mi volto verso le ragazze stupita<<Lo sta facendo davvero?!>>

Stefany si affretta a rispondere<<Non dovevi farlo Kiara, lui riuscirà ad avere il numero ma non come credi te>>

La guardo perplessa e subito dopo capisco. Una mano mi scosta di poco i capelli e sento il fiato caldo di qualcuno sotto il mio orecchio.

<<Se volevi il mio numero bastava chiedere>> È una voce profonda e virile.

Mi giro di scatto sulla sedia e lo guardo nei suoi occhi neri.

<<Era un obbligo non voglio il tuo numero!>> Esclamo decisa mentre mi alzo e per poco non cado ma il biondo mi cinge i fianchi con entrambe le mani.

<<Vedi, stavi cadendo ai miei piedi>> Dice ammiccando un sorriso.

<<No stavo cadendo punto>>Ribatto io.

<<Sei anche troppo ubriaca per reggerti in piedi da sola >> Continua e se non la smette gli arriva un pugno in faccia, almeno ci proverò.

<<Saresti, almeno, così gentile da lasciarmi?>> Indico con lo sguardo le sue mani poggiate sui miei fianchi.

<<E se non volessi farlo?>> Si fa sempre più vicino, tanto che mi ritrovo il suo torace a un centimetro dal mio viso, per guardarlo in volto devo per forza alzare la testa.

Sto per ribattere ma Andrea mi interrompe<<Kiara obbligo o verità?>> Mi chiede.

<<Obbligo!>> Esclamo sicura.

<<Ti obbligo a baciare Lucas.>> Afferma e io lo guardo perplessa.

Chi è Lucas? <<Il biondo che hai davanti a te si chiama Lucas.>> Mi spiega.

<<Dovrei baciare questo tizio?>> Lo indico alzando le sopracciglia.

<<Esatto, dai avanti.>> Dice incitandomi.

Ma si cosa vuoi che sia? È solo uno stupido bacio che già domani non mi ricorderò più perché sono troppo ubriaca.

Prendo il colletto della giacca del biondo, mi alzo sulle punte dei piedi e lo bacio.

Lui prontamente mi stringe ancora di più i fianchi e mi fa aderire al suo corpo.
Vuole approfondire il bacio ma io glielo impedisco e mi allontano.

<<Wuao, baci davvero bene baby>> Esclama passandosi la lingua sulle labbra.

<<Ma baby tua mamma!>> Gli urla addosso Grace alzandosi dalla sedia.

<<Aggressiva la tua amica, comunque è stato un vero piacere, se vuoi rifarlo Andre ha il mio numero.>> Mi fa l'occhiolino e ritorna al bancone.

<<Psicopatico>> Affermo e mi risiedo insieme agli altri.

Bevo un altro sorso d'alcol prima di riprendere il gioco.

<<Stefany sei mai stata innamorata?>> Gli chiedo curiosa.

Lei in risposta tace e guarda il tavolo, non proferisce parola.

<<Certo che è innamorata, è fidanzata>> Parla al suo posto Andrea.

<<Sta zitto! Si sono stata innamorata.>> Esclama Stefy.

<<Quando?>> Gli domanda Kyra.

<<Abitavo ancora a Miami Beatch con la mia famiglia, ero in prima liceo ed ero la tipica ragazza che stava sempre da sola e che tutti definivano strana; mi vestivo sempre con indumenti solo neri e larghi, che comprivano le mie forme...>> Inizia a raccontare ma già Andrea la interrompe.

<<Le tue forme perfette vorresti dire>> Afferma mentre la guarda ma lei ignora questa affermazione e continua a parlare.

<<Non parlavo mai con nessuno e la gente mi prendeva in giro, quando un giorno un ragazzo si avvicina a me e iniziamo a parlare, era gentilissimo e simpatico. Era strano che uno come lui era venuto da una come me, nessuno mi voleva mai ma lui era diverso. Siamo diventati subito amici e poi migliori amici, stavamo sempre insieme nessuno ci poteva dividere, almeno nessuno tranne l'amore che è sbocciato da parte mia nei suoi confronti...>> Si fa subito triste ma continua comunque a raccontare e tutti noi la osserviamo in silenzio.

