Capitolo 11

Apro la porta, è Austin. Con quale coraggio si presenta a casa mia, dopo aver ridotto la mia migliore amica così?!


"Miller." Incrocio le braccia.


"Liam." I suoi occhi iniettati di odio.


"Dov'è lei?" continua, la voce apparentemente calma e impassibile.


"Miller, vattene!" urlo, non deve avvicinarsi a lei, mai più.


In un momento si scaglia contro di me, mi afferra la maglietta. Il suo viso a pochi centimetri dal mio.


"Non lo ripeterò ancora, Payne: Dove cazzo sta Elizabeth?!"


Volto lo sguardo verso il divano, vedo Liz farsi piccola piccola e Danielle abbracciarla per darle quanta più rassicurazione possibile.


"Ho detto di lasciarmi, vattene. Non ti vuole vedere." Gli do uno spintone e lo mando via da dosso a me. Si volta anche lui e la vede, merda. Cerco di bloccarlo ma mi spinge via e a grandi passi si avvicina a lei.


LIZ'S POV.


Spinge Liam che sbatte contro lo spigolo di uno scaffale e finisce a terra. Austin lo ignora, e si affretta a grandi passi verso di me. Stringo la mia presa su Danielle, ho davvero paura stavolta e non posso nasconderlo più. Harry mi guarda con occhi sbarrati tentando di capire cosa sta succedendo.


Austin mi prende per un braccio: "Alzati, Liz!"


La stretta tanto forte da farmi quasi uscire le lacrime.


"Ho detto di no, Austin, lasciami!" mi da uno schiaffo.


Le facce incredule e sgomente di Harry e Danielle non mi sono per niente d'aiuto in  questo momento.


"Austin lasciami in pace per favore." Le lacrime non possono che affiorare a questo punto. Sento le guance accaldarsi e bagnarsi lentamente mentre guardo in faccia il mio carnefice, come mi ha ridotta. Sono uno straccio. Gli occhi scavati, le guance rosse e le labbra piene sono gonfie.


"Lasciami!" ripeto urlando. A quel punto Harry sembra riconnettersi con quello che sta succedendo in questo dannato salotto. Voglio davvero che mi lasci in pace, non posso più continuare così.


Harry lo richiama da dietro toccandogli la spalla, Austin si gira e viene colpito da un pugno così forte da farlo finire a terra.


"Non devi fottutamente toccarla più, Cristo!" gli occhi iniettati di rabbia. Non posso credere che il dolce e premuroso professore di arte sia questo stesso ragazzo arrabbiato che ora è in piedi davanti a me.


Austin è a terra, con la mascella e il naso sanguinanti. Cerco di elaborare quanto è appena successo, e non so davvero come ringraziare questo ragazzo che fa sempre così tanto per me. Lo guardo ma non riesco a dire una parola. Dal modo in cui mi guarda e accenna un sorriso però, posso dire che i miei occhi hanno parlato per me.


"E adesso chiamate un dottore per questo stronzo, e la polizia." Dice, il tono ancora furioso.


***


Danielle si offre di chiamare la polizia e così fa. Dopo circa venti minuti la pattuglia del quartiere è qui, fuori da casa di Liam. Entrano tre uomini, due portano via Austin e uno rimane seduto davanti a me.


"Signorina Johnson.."


Non rispondo. Non so davvero cosa dire a quest'uomo dagli occhi nocciola e i folti baffi che cerca di relazionarsi a me, proprio ora.


"Il signor Miller in questo momento è in viaggio verso il commissariato, ma prima di arrestarlo, purtroppo, abbiamo bisogno della sua testimonianza, signorina Johnson."


"Che cosa?!" Sento la voce roca di Harry dietro l'uomo in divisa.


"Lei crede davvero che sia il caso di interrogarla, signor Walker? Sul serio? Dopo tutto quello che ha passato dovrebbe rivivere tutto ciò?" Agita le braccia in aria. Questo ragazzo riccio così preoccupato per me, mi conforta.


"So che è molto difficile e doloroso, rivivere quanto le è accaduto signorina, però non possiamo arrestare qualcuno senza un minimo di testimonianza, capisce?"


Annuisco.


"Bene, possiamo parlare qui?"


"Io.." la voce incerta.


"Non lo so, immagino di sì." Cerco di farmi forza, devo se voglio che Austin finisca dentro e smetta per sempre di essere un problema per me.


"Bene, signorina."


Sentiamo la porta aprirsi, è Liam con sua madre. Lei si affretta verso di me, abbracciandomi.


"Come stai, cara?" mi prende il viso tra le mani.


"Ma cosa ti hanno fatto?! Povera bambina mia." La particolarità della mamma di Liam, è che ha un cuore enorme, tanto che mi ha sempre considerato non come un'amica di Liam, ma come una vera e propria figlia.


Il signor Walker si schiarisce la voce.


"Lei è?"


"Brooke Payne. E invece lei?" si mette sulla difensiva.


"Nathan Walker, al vostro servizio, e della signorina." Si toglie il cappello e china il capo.


"Non ora. Andate via." Ordina, mamma si agita se le toccano i cuccioli.


"Ma.. questo vuol dire che dovremmo rilasciare il signor Miller." Protesta lui.


