Capitolo 16

Mi sento intontita, tento di aprire gli occhi solo per vedere quanto la mia visione sia distorta e sfocata al momento. Tutto ciò che riesco a vedere, è bianco. Pareti bianche, pavimento bianco, soffitto bianco e io sono distesa su un letto, ricoperto da lenzuola bianche, e che odorano di medicina. Mi metto sui gomiti e noto due sagome; anche se non nitidamente posso giurare di vedere Liam accovacciato sulla poltrona a destra del mio letto, ed Harry che guarda fuori dalla finestra.


"Harry?" lo chiamo a bassa voce per non svegliare Liam.


Si volta a guardarmi.


"Ma allora sei sveglia, come ti senti?" mi dice avvicinandosi e prendendo una sedia per sedersi accanto a me.


"Dolorante, a dirtela tutta. Vedo leggermente sfocato e mi gira la testa." Dico tenendola con una mano quasi per paura che mi cada dal collo e rotoli via da me.


"È normale," sorride. "è l'effetto delle medicine. Il dottore l'ha detto, che ti saresti sentita un po' intontita."


"Sì, in effetti adesso capisco come devono sentirsi le fragole prima di diventare yogurt." Sorrido e lui si unisce a me.


"E Liam?" rivolgo il mio sguardo annebbiato verso l'adorabile ragazzo castano che dorme in quella posizione scomoda, e solo per starmi accanto.


"Oh, è stato qui tutta la notte. Siamo stati qui, tutta la notte. Abbiamo fatto a turno per sorvegliarti, e lui si è addormentato circa dieci minuti fa. È stato complicato convincere il dottore di turno a farci rimanere qui." Dice toccandosi il retro del collo con la mano destra e sorridendo nervosamente.


È incredibile quanto Liam ed anche Harry siano disposti a fare per me, sono così fortunata ad avere questi due uomini nella mia vita.


"Tu.. tu hai dormito?" gli chiedo senza neanche rendermene conto.


"Più o meno, sai.. la poltrona d'ospedale non è esattamente il mio stereotipo di comodità." Ride leggermente, e io mi unisco a lui. Quando la mia visione comincia a farsi più nitida riesco a vedere che sotto i suoi bellissimi occhi verdi ci sono delle occhiaie nere, molto spesse.


"Vieni" istruisco muovendo una mano tra il piccolo spazio che ci divide. Si avvicina e lo faccio sedere sul bordo del letto, prima di invitarlo a stendersi completamente per riposare un po'. So che è un misero lettino d'ospedale, ma è meglio della poltrona dov'è accovacciato Liam. Mi scappa un sorriso al pensiero di Liam che si rannicchia sulla poltrona vecchio stile accanto a me.


"Si sta un po' stretti qui eh.." dice Harry sottovoce.


"Oh, ma come? La suite non è di vostro gradimento, signor Styles?" dico dandogli un leggero buffetto sulla spalla.


"Nono, è confortevole, finché ci sei tu." Dice e io rimango letteralmente a bocca aperta. Sento la tensione crescere in me mentre Harry tenta di chiudere il già piccolo spazio tra i nostri visi. Mi sfiora appena le labbra quando sentiamo Liam lamentarsi per la posizione scomoda. Nello stesso istante in cui Liam apre gli occhi, Harry si precipita fuori dal letto balzando in piedi allarmato.


"Buongiorno!" ci dice Liam, io e Harry ci scambiamo un'occhiata furtiva e colpevole.


"Che succede?" ci chiede accorgendosi dell'evidente imbarazzo venutosi a creare.


"C-cosa? Niente. Che, che doveva succedere?" dico, le parole escono più veloci di quanto avrei voluto.


"Dovreste dirmelo voi." Dice spostando lo sguardo tra me ed Harry che nel mentre si è messo a giocare col suo anello.


"Non c'è niente da dire." Scatta. "Voglio dire.. sta' tranquillo, okay?"


Liam annuisce senza dire niente e poi si siede accanto a me sul piccolo letto.


