Capitolo 36 - Alex
Alex
Poso un leggero bacio sulla guancia della mia rossa, la guardo rannicchiata sotto al piumone verde a fiori.
É molto freddolosa e non fa altro che andare in giro per casa con pigiamoni infilati nei calzini e plaid addosso.
L'anti sesso insomma.
In questi ultimi giorni ha sempre sonno, credo sia la gravidanza, non so invece se la voglia di cioccolata sia a causa del bambino o semplicemente sua, meglio sorvolare.
Sono stati due giorni pieni di emozioni e stancanti, si è un po' strapazzata, preferisco non svegliarla.
Ho iniziato a cercare casa, ma credo di dovermi rivolgere ad un'agenzia, vorrei orientare le ricerche in questa zona per non allontanarci molto da Claudio e dalle ragazze.
É primo pomeriggio, la mia famiglia è tornata a casa e oggi, Emily e tutti gli altri, hanno una tradizione da rispettare, il ventisette Dicembre festeggiano tutti insieme a cena il Natale appena trascorso lontani.
É una bella trovata, ti dà l'idea di famiglia, perché infondo quest'ultima non è data dal sangue che si condivide nelle vene, ma dal fatto di esserci sempre.
Spesso puoi contare molto di più su amici e non su familiari, con i quali ti ritrovi costretto ad avere rapporti nonostante le pugnalate alla schiena.
Le ragazze stanno per arrivare e lascio la mia bella addormentata nelle mani di Federica che è in salotto a chiacchierare con mio fratello.
"Hey, andiamo?"
Chiedo sbucando dalla porta.
"Certo."
Risponde alzandosi di scatto dal divano come se fosse stato colto con le mani nella marmellata, credo si dica così.
Mi va bene tutto, forse una storiella con la bella poliziotta potrebbe fare al caso suo, l'importante è che si dimentichi di Rebecca.
Tasto alquanto dolente, ogni volta che tento di parlarne, lui va in modalità difensiva, continua a dire che si sono allontanati.
Forse ha ragione, non dovrei giudicarla così facilmente senza conoscere la sua storia e soprattutto, senza conoscere lei. Infondo non ci siamo frequentati molto quando stavo con Chiara, ma ho sempre pensato fosse seria, dati gli ultimi eventi resto scettico.
Mio fratello ribadisce che quella brunetta ha un grande cuore quasi quanto sono grandi i suoi guai, ma è l'opposto della mia ex, cioè sua sorella.
Abbiamo appuntamento con i ragazzi al solito bar, credo che Sara mi ucciderà questa sera visto chi ho invitato.
Anzi, forse me la caverò solo per non lasciare orfano il suo nipotino acquisito.
Varchiamo la soglia e troviamo già Michele, Marco e Christian ad un tavolo, vedo il mio amico un po' a disagio e penso sia per la presenza del fratello di Sara.
Non credo sappia nulla della loro storia, in realtà non ne so nemmeno io molto, ma rispetto la sua privacy, quando vorrà sfogarsi, io ci sarò.
"Hey, come va ragazzi?"
Saluto con varie pacche sulle spalle o strette di mano e mi accomodo al tavolo rotondo bianco.
Ieri l'odore di caffè in casa ha fatto venire la nausea ad Emily e ho evitato oggi di prenderlo, ma adesso sono in astinenza da caffeina.
Sbircio meglio la lavagna enorme vicino la cassa dove scrivono le specialità del giorno, leggo crostata e mi illumino ordinandone subito una fetta.
"Ma è Emily ad essere incinta, oppure lo sei tu?"
Mi schernisce Michele.
"Entrambi."
Gli alzo il medio provocando una risata generale.
"Sei vivo, hai superato la prova nonni."
Mi deride Marco.
Inizialmente ero diffidente nei suoi confronti vista l'amicizia che lo lega a Paolo, ma mi sto ricredendo, mi sembra un bravo ragazzo che per lo più cerca di farsi i fatti suoi.
"Già, è stata un tantino dura, ma tutto sommato è andata bene."
Mi arriva un messaggio che leggo prontamente credendo essere la mia rossa, invece è quel pazzo di Daniele.
