Capitolo 12
"Lasciami! Non mi toccare. Ti.. ti prego non mi toccare!" Il respiro affannato mentre sento il suo alito ansimante contro il mio collo. Non può davvero andare sempre così.
"Ti prego, risparmiami. Non un'altra volta." Lo colpisco al volto con quanta più forza possibile, e lui si gira dall'altro lato, appena prende coscienza di quello che ho appena fatto mi colpisce al volto tramortendomi.
"Liz?" sento smuovermi dalle spalle.
"Liz, svegliati!" Inizia ad urlare, la voce tremante.
Perché mai dopo avermi ridotta così, dovrebbe essere preoccupato di come sto? E cosa più strana, se io sono mezza tramortita, come faccio a sentirlo?
La sua voce lentamente si trasforma e adesso non lo sento più. Al suo posto sento quella di Liam, che continua a scuotermi fin quando non apro finalmente gli occhi.
"Liam?" il cuore mi martella nel petto.
"Sì Liz, è tutto finito." Mi prende il viso tra le mani.
"Era solo un brutto sogno, ci sono io adesso." Lo abbraccio, il mio sguardo sconvolto nel ripensare a quanto tutto quello fosse reale.
Mentre abbraccio Liam, le mie pene dovute a Austin svaniscono, e in me si fa spazio un fortissimo senso di colpa per mia mamma. L'ho ingannata, e raggirata, mi hanno stuprata, e lei ne è totalmente all'oscuro. Il signor Walker ieri mi ha detto che Liam gli aveva lasciato dei recapiti telefonici, e se gli ha lasciato il mio numero di casa?
"Liam?" la voce allarmata.
"Sì?"
"Ieri, quali recapiti telefonici hai lasciato alla polizia?"
"Il tuo, e il mio."
Tiro un sospiro di sollievo, ringrazio il cielo che non gli abbia lasciato quello di casa.
"Perché?" alza un sopracciglio.
"Liz.. non dirmi che.. Jocelyn non sa nulla?"
Non rispondo.
"Liz!" gli occhi spalancati.
"Hai idea di cosa le hai e le stai nascondendo?" agita le braccia in aria.
"Le stai nascondendo uno stupro! Cazzo Liz, hai idea di come le cadrà il mondo addosso quando Walker andrà a farle delle domande e lei non avrà la più pallida idea di cosa dire perché non sa assolutamente un cazzo?"
"Lo so, Liam." È tutto ciò che riesco a dire.
So che ha ragione, e so che devo parlare con mia madre prima che Walker lo faccia al posto mio e le butti addosso tutta la verità sull'ex fidanzato stalker di sua figlia.
"Non ho avuto il coraggio, cerca di capirmi." Gli dico. Nella mia voce una punta di dramma, anche se so che non ho scusanti, una cosa così importante non può essere nascosta. Non so come la prenderei se mia figlia lo facesse a me, e so che lei si sentirà così impotente ed inutile quando le scaricherò addosso tutta la verità.
"Cosa?" sgrana gli occhi.
"Non.. non hai avuto il coraggio?"
"Beh, le ho detto una bugia sulla rottura con Austin. Volevo che a prescindere da tutto, lei continuasse a vederlo come il ragazzo perfetto che era sempre stato, che tutti lo vedeste in questo modo."
"Ma perché?" So che quello che ho appena detto non ha senso, ma ce l'aveva per me, in quel momento.
"Per amore, immagino." Faccio spallucce.
"Oh Liz.. ma cosa? Devi dirle tutta la verità, oggi."
"Che?" spalanco la bocca.
"Quello che ho detto, Liz, devi farlo."
"Le ho nascosto tutto per mesi, non puoi chiedermi di punto in bianco di cacciare fuori tutta la verità."
"Ti ricordo che adesso Austin è sotto accusa, e che noi, tutti noi, presto dovremmo assistere ad un processo, e cosa pensi risponderà tua madre quando la chiameranno a testimoniare?"
"Hai ragione.." detesto ammetterlo, ma è così.
