Chapter seventeen-Notes-
Lily
È la solita mattina di fine ottobre. Il vento freddo continua ad aumentare sempre di più e l'acqua del lago nero comincia a farsi più fredda. L'aria diventa sempre più fresca, una delle cose che preferisco.
Ho sempre amato il freddo. Secondo me è la la stagione perfetta. Puoi startene seduto sul divanetto davanti al fuoco con una bella tazza di cioccolata calda sulle gambe e un bel libro tra le mani. Oppure puoi rimanere in dormitorio con le tue amiche, con cui potresti fare pigiama party e rimanere svegli fino a tardi.
«Lily, mi presti la gomma?»mi chiede ad un certo punto Frank, seduto all'altro banco accanto ad Alice. Io infatti oggi sto con Lene, la quale mi ha appena richiamata.
«Si, tieni.»le dico passandogliela mentre cancella qualcosa dal quaderno su cui stava scrivendo i...i compiti? Stanno dando i compiti e non ero attenta?
«Per la prossima volta dovete farmi un tema di una pagina e mezza sull'incantesimo "Expecto Patronum". E...beh, potete andare.»aggiune poi il professore quando sente la campanella suonare e gli studenti dell'ultimo banco alzarsi. E per studenti dell'ultimo banco intendo i Malandrini.
Quei quattro si precipitano subito fuori mentre io aspetto che anche gli altri escano per chiedere un favore ad Alice.
L'ultima volta non sono stata abbastanza attenta alla lezione di Binns, anzi, penso di essermi addormentata sul banco ad un certo punto. Avevo fatto le ore piccole la notte prima e non ho preso tutti gli appunti. Avrei chiesto a Remus, non fraintendete, ma lui è molto più bravo in Storia della Magia, ma quel giorno era assente e lei è la mia seconda opzione.
«Eih Ali, devo chiederti se mi presti i tuoi appunti di Stor...»ma non mi lascia nemmeno finire la frase perchè allunga una mano verso il mio volto, come a farmi capire di tacere, ció che faccio.
«Risparmia il fiato, li ho già prestati a Frank. E oggi pomeriggio studieró con lui. Se vuoi unirti a noi...»ma io scuoto subito la testa. L'ultima volta che ho studiato con loro mi è venuto solo un forte mal di testa per tutte le frasi zuccherate che si sono detti quei due.
Che schifo l'amore.
«Fa niente, chiedo a Minus.»la informo poi. Come terza scelta ho lui. Non conosco molta gente in quel corso, e lui è uno delle cinque persone che conosco.
«Minus!»grido io richiamandolo appena esco dalla stanza ritrovandomi in corridoio. Lo vedo insieme ai suoi amichetti mentre stanno per girare l'angolo che li porterà in Sala Grande. Si fermano tutti e quattro d'impatto, e per un attimo sembra quasi che si aspettino una punizione.
Quanto sarei contenta di vedere il viso di Potter incazzato per un'ennesima punizione che gli terrà occupato il pomeriggio per gli allenamenti di Quidditch.
«Mi presti i tuoi appunti?»gli domando avvicinandomi un po' di più, mentre sento l'attenzione degli altri tre puntata su di me.
«Mi spiace Lil...Evans, li ho persi.»si giustifica lui. Io alzo gli occhi al cielo e penso che la mia reputazione sta andando a farsi fottere mentro mi volto verso Black. Quest'ultimo alza le mani e poi fa spallucce dicendo:
«Io non prendo appunti.»allargo le narici e sospiro profondamente voltandomi con tutta la più calma possibile verso quel coglione di Potter.
«Hai qualcosa da dirmi, Evans?»mi domanda lui mettendo le braccia dietro la schiena e facendomi un sorrisetto. Chiudo gli occhi, dicendomi che non dorei fare quello che sto per fare. Eppure lo devo fare.
Caspita, basta fare.
«Miprestiituoiappunti?»gli chiedo il più velocemente possibile e abbassando lo sguardo per non incrociare i suoi occhi e perdere quel poco di autostima che mi rimane.
«Scusami, non ti ho sentita bene.»dice poi lui facendo finta di tendere l'orecchio verso di me sorridendo sornione con una faccia da vero idiota patentato.
«Ti ho chiesto gli appunti.»ripeto a denti stretti. Lui ghigna e apre la borsa da cui tira fuori un foglio appallottolato. Me lo passa e, appena lo rendo di nuovo quello che più possibile assomiglia ad un foglio di carta integro, noto il macello che c'è scritto lì sopra.
