Capitolo 29

Harry torna dopo quella che credo essere un'ora. Ora che io ho passato a leggere le etichette dei duecento flaconi di shampoo che usa per lavarsi i capelli. C'è quello per i capelli grassi, quello per i capelli spenti e anche quello antiforfora. Poi il balsamo, l'olio d'Argan, persino la maschera. Insomma di tutto e di più.



"Scusami." Sorride e si chiude la porta alle spalle. "Ma quella donna è così logorroica che quando inizia a parlare non la smette più." Si lascia andare ad una risata spontanea mentre io non so come prendere la cosa, visto che non ho la più pallida idea di chi sia questa donna e del motivo per il quale l'ha chiamato. Harry si ricompone e mi guarda. "Comunque verrà a trovarmi tra qualche settimana, credo." Alle sue parole, mi irrigidisco visibilmente.



"Qualcosa non va?" Si avvicina e mi accarezza uno zigomo. Butto fuori un respiro e poi cerco di trovare il coraggio per parlare. "Chi è questa donna, Harry?" Lo guardo, voglio mantenere il contatto visivo il più possibile. Non deve vedermi vacillare, devo apparire sicura. Appena pronuncio quelle parole sul suo volto compare un ghigno divertito.



"Perché?" Si morde il labbro mentre mi lancia un'occhiata maliziosa. "Sei forse gelosa?" Si avvicina di nuovo, schiacciandomi contro le piastrelle del bagno con il suo corpo. Mi sento in trappola, la sua vicinanza mi annebbia la ragione. Sento mancarmi il respiro e le gambe cedere. I miei occhi sono incatenati nei suoi in questo momento, ma non rispondo e lui scoppia a ridere, ancora.



"Respira, Elizabeth." Dice poi con voce roca, senza staccare il suo corpo dal mio e finalmente respiro. "Allora.. chi è?" Chiedo esitante, sperando che risponda questa volta.



"Ho fatto centro, sei gelosa non è vero?"



"Non mi hai risposto." Controbatto. Dannazione, rispondimi!



"Nemmeno tu."



"Beh.. te l'ho chiesto prima io." Affermo convinta, anche se questa tattica la usavo tipo quando avevo dieci anni, ma nemmeno.



"Te l'ho chiesto prima io!" Ripete Harry, imitandomi e scoppiando a ridere subito dopo. Ho già detto quanto io ami questo suo lato? Quello spensierato e bambinesco che mostra solo a me. Quando siamo insieme non indossa maschere, è spoglio, trasparente. Non è "Harry Styles Professore del Corso di Arte della WSU", ma semplicemente Harry un normale ventunenne inglese. Sono sicura che lo sia perché ha un accento diverso dal mio, più english per l'appunto.



"Molto maturo Mr. Styles." Gli poso delicatamente le mani sul petto e gliele premo contro per spostarlo, senza ottenere risultati, ovviamente. Mi sta respirando a due centimetri dal viso, profuma di menta.



"Che stai tentando di fare?" Si morde di nuovo il labbro, stavolta per soffocare un'imminente risata.



"Sto cercando di liberarmi da te, non vedi?" Cerco di apparire seria, ma la verità è che non ci sto neanche provando seriamente a spostarlo, perché so che tanto non ci riuscirei e comunque non credo proprio di volerlo.



"Ah davvero? Io credevo che mi stessi accarezzando." Sghignazza.



"No." Mi mordo il labbro e abbasso lo sguardo mentre sul viso mi si stampa un sorriso spontaneo. Torno a guardarlo pochi secondi dopo. "Dai togliti. Il sedere mi sta diventando quadrato come le piastrelle a forza di esserci premuta contro!" Ridacchio.



"Sul serio?" Alza un sopracciglio. "Fammi controllare.." Mi lancia un'occhiata perversa. Fa scivolare entrambe le mani sui miei glutei e li palpa accarezzandoli dolcemente. "No. A me sembra tutto a posto e della forma giusta." Stringe la presa e io sussulto. Vedendo la mia reazione, sorride piegando la testa da un lato.



