capitolo 2
Il primo giorno di scuola è finito, è stata una noia mortale, forse perché non sono abituata ad andare a scuola, non saprei.
Siamo tornati a casa e con la sfortuna che ho Michael e Daniel verranno a casa nostra stasera per passare del tempo con noi, avrei preferito che se ne andassero da un'altra parte, soprattutto quell'odioso di Michael.
In questo momento sono sdraiata in giardino, sull'erba fresca e ancora un po' bagnata a causa della rugiada del mattino, con in mano una bottiglia di birra, quando Keira mi distrae dai miei pensieri rubandomi la birra dalle mani e rompendola contro una palma.
<<Ti fa male bere lo sai>> È sempre stata apprensiva nei miei confronti da quando sono arrivata alla villa, vuole sempre aiutarmi, ma deve capire che io non accetto aiuto da nessuno, almeno lo accettavo ma solo da una persona...Luna.
Keira è fatta così, vuole sempre aiutare gli altri.
Ci assomigliamo anche, entrambe abbiamo lo stesso colore biondo di capelli e verde per gli occhi, solo il carattere è diverso e la corporatura, ma io sono troppo magra a dire il vero dovrei iniziare ad assumere più cibo.
<<Dai Kei non avevo neanche finito la bottiglia!>> Urlo indicando il punto in cui ha rotto la birra e mettendomi a sedere.
<<Lo sai che lo faccio per il tuo bene>> Dice con un dolce sorriso ma io continuo a guardarla male.
<<Non mi serve il tuo aiuto>>Esclamo, subito dopo mi alzo e me ne vado.
Non avviso nessuno che mi dirigo in libreria a comprarmi dei libri da leggere, non credo che a qualcuno importi dove io sia. Si lo so sono testarda e sono troppo scontrosa con le persone ma cosa ci posso fare se questo è il mio carattere, varie persone mi hanno detto che dovrei cambiare ma io se cambio, cambio per me stessa non per gli altri.
In questi momenti il mio unico pensiero è leggere, perché con la lettura mi rifugio in un altro mondo, e voi direte...Ma hai già l'arrampicata, non è la stessa cosa? Eh no, non è la stessa cosa, sono due mondi diversi. Il mondo dei libri mi affascina così tanto da staccarmi dal mondo reale, mi immedesimo nei protagonisti e mi chiedo se anche io potrei avere una storia come la loro, se anche io potrò trovare il ragazzo perfetto per me. Vi dico anche che a me non piacciono i romanzi rosa con lieto fine, bensì le stori più drammatiche, non adoro troppo le cose sdolcinate.
Arrivo in libreria, acquisto dei libri e faccio per tornare a casa, quando dall'altra parte della strada vedo una persona che non avrei mai voluto vedere. La conosco da poco, ma già mi sta antipatico da come si è comportato con me, come se lui fosse superiore, cose se avesse il controllo su tutto, come se ogni cosa che dice allora la ottiene. Beh, con me non succederà.
Cerco di far sì che non mi noti nascondendomi dietro le auto parcheggiate vicino al marciapiede.
Ma non sono molto brava nel mio intento perché, dopo neanche due minuti sento un profumo di bosco misto al fumo inondarmi le narici e credo di sapere a chi appartenga.
Mi volto verso la sua direzione ed effettivamente mi ritrovo davanti la figura possente di Michael <<Che sfortuna vederti, dovevi per forza venire qui a intralciare il mio spazio personale>> Esclamo mentre lo guardo negli occhi verdi.
<<Ciao anche a te bambola è bello anche per me vederti, mi stavi stolkerando per caso?>> Indica con un dito il punto in cui era posizionato pochi secondi prima di venire da me.
<<Non sei sempre al centro dell'attenzione Michael!>> Gli rispondo alzando gli occhi al cielo.
Cambia subito argomento e mi prende il sacchetto che ho tra le mani.
<<Non sapevo sapessi leggere. Bei libri>> Ah io mi chiedo "non si può fare gli affari suoi".
<<Si so leggere e ti ho detto di non chiamarmi bambola, ho un nome Michael. Ridammi i libri muoviti>> Sto perdendo la pazienza, questo ragazzo riesce a farmi alterare solamente con la sua presenta.
<<Non scaldarti tanto, basta chiedere con gentilezza>> Afferma con voce ironica e superba. Il modo perfetto per farmi irritare ancora di più.
<<Sentimi bene, già ti dovrò sopportare stasera; quindi, non rendere le cose difficili anche adesso>> Esclamo provando ad essere più controllata.
<<Non credo di starti molto simpatico>> Dice con un sorrisetto beffardo. Mi guarda anche lui negli occhi mentre si avvicina alla mia figura minuta.
<<Che intuizione, complimenti>> Affermo e indietreggio di un passo per mettere più distanza tra di noi, ma lui si fa ancora più vicino.
<<Ci vediamo questa sera, bambola>> Sussurra al mio orecchio.
Senza aggiungere altro mi volto e mi incammino per ritornare a casa, non riesco a sopportarlo, mi irrita troppo!
Perché deve comportarsi così? Ho capito che lui è il tipico ragazzo che si porta a letto tutte quelle che vuole, perché ovviamente ogni ragazza casca ai suoi piedi e come biasimarle...sembra il tipico Bad Boy che si legge nei libri, i suoi occhi color smeraldo con un semplice sguardo ti incatenano a lui e i suoi tatuaggi che coprono la pelle lo rendono ancora più sexy rispetto a quello che è già, il suo profumo ti ipnotizza e le sue labbra sembrano che ti sussurrino anche quando non si muovono. Tutto di lui attrae. Ma con me non funzionerà, sarò in grado di rifiutarlo e di respingerlo, non ho bisogno di altro male nella mia vita.