"Quando potrò andarmene da quest'inferno?" dico ai due. Non ne posso davvero più di lenzuola bianche ed ospedali. Tra me e mia madre direi che ne abbiamo avute abbastanza per un po'.


"Il dottore dovrà solamente fare degli accertamenti e poi sarai libera di andare." Mi dice Liam rivolgendomi un caloroso sorriso, come solo lui sa fare. Passiamo ad aspettare il dottore per circa quindici minuti, nei quali Liam fa l'imitazione di Harry e Harry per tutta risposta caccia la lingua tra i denti come i bambini facendogli una linguaccia. Vorrei che le mie giornate fossero sempre così... spensierate e leggere. Ma ho un processo da affrontare.


Il dottore arriva proprio mentre i due fanno finta di picchiarsi ma appena la porta si spalanca si ricompongono guardandosi entrambi i piedi, come dei bambini che aspettano la loro punizione per aver combinato qualche marachella.


Il dottore sorride loro e li sorpassa fermandosi in piedi davanti a me.


"Signorina Johnson.. come si sente?"


"Un po' intontita ma bene. I miei guardiani notturni sanno come farmi passare velocemente il tempo." Sorrido e lui con me.


"Sì, devo dire che i suoi due amici sono molto testardi." Si avvicina "Soprattutto il ricciolino." Dice a bassa voce e strizzando un occhio in segno d'intesa. Sento immediatamente le mie guance accaldarsi e colorarsi di un rosa intenso.


***



Dopo i dovuti accertamenti il dottore mi da libera uscita sostenendo che 'sono sana come un pesce'. Mentre usciamo dall'ospedale ringrazio Harry e Liam per tutto, almeno una quindicina di volte, e loro per una quindicina di volte mi assicurano che non ce n'è bisogno.


Camminiamo verso casa che dista più o meno altri quindici minuti a piedi.


"Okay, okay. Harry.. tu non hai una lezione da tenere?" dico alzando lo sguardo verso di lui.


"No, domani. Oggi ho il giorno libero, quindi se volete andare a prendere un caffè o qualcosa del genere.." sorride.


"Oh no, io passo." Dice Liam grattandosi il retro del collo.


"Vorrei poter passare un po' di tempo con Danielle, mi sembrano secoli che non stiamo insieme, e sapete com'è, non voglio si senta trascurata. Sarà per un'altra volta." Sorride, il suo sorriso è così caldo e confortante.


"Certo, lo capisco." Dico io. "Sei stato così tanto occupato con questa merda del processo che.."


"LIz, non è colpa tua. Lo sai."


"Sì, lo so. Dicevo solo che per stare dietro a me, non sei stato con lei, e mi dispiace." Abbozzo un sorriso, ma la verità è che sono davvero troppo dispiaciuta e non vorrei che il loro rapporto ne risentisse per colpa mia.


"Danielle è comprensiva, sa cos'hai passato."


I quindici minuti passano in fretta e in un men che non si dica ci ritroviamo davanti casa mia. Liam quindi ci saluta e restiamo io ed Harry, da soli, in un imbarazzante silenzio che io non riesco a rompere.


O meglio, vorrei dire qualcosa, ma le parole mi si bloccano in gola. Lo guardo che giocherella con il suo anello e il suo sorriso spensierato mi riporta a neanche mezz'ora fa. A quando eravamo solo io e lui, nel letto d'ospedale, lui che si avvicina e delicatamente e mi sfiora le labbra.. chissà se anche lui sta pensando la stessa cosa.


"Liz?" sento una voce maschile chiamarmi, e ritorno alla realtà. È Harry, devo essermi immersa un po' troppo nelle mie fantasie, perché sta sventolando una mano davanti al mio viso mentre mi chiama.


"Sì?" sorrido.


"Ti sei incantata." Ride.


"Sì, scusa. Sai ogni tanto mi capita."


"Capita anche a me, quando non mi piace quello che vedo al momento."