"Bene, ora che hai testato la mercanzia, mi lasci andare o hai intenzione di appendermi alla parete e farmi passare per un quadro tridimensionale?" Ma cosa sto dicendo?



"Per quanto l'idea mi alletti, ho altri progetti per te, signorina." Mi rivolge un sorriso malizioso e prima che possa rispondere alla sua battuta è sulle mie labbra che preme per entrare ad esplorare la mia bocca. Ricambio il bacio avidamente, voglio che il fresco e inebriante sapore di menta mi rimanga impresso sulla pelle. Gli prendo il volto tra le mani e continuo a baciarlo, concedendo alla sua lingua di farsi strada per rincorrere la mia. L'intensità del mio bacio gli provoca un gemito incontrollato, è mio. Mi sta lasciando il comando. E io ho davvero un disperato bisogno di sapere che posso spingerlo oltre il limite.



Ha ancora le mani sui miei glutei e non ne vuole sapere di lasciarmi spazio per staccarmi da lui, non che lo farei, comunque. Averlo qui, tutto per me che mi accarezza e mi stringe come solo lui sa fare è una ricompensa sufficiente, molto più che sufficiente. Se è un sogno, per favore che nessuno mi svegli.



***





Alla fine non mi ha detto chi è questa Anne né tantomeno perché verrà a trovarlo. Non che io gliel'abbia più chiesto. Abbiamo passato praticamente tutto il tempo attaccati a quelle piastrelle ad assaporarci. Come se quelli fossero stati i nostri ultimi baci. Erano così dolci e passionali, sa che effetto mi fa e lo usa a suo vantaggio. Adesso siamo di nuovo giù al piano di sotto. Siamo sul divano. Io sono seduta, mentre Harry è disteso a braccia conserte sulle mie gambe, così che io possa accarezzargli i capelli.



Sono davvero morbidi. Sarà merito di tutti i prodotti che usa, anche se non so perché, penso che siano naturalmente soffici di loro. Intreccio le dita nei suoi 'infiniti' boccoli. Mi rilassa davvero tanto e i suoi capelli sono così gradevoli al tatto che potrei accarezzarglieli per sempre. Guardo il soffitto mentre lo faccio, c'è un grande lampadario sopra di noi, in vetro delicato.



"Harry?" Abbasso lo sguardo su di lui che ha gli occhi chiusi, è un Angelo. Il mio Angelo.



"Mhmh?"



"Perché mi hai portato qui? Avrei potuto prendere una camera lì al campus, lo sai vero?" Sono passata al viso ora, gli sto descrivendo ogni centimetro di pelle con l'indice.



"Stai cercando di dirmi che non vuoi vivere con me, Johnson?" Alza un sopracciglio ma senza aprire gli occhi.



"Certo che no stupido." Un sorriso spunta sul mio viso. "Dico solo che non eri costretto a farlo, tutto qui."Alzo le spalle e continuo il mio giro turistico sul suo bel volto.



"E non pensi che magari volessi farlo?" Apre un occhio e mi guarda.



"Magari sì. Ma perché?"



Ha entrambi gli occhi spalancati adesso e mi stanno letteralmente trafiggendo.



"Vediamo.." Si morde l'interno della guancia. "Perché 1. Sei la mia ragazza e voglio prendermi cura di te. E 2. Perché ci vediamo praticamente solo a lezione e cinque minuti se capita la mattina prima di entrare, mentre io ho bisogno di viverti tanto, sempre. E poi, voglio vedere quanto ci metto a diventare esaurito come tua madre." Scoppia a ridere e io lo seguo immediatamente. Mamma mia che idiota che è.



"Ma che cretino che sei!" Gli do una bottarella sulla spalla mentre continuo a ridere, non riesco a smettere.



"Io non ho mai sostenuto il contrario." Mi fa l'occhiolino e mi sorride mettendo in mostra le fossette, adoro troppo questa cosa giuro.



"Parlando di mamme, no?"



"Sì?"



"Com'è la tua?"



"Lo scoprirai presto, piccola." Sorride e allunga un braccio per accarezzarmi.



"Come?"



"Sì, verrà qui dall'Inghilterra."



"Davvero?"



