capitolo 22
<<Che mi dici delle mestruazioni>>
Mi blocco. Che gli dico adesso...
<<Kiara che succede?>> Mi chiede preoccupato.
<<No niente. Qual'era la domanda?>> Faccio finta di non aver capito.
<<Hai compreso benissimo>> Vedo che è ostinato.
<<Ho il ciclo irregolare da due anni, però è da 6 mesi che si è fermato completamente>> Affermo guardandolo negli occhi.
<<Immaginavo.>> Sta segnando tutte le risposte che gli do su un foglio.
<<Fai sport?>> Mi domanda.
<<Faccio arrampicata nella palestra a casa. Capita che alcune volte vadi a scalare anche su roccia.>> Esclamo.
<<Perché fai sport? Lo fai per tenerti in forma, per perdere peso?>> Ma che domanda è?!
<<No, lo faccio perché mi piace, è l'unica cosa che mi calma e mi fa stare bene.>> Dico alzando la voce.
<<Va bene>> Esclma mentre scrive le ultime cose.
Si alza ed esce dalla porta, credo che stia andando a chiamare mia sorella.
Infatti appena rientra, dietro di lui c'è anche Keira.
Iniziano a parlare ma io non riesco ad ascoltare quello che dicono.
Guardo il tatuaggio sul dito e penso che se Luna fosse qua mi urlerebbe in faccia.
Mi avrebbe detto che sto mandando a fanculo la mia vita, che mi sto uccidendo e che sono egoista.
Non mi avrebbe costretto a forza a mangiare, lei parlava e basta, ma le sue parole mi facevano ragionare, poche volte mi tirava dei ceffoni ma faceva bene.
Lei era tutto per me, ancora non riesco ad accettare il fatto che sia morta.
<<Kiara hai capito anche tu?>> Mi interrompe il dottore.
<<Cosa?>> Chiedo subito.
<<Come pensavo, sei sempre immersa nei tuoi pensieri e nel mondo che ti crei.>> Si lamenta mia sorella.
<<Io non posso darti medicinali. Ma Devi smettere di fare sport.>> Dice il dottor Amberg.
<<No, non può togliermi l'arrampicata è tutto quello che mi rimane.>> Esclamo disperata.
Non può privarmi del mio mondo.
<<Invece si che posso, se tu continui a non mangiare e in più fai sport, rischierai di peggiorare la tua situazione.>> Mi spiega.
<<Non me ne fotte lei non mi può vietare di arrampicare.>> Affermo.
<<Kiara basta!>> Urla mia sorella.
<<Va bene tutto ma stai esagerando. Stiamo cercando di aiutarti porca miseria!>> Continua a urlare.
<<In questo momento Luna non sarebbe orgogliosa di te!>> Dice per finire.
<<Non nominarla! Non provare neanche un'altra volta a dire una cosa del genere!>> Urlo.
La mia reazione forse è un pochino esagerata.
<<Dylan digli qualcosa>> Cerco il supporto del mio medico.
<<Non voglio intromettermi in questa vostra discussione ma insisto sul fatto che devi lasciare il tuo sport, almeno fino a quando non riprenderai a mangiare regolarmente.>> Conclude.
<<Ma io...>> Alza di scatto lo sguardo.
<<Ma io vomito ogni volta che mangio qualcosa.>> Confessare questa cosa davanti a mia sorella non mi piace, continuo a deludere le persone che amo.
<<Kiara sei sicura che non mangi solo per il trauma della morte della tua amica?>> Mi chiede, ma penso che sappia già la risposta.
Io guardo mia sorella come per dire che non voglio parlare se c'è lei.
Keira capisce e lentamente si alza ed esce.
Lei ha sono 22 anni ma sembra che ne abbia di più da come si comporta con me, con me si comporta come una madre, anche se è ancora molto giovane.
<<Allora?!>> Insiste Dylan.
<<Io...Io non lo so>> Dico.
<<Non mi sembri molto convinta.>> Esclama il dottor Amberg.
<<Hai smesso di mangiare anche per altri motivi?>>
<<Io non mi piaccio.>> Affermo.