"A me piace quello che sto vedendo adesso."


Sorride debolmente, credo sia imbarazzato dalla mia affermazione, ma non ci penso proprio a rimangiarmela, così per evitare altri momenti morti decido di prendere il toro per le corna.


"Allora, me lo offri ancora questo caffè?" sorrido, di un sorriso caldo, di quelli che non facevo da tempo.


"Certo, dove vuoi andare?"


"Sorprendimi." Gli dico, e lo penso davvero, voglio conoscerlo ancora meglio di quanto non abbia fatto in questi ultimi mesi. Cavolo, sono già passati dei mesi, sembra ieri che tutto è cominciato. In ogni senso, intendo.


"Ti stupirò." Strizza un occhio in segno d'intesa.


"Ma aspetta.. non ho l'auto." Si gratta il retro della fronte.


"Sei davvero così poco pieno di risorse? C'è la mia auto. Beh, quella di mia madre, in realtà io non posso ancora guidare, perciò dovrai farlo tu." Gli dico e lui annuisce. Così prendo le chiavi sul davanzale in legno accanto alla porta d'ingresso e gliele lancio, Harry le prende al volo e si infila in macchina. Io faccio lo stesso e partiamo.


"Insomma, dove mi stai portando?" sono troppo, davvero troppo curiosa per tenermi questa domanda per me.


"Non te lo dico!" ride e caccia fuori la lingua tra i denti.



"E dai, un indizio, piccolo piccolo?" cerco di dissuaderlo con il mio sguardo da "ti prego, ti prego, dimmi dove stiamo andando!"


E lui: "No, però posso dirti una cosa."


"Cosa?" dico.


"È uno dei miei posti preferiti, qui." Appena le parole lasciano la sua bocca divento ancora più emozionata, volevo conoscere qualcosa in più di lui, e ora grazie a questo posto misterioso, posso farlo. Mentre cerco di immaginarmi il posto la radio in sottofondo passa una canzone all'incirca del 2008.


"Adoro questo pezzo!" dice tutto entusiasta ma senza alzare il volume, così decido di farlo io.


La alzo e il ritornello mi sembra familiare. Qualche istante dopo la riconosco e senza neanche accorgermene sono lì a fare il mio fantastico duetto con John Mayer. Harry, che intanto sta guidando, guarda un po' me, un po' la strada per assicurarsi di non perdersi neanche un secondo di questa splendida esibizione. Sta ridendo adesso, non so se perché sono stonata o se perché d'improvviso mi sono messa a cantare come una bambina di cinque anni canterebbe la sua canzone preferita. Sta di fatto che ride, e quando lo guardo non posso evitare di fare lo stesso, e di sentirmi per un attimo felice. Al secondo ritornello però, comincia a canticchiare anche lui, e scopro che ha un timbro bellissimo. La sua voce è roca, ed è seducente, proprio come quando parla, ma è diversa, è melodica, e io non posso non smettere di ascoltarla e sorridere.


La canzone finisce, e noi ci ritroviamo nel parcheggio di un caffè chiamato "La Colombe". Scendiamo, ed entriamo nel locale. È davvero ben curato: le vetrate trasparenti permettono ai passanti di osservare le innumerevoli delizie contenute qui dentro. Il bancone è in legno, e dietro c'è una donna sulla cinquantina che sta decorando dei cupcakes. Dietro di lei anche gli scaffali sono in legno, e gli sgabelli, vecchio stile anche.


Più in fondo a destra e a sinistra della stanza ci sono dei piccoli tavolini in legno con poltrone rosse, per chi volesse stare in "intimità". Harry mi prende la mano e mi trascina verso uno di questi.


Ci sediamo.


"Allora, ti piace?"


"Scherzi?" Sorrido e poi continuo: "Lo adoro, e poi è così, così.. fa tanto anni '20, lo amo. Il mobilio in legno, gli sgabelli vecchio stile, queste poltrone così comode. L'odore di cannella, questo è decisamente il mio posto. Credo di capire perché lo ami tanto."


