💙Capitolo 12💙

Aeroporto di Roma,
23 Settembre 2022

«Yamir, sembra che la fortuna sia dalla nostra parte. Si stanno dirigendo a Roma, il loro aereo atterra tra venti minuti,» annuncia Alfonso, raggiungendo Yamir dopo aver ritirato i bagagli.

«Perfetto,» risponde l'uomo, un sorriso compiaciuto sfiora le sue labbra. Tuttavia, una leggera inquietudine lo assale. Questo cambio di destinazione sembra troppo scontato e Ferit non è tipo da facilitargli le cose.

Cosa sta realmente tramando suo cugino?


«Arya, se ti fa sentire meglio, posso aspettarli qui con te.» dice Ferit vedendomi agitata.

Siamo appena atterrati a Roma e sto aspettando i miei genitori all'aeroporto. Mio "marito" ha avuto la brillante idea di scrivergli un messaggio da parte mia, e ora non so con che faccia dirò loro il motivo del mio ritorno. La tensione mi attanaglia mentre ci avviciniamo all'uscita.

🌎

«Come faremo a sposarci con così poco preavviso?» chiedo in preda all'agitazione.

Ferit mi guarda con un sorriso rassicurante.

«Alla fine bastano due firme, no? Ho pensato che potremmo organizzare una piccola cerimonia, che non attiri l'attenzione dei media e, soprattutto, di Yamir. A meno che tu non voglia farlo qui. Ora.» Rimango senza parole per un momento, cercando di assimilare ciò che mi ha appena detto.

L'idea di sposarci in aereo è tanto strana quanto affascinante. Il lampo di follia che balena nei miei occhi non sfugge a Ferit, che si avvicina, quasi con cautela, il suo respiro caldo sfiora la mia pelle mentre si china leggermente per sussurrarmi all'orecchio.

«Sai, ogni comandante, sia a bordo di una nave che di un aereo, in virtù della sua funzione di ufficiale civile, può celebrare matrimoni.» La sua voce, calda, risuona nel mio intimo, mandando brividi lungo la mia spina dorsale. Non posso negare di sentirmi eccitata per via della situazione e, della vicinanza, tanto da chiudere gli occhi e inalare il suo profumo, una miscela di sandalo e muschio che mi avvolge come un abbraccio, mescolato al fresco aroma di menta che si diffonde nell'aria con ogni suo respiro.

Il calore del suo corpo che si irradia verso di me, l'elettricità che sembra crepitare nell'aria tra noi.

«Facciamolo.» dico sorpresa dalla mia risposta.

Ferit continua a guardarmi, i suoi occhi, che di solito sono pieni di calma e sicurezza, ora mostrano una scintilla di incredulità. Rimane immobile per un momento, come se stesse cercando di capire se le mie parole sono reali o frutto di un'emozione passeggera.

Solleva una mano e la posa delicatamente sulla mia guancia, il tocco delle sue dita è leggero come una piuma, ma carico di una passione che mi fa desiderare di avvicinarmi ancora di più.

«Sei sicura?» chiede, il tono della sua voce ora è un sussurro roco, trattenuto a stento.

Il mio cuore batte all'impazzata, sento il sangue pulsare nelle vene, mentre annuisco lentamente.

«Sì, Ferit. Facciamolo. Non possiamo più tornare indietro.»

Lui inspira profondamente, poi il suo sguardo si addolcisce.

«Va bene.» Si alza con un movimento deciso, i suoi occhi non lasciano i miei nemmeno per un istante. Lo vedo scambiare alcune parole con una figura in uniforme, probabilmente il copilota. Le loro espressioni sono serie, ma dopo pochi istanti, vedo un cenno di assenso.

Sento una scarica di adrenalina attraversarmi. La decisione è presa, e non c'è più spazio per i dubbi. Ora, dobbiamo solo andare avanti e affrontare ciò che ci aspetta.

🌎

«Questo appartiene a te,» dice porgendomi delicatamente il mio telefono. Le sue dita sfiorano le mie mentre afferro il telefono, il contatto è breve ma mi lascia una scia di calore.

«Ho già salvato il mio numero in rubrica,» aggiunge Ferit prima di allontanarsi. La sua voce è calma, ma posso percepire la tensione sottostante. I suoi occhi scuri cercano i miei, come per assicurarsi che sia davvero pronta per affrontarli.

«Ti chiamo più tardi.» rispondo, cercando di mantenere la voce ferma per via dell'agitazione. «Grazie.» sussurro mentre si allontana, la sua figura si staglia contro la folla in movimento.

Non riesco ancora a crederci, siamo sposati.