"Ma non posso affrontarla da sola."
Si acciglia.
"Vorrei che venissi con me, quando glielo dirò."
Alza lo sguardo verso di me, e mi sorride leggermente. Non posso evitare di sentirmi in pace quando lo fa. Gli faccio segno di sedersi accanto a me, sul letto. Lui lo fa ed io chiudo immediatamente lo spazio tra di noi abbracciandolo forte.
"Posso prendere quell'accenno di sorriso per un sì?"
Annuisce, e sento poggiare le sue labbra gentili sulla mia spalla, lasciandoci un piccolo bacio.
"Grazie. Non volevo finissi in mezzo a tutto questo dramma che è la mia vita. Non era questo il piano."
"Io invece.. preferisco così." Si stacca da me e fa spallucce. È sempre così dannatamente carino.
Mi alzo dal letto, anche se il mio equilibrio è incerto e Liam deve accorrere a sorreggermi per evitare che cedendo io cada sul pavimento di questa stanza.
"Scusa.." dico in un sospiro. "Ultimamente il mio equilibrio è molto instabile, come la mia vita." Mi acciglio ripensando al casino che è diventata la mia vita. "Non so davvero come diavolo faccio a mantenermi ancora insieme, io davvero non lo so."
Improvvisamente mi viene da piangere, ma non voglio farlo davanti a Liam. Devo davvero cominciare a buttarmi questa cosa alle spalle, ma sarà difficile, visto l'arrivo dell'imminente processo contro quel.. quel mostro. Rabbrividisco al solo pensarci.
"Andrà tutto bene." Mi rassicura Liam, guardandomi per la prima volta negli occhi stamattina. Accenno un sorriso ed annuisco. "Grazie."
"Devi davvero smetterla di ringraziarmi per ogni minima cosa." Sorride.
È nel torto più assoluto. Sento di doverlo fare, questo ragazzo fa così tanto per me, che nemmeno se avessi dieci vite riuscirei a ripagarlo.
"Certo che devo." Accenno un altro sorriso. Per essere appena stuprata procede bene no? Avrò sorriso circa cinque volte da quando ha fatto irruzione in questa stanza per svegliarmi dal mio incubo.
Lo fisso, poi il mio sguardo si posa su un punto vuoto dietro di lui. Mi sento in continua tensione, come se mi trovassi in mare aperto, e dovessi arrivare a riva, ma non so nuotare. Il dolore si fa strada in me ad intermittenza, e quando arriva, mi trascina al di sotto con lui.
"A cosa stai pensando, Liz?"
"A quanto vorrei che tutto questo fosse solo un incubo, Liam. Sono davvero stanca di tutto questo dolore. Perché poi nel dolore non vedi lati positivi, perché è l'unica emozione che non ne ha, non puoi vedere il bicchiere mezzo pieno, non esiste. Il dolore è così, e quando arriva non ti lascia più. Inoltre non ho davvero idea di come affrontare mia madre dopo questo. Lei è molto sensibile, e sapere che sua figlia, la sua unica figlia e unico appiglio in questa vita l'ha ingannata.. non la prenderà bene, Liam, lo so. La conosco troppo bene, quasi quanto conosco te."
Liam non può far altro che rivolgermi uno sguardo compassionevole, sa quanto a mia madre farà male, ma è troppo gentile da non dire niente per non peggiorare ulteriormente la situazione.
"Quando hai intenzione di parlarci?"
"Pensavo oggi pomeriggio." Sospiro. "Attualmente dovrei essere al campus.. e anche tu." Gli ricordo.
"Tu vieni prima della WSU, Liz."
Ho le lacrime agli occhi. Cosa posso dire a questo ragazzo se non grazie per tutte le volte che poteva tranquillamente fregarsene e invece è stato lì a sorreggermi?
Con le lacrime ancora sotto gli occhi gli sorrido.
"Vorrei davvero che andassi al campus, oggi. Passa un po' di tempo con Danielle, e ringrazia sia lei che Harry. Io resterò qui, o non so, magari io e tua mamma possiamo approfittare per passare un po' di tempo insieme, se è a casa certo.."