"Vi informo che il nostro personale organizzatore di eventi, ha prenotato per questa sera alle venti, vi inoltro l'indirizzo del posto."
Passiamo la successiva ora e mezza tra una chiacchiera e l'altra, prima di salutarci con gli altri, diretti a casa per prepararci per la serata.
Mentre stiamo per uscire dal locale, mi scontro con il cameriere che mi versa addosso una tazza di caffè, per fortuna ormai freddo, ma è riuscito però a sporcarmi il maglione.
Vado in bagno per tamponare il disastro, quel povero ragazzo mi segue continuando a scusarsi per la sua sbadataggine.
Tolgo il cappotto e lo poggio sulla sedia dell'anti bagno, prendo della carta assorbente cercando di salvare il salvabile, ma credo di doverlo portare in lavanderia.
"Per favore non lo dica al proprietario del bar, oggi è il mio primo giorno di prova."
Cerca di spiegarmi il ragazzo, anche se in realtà mi sembra infastidito più che colpevole.
"Infatti non ho mai visto, è per questo che non hai nemmeno la divisa?"
Fa solo un cenno con la testa continuando a stringere il vassoio fra le mani, ha l'aria un po' inquietante, immagino il solito sbruffone.
"Tranquillo, può capitare a tutti."
Decido di lasciar perdere e andare via.
Arrivo dalla mia ragazza ormai quasi verso le diciannove, ho perso molto tempo al bar, quindi dovrei darmi una mossa per prepararmi.
Busso senza usare la copia delle chiavi che ho fatto da quando abbiamo scoperto dell'esistenza del piccolino, più che altro per rispetto nei confronti delle ragazze che sono rientrate.
Mi accoglie Emily e colgo l'occasione per prenderla in giro.
"Sei proprio un ghiro, non sono riuscito a svegliarti in nessun modo prima di uscire.
Stavi russando alla grande."
Cerco di darle un bacio ma si scansa offesa e subito cerca di difendersi.
"Non è vero, io non russo."
Mi fa la linguaccia.
Le voci di entrambe le ragazze in coro arrivano acute dal salotto.
"Si che russi."
Sghignazzo mentre la rossa indispettita incrocia le braccia sotto il seno.
"Non lo vedrete proprio questo bambino se non la smettete voi due."
Le minaccia.
Emily è stata letteralmente presa in ostaggio dalle ragazze e Daniele, immagino il terzo grado su questi due giorni passati con le nostre famiglie, quindi vado a casa mia per una veloce doccia.
" Che fine hai fatto, ti ho chiamato. "
Mi accoglie Claudio già vestito di tutto punto, fischio in segno di apprezzamento.
"La bella agente sexy vedendoti con i capelli tirati indietro e vestito elegante, potrebbe perdere la testa, ben fatto fratellino."
Diventa subito rosso in viso e io me la rido di gusto.
"Ma che stai dicendo? Non sono interessato e poi è solo un pantalone e giacca."
Sistema meglio i capelli dietro le orecchie guardandosi allo specchio.
"Dovresti togliere quel maglione e restare solo in camicia."
Gli do qualche dritta.
"Fa freddo."
Risponde distratto.
"Magari ti riscalderá lei, chi lo sa."
Faccio su e giù con le sopracciglia mentre mi guarda infastidito.
Vado a prepararmi prima che mi mandi a quel paese, decido di essere anche io elegante, andremo a cena in una enorme villa adibita a ristorante, si trova subito fuori città.
Dopo venti minuti mio fratello inizia ad inveire contro il sottoscritto, sento bussare per l'ennesima volta alla porta della mia stanza e vado ad aprire infastidito.
Sono pronto a prenderlo a parolacce, ma la visione di una rossa in un abito in velluto blu pieno di strass oro fino alle ginocchia, mi destabilizza.
Vederla così, con quelle labbra fuoco, mi fa venire in mente cose poco pertinenti al suo stato interessante.
"Ancora devi finire di vestirti?"
Mi riprende anche lei.
Sbuffo ma cerco comunque di strapparle un bacio nonostante il rossetto.
Mi guardo allo specchio in cerca di macchie rosse che non trovo.
"Non mi hai sporcato."