***

«Arya, intendi prendere come tuo marito il qui presente Ferit?»

«Sì, lo voglio,» rispondo con voce ferma, voltandomi verso Ferit.

I suoi occhi scuri incontrano i miei, con una dolcezza che mi fa tremare.

«Ferit, intendi prendere come tua moglie la qui presente Arya?»

«Sì, lo voglio,» sussurra deciso.

«A seguito della vostra risposta affermativa e dal potere a me conferito come ufficiale civile, io, comandante della Boeing 300, vi dichiaro in nome della legge marito e moglie,» annuncia il comandante con un sorriso soddisfatto.

La mia mente è in subbuglio, eppure tutto sembra rallentare mentre le sue parole riecheggiano nell'aria. Siamo sposati. Ferit si avvicina, passandomi la penna per il rilascio delle firme.

I passeggeri intorno a noi applaudono, e per un attimo mi ero completamente dimenticata della loro presenza. L'imbarazzo mi travolge, peggio di quando applaudono ad ogni atterraggio.

***

«Principessa. Aspetti qualcuno?» una voce, quasi familiare, mi fa voltare e mi trovo di fronte a due occhi blu come il mare in tempesta.

«Scusi?» chiedo, cercando di ricordare dove l'ho visto prima. Il suo volto mi è stranamente familiare, ma non riesco a collocarlo.

«Ti ho vista qui sola e pensavo aspettassi qualcuno,» dice con un sorriso enigmatico. I suoi capelli neri, folti e tirati indietro in un taglio corto, mettono in risalto i suoi zigomi scolpiti e la mascella definita. Indossa una camicia bianca impeccabile che si adatta perfettamente alla sua figura snella ma muscolosa, rivelando un'eleganza innata. Il suo profumo, una miscela di legno di cedro e geranio, fluttua nell'aria.

Mi perdo nei suoi occhi magnetici, che sembrano travolgermi in uno tsunami di emozioni.

«Ci siamo già visti?» domando, cercando di riportare la mia attenzione alla realtà.

Lui inclina leggermente la testa, con un sorriso intrigante sulle labbra. «Forse, in un sogno,» risponde con una sfumatura di mistero nella sua voce. «O forse il destino ci ha fatto incontrare di nuovo.»

Sgrano gli occhi riportando alla mente i ricordi di Doha che continuano a riaffiorarmi come dei flash e lì una morsa di frustrazione mi stringe il petto.

"IL PRINCIPE!"

"Bene Arya. Dopo questa puoi tranquillamente sprofondare."

Come diamine ho fatto a dimenticarmi di lui?

Volto lo sguardo altrove, cercando disperatamente di sfuggire dai suoi occhi che sembrano avermi presa di mira, chiedendomi se sia meglio continuare il dialogo con lui o affrontare i miei genitori che stanno venendo nella mia direzione con l'aria di chi ha già troppe domande e poche risposte.

Ogni passo che fanno verso di me sembra rallentato, come in un film in cui sai che sta per succedere qualcosa di terribile. Devo immediatamente allontanarmi prima che l'ira che leggo negli occhi di mia madre folgori anche lui, ma lei mi precede avvicinandosi con una mano tesa. Chiudo gli occhi, preparandomi a ricevere lo schiaffo, ma quel che succede mi lascia di stucco: mi abbraccia.

«Figlia mia. Sei tornata da me.» Le sue parole sono un sussurro dolce e incredulo.

Non riesco a trattenere le lacrime, che mi rigano le guance arrossate. Sento il suo profumo familiare, un mix di lavanda e qualcosa di indefinibile che mi riporta a casa. Le sue braccia mi stringono con una forza che non credevo avesse più, e io mi aggrappo a lei, singhiozzando senza riuscire a fermarmi.

Mio padre ci guarda commosso, assecondando l'abbraccio con un sorriso che gli illumina il volto, le sue mani ruvide mi accarezzano il viso con una tenerezza che spezza il mio cuore. Il suo tocco che mi ricorda tutte le volte in cui mi ha confortato da bambina.

Poi, si gira verso l'uomo che è rimasto lì a guardarci, con le mani infilate nelle tasche della giacca e rivolge nuovamente lo sguardo su di me, con orgoglio evidente negli occhi.

«Vedo che hai già conosciuto Yamir.»


💙- Angolo Autrice -💙

Cari lettori, al mio tre scatenate l'inferno 🙈Ebbene sì, ho leggermente scombussolato quella che era la linea della storia, ma sono convinta che questo nuovo sprint vi piacerà un sacco.
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate.
Con affetto
Caliry 🦀

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