Capitolo 7- Emily ☑️
Emily
Sto morendo dalla vergogna.
Come cavolo ho fatto a dare un bacio ad Alex sulla guancia?
È stato un gesto spontaneo, mi sono resa conto di ciò che stavo facendo proprio mentre succedeva, quando ero cosi vicina da respirare il suo profumo.
Quando ho posato le mie labbra sulla sua pelle, l'ho sentito fin dentro quel brivido nato da quel breve contatto.
Sicuramente il panico per la situazione con Paolo mi ha confuso più di quel che credessi. Alex è stato premuroso confortandomi, il risultato è stato quel gesto, niente di più.
Sono ferma davanti a questa porta come una cretina, ma non so cosa farò quando entrerò.
Lui è lì ad aspettarmi, cosa cavolo gli dirò?
Non so cosa provo, non so cosa voglio, però di certo so cosa merito.
Una persona che non abbia dubbi, che voglia stare solo con me, di certo non qualcuno che dice di amarmi e poi non combatte ma anzi, torna dalla sua ex.
Credo che la colpa sia solo mia se ora Paolo si trova di nuovo qui, evidentemente non sono forte abbastanza.
In effetti ho sempre avuto bisogno di lui per sentirmi al sicuro dopo quel periodo del passato.
Mi ritrovo sempre con mille dubbi e con la voglia di dargli un'altra possibilità, ma è sempre esistita tra noi l'ombra del suo passato, questo significa proprio che non ero io quella giusta per lui.
È proprio questo che ora gli dirò, di ritornare sui suoi passi e il suo posto è con Marianna e non con me.
Ci abbiamo provato, non ho comunque rimpianti.
Pur avendo un colpo basso dato dal fallimento di un amore perso, potremo andare avanti entrambi.
So che anche quando amerò davvero un altro, molto più di lui, Paolo farà sempre parte di me, è una certezza.
Ogni amore, anche quello sbagliato, ci resta addosso, è parte di noi, perché anche in minima parte, ci cambia, ci insegna qualcosa.
Apro la porta di casa e Paolo sbuca subito dal salotto, i nostri occhi si incatenato l'uno all'altro.
Le sue pozze scure ingoiano i miei.
Forza Emily devi farlo!
"Ciao Emily."
Sussurro un flebile "Ciao", al momento non riesco a fare di meglio.
"Emily devo parlarti, per favore."
Sembra molto determinato. Lo precedo e vado in camera mia con lui a seguito per avere più privacy.
I miei passi malfermi precedono i suoi sicuri.
"Emily ascolta, ho bisogno di chiarire con te, io sto malissimo. Ho definitivamente chiuso con Marianna perché voglio te al mio fianco."
Mi prende le mani e mi bruciano gli occhi, segno che le lacrime stanno per arrivare.
Mi sono fatta tutto un discorso di incoraggiamento dietro quella porta e ora sembra andare tutto a puttane.
"Sono io che non voglio te."
Non so come ho fatto a pronunciare queste parole, non sono convincente ne sono consapevole e lo sa anche lui.
"Ascolta.
Tu dici questo solo perché sei ferita, arrabbiata, delusa.
Come potrei darti torto?
Ma devi credermi, questa volta è diverso."
"Perché dovrei crederti?"
Fiducia, è questo che manca, invece è fondamentale in ogni rapporto.
So che ha buone intenzioni, lo conosco.
Credo proprio che nemmeno lui si renda conto che sia finita.
In realtà non sono quel che cerca, altrimenti non avrebbe mai avuto dubbi.
Entrambi ci siamo aggrappati l'uno all'altro, lui per scappare da un amore complicato, ed io per superare le mie paure.
Siamo come foglie su un albero, è arrivato l'autunno e noi non siamo stati capaci di tenerci stretti, siamo scivolati via, portate chissà dove dal vento della prima brezza.
Mi allontano da lui perché sento che sto per cedere, ma con uno scatto si avvicina e mi abbraccia.
"Ti amo Emily."
Il suo viso così vicino, le sue labbra ancora di più, i suoi occhi cosi sinceri, una parte di lui mi ama, ma a modo suo.
Ora i nostri respiri si mescolano, le nostre labbra si sfiorano, un bacio leggero, dolce, lentamente la sua lingua accarezza le mie labbra chiedendomi così l'accesso.
