Capitolo 30
Tu, con tutte le tue paure e le tue paranoie, mi hai fatto sentire veramente amato, per la prima volta. Ripeto queste parole almeno una trentina di volte prima di assimilarle bene, una per una. Significa che non è mai stato amato? Che ha amato ma non è mai stato ricambiato?
Cerco una spiegazione logica, eppure non ne trovo. Come si fa a non amarlo? Voglio dire, è premuroso, gentile, affettuoso e anche sexy quando serve. Non capisco come si possa non amare una persona del genere. Così completa e attenta ai bisogni dell'altro. Da quando lo conosco, non c'è stata una volta, neanche una, in cui non mi abbia fatta sentire al sicuro.
Vorrei davvero chiedergli il motivo di quell'affermazione, ma quando abbasso lo sguardo su di lui, sta fissando un punto della parete opposta, pensieroso. È tutto il giorno che il suo umore altalena da assente a giocherellone e viceversa. Non so cosa gli prenda, ma in qualche modo so che c'entra con mia madre. È da quando ce ne siamo andati da casa sua che fa così.
"Amore?" Riprendo ad accarezzargli i capelli e lui butta fuori un sospiro rilassato.
"Mi piace il modo in cui mi accarezzi i capelli." Mi guarda e sorride sinceramente, grazie fossette.
"Ah sì?" sorrido e continuo ad intrecciare le dita tra le sue ciocche. Lui annuisce.
"Cosa intendi quando dici che con le mie paure e le mie paranoie ti ho fatto sentire veramente amato, per la prima volta?" Harry si prende un momento per assimilare la mia domanda. "Niente di più e niente di meno di quello che ho detto." Sorride appena.
"Deve esserci un motivo però, no?" Mi guarda e improvvisamente si irrigidisce, diventando serio. Le iridi verdi si scuriscono e la sua bocca si preme in una linea dura.
"Harry, è tutto okay?" lo guardo confusa, ma la sua espressione rimane invariata. Mio Dio, cos'ho detto di male?
"Sì, certo." Si alza da me e fa spallucce. "Vado a farmi una doccia." Dice poi, alzandosi del tutto per dirigersi al piano di sopra. E così sono rimasta sola, in salone e tutto per la mia dannata curiosità. Perché Harry ha reagito in quel modo? Lui non l'ha mai fatto. Cosa sarà mai successo con le altre tremiladuecentoquarantaquattro ragazze che (sicuramente) ha avuto? Che gli hanno fatto per renderlo così schivo sull'argomento? Più penso a questa faccenda e meno ne vengo a capo, dovrò provare a chiedere di nuovo a lui, magari a cena?
O magari potrei provare a chiedere a Martha. In fondo vive qui no? Sarà a conoscenza di chi entra ed esce da questa casa. Già certo, magari. O magari no. Se Harry è il ragazzo riservato che penso che sia, Martha saprà poco e niente. Come in fin dei conti sa di me: poco e niente. Mi lascio andare ad un sospiro 'liberatorio' e sprofondo sul morbido divano viola. Qualcosa mi dice che la doccia di Harry andrà per le lunghe e che la colpa se si è incupito all'improvviso è mia. Accidenti a me e alla mia boccaccia.
***
Ho le palpebre davvero pesanti quando sento una dolce voce femminile richiamarmi. Apro gli occhi e la vedo in tutta la sua dannata perfezione: Martha è in piedi davanti a me, con la sua uniforme nera perfettamente stirata che mi fissa con i suoi bellissimi occhi nocciola. Oddio come mi fa scendere l'autostima, cosa vorrà?
"Signorina?" ripete di nuovo. Devo essermi imbambolata a guardarla, come darmi torto? Sospiro mentalmente e torno alla realtà.
"Chiamami Liz, per favore." Le sorrido, cercando di nascondere il più possibile la mia invidia. Lei ricambia quasi immediatamente.
"Va bene, Liz." Continua a sorridermi. "Volevo solo dirle che è quasi ora di cena e il Signore non è ancora sceso." Mi ha dato del Lei, ma decido di non farci troppo caso, almeno per ora. Mi concentro immediatamente sull'ultima parte della frase. Ero sul dormiveglia quando Martha è venuta a chiamarmi ed Harry non era con me, quanto ho dormito?