Harry annuisce e io sorrido. Non vedo l'ora di conoscere la donna che ha messo al mondo questo Angelo. È ironico come io mi ritrovi a paragonare Harry ad un Angelo tutte le volte che penso a lui, anche nel dipinto. Ma in fondo, è quello che è no? Un Angelo dai capelli ricci e scuri.



"E come si chiama questa donna meravigliosa?" Chiedo sfoggiando un sorriso a trentadue denti.



"Come fai a sapere che è meravigliosa?"



"Beh ha partorito te, no? Mi pare una ragione sufficiente per definirla meravigliosa." Ridacchio, ma lo penso davvero. Sicuramente è una donna stupenda.



"Lo so che sono bellissimo amore, ma non è necessario farmi tutti questi complimenti."



"Vanitoso." Gli faccio la linguaccia.



"Maniaca del controllo."



"Psicologicamente pronta, oserei dire io."



"Puoi rigirarla come vuoi, ma resti sempre una maniaca del controllo." Ridacchia e io faccio la finta offesa mettendo il broncio.



"Stronzo." Incrocio le braccia al petto e mantengo il broncio. Voglio un bacio, capta i segnali Styles, dannazione!



"MANIACA DEL CONTROLLO!" Scampanella lui ridendo.



Sbuffo divertita.



"Non mi hai ancora detto il nome di tua mamma, comunque." Mi mordo l'interno della guancia, sto fremendo dalla curiosità, mio Dio.



"Anne."



Aspetta.. Si chiama Anne e verrà a trovarlo dall'Inghilterra. La signora che ha chiamato qualche ora fa si chiamava Anne e anche lei verrà a trovarlo. Non dirmi che.. oddio!



Guardo Harry, l'ombra di un sorriso gli aleggia sul viso. Sono scioccata e sono del tutto sicura che mi si legga in faccia.



"Che dici, chiamiamo la 'Signora Anne'?" Fa le virgolette con le dita mentre pronuncia le ultime due parole, curvando le labbra piene in un sorriso divertito.



Prendo un cuscino che ho lì accanto e lo colpisco con quanta più forza possibile.



"Vedi che ho ragione a chiamarti stronzo?" Rido se ripenso a tutti i complessi che mi sono fatta su quella donna. Che poi avrei dovuto capirlo nel bagno quando mi ha chiesto se ero gelosa. Era chiaramente, innegabilmente divertito da me e dalla mia reazione a quella telefonata.



"Per tutto il pomeriggio mi hai fatto morire di gelosia per tua mamma!" Grido e lo colpisco ancora mente Harry ormai si contorce dalle risate. Sto per colpirlo di nuovo quando tra le risa mette le mani davanti al viso.



"Ti prego, ti prego tregua." Ridacchia. "Ma eri così adorabile e non ho saputo resistere." Sorride mostrandomi le fossette, cosa che mi fa sciogliere in due secondi.



Depongo le armi e chiudo gli occhi per un istante, pizzicandomi l'attaccatura del naso.



"Mi hai fatto davvero uscire di testa." Respiro. "Per un attimo ho addirittura pensato che fosse tua nonna." Sorrido. "È stato l'unico momento in cui non ho avuto paura di perderti." Sorrido appena. Scoprire che al telefono era solamente sua mamma mi ha tolto un peso dal cuore, ma se ci penso la cosa mi fa sentire anche molto stupida. Sto guardando Harry che è diventato serio e le sue iridi si sono fatte più scure.



"Mi dispiace di averti fatto entrare in panico ma per me è stato bello." Sorride leggermente e alza lo sguardo verso di me. "Tu, con tutte le tue paure e le tue paranoie, mi hai fatto sentire veramente amato, per la prima volta."



»Dens:



Non so cosa scrivere su questo capitolo, ma ho tipo fangirlato da sola mentre lo scrivevo e spero che sia piaciuto a voi tanto quanto è piaciuto a me. Anche se oddio, non ho ancora un nome per la coppia, se avete idee scrivetele qua sotto aw. E ricordatevi sempre che vi voglio bene! ♥



All the love, D x



(17.03.16 – 12.40am)

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