Mi è mancato, ma qualcosa mi frena, qualcosa dentro di me mi blocca rispetto a tutte le altre volte.
All'improvviso ritrovo un barlume di lucidità, mi stacco da lui ma lo vedo comunque sorridere, dovrei mandarlo via e tornare alla realtà.
La realtà fa sempre schifo, fa sempre male perché è come un tornado che si abbatte potente su di noi, colpisce tutto e distrugge.
La realtà è che non c'è nessun noi, non più!
"Paolo, dovresti accettare che sia finita, anzi, che in realtà non sono io ciò che cerchi e ciò di cui hai bisogno. Smettila di scappare e torna da Marianna."
"No, io ho scelto te."
Sembra convinto.
"Tu hai scelto me, ma il tuo cuore chi ha scelto?"
Apre appena la bocca ma non riesce a dir nulla, leggo nei suoi occhi paura, credo sia paura di accettare una verità scomoda e troppo grande.
"Hai sempre amato lei!
Certo, ti sei legato a me, sono stata importante, mi hai amata a modo tuo, questo lo so.
Ma lei rimarrà sempre lei. Ammettilo a te stesso.
Non puoi amare con la testa."
Fa un passo indietro come se l'avessi colpito in piena faccia, perché la verità è questa, un buon gancio destro che è difficile da incassare.
Poi sembra riprendersi.
"Emily ascolta, lo capisco, ho sbagliato, sono stato uno stronzo, non puoi capire come mi prenderei a pugni da solo."
"No, se vuoi potrei farlo io, credo possa essere terapeutico per me."
In quel momento lo vedo sorridere e capisco di aver fatto come al solito una gaffe.
"L'ho detto ad alta voce vero?"
Domando imbarazzata.
"Sì tesoro."
Al suono di quel nomignolo sussulto, sento lo stomaco contorcersi e non è per la fame, ma per nostalgia.
Non so se mi fa male o mi fa sentire meglio.
Restiamo in silenzio.
Silenzio che avvolge entrambi ma solo fuori, perché nella mia testa i pensieri e le emozioni urlano a gran voce, immagino che anche per lui sia così.
Mi alzo dal letto, apro la porta della stanza per fargli capire che non c'è più nulla da dire, perché nulla cambierà il fatto che ormai apparteniamo l'uno al passato dell'altro.
"Dovresti andare, non c'è più niente qui per te.
Accettiamolo.
Ti accompagno alla porta."
Con testa bassa mi segue.
Arrivati al portone di casa, mi abbraccia di slancio cogliendomi alla sprovvista.
"Tesoro non mi arrendo, ti voglio al mio fianco, faccio sul serio."
È inutile, sembra non volerlo ammettere a sé stesso.
Lo capisco, fino a pochi giorni fa neanche io potevo, tutt'ora è difficile.
Ma sembro aver trovato un po di coraggio, chissà come, chissà perché?
"Paolo, non so più come dirtelo, nessuno dei due vorrebbe rinunciare all'altro, ma l'amore è altro.
Non puoi pretendere che io sia sempre qui ad aspettarti."
"Perché dici questo?
C'è un altro?"
Mi dice con espressione allarmata.
Corruga la fronte formando delle piccole pieghe proprio al centro fra le sopracciglia indurendo così un po' lo sguardo.
Un altro?
Non ho pensato che possa esserci un altro.
Oppure si?
"Paolo va a casa, buonanotte."
Detto questo, chiudo la porta lasciando il mio passato fuori.
È stata una serata pesante, mi sento sconfitta, sono stanca di stare male e restare aggrappata a lui.
Ecco Emma e Sara correre da me.
Devono aver sentito il portone di casa, per fortuna ci sono loro.
Hanno praticamente vissuto questa storia insieme a me e sanno benissimo come mi sento.
Sono pezzi di me importantissimi.
L'amicizia è davvero fondamentale per ogni essere umano, ma parlo di quella vera, dove puoi non dire nulla e sapere che l'altro ha già capito, persone su cui puoi contare e se ti volti, sono sempre là.
Mi lascio andare inevitabilmente alle lacrime, le ho trattenute anche troppo, non so neanche io con quale forza.