"Ah, sì? Perché?"


"In realtà non lo so, è tutto l'insieme. Sai mentre venivamo qui non ho fatto altro che immaginare questo posto. Ho cercato di immaginare qualcosa che tu amavi, e questo è esattamente, o a grandi linee, quello che ho immaginato. Ha tanto di te." Dico alla fine, non lo so perché.


"Vorrei chiederti perché, ma poi mi tireresti il porta tovaglioli addosso." Ride. Io accenno una risatina e poi dico:


"Perché tu sei così, Harry. Sei così all'antica e giovanile allo stesso tempo, ed è questo che mi piace di te. Sei diverso. E diverso va bene in una città in cui le persone sembrano fatte con lo stampino. Tu non sei uno stampino, Harry. Tu sei l'originale."


"Anch'io ti trovo diversa." Mi guarda e sorride. "Molto diversa per una città in cui tutte le persone sembrano stupide copie fatte con lo stampino." Mi sorride di nuovo, adoro quando lo fa, perché poi io, non posso far altro che ricambiare.


"Sai Liz, questo posto ha aperto all'incirca dieci o undici anni fa al massimo. Prima questo era un piccolo Walmart che a dire la verità sembrava più un alimentari per un paesino sperduto, che un vero e proprio Walmart. Quando il proprietario vide che stava andando in rovina, decise di svendere e Rose ne approfittò e comprò questo posto. All'epoca era una vera merda, e invece guardalo adesso."


Mi guardo attorno ancora una volta, ed è davvero bellissimo. E la cosa migliore è che più osservo questo posto, più scopro cose che la volta prima non avevo notato. Come dei piccoli vasi pendenti dal soffitto. O la nave in bottiglia posta al lato destro del bancone. Mentre sono intenta ad osservare, chiaramente stupefatta da tanta bellezza, la donna sulla cinquantina si avvicina al nostro piccolo tavolinetto.


"Harry, caro. Quanto tempo, come stai?"


"Rose," si alza, l'abbraccia e si risiede. "Tutto alla grande direi, già."


Io sorrido, è evidente che si conoscono, che sono intimi e non me la sento di interrompere questa commovente riunione.


"E questo biscottino?" dice la donna rivolgendosi a me.


"Oh, io sono Elizabeth, ma Liz andrà bene." Le sorrido. "Molto piacere." Mi alzo e l'abbraccio.


"Rose, cara. Davvero lieta. Allora.. è la prima volta che vieni qui?"


"In questa parte di città, sì a dire la verità. È la prima volta che Harry me ne parla. E sono un po' gelosa del fatto che non abbia voluto condividere questo posto meraviglioso con me, prima." Sorrido alla donna che prima guarda me e poi Harry I due si scambiano segnali che io non riesco a decifrare ma decido che non m'importa più di tanto, saranno cose loro, alla fine.


"Allora cosa vi porto, ragazzi?" ci chiede la donna.


"Per me il solito, Rose. Per lei, la tua specialità."


"Cioè?" chiedo io.


"Aspetta e vedrai." Mi dice lei allontanandosi.


"Harry!"


"Aspetta e vedrai, Liz. Aspetta e vedrai." Sorride compiaciuto. Questa cosa delle sorprese a tutte le ore mi destabilizza, io che dovrei avere tutto sotto controllo non riesco ad avere sotto controllo nemmeno una normalissima ordinazione ad un caffè.


Ci vuole poco prima che Rose ritorni con le nostre ordinazioni. Beh, l'ordinazione di Harry, e la mia sorpresa, grande, schiumosa e fumante.


Rose me la pone davanti. Il bicchiere è quello che si usa per servire i frappè, ma dentro c'è un concentrato di cioccolata calda, cereali al cioccolato tostati ed una piccola cialda al lato del bicchiere.


"Assaggia, e poi dimmi."


Obbedisco e in pochi secondi mi sento come se il cioccolato e i cereali mi stessero danzando in bocca per poi terminare in un'esplosione di sapore a dir poco fantastico.