<<Vieni.>> Mi fa segno con la mano di avvicinarsi a lui.
Io scendo dal lettino ancora senza pantaloni vado verso di lui.
Mi prende per un polso e mi conduce di fronte ad uno specchio rettangolare attaccato alla parete bianca.
<<Dimmi ogni cosa che pensi guardandoti>> Dallo specchio posso vedere che si posiziona dietro di me.
<<Le mie cosce sono troppo grosse e hanno troppa carne, le mie anche sono troppo grandi e si vedono le due ossa laterali del bacino, sono troppo sporgenti. A mio parere il seno è troppo piccolo per la mia età. La clavicola si vede troppo e il mio mento si sporge abbastanza quando rido.>> Dico mentre mi guardo allo specchio.
<<Beh io avrei da ridire su un sacco di cose. Tipo, le tue cosce è normale che siano così dato lo sport che fai, in più secondo me sono molto belle.>> Esclama ma io lo interrompo.
<<ti aspetti che ti creda?>> Quasi mi metto a ridere.
<<Lasciami finire! Le ossa del bacino visto dato che mangi poco è normale che si vedano e se anche di natura sei magra, ma ovviamente non come sei adesso, allora è una tua caratteristica.
Il seno non è piccolo a mio parere, è solo una tua fissa personale, la clavicola quasi stessa cosa del bacino, sei magra e ti si vede tanto. Infine il mento, è in proporzione con il resto del viso, non c'è nessun problema.>> Afferma e io rimango di stucco per quello che ha detto.
<<È serio di quello che dice?>> Chiedo.
<<Sono sempre serio quando affrontò un certo tipo di argomenti. Soprattutto sull'anoressia.>> Ma che cazzo dice?!
<<Io non sono anoressica!>> Affermo girandomi verso di lui in modo da guardarlo dritto negli occhi, ovviamente alzando il viso.
<<Ah no? Rispondi a queste domande allora. Hai paura di ingrassare?>> Mi domanda.
<<Sì ma...>> Non mi lascia finire e prosegue.
<<Hai smesso di mangiare e il tuo peso è diminuito?!>> Sembra più un'affermazione che una domanda quindi mi limito ad annuire.
<<Fai un ossessivo calcolo delle calorie prima di mangiare qualcosa ?>>
<<Si ma non semp- >> Anche qua non mi lascia finire.
<<Fai molta attività finisca tutti i giorni e non vuoi stare ferma?>>
Questa è la cosa che faccio di più, odio stare ferma, accumulo peso.
Anche prima di venire qua, in realtà non volevo andare in libreria ma semplicemente camminare per muovermi.
<<Si e.. >> Non mi fa concludere neanche questa volta.
<<Fai uso di lassativi o ti induci da sola il vomito?!>> Anche questa sembra più un'affermazione.
<<Non sempre ma sì>> Rispondo.
<<Direi che basta con le domande, hai risposto in modo affermativo a tutte. Conferma quello che ho detto prima.
Devi essere collaborativa, non posso costringerti ma devi reagire ed essere forte.
Se non vuoi farlo per te stessa, FALLO PER LUNA>> Per Luna farò di tutto.
<<Chiamo tua sorella, tu puoi vestirti nel frattempo.>> Dice prima di uscire dalla porta e lasciarmi da sola.
Vado verso il lettino, prendo i miei jeans da terra e gli indosso, faccio la stessa cosa con le mie converse nere.
Appena finisco entrano dalla porta mia sorella e il dottor Amber.
Inizia a parlare con mia sorella, gli spiega delle cose e la mia situazione alimentare.
Dopo vari minuti torniamo a casa e io so già cosa voglio fare.
Devo farlo anche per Luna.
Appena entriamo in salotto vedo Michael che guarda American Sniper su netflix.
Mi piazzo davanti alla tv così che lui possa guardare solo me.
<<Voglio andare in spiaggia.>> Dico incrociando le braccia al petto.
<<E vai che cosa ti devo dire? Comunque ciao anche a te>> Esclama.
<<Ciao, voglio andarci con te al mare e poi non ci sono mai stata.>> Affermo.