"Sei sicura?"
"Sì. E poi, devo prepararmi per oggi pomeriggio, sarà una conversazione molto importante. E da quella, dipende il mio rapporto futuro con mia mamma. Sicuro come la morte, non le nasconderò più nulla."
"Okay, ma stai tranquilla, andrà tutto bene." Dice ed esce dalla stanza.
***
Liam è andato via circa tre ore fa, ed io sono tre ore che sono rinchiusa tra queste quattro mura, fissando fuori dalla finestra in silenzio. Sto abbastanza bene in questo momento, anche se so che i ricordi dell'aggressione possono riaffiorare ad intermittenza da un momento all'altro. È così frustrante, sono costretta a combattere contro questo dolore lancinante nel petto per evitare che mi trascini al di sotto. Sento mancarmi il respiro quando tento per un minuto di chiudere gli occhi, ed immediatamente immagini di Austin che irrompe in casa di Liam penetrano sotto le mie palpebre. Posso ancora sentire la rabbia nella sua voce, e la stretta decisa intorno al mio braccio. Scrollo la testa per rimuovere quei pensieri.
Se resto chiusa qui dentro impazzirò. Decido quindi di sistemarmi più in fretta che posso e scendere al piano di sotto. Spero che non ci sia Brooke, le immagini di Austin che piomba in casa sua, sono ancora troppo fresche, e non sono sicura di voler affrontare una conversazione con lei, dopo tutto quello che è successo. Immagino non riuscirei neanche a guardarla negli occhi, per i molteplici danni che le ho causato.
Scendo silenziosamente in cucina, ma lei c'è. È seduta sulla penisola di marmo, che sorseggia una tisana.
"Buongiorno, cara."
"Buongiorno.." prendo uno sgabello e mi siedo di fronte a lei.
"Come ti senti? Hai voglia di un po' di thè? Ne è avanzato un pochino, ed è ancora caldo." Le sue premure verso di me, mi lusingano. Sento di essere davvero importante per queste due persone.
"Oh.. uhm, immagino che un po' di thè non possa farmi male." Dico evitando la prima domanda. Sto bene, credo. Fa per alzarsi, so per certo che vuole servirmi, ma non glielo permetto. Lei è la padrona di casa, non una domestica.
"Lascia, faccio io." Le dico, togliendole dalle mani la teiera di porcellana e versandomi un po' di liquido marroncino in una tazza. Mi risiedo.
"So che non sono Liam, ma non sai quanto vorrei aiutarti in questo momento."
"Credimi, lo state già facendo.. mamma." Sono cosciente di averla appena chiamata mamma, e non me ne pento. Deve sapere che per me è come una seconda madre.
"Come?" Gli occhi lucidi.
"Ho detto, mamma." So che questo è davvero importante per lei, e lo è anche per me. Sorride. In pochi secondi si crea un silenzio tra di noi, ma la stanza si riscalda, e la paura che avevo prima nell'affrontarla è svanita completamente. Qualche minuto dopo, cerco di rompere il silenzio e di ristabilire contatto tra di noi.
"Sai, sto diventando davvero pazza in quella stanza." Dico mentre giocherello nervosamente con le dita. "E questo pomeriggio Liam mi accompagnerà a parlare con mia madre, e sono davvero nervosa."
"A proposito di Liam.. credo ci sia rimasto male ieri sera, quando Harry giusto?"
"Sì."
"Quando Harry ti consolava."
"Lo so, ma credimi non era mia intenzione Brooke. Liam è molto importante per me, molto più di quanto tutti voi pensiate, ed è proprio per questo che lo voglio al mio fianco oggi pomeriggio. È il mio migliore amico, e c'è davvero sempre per me, ma ho paura che a lungo andare lo perderò. E cosa farò allora? Cosa ne sarà di me?"
"Questo non accadrà, Lizzie, tranquilla." Mi rassicura.
"Bene.. nel mentre cosa vuoi fare?"
