Capitolo 4 - Doppio

Emily

"Cosa c'era scritto su quel biglietto?"
Chiede Alex a Paolo, ignari entrambi della mia presenza.

"Sei la mia rosa preferita."
Riesco a pronunciare a fatica questa frase, deve trasparire la mia agitazione perché Alex corre ad abbracciarmi.

Nonostante tutto quel che è accaduto fra noi, mi sento al sicuro tra le sue braccia.
Ma non riesco a fidarmi ancora di lui dopo i suoi comportamenti, ora più che mai ho la necessità di avere intorno a me sicurezza e affidabilità.
Tutto ciò che ieri mi ha dimostrato di non essere.

Mi scanso e non ho il coraggio di guardarlo dopo questo mio gesto.

Rivolgo la mia attenzione su Paolo.
"Forse dovremmo chiamare la polizia per la denuncia."

"Quando sarai pronta per uscire andremo in caserma."
Queste sue parole mi mettono agitazione.

"Non ho nessuna intenzione di uscire di qui. Hai cambiato casa rispetto a quel periodo, lui non sa dove abiti e se uscissi potrebbe seguirci e scoprirlo.
Poi non sarei al sicuro neanche qui."
Dico risoluta.

"Emily, non puoi chiuderti in questa casa per sempre."
Alex dicendo questo cerca un contatto visivo con me.

Lui non capisce, non ha vissuto ciò che ho affrontato pochi anni fa.
"Alex, lo so, ma ora non me la sento di uscire di qui."

Credo che mi stia venendo un altra crisi di panico.
Sbarro gli occhi e guardo i due ragazzi che sono qui per me.
"Dovrò cambiare di nuovo casa, quartiere, lavoro, amici."

Paolo si fa avanti.
"Questa volta sarà diverso."

"Hai ragione, devo cambiare direttamente città, me ne andrò a Milano, una grande città dove è facile mimetizzarsi."
Lo guardo in quegli occhi scuri che vedo addolcirsi.

Alex poggia le sue mani sulle mie spalle cercando la mia attenzione.
"No."
Fisso il mio verde scuro nel suo chiaro.
"Hai ragione, meglio un piccolo paesino sperduto di poche anime che nessuno conosce."
Gli dico in preda all'ansia.

"Piccola, non è questo ciò che intendevo.
Ti proteggerò e affronteremo insieme tutto questo, tornerai alla tua vita, insieme a me."
Mi abbraccia e posa un bacio sui miei capelli.

Il mio respiro irregolare inizia a ritornare con il passare dei secondi un po' più stabile.
Le sue braccia mi avvolgono forti e le mie si muovono istintive per stringerlo a mia volta.
Inspiro il suo odore e il contatto delle sue labbra sui capelli mi trasmette tranquillità.
Inspiro ed espiro, mi sono calmata.

"Sai cosa faremo?"
Mi chiede dolcemente guardandomi negli occhi.
Faccio segno di no con il capo.

"Io e te ce ne andremo a casa di Gianluca, che si trova in un paesino qui accanto a mezz'ora di macchina.
Ti prenderai una pausa, oppure il lavoro lo gestirai quando sarai pronta e lo farai per telefono e computer, il resto lo farà Daniele."

Paolo lo interrompe.
"Non credo sia una buona idea, è meglio che lei resti qui.
L'avrà tenuta d'occhio, saprà che non stiamo più insieme, qui è al sicuro."

Ovviamente il volto di Alex diventa livido di rabbia, ma Paolo non demorde.

"Anzi, ti avrà visto con lei quindi meglio se non torni qui per non rischiare, potrebbe pedinarti."
Il mio ex non ha tutti i torti.

"Allora io resto qui chiuso in casa con lei."
Dice Alex tranquillamente.

"Sei impazzito?
Questa è casa mia."
Quasi urla il moro.

"Questa è la mia ragazza."
Sentenzia Alex sedendosi sul divano comodamente, facendo capire benissimo che non ha intenzione di andare via.

Tutto questo teatrino mi ha fatta riprendere, l'ansia di poco fa ha fatto posto ad altro.
Come al solito mi arriva un brutto mal di testa e mi sento sfinita.
Sfrego le tempie e mi siedo accanto al tavolo nero posto al centro del salotto.