<<Non gli ho mai detto niente per paura di rovinare la nostra amicizia, siamo stati legati fino al terzo anno di liceo ma sembrava che ci conosciessimo da sempre; fatto sta che il primo giorno del quarto anno, quando sono entrata a scuola, lui non c'era ed era strano perché ci incontravamo sempre al bar della scuola ma quel giorno lui non arrivò.>> Gli occhi gli si fanno lucidi e beve un sorso dal suo bicchiere prima di continuare.

<<Presi il caffè e andai al mio armadietto per posare i libri ma appena misi piedi fuori dal bar un gruppo entro dalla porta principale della scuola, tre ragazzi e due ragazze.
Quattro di loro li conoscevo già erano i più temuti in tutta la scuola ma il quinto dovetti sbattere più volte le palpebre per riconoscerlo, era lui...Il mio migliore amico. Non mi guardò, neanche un cenno con il capo o un saluto con la mano, niente di niente. Proseguì insieme ai suoi nuovi amici senza degnarmi si un singolo sguardo.>> Spiega arrabbiata e triste allo stesso tempo.

<<E poi tu cosa hai fatto?>> Chiede curiosa Grace.

<<Ho deciso di cambiare.>> Esclama Stef.

<<In che senso?>> Domanda Kyra.

<<Il giorno seguente sono arrivata a scuola come una persona diversa, al posto dei soliti pantaloni della tuta ho messo dei jeans corti neri con sotto le calze a rete, ho sostituito i felponi con dei top corti e attillati. Ero diventata una persona diversa. Tutti mi guardavo meravigliati soprattutto i giocatori della squadra di football.
Hanno iniziato ad invitarmi alle feste e a provarci con me. Io non rifiutavo e un giorno del quarto hanno di scuola, ho perso la verginità con uno dei giocatori di football.>> Oh mio dio.

<<Cazzo!>> Esclama Grace.

<<Da lì ho iniziato a fregarmene della vita e mi sono passata tutti i giocatori della squadra ma non solo loro.
Anche i quattro ragazzi del gruppo compreso il mio migliore amico.
Mi hanno fatto far parte del loro team fino a fine del quinto anno, ma poi io me ne sono andata. Ho detto addio al mio migliore amico e a tutti, poi sono venuta qua e ho incontrato lui>> Indica Andrea e lui gli metto un braccio intorno alle spalle e gli bacia la tempia.

La serata si concluse qualche ora dopo, bevvi tanto abbastanza da non riuscire a reggermi in piedi.

Appena rientrammo in casa Grace e Kyra si addormentarono in una stanza e io accomoagnata da Stef andai nell'altra.

Mi fa stendere sul letto e mi posiziona per terra affianco al comodino una ciotola in caso vomitassi.

Mi toglie le scarpe e mi copre con le coperte.

<<Come si chiama il tuo ex migliore amico?>> Gli chiedo con gli occhi chiusi.

<<Michael, Michael Torres.>>

*POV MICHAEL*

Prendo la mira, carico e sparo.
L'uomo cade a terra morto, il mio lavoro è concluso; metto via il cecchino, scendo dal tetto di un edificio e salgo in auto.

Rivoglo in mio sguardo allo specchietto retrovisore e scoppio a piangere.

Odio quello che faccio, tempo fa ho scelto la via più semplice per guadagnare soldi e adesso non riesco più a uscirne.

Uccido le persone, anche se la maggior parte se lo merita ma non è mio diritto porre fine alla loro vita.

Devo tornare da mia sorella e da Thomas, suo figlio.
Invece Brian, il suo ragazzo, è al lavoro.

È un bravo ragazzo e mia sorella merita di essere felice.

Dopo mezz'ora arrivo a casa e il bambino di 5 anni mi corre incontro e io prontamente lo prendo e lo lancio in aria per poi riprenderlo in braccio.

<<Come stai Tommy? Dov'è la mamma?>> Gli domando ma lui non risponde.

<<Thomas dov'è la mamma?!>> Divento serio ma lui continua a non rispondere.

Poso Tommy per terra e inizio a cercare per la casa mia sorella.

Arrivo nella sua stanza, faccio per aprire ma non la porta non si spalanca.

Mi allontano di poco e tiro un forte calcio vicino la maniglia, i legamenti della porta si spaccano e riesco ad aprirla.

Entro e trovo mia sorella in pessime condizioni...




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