"Non lo so.. mi piacerebbe starmene da sola per un po' in un posto tranquillo. Beh, non proprio da sola. Voglio che qualcuno stia con me. Te magari?" propongo.
"Io?" inarca un sopracciglio.
"Sì. Mi piacerebbe davvero passare più tempo con te." Dico e lo penso davvero.
"Bene, cosa ne dici se per le prossime due ore ce ne andiamo al lago? Liam non sarà a casa prima delle tre immagino, perciò abbiamo tutto il tempo." Sorride di un sorriso caldo e confortante.
Ci penso un po' su, ma non posso davvero dire di no a questa donna che per me sta dando il mondo.
"Va bene, direi che è perfetto. Ma non lasciarmi sola neanche un attimo, ti prego. So che ci saranno altre persone, ma comunque voglio averti vicina."
Annuisce.
***
Mentre siamo in viaggio ne approfitto per non pensare, stiamo facendo questa gita proprio per questo no? È questo lo scopo, non farmi pensare, giusto? Direi che per ora sta funzionando Brooke sta facendo di tutto, pur di non farmi pesare questa cosa, e non posso far altro che ringraziarla silenziosamente per questo.
L'abitacolo è piccolo e caldo, e l'odore di lavanda mi invade i sensi. Prima che possa accorgermene, Brooke sta cantando "Jolene" di Dolly Parton, deve avere qualche un disco in riproduzione, so quanto l'adora. Pur essendo una canzone-supplica, lei la canta col sorriso e ne sono felice. Circa cinque minuti dopo, arriviamo a destinazione, parcheggiamo e ci sistemiamo nel prato verde, accanto ad un pesco in fiore, è meraviglioso. Questo ambiente non potrebbe farmi del male. Cinque minuti che sono qui, e il mio umore sembra alle stelle, rispetto a qualche ora fa, è chiaro.
Sistemiamo la tovaglietta a quadri bianchi e rossi e il cestino, sperando che le formiche non ci giochino un brutto tiro. Appena ci sediamo, inizio ad assaporare l'odore di libertà intorno a noi, mentre Brooke si dimena disperatamente alla ricerca di qualcosa.
"Va tutto bene?" le chiedo vedendola preoccupata.
"Sì.. sì. No in realtà no. Non trovo il cellulare, e sono sicurissima di non averlo lasciato a casa. Tu hai il tuo?"
"No.." ammetto. L'ho lasciato nella camera dove ho dormito ieri notte, e dopo tutto quello che è successo, il cellulare è uno dei miei ultimi pensieri al momento.
"Allora abbiamo un problema.." dice mordendosi il labbro. Ha il mio stesso vizio.
"Cioè?" dico. E se mi lascia qui?
"So di averti detto che non ti avrei lasciata sola, ma non trovo il cellulare, e ci serve. Può servirci per qualsiasi cosa. E se chiama Liam? E se rimaniamo bloccate in mezzo a qualcosa?"
"Okay, okay. Stai calma. Non ti preoccupare per me, resterò qui ad aspettarti, ma torna presto."
"Grazie per la comprensione." Dice e scappa via.
Passano dieci minuti, sono tranquilla. Il sole splende, l'acqua del lago è calma e ci sono tantissime persone intorno a me. Mantieni la calma, Liz. Mantieni la calma, andrà tutto bene. Passo altri quindici minuti a tranquillizzarmi, a ripetermi tra me e me, che nessuno qui oserà sfiorarmi con un dito, e che soprattutto, lui non potrà assolutamente toccarmi, stavolta per davvero.
Inizio a rilassarmi davvero dopo circa mezz'ora, ma Brooke ancora non si vede. Mi allontano leggermente dalla tovaglia per chiedere a qualcuno se l'ha vista, ma la risposta è sempre negativa. Decido quindi di tornare alla tovaglietta e aspettarla, nel caso si faccia viva da un momento all'altro. Dalla noia, inizio a tirare sassolini nel lago fin quando non sento un tocco sulla spalla, mi volto, non è Brooke, ma Louis..
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