Chapter fortyfour-First Time-

James

Porca puttana. Perchè sempre tutte a me? NO DAVVERO. PERCHÈ? Ho un oggetto porta-sfiga sempre a dosso o cosa NO PERCHÈ NON SI SPOEGA TUTTA QUESTA IELLA.

Eravamo appena tornati, maggio era iniziato nei migliori nei modi E POI BOOM. Brutte notizie per Hogwarts. Ci mancava un attentato alle famiglie degli studenti. Chissà quanti morti c'erano e chissà quanti orfani hanno dovuto sopportare la notizia questa stessa mattina. Ma la cosa peggiore per me, e qui torna in gioco la mia amichetta sfiga, è che una di quegli studenti chiamati era proprio Lily, la mia ragazza. Lily, quella con cui, da pochissimo tempo a questa parte, non litigavo mai e che piano piano mi stava tirando fuori dall'abisso di stronzaggine in cui ero capitato appena sono nato. L'unica per me, ormai, l'unica che sarei stato capace in grado di amare da qui per il resto della mia vita. Non che durerà molto, date le recenti scoperte, ma comunque è sempre qualcosa.

Adesso sto nella Sala Comune a non fare nulla e pregando che i genitori di Lily e sua sorella stiano bene e che nulla gli sia successo. Quest'anno sono successe molte cose sconvolgenti, tra cui la scoperta di un nostro figlio e della nostra morte quando ancora mi odiava, questa proprio non ci voleva. Sono cambiate moltissime cose, non solo tra di noi, ma proprio in lei. Anche se non po ammetterà mai, è cambiata, in meglio sicuramente, peró lo è.

La sala è deserta, saranno tutti a lezione tranne quei pochi che stanno ancora dormendo e che sono con Silente e la McGranitt, in attesa di sapere il destino della propria famiglia. Non possono essere morti, i suoi genitori, non possono. Avevano due figlie a cui badare e non potevano lasciarle allo sbaraglio così, senza nessuno su cui contare e senza un tetto sotto cui vivere. Non puó essere morta nemmeno sua sorella. Me ne parla sempre, male soprattutto. Loro si odiano profondamente. Mi ha spiegato qualcosa ma non ha mai approfondito l'argomento, e io non l'ho mai costretta a parlarmene, ovviamente. So solo che comunque Petunia, così si chiama, ha iniziato ad odiare la sorella solo dopo i suoi undici anni, quando le arrivó la lettera di Hogwarts, facendole capire che Lily era quella speciale tra le due, mentre lei non era nessuno e non aveva nessun potere per fermare la sorella o per cambiare le cose.

Non possono essere morti, seriamente, non possono. Più ci penso e più non riesco a farmi passare l'ansia di questa eventualità. E se sono morti? Dove andrà a finire la mia Lily? Ai servizi sociali? Nel mondo babbano la maggiore età si raggiunge ai diciotto anni, questo la costringerebbe a passare un anno da sola o magari in un'altra famiglia che magari non la tratta come dovrebbe. Magari con un ragazzo della sua età che me la porterà via...no. Questo non deve sfiorarmi minimamente i pensieri. Il nostro destino è scritto, non c'è nulla da fare per cambiarlo, niente.

E poi, tutto ad un tratto, il ritratto della Signora Grassa si spalancó, mostrandomi una ragazza o meglio, una Furia Rossa, correre verso le scale del dormitorio femminile senza degnarmi nemmeno di uno sguardo. La mia Furia Rossa. In lacrime, per di più. Merda, no. Ti prego Merlino, non farmi questo, non farlo alla mia Lily, ti scongiuro.

«Lils!»gridai appena salì il primo gradino. La vidi rallentare e fare quasi per girarsi, ma non ci pensó due volte a continuare la salita imperterrita, correndo come una matta. Mi alzai in fretta, cercando di raggiungerla ma, come ben sanno tutti, nessun ragazzo puó salire le scale dei dormitori femminili. Infatti, queste, si trasformarono in scivolo e mi fecero cadere di sotto fino a toccare il pavimento della sala.

«Cazzo.»imprecai per poi alzarmi non curandomi dei dolori alle gambe e iniziando a correre fuori la Sala Comune per tutte le scale andando giù, fuori dal castello. Appena fuori l'aria primaverile mi colpì in pieno e fui preso immediatamente dal mio primo istinto.

«Accio Nimbus!»feci l'incantesimo e ci vollero meno di una dozzina di secondi prima di ritrovarmi la mia scopa in mano. Montai sulla scopa, guardai verso l'alto, e partii, arrivando in un batter d'occhio davanti alla finestra del dormitorio di Lily.