A queste parole si alza subito dal divano nero e spegne la tv <<Cosa stiamo aspettando. Dai bambola andiamo!>> Mi prende per un polso e corriamo fuori casa.
Percorriamo il vialetto con la ghiaia e poi svoltiamo a sinistra dove ci sono i garage.
Saliamo sulla sua moto e partiamo.
Dopo 20 minuti circa siamo al mare.
Parcheggiamo nel parcheggio poco distante dalla spiaggia, scendiamo e camminiamo sulla passerella, arrivati alla fine tolgo le scarpe, le calze e le prendo in mano.
Arrivo sulla sabbia.
Scotta a causa del sole ma arriviamo al bagnasciuga dove la sabbia è fresca a causa delle onde che la bagnano.
È strana, la sabbia, si infila tra le dita dei piedi e mi causa un po' di solletico ma è piacevole.
Alcune onde fanno arrivare l'acqua fino ai miei piedi. Non è tanto fredda, ma non voglio comunque farmi il bagno.
Preferisco restare a riva ad ammirare il mare.
L'acqua è limpida e trasparente. Si riescono a vedere dei piccoli pesciolini e la sabbia sul fondo.
È bellissimo. In tutto questo tempo Michael è restato affianco a me ad osservarmi.
<<Ti piace bambola?>> Mi chiede sorridendo.
<<È stupendo>> Mi giro e lo abbraccio e lui mi solleva stringendomi a se.
Mi scende una lacrima, Michael sente che tiro su con il naso e mi rimette per terra guardandomi.
<<Che hai? Ti fanno male le ferite?>> Si preoccupa e io in risposta scuoto la testa.
<<Luna mi aveva promesso che quando sarei uscita dall'orfanotrofio mi avrebbe portata in spiaggia.>> Dico mentre le lacrime continuano a scendere.
<<Avevo fatto una lista dei posti che avremmo visitato. Diceva che mi avrebbe portato alla sua città natale, Napoli, poi saremmo andate a Roma. Il bello è che non avevamo soldi per fare questi viaggi, ma noi progettavamo tutto comunque.
Saremmo andate anche a Milano poi qui a Miami Beatch, a Las Vegas e a New York.
Infine anche in Messico, volevamo viaggiare e vedere posti nuovi, solo io e lei.>>
Cazzo, sti ricordi mi fanno piangere e sorridere allo stesso tempo.
Mi manca davvero tanto.
Restiamo in spiaggia fino a sera, siamo riusciti a vedere il tramonto.
Ho anche pranzato, lui a preso un panino al bar e io una macedonia, ho mangiato piano e non ho vomitato.
L'ho fatto per Luna.
Siamo tornati a casa, ma non ceno, ho già mangiato la macedonia, farò le cose con calma.
Domani è il 12 agosto e io andrò da Luna.
Oggi mi sono svegliata alle 10 e mezza e sono andata subito a farmi una doccia.
Ho indossato dei semplici jeans grigi strappati e una maglietta nera.
Ho messo le mie converse e senza fare colazione mi sono subito avviata verso la mia moto.
Una volta indossato il casco sono subito partita per andare dalla mia Luna.
È la prima volta che ci vado e spero di riuscire a parlarle senza scoppiare a piangere.
Non so quanto ci ho messo ad arrivare, forse 15/20 minuti.
Appena ho parcheggiato, sono entrata dal cancello grigio e mi sono messa a cercare Luna.
Cammino tra le stradine di ghiaia, non c'è nessuno e si sentono solo i miei passi.
Dopo un po' l'ho trovata. Mi inginocchio e guardo la sua foto.
La foto che ho scelto io, sta sorridendo, ma è un sorriso pieno di gioia, anche i suoi occhi brillano.
Ho scattato questa foto mentre stava guardando Daniel, era davvero innamorata.
<<Ciao Lù, stavo per chiederti come stai, ma è una domanda stupida.>> Sorrido.
<<Mi manchi tanto, mi dispiace di non essere venuta al tuo funerale, ma non ero pronta.>> Mi scende una lacrima.
<<Hai visto mi stai facendo piangere, venendo qua mi sono promessa che ti avrei parlato senza versare nessuna lacrima, ma a quanto pare non ci riesco.>> Dico mentre mi asciugo le lacrime.