"Oh." È tutto ciò che riesco a dire di primo acchito.
"È ancora sotto la doccia?" La ragazza scuote la testa.
"È nella sua stanza, sempre al piano di sopra. Ma dalla doccia è uscito già da un po'." E lei come lo sa? Mi deride la mia vocina interiore, Dio quanto la odio. La parte razionale di me la manda via, sapendo che, lavorando in questa casa conoscerà Harry persino meglio di quanto potrei mai conoscerlo io. La cosa mi infastidisce un po', ma in fin dei conti è così che stanno i fatti, io sono solo l'ultima arrivata.
"Liz?" Mi chiama con titubanza e io ritorno per quella che credo sia la centesima volta, alla realtà. È incredibile come le mie paranoie prendano così facilmente il sopravvento su di me. Io sono una paranoia vivente, un fascio di paranoie. Quando ne scaccio via una, un'altra è già pronta che aspetta solo di farsi strada nella mia testa.
"Sì? Scusa, hai detto qualcosa?"
"Sì." Ridacchia, portandosi una mano alla bocca per coprirla. Le sorrido, rassicurandola con lo sguardo e lei si rilassa un momento. "Le stavo chiedendo cosa devo fare con la cena. La preparo o aspetto?" Come mai lo chiede a me? È forse andata da Harry e lui l'ha cacciata di nuovo?
"Prenditi la serata libera." Le dico e lei mi guarda sorpresa.
"Ma signorina, non è la mia serata libera."
"Non importa, prenditela comunque." Sorrido. "Ma prima," le faccio segno di sedersi accanto a me, lei esita un momento ma poi lo fa.
"Ho bisogno che tu mi dia un consiglio su Harry."
"Sul Signore? E cosa potrei consigliarle io, signorina?"
"Martha rilassati okay? Volevo solo sapere un po' i gusti culinari di Harry. Qual è il suo piatto preferito?"
La ragazza assume un'aria pensierosa, poi sobbalza dal cuscino del divano e sorride trionfante. "I tacos!" Grida eccitata.
"Tacos?"
"Tacos." Sentenzia ancora sorridente. "Il Signore ne va matto, ma non ne mangia spesso perché non sono salutari per la sua alimentazione."
"Capisco. Mi piacerebbe preparargli qualcosa per ringraziarlo." Mi mordo l'interno della guancia.
Martha mi guarda confusa. "Per ringraziarlo di essere il suo fidanzato?" Scoppio a ridere, questa ragazza è così spontanea. Potremmo andare d'accordo.
"Nono." Respiro e torno seria. "Ci sono delle cose che ha fatto per me per cui vale la pena ringraziarlo. Tutto ad essere sincera."
"Non lo sta già ringraziando con il suo amore?"
"Cosa?"
"Sì, voglio dire... io non la conosco per niente e questo è il suo primo giorno qua, ma anche per come ne sta parlando ora, mi sembra molto innamorata." Sorride per un momento e poi s'incupisce abbassando lo sguardo sul pavimento. "Sicuramente più di quell'altra." Dice sottovoce ma io riesco a sentirla lo stesso.
"Cosa? Che vuoi dire?"
"Che? Cosa? Io? N-Niente signorina, parlavo tra me e me." Sorride titubante.
"Ora se non le dispiace, io andrei a sbrigare le ultime faccende prima di andare. E grazie ancora per avermi dato libera uscita." Sorride riconoscente e se ne va. Sembra che tutti in questa casa amino lasciarmi sola con i miei pensieri. Io l'ho sentita, non sono pazza. A chi si stava riferendo? E cosa preparo ad Harry ora?
***
Alla fine ho deciso di smettere un attimo di pensare ai comportamenti strani sia di Martha che di Harry e di provare a preparare questi benedetti Tacos. Non ho idea di come si facciano, ma per mia fortuna su internet ci sono un sacco di tutorial.