«Ma non ci capisco niente!»mi lamento io lanciandogli delle occhiatacce di fuoco mentre lui continua a ghignare convinto. Ma cos'ha da ridere?
«È per questo che te li ho dati.»dice semplicemente passandosi una mano tra i capelli strafottente.
«Cos...»
«Visto che non ci capisci niente, io dovró aiutarti a capirli, questo pomeriggio, al campo di Quidditch, dalle sei.»spiega lui guardandomi dritto negli occhi e facendo un passo indietro, proprio come i suoi amici.
«Ma io non...»comincio a dire cercando di riattirare la sua attenzione mentre si gira per andare a pranzo.
«POTTER!»urlo quando li sento cominciare a correre per il corridoio.
«Ci vediamo dopo dolcezza!»urla lui per poi scoppiare a ridere insieme al suo gruppetto.
Io moriró, me lo sento.
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«Dai non è mica la fine del mondo eh.»mi dice Alice mentre siamo sedute sugli spalti dello stadio. Lei mi ha accompagnata, anche perchè sta aspettando Frank, al mio ingresso nell'inferno.
«Certo che lo è. Io non posso passare delle ore con Potter, soprattutto da sola! Gli spaccherò il naso come minimo!»giustifico io sbattendo la mano sul libro che ho appoggiato sulla mia coscia.
«E da quando ti dispiace che lui soffra?»mi domanda lei con un sorrisetto malizioso, sperando che io dica qualcosa di sdolcinato verso i confronti del ragazzo che, appunto sta entrando nello spogliatoio.
«Non mi dispiace quello. Mi dispiace il fatto che io mi macchi le nocche del suo sangue idiota. Mica sarà una malattia essere cretini, vero?»domando io da finta allarmata, mentre scendo le scale diretta all'entrata dello spogliatoio in cui si sono appena intrufolati i Grifondoro della squadra.
«Ma smettila, ne riparleremo quando terrà in braccio tuo figlio!»dice lei mentre il suo ragazzo esce e mi salutano andandosene.
Io rimango qui, al freddo. Io amo il fretto, mi sento così a mio agio quando sono fuori e il vento gelido mi accarezza le guance, come se fossi a casa solo con un soffio d'aria più fresca del solito.
Se fossi un pianeta sicuramente sarei il più lontano dal sole, Plutone. Sono sempre fredda, le mie mani sono ghiacciate sia d'estate che d'inverno e i miei sguardi congelano tutti sul posto, o almeno era così che diceva mia madre quando ero più piccola.
«Evans muoviti ad entrare o congelerai lì fuori!»mi gridó ad un certo punto Potter da dentro lo spogliatoio. In effetti faceva un po' troppo freddo per una semplice maglietta blu notte a maniche lunghe. All'inizio pensai di rifiutare l'offerta, ma poi mi dissi che non potevo congelare solo per non vederlo.
Entrai nella stanza e lo vidi, senza quasi niente a dosso, che andava avanti e indietro borbottando "dove diavolo me l'ha messa la felpa quel cane rognoso?!". Infatti, i pantaloni li aveva, ma il busto era totalmente scoperto. Per un attimo arrossii, puntando il mio sguardo sui suoi addominali tesi mentre si piegava e sui muscoli delle spalle che guizzavano al minimo movimento. Poi lo guardai mentre ghignava.
«Ti diverti a fissarmi eh.»disse infilandosi la felpa che stava cercando, quella di Grifondoro. A pensarci bene, anche io ce l'ho simile. Avrei potuto mettere quella invece di questa.
Riacquisto la lucidità e mi avvicino a lui, dandogli un pugno sulla spalla.
«E questo per cos'era?!»mi chiede lui guardandomi stranito.
«Non devi chiamarmi dolcezza, idiota.»gli ripeto per l'ottantamilionesima volta in sette anni. Non impara mai quel cretino. Lui sbuffa e poi si siede, dicendo di aspettare un po' prima di uscire.
Infatti è così che facciamo, rimaniamo venti minuti nello spogliatoio, in silenzio, mentre io continuo a guardare il foglio con i suoi appunti per cercare di capirci qualcosa e lui sta zitto, stranamente.
Gli sta succedendo qualcosa, io lo so. È troppo tranquillo anche per i miei gusti.
«Andiamo fuori, adesso fa più caldo.»ma lui per caldo significa comunque freddo. Appena esco infatti, sento i miei brividi a fior di pelle e mi viene spontaneo portarmi le braccia, con il libro e il foglio, stretti al petto per riscaldarmi.