Osservo la sua lapide e hanno portato dei fiori freschi, sono delle rose nere le sue preferite, come sono anche le mie.
La lapide è pulita, c'è qualcuno che viene quà spesso.
<<Luna oggi è il tuo compleanno, fai 19 anni e io ti ho comprato un regalo.>> Affermo mentre mi siedo a gambe incrociate.
<<L'avevo ordinato online due mesi fa e oggi è arrivato il pacco. È un sacco da box.>> Esclamo.
<<Andavi sempre in una palestra, quindi avevo pensato che se ti regalavo un sacco da box avresti potuto allenarti da casa.>> Dico mentre continuo a piangere e sorridere.
Non so se sono triste o cosa.
<<Ma perchè non mi hai detto niente, perché hai voluto fare di testa tua, per una cazzo di volta avresti dovuto chiedermi aiuto!>> Alzo la voce.
<<Odio me stessa per non essere riuscita a fare qualcosa, odio me stessa perché quando avevo sedici anni ti ho chiesto di trovare un medico e tu mi hai ascoltato.>> Piango ancora.
<<È stata colpa mia!>> Porto le gambe al petto e appoggio sopra alle ginocchia il mento.
<<Dicevi che sarei stata la persona che i tuoi figli avrebbero chiamato zia, ma non accadrà mai perché tu sei morta.>> Dico dispiaciuta.
<<Se in questo momento fossi qui ti metteresti a ridere per come sono conciata in faccia>> Mi sono calmata.
<<Prima avresti riempito di botte quei due ragazzi e poi ti saresti messa a ridere guardando il mio viso.>> Ormai la conosco troppo bene.
<<Kiara>> Qualcuno appoggia la sua mano sulla mia spalla.
Io mi alzo subito e mi giro.
<<Daniel, ciao, che ci fai qua?>> Che domanda stupida.
<<Io vengo qua quasi tutti i giorni.>> Mi dice.
<<Hey chi sei tu?>> Solo adesso noto la presenza di una terza persona.
Abbasso lo sguardo e vedo un bambino di circa un anno.
<<Ciao, io mi chiamo Kiara.>> Mi presento. Ma chi è?
Decido di livolgermi a Dan<<È Tuo fratello? Tua madre ha avuto un terzo figlio per caso?!>>
<<No, lui è Kevin ha fatto da poco un anno e...>> Daniel si blocca.
<<E...>> Lo invito a continuare.
<<Ed è mio figlio.>> Afferma e io rimango di stucco.
<<Aspetta credo di non aver capito bene>> Spero di aver capito male.
<<Hai capito benissimo, Kevin voleva venire a trovare sua madre.>> Prosegue e io rimango scioccata.
Perché Luna non mi ha detto di avere un figlio con Daniel.
<<Perché Lù non mi ha detto niente?>> Chiedo.
<<Penso che sia meglio se andiamo a casa mia a parlarne.>> Esclama e io annuisco.
Salutiamo Luna e torniamo al parcheggio, non so dove abita Dan quindi fa strada lui con l'auto di suo fratello e io lo seguo con la mia moto.
Il cancello di casa sua si apre ed entriamo, una volta parcheggiata la moto e tolto il casco rimango stupita.
Ma che è questa cosa? Sono tutti ricchi qua.
Anche Dan ha una villa, ottimo.
<<Che lavoro fanno i tuoi genitori?>> Domando, giusto per capire.
<<Mio padre è morto, ma lavorava per i servizi segreti dell'FBI, invece mia madre è un neurochirurgo.>> Mi informa.
<<Adesso capisco.>> Dico continuando ad osservare la villa.
È moderna, il giardino è molto grande con la piscina e una depandance di fianco.
Daniel, tenendo per mano suo figlio mi fa cenno di entrare in casa.
<<Mia madre è in ospedale a lavorare e mio fratello è a casa della sua ragazza.>> Dice mentre apre la porta.
Una volta entrata rimango ancora più sbalordita, è tutto bianco tranne alcuni mobili ovviamente.
