CAPITOLO 41

Fucili. Pistole. Coltelli. Dardi tranquillanti. Reti in argento. Taser. Manette. Tirapugni. Corde. Cappucci. Bende.

Gli uomini di Marius avevano ricevuto la tanto attesa chiamata. Avevano dieci minuti per prepararsi e agire. Marius si era raccomandato di essere celeri. Non dovevano dargli tempo di organizzarsi. Quelle leonesse sembravano sveglie, ma lui di più. E aveva capito che c'era qualcosa sotto.

I cecchini appostati costantemente fuori Villa King durante quei giorni di attesa erano rientrati per armarsi a loro volta.

Veloci e puliti. L'ordine era di prendere le leonesse, tutte quante. Vell soprattutto. Chiunque avessero incrociato sulla strada oltre a loro poteva essere eliminato. Nessun limite, nessuna esclusione. E completa libertà d'azione dopo il prelievo. Se volevano saccheggiare la villa, be'... Marius gli dava la propria benedizione.

Luke iniziò a riempire le varie fondine. Con la coda dell'occhio continuava a guardare le foto delle leonesse. Sette, otto con Vell. Erano venticinque uomini. Erano in netta superiorità numerica. Se avessero fatto resistenza, per loro sarebbe stata la fine.

«Il capo ha detto che la King va lasciata in Villa» disse infine, tirando la cinghia della fondina ascellare. Ghignò. «Ha detto di massacrarla di botte... abbastanza da far sì che sopravviva fino al rientro del fratello.»

Il gruppo di iene rise.

«Crudele come al solito» berciò uno, imbracciando il fucile e dirigendosi verso il furgone. Avevano preparato tutto, perfino il furgone con integrata la gabbia in argento. Le avrebbero buttate tutte lì dentro.

I Sinnal, quei leoni di second'ordine mai accettati dal mondo dei King, gongolarono felici. Non vedevano l'ora che Marius mettesse le mani su Vell e a loro lasciasse le altre. Avevano in progetto nottate oscene e immonde torture. Nessuna si sarebbe salvata alla loro sete di piacere e vendetta.

E le avrebbero ingravidate. Tutte. Nessuna esclusa. Volevano mettere su un gran harem, un gran branco di leoni di seconda generazione. E fanculo tutti i King.

«Possiamo ferirle?» domandò una iena, rigirandosi tra le mani un serramanico. L'idea di fare del male a qualche femmina lo entusiasmava. Aveva sempre avuto un malsano rapporto con l'altro sesso.

«Marius ha detto che potete anche divertirvi, se volete. Con tutte tranne che con Vell, ovviamente.»

Ovviamente. Lei era sua. Il suo trofeo. Il suo giocattolo. E non vedeva l'ora di metterci sopra le mani. E farle chissà cosa.

«Anche con la King?» ghignò uno. Era uno di quelli che l'avevano trascinata fuori dal camerino, per parlare con Marius davanti alla videocamera. Il modo di fare di quella leonessa, così cocciuto e fiero, gli era rimasto in testa. E anche un po' più in basso.

Luke lo guardò con disgusto. Non amava quando i propri uomini pensavano in quei termini ma non era nessuno per negargli una bella scopata di lusso, con una verginella. Perché sì, si capiva lontano un miglio che quella King era vergine. «È necessario?»

L'altro scrollò le spalle. «No. Ma sarebbe un gran smacco per il fratello.»

Sarebbe un suicidio, pensò il capo delle iene. Però non lo disse a voce alta, si limitò ad aprire la porta e prepararsi per uscire. «Sei libero di far quello che vuoi... ma sappi che se vai oltre i limiti che ci ha dato Marius e lei muore subito... ci ammazzerà tutti. Lo sai.» Tacque un attimo e sospirò. Di tutta quella faccenda gli stupri erano la cosa che più lo repellevano. «Per la King ci sono dei progetti precisi, hai sentito. Limitatevi a massacrarla di botte... così tanto che le restino le forze solo per riferire al fratello ciò che è accaduto.» Il suo uomo, seppur con rammarico, annuì. Niente stupro quindi, peccato. Quella King doveva a Luke un favore. Un grosso favore. Meglio morire integre che morire stuprate.

Inoltre conosceva l'avidità dei propri uomini, la ragazza non sarebbe sopravvissuta abbastanza per dire ad Arthur King che fine avessero fatto le altre.

E invece, quello era ciò che a Marius interessava di più.

Lui voleva che Arthur lo raggiungesse sul suo territorio. Lui voleva che lo sfidasse, voleva che combattessero. Ormai non era più nemmeno la questione di aver dato asilo a Vell ma più una questione di orgoglio.

Marius King non poteva permettere che un altro King gli mancasse a quel modo di rispetto. Doveva far in modo che fosse chiaro a tutti. A tutti gli altri King. E quale modo migliore se non ammazzarne direttamente uno?

Era una follia? Sì. Ma del resto, non erano affari che riguardavano Luke. Lui eseguiva solo degli ordini. Gli bastava essere pagato e avrebbe venduto al Diavolo perfino l'anima della madre.

«Forza, andiamo. Non diamo loro tempo di scappare.»

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