Paolo si allontana pochi secondi per poi tornare con un bicchiere d'acqua e un antidolorifico.
"Tieni, prendi questa e poi vai a riposare. Andrò io in caserma, ti lascio con Alex, parlerò con chi seguiva il tuo caso."

È ovvio che lui mi conosca così bene, ha vissuto già una volta tutto questo con me.
Anche se ci sono stati problemi tra noi e ora io stia cercando l'amore in un altro uomo, lui ha fatto parte della mia vita per anni e resta una persona importante.

Noto l'espressione contrariata di Alex, non ha apprezzato quanto me questo gesto premuroso.
Il padrone di casa prende il cellulare, le chiavi ed esce.

Ora che siamo rimasti soli, è calato un gelido silenzio, la testa continua a scoppiarmi e sinceramente non posso pensare anche a lui.
Non posso chiedere a Paolo di ospitare il ragazzo per il quale l'ho messo da parte.

"Alex, sii ragionevole, non puoi restare qui."
Lui mi guarda a bocca aperta, non se lo aspettava.

"Stai scherzando? Non ho intenzione di allontanarmi da te più di mezzo metro."
Mette le cose in chiaro.

"È casa di Paolo, non puoi pretendere che gli stia bene che ti accampi nel suo salotto."
Cerco di farlo ragionare.

"In realtà, ho intenzione di accamparmi nella sua stanza da letto insieme a te."
Che faccia tosta questo ragazzo.

"Sei fuori di testa."
Lo accuso.

Si alza dal divano raggiungendomi, prende le mie mani facendomi alzare a mia volta.
"Emily, devo ammettere che vado fuori di testa quando si tratta di te.
Vado fuori di testa se non ti vedo, se non sento la tua voce, se non mi regali un tuo sorriso.
Vado fuori di testa se non sei mia, e ora sto andando fuori di testa perché ho un bisogno disperato delle tue labbra sulle mie, anche solo per un attimo. "
Così dicendo si avvicina, sono completamente catturata da ciò che ha detto, da lui.

Le sue labbra sono a soli due centimetri dalle mie, all'improvviso io azzero questa distanza.
Ne avevo un disperato bisogno, di questo contatto, di questi brividi che riesce a darmi, di lui nella mia vita.

**************
Alex

Finalmente la sento addosso, la assaporo nuovamente, solo ora con le labbra sulle mie riesco a trovare pace.
Temevo non mi volesse più dopo ieri e con tutta questa storia di Ernesto.

Dobbiamo risolvere assolutamente questo problema, lui deve pagarla, devono arrestarlo e buttare la chiave.
La proteggerò.

Appena approfondisco il bacio, lei si tira indietro, non volevo di certo prenderla qui, anche se la mia erezione dice il contrario.
Mi fa questo effetto, ed è più di una settimana che noi non... quindi non può farmene una colpa se baciandola il mio amichetto si risveglia.

"Dobbiamo fare un passo indietro."
Mi dice allontanandosi da me.

Non capisco cosa voglia dire o forse non voglio capirlo.
Cerco di catturare il suo sguardo.
"Cosa vuoi dire Emily?"

"Ieri eri così sicuro che io ti avessi colpito alle spalle, volendomene andare a vivere con Paolo e mi hai praticamente lasciata, senza che io avessi fatto nulla per farti avere questi dubbi.
Oggi sono di nuovo la tua ragazza, vuoi proteggermi e non ti vuoi staccare da me.
Sei un po' troppo volubile."

" Emily ti prego non farlo. "
Devo scoprire le mie carte stavolta.
" Non allontanarti da me."

" Alex, sei tu che lo hai fatto ieri. "
Mi accusa e non posso difendermi in alcun modo perché ha ragione.

" Ti chiedo scusa, ma non posso perderti. "
Il mio tono è quasi disperato senza volerlo, possibile che non lo capisce?

Abbassa per l'ennesima volta lo sguardo e sospira tornando a toccarsi le tempie.
"Vai a riposare ora, io sono qui non preoccuparti di niente."
Istintivamente mi avvicino e le accarezzo la guancia.

Devo dimostrarle che stavolta non me ne andrò.

Resto solo in questo piccolo salotto, mi accascio sul divano portandomi le mani nei capelli, li tiro per la rabbia.
Sono il solito coglione e ora più che mai devo restare lucido per trovare una soluzione.
Ha ragione nel dire che io non posso restare in questa casa a lungo.