"Buono, eh?"


Non rispondo, ma sono sicura che la mia faccia stia dicendo tutto in questo momento.


"Dalla tua espressione sembra quasi che tu stia per venire." Al suono di queste parole apro gli occhi e sto quasi per sputare la cioccolata quando vedo il ghigno divertito di Harry.


Tossisco.


"Molto divertente, davvero. E l'avrei anche raggiunto il piacere, se tu non mi avessi interrotto sul più bello." Appena mi rendo conto di quello che ho appena detto, sento le mie guance accaldarsi e colorarsi di un rosa sempre più intenso mentre il ghigno di Harry cresce sempre di più, finché non sbotta a ridere.


"Okay, okay è divertente." Rido. "Ma è davvero, davvero troppo buono."


"Lo so, sapevo ti sarebbe piaciuto." Sorride.


"Grazie per questo."


"Cosa, la cioccolata?"


"No, non la cioccolata. Cioè oddio anche per quello, ma io mi riferivo a questo." Muovo le braccia in aria. "Grazie per averlo voluto condividere con me."


Harry sorride, e quando lo fa puntualmente si formano ai lati della bocca due fossette che io adoro. Adesso il sole batte su di lui, e i suoi capelli castani si riempiono di riflessi dorati, gli occhi verdi si accendono diventando più intensi, e guardano me, sembra un Angelo, magari lo è. Magari è il mio Angelo.


HARRY's POV


Da quando siamo entrati in questo posto Liz non fa che guardarsi intorno e ringraziarmi, ringraziarmi e guardarsi intorno. In fondo al locale, a destra e a sinistra della stanza, ci sono dei piccoli tavolini in legno con poltroncine rosse vecchio stile. La prendo per mano e la trascino verso uno di questi, letteralmente.


Ci sediamo.


"Allora, ti piace?" le chiedo, so che le piace, ma voglio sentirglielo dire. Voglio dannatamente sentirglielo dire.


"Scherzi?" sorride entusiasta. "Lo adoro, e poi è così, così.. fa tanto anni '20, lo amo. Il mobilio in legno, gli sgabelli vecchio stile, queste poltrone così comode. L'odore di cannella, questo è decisamente il mio posto. Credo di capire perché lo ami tanto."


"Ah, sì? Perché?" le chiedo


"In realtà non lo so, è tutto l'insieme. Sai mentre venivamo qui non ho fatto altro che immaginare questo posto. Ho cercato di immaginare qualcosa che tu amavi, e questo è esattamente, o a grandi linee, quello che ho immaginato. Ha tanto di te." Dice alla fine.


"Vorrei chiederti perché, ma poi mi tireresti il porta tovaglioli addosso." Rido e lei accenna una risatina, poi dice:


"Perché tu sei così, Harry. Sei così all'antica e giovanile allo stesso tempo, ed è questo che mi piace di te. Sei diverso. E diverso va bene in una città in cui le persone sembrano fatte con lo stampino. Tu non sei uno stampino, Harry. Tu sei l'originale."


'Sei diverso. E diverso va bene in una città in cui tutte le persone sembrano fatte con lo stampino. Tu non sei uno stampino Harry, tu sei l'originale.' Ripeto questa frase nella mia mente almeno tre volte prima di assimilare che non sta scherzando, che sta dicendo sul serio, mi trova diverso. Per lei non sono come tutta la merda che c'è in giro, per lei non sono merda.


"Anch'io ti trovo diversa." Dico pensandolo davvero. "Molto diversa per una città in cui tutte le persone sembrano stupide copie fatte con lo stampino." Le sorrido e posso vedere che lei ricambia quasi immediatamente.


"Sai Liz, questo posto ha aperto all'incirca dieci o undici anni fa al massimo. Prima questo era un piccolo Walmart che a dire la verità sembrava più un alimentari per un paesino sperduto, che un vero e proprio Walmart. Quando il proprietario vide che stava andando in rovina, decise di svendere e Rose ne approfittò e comprò questo posto. All'epoca era una vera merda, e invece guardalo adesso."


