Capitolo 8 - Emily
Emily
Oggi è un nuovo giorno.
Non mi farò abbattere dalle avversità, ho trovato la forza in passato, la troverò anche adesso.
Non diventerò un campo di paglia secca, sarò un prato fiorito, con colori accesi ed allegri.
Posso farcela.
Alex sta ancora dormendo, proprio accanto a me, le tende grigie sono tirate per evitare il sole.
Mi volto a guardarlo, le labbra leggermente aperte, il volto disteso, una visione a petto nudo e con gli occhi accarezzo i suoi muscoli, la sua pelle.
Resterei a guardarlo per ore.
Si sprigiona in me un'emozione talmente intensa che quasi il mio corpo non riesce a contenere.
Con lui al mio fianco mi sento invincibile.
"Alex, cosa mi hai fatto?"
Sussurro a me stessa.
Mi alzo cercando di fare piano per non svegliarlo, ho intenzione di riprendere in mano la mia vita e combattere i fantasmi del mio passato.
Apro il frigo e la dispensa controllando che ci siano tutti gli ingredienti per dei cornetti golosi, mi metto all'opera.
Ieri pomeriggio poverino è uscito esclusivamente per comprarmi un barattolo di nutella.
Trovo un piccolo vassoio ma sufficiente per un piatto, dove metto tre cornetti stracolmi di nutella, e due tazzine di caffè.
Sul vaso posto sul tavolo ci sono dei fiori finti, dovrò adattarmi, ne prendo uno e lo metto all'angolo del vassoio.
Vado in camera, lui ancora dorme come un angioletto, quasi quasi vorrei desistere e lasciarlo dormire, ma la voglia di vedere i suoi occhi e baciarlo è più forte.
Poso il vassoio sul comodino e salgo sul letto, accarezzo i suoi capelli disturbando il suo sonno, gli lascio un bacio sulla guancia facendolo muovere, piano apre gli occhi e mi sorride appena.
Non ho mai provato ciò che sento ora, proprio al centro del petto, proprio al centro del cuore, proprio fino all'anima.
Poso le mie labbra sulle sue, ho un disperato bisogno di sentirlo, di pensare solo a noi, di ritrovare la magia che si crea ogni volta che mi tocca, che mi guarda con lussuria.
Ogni volta che siamo una cosa sola.
Lecco le sue labbra e accarezzo il suo petto, i miei occhi nei suoi, la sua pelle arde, lo sento quanto mi desidera ogni volta che ci sfioriamo, che ci perdiamo l'uno nell'altro.
Afferra i miei fianchi trascinandomi su di lui a cavalcioni, le nostre intimità combaciano alla perfezione.
Mi sfila con urgenza la sua maglia che ieri sera ho utilizzato come pigiama, sono nuda davanti a lui che mi guarda con adorazione facendomi sentire desiderata, bellissima.
Fremo al contatto delle sue labbra sui miei seni, subito dopo cerca le mie labbra, dissetiamo la nostra sete d'amore leccando le nostre ferite, accarezzando non solo la pelle, ma la nostra essenza.
Scosta le mie mutandine e con un gesto secco entra in me.
"Sono a casa."
Queste sue parole mi incendiano.
Lui è la mia condanna e la mia salvezza allo stesso tempo, sono in trappola, incatenata ad un amore che mi fa sentire viva.
"È stato davvero un bel buongiorno.
Ti approfitterai di me ogni mattina?"
Chiede.
"Credo che lo farò."
Resto al gioco.
"Allora non torneremo mai più a Roma."
Scoppiamo a ridere entrambi.
Siamo ancora nudi sul letto, stretti in un abbraccio, intreccia le sue dita alle mie.
"Senza te non respiro."
Sussurra al mio orecchio continuando a stringermi.
Il mio cuore si ferma, il respiro si blocca, imprimo nella mia mente ogni parola, ogni suo sguardo, ogni suo tocco, ogni battito.
"Mi perdo costantemente in questa vita, ma riesco sempre a ritrovarmi nei tuoi occhi. Siamo l'uno il respiro dell'altro Alex."
Leggo in quel verde le stesse emozioni, gli stessi brividi, lo stesso bisogno di noi.
"Hai preparato la colazione?"
Nota il vassoio solo ora.
"Sí, ma sarà tutto freddo ormai."
Gli faccio notare.
"Non importa."
Dice addentando un cornetto con gusto sporcandosi le labbra.
É un invito e non posso rinunciare, gli lecco il labbro superiore.
"È molto più buona sulle tue labbra."
Lo stuzzico.
"Mi stai facendo venire voglia di assaggiarla su di te. Non tentarmi."
Con la mente viaggia pregustando un momento simile.
"Oggi voglio uscire."
Questa affermazione lo sorprende, me ne rendo conto dalla sua fronte aggrottata.
"Sei sicura?"
Chiede serio.
Faccio cenno di si con la testa, devo affrontare le mie paure.
Posa un bacio sulla mia fronte.
"Allora, che dici ti porto al mare? "
I miei occhi si illuminano alla sua proposta.
"Alex, non ho un costume."
Ci pensa un po' su.
"Neanche io, andiamo a fare shopping."
"Ci sto. Prima chiamo le ragazze, ho trovato diversi messaggi, sono preoccupate."