Torno a casa ma appena varco la porta...
<<Cazzo i libri>> Mormoro tra me e me mentre mi accascio sul divano.
Come ho fatto a dimenticarli, giuro se non me li porta stasera io lo faccio fuori con le mie mani.
Mi lasciò cadere a peso morto sul divano in pelle nera, in salotto.
<<Ciao Kiara, ti cercavo>> Esclama Norah entrando in salotto e sedendosi di fianco a me.
<<Ciao, hai bisogno di qualcosa?>> Con lei cerco di essere sempre gentile, dopo tutto è lei che mi ha fatto uscire dall'inferno. Mi ha fatto uscire da quell'orfanotrofio, mi ha allontanato dalle educatrici e da Emily, mi ha permesso di vivere.
<<Si, so che stasera verranno i vostri amici>> non sono miei amici, ma vabbè, preferisco non riferirgli questo particolare.
<<E mi chiedevo, visto che io e George non siamo a casa, se tu potevi tenerli d'occhio, sai sembri la più responsabile e con la testa sulle spalle>> Afferma e io a stento non scoppio a riderle in faccia, io responsabile...cosa glielo ha fatto credere, a stento riesco a badare a me stessa. <<Sai io mi fido dei miei figli ma alcune volte tendono ad esagerare soprattutto quando sono in compagnia di Michael e Daniel>>
<<Se la fa stare più tranquilla, va bene, posso tenerli a bada>> Certo come no, credici.
<<Grazie mille e dammi del tu ormai sei mia figlia>> Mi lascia un bacio sulla fronte e io le sorrido. Successivamente si alza dal divano e se ne va.
Quindi, oltre a sopportare quegli animali dovrò anche fare loro da babysitter, apposto siamo. Però mi fa piacere che Norah abbia avuto questa impressione su di me, non sono molto responsabile ma sono più avanti rispetto alle ragazze della mia età...per quello che ho passato, perché mi ha fatto crescere in fretta.
Mi alzo anche io dal divano e mi dirigo al piano di sopra verso camera mia, una volta dentro mi sdraio sul letto ad ascoltare la musica con le cuffie a massimo volume, la prima canzone che sento è "play with fire", una delle mie preferite. Mi metto a cantare e con le mani fingo di suonale la batteria. Alzo sempre di più la voce, soprattutto nel ritornello.
Il mio momento viene interrotto da Keira, che entra in camera e inizia a parlare come una forsennata, ovviamente non sento una parola per via delle cuffie. Finita la canzone, alzo una mano per fermarla e mi libero le orecchie.
<<Puoi ripetere tutto da capo che non ho sentito una parola di quello che hai detto>> Esclamo e faccio il mio solito sorrisino, che gli fa capire che avevo fatto apposta a non togliermi le cuffie, solo perché in quel momento non volevo ascoltarla. Non mi piace quando le persone interrompono i miei momenti personali e invadono la mia privacy.
<<Ho litigato con James>> Sospira sedendosi sul letto con il viso tra le mani e i gomiti appoggiati alle ginocchia, credo che stia per scenderle una lacrima.
<<Non sono brava a consolare le persone ma sono brava ad ascoltare; quindi, dimmi che è successo>> Non mi scuserò per come mi sono comportata in giardino con lei, ma almeno adesso cerco di trattarla bene, perché non mi sembra un bel momento per lei. So benissimo cosa significa litigare con il proprio fidanzato ma almeno James non è violento con lei, ed è questo l'importante.
Inizia a raccontarmi del suo litigio, e alla fine inizia a piangere. È come se con quelle lacrime si stesse sfogando e stesse tirando fuori tutto il suo dolore.
So che è Keira è sensibile ma ormai deve comprendere che James ha il suo carattere di merda e si comporterà sempre male con lei, quindi è inutile piangersi addosso, è inutile soffrire se ogni volta ricominciano a litigare e lei ci rimarrà ancora male.
<<Ascolta Kei, non piangere per lui, risolverete tutto come fate sempre. Adesso per non pensarci prepariamoci per stasera>> Cerco di farle pensare ad altro e sembra funzionare, perché si asciuga le lacrime e fa un sorriso, forzato ma almeno ci sta provando.
<<James mi ha detto che passeremo tutto il tempo in piscina; quindi, dovremmo indossare il costume>> Mi informa e si alza dal letto.
Ci prepariamo in due ore, si è tanto tempo ma abbiamo anche chiacchierato e ci siamo messe a ridere e giocare come delle bambine.
Io ho messo un costume nero e lei azzurro che le fa risaltare gli occhi, sopra ho indossato dei jeans corti a vita alta e un top nero, Keira invece ha messo dei semplici pantaloncini viola con dei fiori e una maglietta bianca corta.
Come fa a vestirsi con tutti quei colori non lo so. Si è pure fatta una coda, che io ricordi mi facevo la coda solo quando le educatrici dell'orfanotrofio mi obbligavano perché faceva caldo o dovevamo fare qualche attività particolare.
Scendiamo le scale e andiamo in giardino tramite la portafinestra in salotto, appena giro l'angolo per avviarmi alla piscina mi scontro con una persona che mi rovescia il suo drink addosso. "Cazzo tutte a me!"
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