«Hai freddo?»mi chiede lui vedendo il movimento strano e nervoso delle mie mani. Io scuoto la testa, incapace di aprire la bocca, mentre lui torna dentro, per poi tornare subito dopo con un'altra felpa in mano.
«Tieni, mettila.»mi dice passandomela. È la sua, quella da capitano con scritto "Potter 7".
«Neanche morta.»dico schivandola con una smorfia di disgusto sul viso, mentre comincio ad andare più in fretta verso il centro del campo, sia perchè non vedo l'ora di andarmene, sia perchè spero che con un po' di movimento riesca a riscaldarmi.
«Seriamente Evans, stai congelando.»mi dice appena ci sediamo sull'erba verde e cosparsa di brina invernale dello stadio.
«Non mi rompere...»dico tra le mie labbra strette. Lui, notandolo, mi ripassa la felpa, speranzoso, e questa volta io la prendo, sbuffando spazientita e mettendomela. Mi sta molto più larga del previsto. Già a lui sta abbastanza grande, essendo del Quidditch deve essere comoda per tutti i movimenti che deve fare, ma a me sta il triplo.
«È gigantesca.»mi lamento io guardando come mi arriva quasi sul ginocchio mentre lui ridacchia. Gli lancio un'occhiata di fuoco.
«Sei tu che sei troppo piccola.»mi prende in giro lui con un sorriso idiota sul viso.
«Cominciamo a studiare.»lo prego io aprendo il libro e porgendogli il foglio dei suoi appunti.
A fine giornata, io ho capito qualcosa di quel macello e lui non ha studiato nulla, troppo occupato a passarsi una mano tra i capelli, a giocare col suo stupido boccino e a sfottermi per la grandezza della felpa.
«Che significa L.E.?»gli chiedo io ad un certo punto indicando le due iniziali sul foglio e avvicinandomi a lui, per fargliele vedere. Lui arrossisce di botto notandole e mi strappa il foglio dalle mani con tutta la mia disapprovazione.
Non capisco. Non mi pare di aver sentito niente durante la scorsa lezione su quelle due iniziali.
«Niente, è solo Sirius che scrive delle cazzate, tranquilla.»giustifica lui con un'alzata di spalle malandrina.
«Beh, qui abbiamo finito no?»chiede dopo un po' lui alzandosi. Mi tende la mano per aiutarmi ma io la rifiuto, facendo da sola. Lui alza gli occhi al cielo e si infila le mani in tasca cominciando a camminare verso l'uscita.
«Tieni.»dico facendo per togliermi la sua felpa e passandogliela ma lui mi blocca, stupendo me e sè stesso.
«No, tienila.»mi dice lui sorridendo in modo...strano? Penso di non aver mai visto quel tipo di sorriso sul suo viso, in realtà. È un sorriso quasi sincero...quasi.
«Cosa? Ma sei pazzo? E io cosa ci faccio? Non posso andare in giro con la tua felpa! C'è scritto "Potter" grande così!»gli faccio notare io stranita.
«E quindi? Non farti problemi strani, tienila e basta.»ordina lui guardandomi negli occhi. Io a quel punto annuisco infastidita dal suo comportamento infantile e riprendo a camminare, quando ad un certo punto lui mi ferma.
«Io ti ho aiutato con gli appunti, ma ora tu mi devi qualcosa in cambio.»annuncia lui con un ghigno da vero malandrino.
«Mi sembrava troppo strano che non mi avessi ancora chiesto nulla. Cosa vuoi?»dico io girando gli occhi infastidita. Pensavo fosse arrivato il momento in cui lui avrebbe smesso di rompere le palle. E invece no. Me lo devo sopportare per tutta la vita.
Forse è meglio che mi uccido.
«Voglio un appuntamento, con te, ad Hogsmead. Solo questo.»
Spazio me!
CHE SCHIFO DI CAPITOLO MA VABBE! SAPETE CHE QUANDO SI PARLA DI JILY IO DIVENTO UNA CARAMELLA VERO?
Voglio fare gli auguri, con un giorno di ritardo sorry, a MaryAnn191 , tanti auguri!❤️🎉
Detto questo, come state? Tutto bene yepp.
Domanda del giorno:
Qual è la vostra NOTP?
La mia è la Snily, ovviamente, ma non mi piacciono nemmeno la Drarry, la Hinny e la Romione.
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