"Ieri ti ho sentita parlare al telefono con i tuoi, non sanno nulla, vero?"
Chiede cauto.
Mi sento subito in colpa.
"Non ho detto nulla perché non voglio farli preoccupare. La prima volta non è stato facile nemmeno per loro, sapere tua figlia in pericolo, mio padre quasi non dormiva."
A questo ricordo mi si stringe il cuore.
"Quando Ernesto iniziò a farmi paura, mi rifugiai dai miei. Ci misi un mese per trovare il coraggio di rimettere piede fuori casa."
Mentre parlo mi sembra di ritornare a quei giorni.
"Sai, credevo fossero dei casi trovarlo sempre al supermercato quando ero con le ragazze, incontrarlo al pub quando uscivo con Paolo. Poi ho capito."
Era impossibile fosse sempre presente.
"Mi chiamava spesso, troppo spesso, per qualunque cosa. Quando non avevamo il turno insieme in pasticceria, per chiedermi del lavoro, oppure qualunque altro motivo."
Lui mi ascolta in religioso silenzio mentre rivivo quei momenti.
"Gli inviti per una pizza, un aperitivo, erano sempre più frequenti e non mi sembravano più innocenti come nei primi mesi, quindi rifiutavo.
A seguito a quei rifiuti sono iniziate le rose gialle recapitate a casa."
Sospiro, questi ricordi fanno male.
Alex accarezza la mia schiena per infondermi coraggio.
" Sei la mia rosa preferita. "
Sempre lo stesso biglietto.
" Sapeva perfettamente fossi impegnata.
Comunque indipendentemente dalla presenza di Paolo, che tra l'altro in quel periodo non stavamo più insieme, ho provato a spiegargli che non ero interessata a lui.
Ma fu peggio."
"In che senso?"
"Iniziai a vederlo appostato sotto casa anche di notte, iniziò a bussare alla porta quando rimandavo indietro le rose oppure non rispondevo alle telefonate."
Il respiro accelera e mi sento scossa all'idea di dover affrontare di nuovo tutto questo.
"In un primo tempo ho parlato con il capo chiedendo turni diversi dai suoi, ma poi successe qualcosa. Ho iniziato ad avere paura e ho deciso di lasciare il lavoro e rifugiarmi dai miei."
"Che ti ha fatto?"
Chiede serio e preoccupato.
Ma non me la sento di addentrarmi proprio in quel ricordo. Per me è troppo.
Si accorge dei brividi sulla mia pelle, dei miei occhi sbarrati puntati nel vuoto, persi nel passato.
"Ok, basta Emily, lascia stare. Quando te la sentirai, io sono qui."
Lo ringrazio con un abbraccio, il calore delle sue braccia, il suo profumo, tutto di lui mi fa sentire meglio.
Nel giro di una ventina di minuti siamo fuori di casa, questo è un piccolo paesino, quindi non prendiamo l'auto.
L'angoscia di non essere al sicuro è dietro l'angolo che mi attende trepidante, ma nonostante tutto io non mollo, continuo a combattere.
Questo tormento comprime i miei polmoni come un grosso macigno che pesa e continua a schiacciarmi.
Mi ripeto di essere lontana dal pericolo, lontana da Roma e da lui, stretta alla mano di Alex che cerca di infondermi forza.
Scelgo vari costumi e vado nel camerino, indosso il primo color argento, un semplice bikini ma con lacci lunghi da intrecciare piu volte intorno al busto.
Scosto la tendina e dall'espressione di Alex credo gli piaccia, voglio comunque provare altro.
Opto per un due pezzi con scollo all'americana color arcobaleno.
"Vuoi uccidermi?"
Dice con sguardo sofferente.
Provo il terzo che è intero, nero a balconcino e pieno di ricami color oro.
Apro la tendina e Alex si copre il viso con entrambe le mani.
"Emily, spiegami come fa ad essere sexy un costume intero?"
Dice chiudendo lui stesso la tendina.
Indosso l'altro intero,un blu acceso con profonda scollatura fino alla pancia, con un intreccio di fili per regolare proprio questo scollo.
"Ti do una mano ad allacciarlo, o slacciarlo? Questo è troppo sexy, potresti prenderlo solo per me. "
Alla fine ho preso il secondo costume, quello arcobaleno, nonostante non fosse d'accordo, ma tanto per lui nessuno andava bene.
Ne ho scelto uno che mi facesse sentire a mio agio, questo importa.
E poi eccolo, il mare, questa fantastica distesa blu, limpida, misteriosa e immensa.
Il tempo di posare gli asciugamani e Alex mi solleva, mi aggrappo alle sue forti braccia lanciando un gridolino di sorpresa, inizia a correre verso l'acqua sulla sabbia finissima e cocente.
Ad un tratto il freddo invade il mio corpo accaldato, mi stringo istintivamente ancor di più a lui e trattengo il fiato.
Riemergiamo e la sua risata è bellissima, siamo spensierati e complici, grazie a lui non penso alle ombre che mi aspettano a Roma, ma solo a noi.
Non lo credevo possibile così presto.
Ad un tratto una voce attira la nostra attenzione.
"Aiuto."
********************
Ciao a tutti, vediamo Emily che cerca di affrontare questa assurda situazione con Alex al suo fianco.
Siete con lei?
E ora cosa succede, chi sarà a chiedere aiuto? 🤔
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