Dopo circa venti minuti vedo la sua testolina rossa sbucare dalla porta del salotto.
"Tutto ok?"
Le chiedo preoccupato.

"Sí, ma non mi va di stare da sola."
Si posiziona sul divano accanto a me.

Prendo l'iniziativa.
"Vorrei cercare un'altra sistemazione che ti faccia sentire al sicuro, è sempre valida la proposta di andare a stare da Gianluca."

Lei respira profondamente come se volesse calmarsi prima di rispondermi.
"Io mi sento al sicuro qui."

"Già, con Paolo."
Sono spazientito, ma perdo il controllo dopo la sua affermazione.
"Sí."

Scatto in piedi, non riesco a contenermi.
"Emily, cosa sono per te?"

Non risponde.

"Voglio starti vicino e proteggerti, voglio che fai affidamento su di me, voglio essere il tuo porto sicuro nella tempesta."
Le dico determinato.

"Ne usciremo insieme perché io non vado da nessuna parte, devo pensare a quello che è meglio per te, ma come dovrei reagire a tutto questo?
Tu che vuoi lui al tuo fianco e mi cacci."
Faccio avanti e indietro su questo tappeto chiaro.

" Alex non ho la forza in questo momento di pensare a questo, mi dispiace ma ho bisogno per una volta di pensare a me data la situazione.
C'è un pazzo fissato con me e Dio sa solo cosa gli passa per la testa."
Alza il tono di voce, è sconvolta, impaurita ma non posso lasciar correre.

"Perché non vuoi permettermi di restare?
Sono o no il tuo ragazzo? "
Le chiedo infastidito.
Non mollo contro il suo silenzio.
" Rispondimi."

Finalmente alza lo sguardo e mi rivela la sua verità.
"Io non so se fidarmi di te e ora ho bisogno di qualcuno che non scappi alla prima difficoltà, ed è quello che fai tu da quando ti conosco Alex."

È un boccone amaro da digerire, sono ferito, ma con che coraggio?
Devo giocarmi il tutto per tutto.
Aprire il mio cuore e donarglielo, poi spetterà a lei decidere se uccidermi o salvarmi.

Guardo fuori dal balcone, cerco il coraggio per dichiararmi.
"Sono sempre fuggito con te perché questo sentimento mi ha fatto paura dal primo giorno.
Ho temuto addirittura le emozioni che una sconosciuta, in una cucina dopo un assurdo balletto, solo guardandomi, mi ha fatto provare per la prima volta."

Ripenso a quella scena bizzarra, chi l'avrebbe mai detto che una pazza rossa sarebbe entrata nella mia vita per sconvolgerla.
Mi volto verso la fonte dei miei guai.

"Non credevo nelle cazzate del colpo di fulmine, ma anche in questo mi sono dovuto ricredere, perché mi sono innamorato in quel momento."

La vedo trattenere il respiro, proprio come lo sto trattenendo io ora.
Apre la bocca come se volesse dirmi qualcosa, ma non lo fa, si alza facendo un passo verso di me, ma arresta subito la sua corsa.
Qualcosa la trattiene, sono sicuro che si tratti di tutte le cazzate fatte fin'ora.

Cazzo, Emily ti sto dando il mio cuore, che devo fare di più?

Ora ho tre opzioni.
Posso andare via, aspettare che si calmi e tornare.
Posso lasciarla a Paolo e metterci un punto, anche se non saprei proprio come.
Oppure posso farle capire con i fatti che io sono qui, perché non rinuncio a lei.

La vedo posare la mano sul petto proprio sopra il cuore.
Mi guarda intensamente e accenna un timido sorriso.
Per ora di più non riesce a fare.
Dovrò accontentarmi e sperare che significhi che anche lei provi esattamente ciò che sento io.
Devo darle tempo.

Mi siedo sul divano e inizio a trafficare con il telefono alla ricerca non so neanche io di cosa, ma mi verrà in mente un'idea e risolverò questa situazione.
Cerco di non badare a cio che le ho detto e soprattutto alla sua reazione.

Lei mi guarda confusa.
"Alex, che stai facendo?"

"Ti dimostro con i fatti  che non vado da nessuna parte, troverò una soluzione."
Le sorrido e torno a ciò che stavo facendo.

*****************

Ciao a tutti, vi è piaciuta la dichiarazione di Alex?😍
Emily al momento è come bloccata. 😭
Se vi piace lasciate una stellina.
Grazie ❤️

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