Bussai alla finestra e la vidi sul letto sdraiata che mi guardava tra le lacrime. Non si alzó. Da come mi fissava capii subito che non ne aveva le forze.

«Alohomora.»sussurrai facendo aprire le vetrate per poi entrare nella stanza e andandole immediatamente incontro.

«Piccola, parlami, ti prego.»la implorai. Lei tiró su col naso.

«Sono morti. I miei genitori sono morti. Petunia è l'unica sopravvissuta all'esplosione della mia casa perchè era col suo ragazzo Vernon.»disse tutto d'un fiato, per poi riscoppiare a piangere quasi urlando. Non resistetti. Mi sedei sul letto e la tirai a mè sopra le mie gambe, cullandola come se fosse una bambina che aveva paura dei mostri.

Lei poggió la testa sulla mia spalla, continuando a piangere disperata e a singhiozzare. La mia manica iniziò a bagnarsi dalle sue lacrime e probabilmente anche dal suo mocciolo, ma non me ne curai.

«Non ce la faccio più.»disse poi tra un singhiozzo e l'altro.

«Lo so, Lily, lo so...»cercai di dirle ma non sapevo proprio cosa dirle. Come si consola una ragazza che sta assorbendo il colpo della morte dei propri genitori?

«Non ci riesco. Sono a conoscenza di troppi segreti e troppi destini. Quello che sto provando ora lo proverà anche Harry per tutta la sua vita. Non posso avere un figlio destinato a questo, James, non posso. Quest'anno è stato un vero schifo.»disse, abbracciandomi il collo.

«Ehi, ci sono io. Cosa vorresti dire che quest'anno fa schifo? Io che sono, scusa?»cercai di sdrammatizzare io, e sembró che ci riuscii. Lei alzó la testa e mi fissó. Le accarezzai le guance e le tolsi le lacrime con i pollici.

«No, tu sei l'unica cosa bella che mi è capitata, probabilmente sarai la più bella che mi capiterà in tutta la mia vita.»mi disse e sentii improvvisamente le farfalle nello stomaco.

«Ti amo Lils, ti amo così tanto.»le ribattei guardandola negli occhi, era la verità. La amavo da fin troppo tempo e l'avevo capito solo ora.

«Ti amo anche io, James.»e poi mi bació. Probabilmente fu il bacio più bello che ci eravamo dati fino a quel momento. Fu dolce, comprensivo, delicato. Fu come se in quel bacio lei ci mise tutto il dolore che provava e io ci misi tutta la mia compassione.

«Distraimi, ti prego James, mi sembra di morire.»mi imploró lei staccandosi un attimo con una nuova scintilla negli occhi, sembrava quasi malizia.

«Sei sicura?»le domandai incerto sul da farsi. Non intendeva mica quello che pensavo io...soprattutto in un momento del genere. Ma in un certo senso, lei voleva che la distraessi e quello era il modo migliore.

«Si James, voglio fare l'amore con te, adesso. Ti voglio ora più che mai.»mi confessó e io mi sentii sollevato da un peso enorme. Annuii e la ribaciai di nuovo. Stavolta la delicatezza e la compassione furono sostituite da altro: voglia e passione.

Le nostre lingue iniziarono a creare una danza tutta loro, una danza che nessun'altra coppia avrebbe potuto ricreare. Le morsi il labbro inferiore e la sentii mugolare dal dolore e dal piacere. Sentimmo il sapore del sangue mischiato alla saliva, fuoriuscito dal suo labbro, e questo fu ció che mi spinse ad andare avanti.

Amici ora ci saranno delle parti un po' più esplicite sulla prima volta di James e Lily, se volete saltare questa parte scorrete fino alla fine dove ci sarà un segno di chiusura riguardo il loro rapporto!
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Una delle mie mani, che prima si trovava sul suo sedere, scivoló sui suoi fianchi e andó a posizionarsi sul suo stomaco, mentre con la bocca scendevo sul collo a mordicchiarlo dolcemente. La feci alzare e le tirai su la maglietta e mi staccai un momento per farla passare sulla sua testa e, prima che potessi riavvicinarmi, lei fece la stessa cosa con la mia maglietta. Mi fermai un attimo a guardarla dal basso, mentre io ero ancora seduto e lei era tra le mie gambe in piedi, con la mia faccia davanti al suo ombelico. Lei invece mi guardó le spalle e gli occhi, aspettando che facessi qualcos'altro.