Mentre sono immerso nel raccontare a Liz la nascita di questo posto, Rose si avvicina a noi.


"Harry, caro. Quanto tempo, come stai?"


"Rose," mi alzo, l'abbraccio e mi risiedo. "Tutto alla grande direi, già."


Mi guarda di nuovo e poi si rivolge verso Liz, e spero vivamente che non mi metta in imbarazzo con lei. Ma se conosco Rose, e la conosco abbastanza, so che lo farà.


"E questo biscottino?" dice la donna rivolgendosi a Liz.


Chiudetele quella cazzo di bocca, vi prego!


"Oh, io sono Elizabeth, ma Liz andrà bene." Le sorride. "Molto piacere."


"Rose, cara. Davvero lieta. Allora.. è la prima volta che vieni qui?"


"In questa parte di città, sì a dire la verità. È la prima volta che Harry me ne parla. E sono un po' gelosa del fatto che non abbia voluto condividere questo posto meraviglioso con me, prima." Le sorride ancora. Sembra si trovi molto più a suo agio con lei, che con me. Rose prima guarda Liz, poi me. Ci scambiamo un'occhiata d'intesa. Rose ha già capito.


"Allora cosa vi porto, ragazzi?" ci chiede


"Per me il solito. Per lei, la tua specialità."


"Cioè?" mi chiede.


"Aspetta e vedrai." Le dice Rose.


"Harry!" strizza gli occhi e si divincola dal piccolo spazio come una bimba.


"Aspetta e vedrai, Liz. Aspetta e vedrai." Sorrido compiaciuto.


Ci vuole poco prima che la donna paffuta ritorni con le nostre ordinazioni.


Rose le mette davanti un bicchiere che contiene un concentrato di cioccolata calda, cereali al cioccolato tostati ed una piccola cialda.


"Assaggia, e poi dimmi." Le dico sorridendo, sapendo già quanto le piacerà.


Obbedisce e la sua mimica facciale cambia improvvisamente, adesso ha l'espressione di qualcuno che ha appena assaggiato un pezzetto di paradiso.


"Buono, eh?" le dico, strizzando l'occhio.


Non risponde.


"Dalla tua espressione sembra quasi che tu stia per venire." Al suono di queste parole apre gli occhi e sta quasi per sputare la cioccolata, io invece, non posso evitare di ridere per la faccia sorpresa che fa nel sentirmi dire una cosa del genere.


Tossisce.


"Molto divertente, davvero. E l'avrei anche raggiunto il piacere, se tu non mi avessi interrotto sul più bello." Nel sentirle dire questo, il mio ghigno divertito non può che crescere e alla fine cede anche lei.


"Okay, okay è divertente." Ride. "Ma è davvero, davvero troppo buono."


"Lo so, sapevo ti sarebbe piaciuto."


"Grazie per questo."


"Cosa, la cioccolata?"


"No, non la cioccolata. Cioè oddio anche per quello, ma io mi riferivo a questo." Muove le braccia in aria. "Grazie per averlo voluto condividere con me."


Le sorrido. Volevo tirarla su dal casino che è la sua vita, e se per farlo devo pagarle una dannata cioccolata, lo farò.


"Per così poco?"


"No Harry. Non è poco. Non è affatto poco. Sin dall'inizio hai fatto più di quanto avresti dovuto." Mi sorride. Il suo è un sorriso caldo, sincero anche dopo tutto quello che ha passato. È fragile e forte allo stesso tempo, ed è proprio questo che la rende speciale, diversa da tutte le altre. La guardo per un istante poi le prendo la mano e l'accarezzo.


LIZ's POV.


"Per così poco?" mi dice sorridente. Come fa a pensare che tutto quello che ha fatto in questi mesi per me sia poco? Non lo è affatto, considerando anche che non era assolutamente tenuto a fare niente.