Ci ho messo un quarto d'ora prima di trovare la cucina, mi sono girata praticamente tutto il pian terreno, ma alla fine ce l'ho fatta.
È molto bella anche questa. È interamente di granito e legno. Già la amo. Harry non è ancora sceso e questo mi fa supporre che mentre si stava schiarendo le idee si è addormentato. Almeno credo e spero. Non per niente, ma se dorme non può distrarmi e se non può distrarmi ci sono buone chances che questi tacos non facciano schifo.
Poso il telefono sulla parete vicino all'angolo cottura. Prendo gli strumenti e gli ingredienti e faccio partire il video.
Prendo le piadine e le scaldo mentre intanto sistemo le verdure. Ho dimenticato di chiedere a Martha come gli piacessero, così decido di farne due, una per condimento. Credo che con una di queste, io starei apposto per un mese. Ne preparo anche una per me, ma senza carne. Se posso evitare, preferisco non mangiarla.
Dopo circa 40-45 minuti i miei tacos sono pronti. Dall'aspetto sembrano buoni, mi auguro che il sapore sia anche migliore. Li guardo e sorrido da sola, sono molto fiera di ciò che ho fatto e spero che ad Harry piacciano davvero, soprattutto perché è la prima volta che li preparo. Apparecchio la penisola in modo carino e ci sistemo sopra i tacos, li copro con una specie di coperchio che ho trovato in uno dei tanti sportelli della cucina, scrivo un bigliettino e lo lascio accanto ai piatti di Harry e mi avvio al piano di sopra.
Martha è andata via, ho sentito il chiudersi di una porta mentre sistemavo, quindi non posso neanche chiederle quale sia. Le apro tutte tranne quella del bagno in cui siamo stati, ma niente. Di Harry nemmeno l'ombra. Ne è rimasta una. L'ultima, in fondo all'interminabile corridoio. Se non è qui, vuol dire che non è in casa, ma non sarebbe mai uscito senza avvertirmi, comportamenti strani permettendo, certo.
Apro delicatamente la porta e una stanza arredata tutta in color panna mi si para davanti. C'è un enorme lampadario e, sotto di esso un letto matrimoniale costeggiato sia a destra che a sinistra da due comodini in legno. La tv è ai piedi del letto mentre l'armadio è fissato in fondo alla parete, sulle sue ante ci sono un sacco di specchi. Harry è sdraiato, ma da qui non saprei dire se sta dormendo o meno, così decido di avvicinarmi cautamente.
Mi distendo accanto a lui poggiando la testa sul suo petto, è svegliò che fissa il soffitto. Mi avvolge un braccio intorno alla vita, stringendomi più a sé e restiamo così: abbracciati a guardare il soffitto.
"Amore?" Mi volto a guardarlo e la sua espressione è spaventosamente seria, questa cosa non va affatto bene.
"Hey."
"Vieni di sotto? Ho una sorpresa per te." Una sorpresa che spero ti tolga il broncio. Abbozzo un piccolo sorriso che svanisce quasi immediatamente.
"Non sono in vena di sorprese, scusa." Risponde freddamente. Mi sento un po' ferita, io mi sono davvero impegnata e lui mi liquida così...
Sospiro e mi alzo, vedendo che è ancora di cattivo umore. Odio vederlo così, distaccato e arrabbiato, soprattutto se poi sono stata io a farlo arrabbiare e involontariamente.
Mi afferra per il polso, bloccandomi sui miei passi.
"Dove vai?" mi volto.
"A mangiare." Alzo le spalle e tiro via il polso. "Ti avevo preparato i tacos per la nostra prima serata insieme, ma a quanto pare mangeremo ognuno per conto suo." Dico, uscendo abbattuta dalla stanza.
»Dens:
Hei bimbe, eccomi qua. Scusate se ci ho messo tanto ma è stato un po' un periodaccio che non sto qui a raccontarvi. Passiamo alla situazione degli Hizzie, ci sono problemi in Paradiso, qualcuno si immagina perché l'umore di Harry sia cambiato così repentinamente dopo la chiacchierata con Liz?
All the love, D x
(04.04.16 – 03.10pm)
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