Lentamente portai le mie mani al bottone della sua gonna, aspettando che lei mi fermasse. Ma non lo fece.

Le abbassai la gonna e gliela feci passare sotto le gambe. Poi mi alzai e lei portó le mani intorno a mio bacino accarezzandomelo, fino ad arrivare alla lampo, abbassandola dopo aver sfilato il bottone dall'asola. Mi fece scendere i pantaloni lasciandomi in boxer soltanto, mentre lei aveva ancora le calze che le arrivavano in vita e il reggiseno.

L'avvicinai a me e la baciai, mentre con le dita cercavo i gancetti del reggiseno bianco, sfilandoglieli. Mi separai per farle scivolare le spalline dalle braccia e poi mi lasciai un attimo per guardarla quasi completamente nuda. Notavo chiaramente la vergogna nei suoi occhi.

«Non vergognarti mai quando sei con me, non ne hai bisogno. Ti amo così come sei.»vidi un mezzo sorriso sul suo viso e poi mi abbassai sul suo petto, iniziando a mordere un capezzolo e a leccare i punti più sensibili mentre con l'altra mano le massaggiavo l'altro seno, godendomi a pieno tutti i suoi sospiri.

Poi lasciai perdere la tortura e con la mano che la toccava iniziai a farla scorrere verso le calze e le mutandine, cominciando ad abbassarle insieme. Ed ecco che me la ritrovai nuda davanti a me.

«Sei bellissima.»le dissi sinceramente, vedendola frenetica e in attesa della mia prossima mossa. Ma io rimanevo fermo. Alla fine, forse presa dall'eccitazione, mi prese per le spalle e mi fece sedere, mentre lei mi si metteva sopra allargando le gambe nude e lasciando all'aria la sua femminilità. Non riuscii a resistere ancora.

Allungai una mano che andó dritta tra le sue gambe, iniziando a toccare delicatamente il suo punto più sensibile e, notando come mugolava e come si muoveva, capii di averlo trovato subito. Buttó la testa sulla mia spalla e inizió a graffiarmi la schiena fino ad arrivare all'elastico dei miei boxer che, dopo essermi sollevato aiutandola, fece scivolare a terra, lasciandoci entrambi nudi. Lei si distanzió dai miei tocchi e guardó la mia erezione. Non so come le venne in mente ma andó a stringerla intorno, facendomi sospirare sonoramente. Inizió a fare su e giù e io ebbi paura di durare troppo poco. Perció la separai subito e la feci stendere sotto di me, aprendole le gambe abbastanza da posizionarmici in mezzo.

«Va bene, questo farà un po' male. Sei pronta?»le dissi, impaziente di fare ció che sognavo da ormai troppo tempo. Annuì e io, finalmente, entrai dentro di lei. Mi fermai immediatamente, dopo aver visto la sua espressione adirata, per lasciarla abituarsi a me.

«Continua.»ordinó lei e io mi mossi piano, mentre la vedevo soffrire di nuovo. Dopo pochi secondi mi fece un cenno di assenso e a quel punto notai che non le faceva più così male. Iniziai a spingere dentro di lei, che sussurrava il mio nome nel mio orecchio ad ogni spinta, cosa che mi eccitava ancora di più.

«Ti amo.»le dissi, poco prima di venire travolto dal mio orgasmo.

«Ti amo.»mi sussurró Lily, prima di venire urlando il mio nome.
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Ci sistemammo sotto le coperte, lei sopra il mio petto e io che le accarezzavo i capelli. Non potevo credere a quello che era appena successo.

«Grazie, James.»mi disse guardandomi per poi darmi un bacio a stampo.

«Di cosa?»le domandai un po' confuso. Dovrei essere io a dire grazie a lei, in realtà.

«Di esserci sempre, di aiutarmi sempre e di amarmi sempre.»mi spiegó e quella volta fui io a darle un altro bacio.

Spazio me!
Ciao ragaaa! Ho scritto questo capitolo il giorno in cui ho postato il 42 e devo dire che mi sento già senza un peso:

So di essere stta abbastanza "spinta" in questo capitolo, rispetto a come scrivevo prima, ma sono cresciuta, ho 15 anni e comunque so come funzionano queste cose, non mi pareva il caso di scriverla in maniera superficiale, perchè in mia opinione queste parti sono uguali a qualsiasi altra parte, non sono tabù e non hanno nulla di differente.

Domanda del giorno:
Serie TV preferita?
Io ne ho molte, praticamente tutte le serie tv che ho visto sono le mie preferite, ma se devo sceglierne una forse è Teen Wolf

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