"No Harry. Non è poco. Non è affatto poco. Sin dall'inizio hai fatto più di quanto avresti dovuto."gli sorrido e lui mi guarda. Esita un istante e poi mi prende la mano e l'accarezza delicatamente. Il suo tocco è ruvido ma piacevole allo stesso tempo. Mi piace la gentilezza con cui mi accarezza, quasi come se avesse paura di rompermi in mille pezzi.


"Forse perché, sin dall'inizio sei stata molto di più di quanto saresti dovuta essere." Mi guarda, ha gli occhi fissi nei miei e io non ci sto letteralmente capendo più nulla. Senza neanche rendermene conto, i nostri volti ora sono così vicini che io riesco a sentire il suo respiro caldo contro il mio viso. Chiudo istintivamente gli occhi, sento il bisogno di avvicinarmi un po' di più. Ma non ce n'è bisogno, perché mi anticipa avvicinandosi e sfiorandomi le labbra con le sue.


Mi prende il viso tra le mani "Avevamo lasciato una cosa in sospeso all'ospedale." Il suo sguardo è malizioso e il suo tono sensuale e caldo.


Annuisco e pochi istanti dopo sento una dolce pressione sulle mie labbra che cresce d'intensità man mano che le nostre bocche entrano in contatto. Le sue labbra sono morbide e calde. La sua lingua spinge per farsi spazio nella mia bocca e io non oppongo resistenza. Le nostre lingue si rincorrono creando un qualcosa di così bello e intoccabile che mi sembra la felicità. O forse lo è.


Respiro e ricambio il bacio protraendomi verso di lui e infilando la mia lingua tra le sue labbra per intrecciarla e fonderla ancora e ancora con la sua. Harry sta aumentando la velocità e la profondità del suo bacio. Si stacca per un momento, lasciandomi vuota e desiderosa di avere ancora le sue labbra contro le mie. Ricomincia e stavolta mi morde gentilmente il labbro inferiore. Sorride contro le mie labbra quando mi alzo per sedermi su di lui e baciarlo con più aggressività.


"Mi piaci così tanto, Harry." Lo guardo negli occhi, gli accarezzo la mascella e continuo a baciarlo.


"Anche tu mi piaci, Liz." Respira e poi continua. "Mi piace che tu sia fragile e dura, timida e aggressiva allo stesso tempo. Sei una delle persone più fantastiche che conosco." ci stacchiamo ma avrei voluto che quel bacio tanto violento quanto dolce fosse eterno. Non so cosa mi succeda con Harry, ma sento che con lui non devo avere paura. Non so cos'abbia di così speciale da riuscire ad abbattere in un momento tutti i muri che mi sono costruita. Eppure lo fa, senza chiedere permesso ma lo fa e la cosa non mi dispiace, anzi. Dopo tutto questo tempo lui è l'unico che riesce a farmi sentire finalmente di nuovo viva.


»Dens:

Hei hei! Questo è il primo spazio autrice che scrivo. Volevo farvi sapere che vi amo, cioè siamo arrivati a 3K letture, e io oddio non posso crederci, quindi grazie, grazie, grazie! E dirvi che riparto ufficialmente con la storia. Mi dispiace aver smesso di aggiornare per così tanto tempo ma ho avuto un blocco dello scrittore lunghissimo, e quindi ho dovuto per forza maggiore smettere di scrivere per un po'.

FINALMENTE c'è stato il tanto atteso bacio che molti di voi so che aspettavano con ansia *sguardo malizioso*, cosa ne pensate? Voi che avreste fatto, lo avreste baciato o avreste aspettato ancora?

Ah, dimenticavo.. se riesco a scrivere anche il prossimo capitolo tra oggi e domani, per la vigilia di Natale dovrei postarvi il prossimo, e se non dovessi farcela vi faccio anticipatamente gli auguri di Natale, spero lo passiate bene e in serenità. Ricordatevi che vi amo, e ancora grazie! ♥

All the love, D x

(22.12.15 – 06.27pm)



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