Sono lacrime stanche e silenziose, lacrime rassegnate in realtà, perché sento che Paolo sta scivolando via da dentro me e non capisco neanche come.
Devo ammettere che quando siamo insieme sono ancora fragile, ma ora qualcosa è cambiato.
Sono riuscita a mandarlo via e capire cosa siamo l'uno per l'altro.
Un porto sicuro del passato.
Ora sento come se davvero fosse finita.
"Emily noi siamo qui, non fare così, ti passerà, credimi.
Tu sei forte."
"Sara non sono forte per niente, guardami."
Mi indico come a voler sottolineare l'ovvio.
"Cosa ti ha detto?"
Mi chiede Emma.
"Che mi ama e vuole me, stavolta è deciso a non lasciarmi andare."
Riesco a dire fra i singhiozzi.
"Senti, sono convinta che Paolo ti ami a modo suo e sia in buona fede, ma ci sei già passata, non puoi farti trattare così."
Mi dice Sara.
Lui è stato importante per me, mi ha protetta e dato forza per superare un periodo nero come la notte, dove non avevo fiducia in nessuno ed ero solo terrorizzata.
Non avevo nemmeno il coraggio di uscire di casa e di notte non dormivo, bastava chiudere gli occhi per avere incubi continui.
Paolo era lì.
Forse sono aggrappata a lui per ciò che ha rappresentato per me e per ciò che mi ha dato.
Temo di poterlo perdere e non trovare un amore più forte, non trovare qualcuno che resti per me, che mi protegga.
"Tesoro gli hai già dato fiducia, ma lui ha calpestato il tuo cuoricino più volte, non credi sia abbastanza?
Ci avete provato, evidentemente non siete il destino dell'altro."
Emma cerca di confortarmi ma la verità fa paura.
"Ha ragione Emma.
Emily tu sei una donna forte, femminista, pronta a non farti mettere i piedi in testa.
Non sei disposta a farti trattare come una bambola, invece con Paolo sei totalmente un'altra, non sei più te e anche questo dovrebbe farti capire che il vostro rapporto non è sano."
Forse ha ragione Sara.
"Credo sia solo perché l'amore per lui mi ha resa debole.
Sapete quanto sia stato importante per me, mi ha salvato la vita."
Ricordo alle mie amiche.
"Ti ha resa debole esserti aggrappata a lui proprio perché ti ha salvato da Ernesto, ed è per questo che gli hai dato l'ennesima possibilità."
Sara pronuncia quel nome non rendendosi conto di ciò che scatena in me.
"Sara non devi nominarlo mai più!"
Le dico con rabbia e vado via.
Mi dispiace, ma c'è un meccanismo di autodifesa che scatta ogni volta che sento quel nome.
Mi ha rovinato la vita.
È per colpa sua se sono così debole, in realtà non riesco a lasciarmi davvero alle spalle quella storia.
Come potrei?
Mi sono trasferita dall'altro lato della città tre anni fa, mi sono sempre guardata le spalle da quel momento.
Ho evitato di frequentare i vecchi posti, chiudendo i rapporti con gli amici in comune con quel mostro.
Per fortuna al mio fianco c'era Paolo in quel periodo e dopo averlo preso a pugni, Ernesto ha desistito e non ho avuto sue notizie.
Le forze dell'ordine non hanno potuto fare molto se non consigliarmi di richiedere un'ordinanza restrittiva.
Prima di trasferirmi me lo ritrovavo sotto casa, al supermercato, oppure vicino al lavoro, nonostante l'avessero licenziato dalla pasticceria dove lavoravamo insieme.
Non faceva altro che contattarmi sui social a tutte le ore, mi mandava mazzi di rose gialle e rosse, ho cambiato numero due volte.
Per la troppa paura anche casa, lavoro, amici e abitudini.
Affronto bene le mie giornate ora e ho meno paura di vivere grazie a Paolo, mi è stato vicino e mi ha dato coraggio, anche per questo dipendo da lui, mi ha fatta sentire protetta e amata.
Ora bisogna voltare pagina, è giusto cosi.
Non so perché proprio adesso, ma sento che posso farlo.
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Cosa è successo ad Emily 3anni fa?
Chi è Ernesto?
Siete curiosi?
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