"No, affatto. Prima di interrogare la signorina Johnson, dovreste interrogare quel bruto che l'ha ridotta in questo stato. Non crede, signor Walker?" alza il sopracciglio.


Annuisce.


"Il suo amico ci ha lasciato dei recapiti telefonici, signorina Johnson, la chiameremo quanto prima, arrivederci." Ed esce dalla porta.


Harry e Danielle rientrano e Brooke offre a tutti di rimanere per la cena, io dovrei chiamare mia madre, anche solo per farle sapere che va tutto bene, dopo tutto sono due giorni che non ha notizie di me.


"Io.. dovrei fare una telefonata."


"Oh no, cara. Ci penso io ad avvertire tua madre."


Brooke va nell'altra stanza e compone il numero di casa mia che conosce a memoria, ormai.


"Sì, Jocelyn."


"Sì, Elizabeth è qui."


"No, non tornerà a casa stanotte, sarà mia ospite, dormi pure tranquilla."


"Sì, sì. Buonanotte, a domani."


Torna da noi nella stanza.


"È tutto sistemato Liz, vi preparo la cena."


"Il pollo va bene per tutti?"


Tutti annuiscono, ed io invece "protesto".


"Per me va bene un semplice thé, grazie. Sai, non, non ho molta fame."


Mi guarda con uno sguardo compassionevole, annuisce e sparisce in cucina.


***


Harry si siede accanto a me, avvolgendo le sue braccia intorno a me.


"Harry, non.. non toccarmi. Ti prego."


Si scansa delicatamente, so di avergli fatto male, involontariamente l'ho ucciso e mi dispiace tantissimo.


"Mi.. mi dispiace." Faccio uno sforzo, e riprendo il suo braccio possente e lo avvolgo intorno a me. Sorride, il suo tocco è gentile, a differenza di quello di Austin, il suo è delicato, caldo e per niente invasivo. Inizio a sentirmi davvero a mio agio fra le sue braccia, tanto che mi viene naturale poggiare la testa all'interno della sua spalla.


Danielle ci guarda, gli occhi pieni di quella che sembra evidente complicità, sta guardando Harry. Anche senza guardarlo so, per certo che sta sorridendo, e che sta sfoggiando quelle meravigliose fossette.


"Come ti senti, Liz?" mi chiede Liam, ora che sembro sentirmi in pace, tra queste braccia, anche se chiaramente non dovrei. La sua domanda, provoca in me un'evidente paura.


"Come vuoi che mi senta, Liam?" Il mio tono calmo e gentile, nonostante io sia tutt'altro che calma, ma lui è il mio migliore amico, e da quando questa storia ha avuto inizio, è quello su cui ho sfogato maggiormente le mie frustrazioni, e non se lo merita.


"Come vuoi che mi senta, Liam? È tutto così complicato. Non voglio più stare da sola, non voglio più nascondere niente, perché tu non hai mai saputo com'è realmente andata, quanto dolore ho provato a nascondere sempre tutto dietro una risata. Ho sempre paura che ci sia lui dietro di me. Non, non lasciatemi sola, vi prego." Gli occhi spalancati pieni di terrore. Sto iniziando a sudare freddo e tutti se ne accorgono, ma Harry li respinge, con gentilezza, ma li respinge, e mi stringe ancora più forte, e questo non può che confortarmi maggiormente.


Le lacrime iniziano a scendere, mentre ricordo ogni singolo istante di quei maledetti giorni infernali, Harry è ancora qui accanto a me, a stringermi forte e a dirmi che tutto si sistemerà, che non sarò più così vuota, e Liam immobile mentre guarda la scena. Posso dire che si sente impotente in questo momento, e mi sento così in colpa per questo. Proprio in quel momento, entra Brooke nella stanza, con la mia tazza di thé e i loro piatti di pollo.


Sgrana gli occhi, vedendomi ridotta così. Sta per affrettarsi vicino a me, ma Liam la blocca: "È meglio, che se ne occupi Harry, mamma."


"Ma.."


"Ascoltami, mamma. So quello che dico."


Con il cuore distrutto, Brooke torna in cucina per lavare i piatti. Io bevo in fretta il mio thé, e mi affretto nella camera degli ospiti, senza neanche salutare. So che ho detto di non voler stare sola, ma ho bisogno di elaborare quanto è successo, e devo farmi forza da sola, non posso sempre ripiegare le mie disgrazie su questi poveri ragazzi. Una volta al piano di sopra, sento Liam salutare Harry e Danielle, e richiudere la porta. Si affretta in cucina per dare una bacio a sua madre e ritirarsi per venire da me.


Sale e mi viene incontro.


"Bene, sei ancora sveglia."


"Beh, sono salita ora." Tento di fare un sorriso, con scarsi risultati.


"Beh.." si gratta il retro della testa.


"So che hai detto espressamente di voler stare sola, ma credo sia meglio che tu dorma con me, stanotte."


"No Liam. Tranquillo, posso.. posso farcela." Il cuore mi martella nel petto, non sono pienamente convinta di quanto ho appena detto, ma devo provarci.


"Buonanotte, ti voglio bene." Sforzo un sorriso.



Mi alzo sulle punte per dargli un bacio sulla guancia, chiudo la porta alle mie spalle, e mi avvio sul letto, qui il sonno mi intrappola lentamente e con enorme fatica, ma con mia grande fortuna succede, e riesco a dormire un po'.

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