"Wow, questa è proprio magia."
Ride di gusto per la mia espressione sbalordita.
"Ho fame, anzi famissima, io, Dani e le ragazze iniziamo ad andare se non ti dispiace, altrimenti ti aspetto."
Mi fa quegli occhioni dolci da cucciolo ai quali non resisto.
"Tranquilla, quincidi minuti e partiamo anche noi."
Sta per uscire dalla mia stanza quando ad un tratto si volta verso di me con fare triste.
"Voglio il gelato al cocco, ma a me non piace il cocco."
Si volta e va via.
Non arriverò vivo alla fine di questa gravidanza.
Una volta pronto, vado alla ricerca del mio telefono, non lo trovo da nessuna parte, eppure ero sicuro fosse ancora nel mio cappotto.
Controllo in camera, fra i cuscini del divano, in bagno, chiedo a mio fratello, niente.
"Magari l'ho dimenticato da Emily. "
Ragiono ad alta voce.
"Si, sicuramente ora andiamo o ti faccio fuori."
Molto premuroso lo stronzo.
Nel giro di venti minuti siamo arrivati, davanti a noi una bella villa due piani recintata, un curato giardino con diverse aiuola e qualche albero.
Un bel portico spazioso con un dondolo blu, poco distante un salottino in vimini nero.
Entriamo, ci sono subito i bagni e il guardaroba, in fondo alla sala un enorme caminetto, uno stile dei tavoli elegante e sobrio.
Intravedo da qui gli altri già presenti tutti, compresi Francesco e Federica, dico a Claudio di andare avanti, devo un attimo andare alla toilette.
Entro e cerco mentre continuo a pensare a dove possa aver perso il telefono, perché sono sicuro di non averlo usato dopo il pomeriggio al bar con gli altri.
Mentre sto lavando le mani, sento un rumore dietro la porta, ma non ci bado più di tanto, asciugo le mani e quando tento di uscire, mi rendo conto che la porta è bloccata.
Cerco di fare forza, tento di spingere, ma niente, riprovo inutilmente, inizio a questo punto a chiedere aiuto.
Urlo più volte e per una decina di minuti non ottengo alcun risultato, all'improvviso un cameriere mi sente e mi apre.
Per fortuna, stavo perdendo le staffe.
Arrivo al tavolo borbottando e venendo accolto da un applauso da parte dei miei amici.
"Finalmente ce l'hai fatta."
Urla Christian.
"Mi hanno chiuso nel bagno, cose da pazzi."
Cerco di spiegare.
"Potevi chiamarci."
Evito di rispondere male solo perché Emma non può sapere che sta girando il coltello nella piaga.
"Sono ore che non trovo il telefono, temo di averlo perso."
Questa cosa mi infastidisce.
Prima di sedermi noto l'assenza della mia ragazza.
"Dov'è Emily?"
Chiedo curioso.
Lo sguardo di Daniele scatta nel mio.
" Non trovi il telefono da ore? Eri chiuso nel bagno?"
La sua voce inizia ad essere acuta e tremante, i suoi occhi saettano da me a Francesco e inizio a preoccuparmi.
Scatta in piedi facendo cadere alle sue spalle la sedia provocando un tonfo che rimbomba nell'intera sala.
Tutta la nostra attenzione è rivolta a lui che agitato inizia a correre verso il retro della villa nel giardino urlando il nome di Emily.
Istintivamente gli corro dietro seguito dai due agenti seduti al tavolo con noi, usciamo in giardino, Daniele nel buio continua a urlare il nome della sua amica.
Lo raggiungo e lo scuoto forte per le spalle, qui c'è poca illuminazione ma riesco comunque a vedere i suoi occhi sbarrati e pieni di paura.
"Dov'è Emily?"
Urlo terrorizzato.
"Ha ricevuto un tuo messaggio, le dicevi di venire qui per una piccola sorpresa."
Faccio un passo indietro come se la sua rivelazione mi avesse colpito, porto le mani ai capelli tirandoli con forza, mi guardo intorno, ma non vedo nulla, solo buio, come quello che sta sovrastando il mio cuore.
Ciao a tutti, Ernesto ha colpito.
Che ne pensate?
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