Di fianco alla porta c'è un appendiabiti e un comodino dove ci sono le chiavi. E uno specchio appeso sopra.
Andiamo in salotto dove ci sono due divani e due poltrone color beige.
In centro si trova un tavolino rotondo di vetro trasparente.
A destra dietro il divano c'è un'enorme porta finestra che da sul giardino dov'è posizionata la piscina.
Invece a sinistra dietro l'altro divano si trova un camino che useranno d'inverno.
Sulla mia traiettoria e dopo i divani vedo un televisore al plasma.
Sparsi per terra ci sono tantissimi giochi da bambino.
<<Vuoi qualcosa da bere?>> Chiede Daniel.
<<Un suco, suco, suco>> Esclama il piccolo Kevin saltellando.
<<Va bene, ma io stavo chiedendo a Kiara.>> Dan mi indica e il bambino si volta a guardarmi.
Ha gli stessi occhi di Daniel ma i capelli sono marrone scuro come quelli di Luna, così come la forma del viso.
<<Pecchè hai quea facia?>> Alcune parole non riesce a pronuncirle bene.
<<Mi hanno picchiato.>> Dico solo.
<<Acche mia mamma giocava a box lo sai?>> Esclama.
<<Che succo vuoi Kev?>> Interrompe il discorso suo padre.
<<Anas>> Vorrebbe dire ananas.
<<Succo all'ananas sia, per te?>> Mi chiede.
<<Una birra.>> Dico.
Sparisce in cucina e io resto sola con il bambino.
Mi siedo sul divano e lui di fianco a me.
Mi guardo ancora in torno e con la coda dell'occhio vedo che Kevin mi sta fissando.
<<Perché mi fissi?>> Mi volto a guardarlo.
<<Tu sei la miliore amica di mama?>> È intelligente questo bambino, avrà preso da Luna.
<<Sì. E tu gli somigli molto>> Dico mentre gli accarezzo i capelli.
<<Mi maca.>> Afferma distogliendo lo sguardo.
In questo momento ritorna Daniel con due birre e un succo in mano.
Il figlio prende il succo e inizia a bere.
Dan mi passa la bottiglia di birra e si accomoda sulla poltrona di fianco a me.
<<Quanti anni hai detto che ha?>> Gli chiedo.
<<Ha fatto da poco un anno>> Ci voltiamo a guardare Kevin che beve il succo di frutta.
Mentre lo guardo mi scappa un sorriso.
<<Vuoi andare un attimo a giocare Kev?>> Gli chiede il padre.
<<No>> Risponde secco.
<<Dai...poi ti do altro succo.>> Cerca di convincerlo.
<<Uffa.>> Scende dal divano e alza a fatica il dito medio della mano sinistra.
<<Ma..>> Rimango scioccata.
<<Vedeva sempre sua madre farlo e quindi ha imparato.>> Mi spiega Daniel mentre il figlio va a giocare.
<<Ha il suo carattere.>> Dico.
<<Sì.>> Rimane per un po' a guardarlo poi si concentra su di me.
<<Non ha voluto dirtelo per un motivo.>> Esclama
<<Sono proprio curiosa di saperlo>> Affermo voltandomi verso di lui.
<<Lei ha visto quanto hai sofferto per la perdita di tuo figlio e tutto il resto, quindi ha preferito non dirtelo per non farti soffrire ancora di più, voleva solo il tuo bene Kiara.>> Mi spiega.
<<Beh è comprensibile.
Un giorno di questi devi venire con lui a casa mia.
Lo presenterai a tutti e poi Grace impazzisce per i bambini.>> Gli dico.
<<Si certo che verrò. Resti per pranzo? Così ti presento anche mio fratello quando tornerà.>>
Non mi fa rispondere che Kevin si avvicina e mi tira il pantalone verso il basso per attirare l'attenzione su di lui.
<<Davvero? Zia retti?>> Oddio, non riesco a resistere a quegli occhi.
<<Si resto.>> Voglio conoscere meglio Kevin e passare tutto il tempo possibile con lui e raccontargli di sua mamma quando ci siamo conosciute fino a quando è nato lui.
E voglio regalarli il sacco da box che doveva essere di sua mamma.
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