Capitolo 23 - Emily

Emily

Più di due settimane che non lo vedo, quasi quindici giorni che sono qui e ogni volta che esco da questo dannato appartamento, lo cerco in ogni volto che incontro.

Scruto i particolari del viso del bel ragazzo che dorme su questo divano grigio, un gigante con lineamenti marcati.
Osservo i suoi capelli scuri scompigliati ed è strano vederlo in disordine, da quando lo conosco è sempre perfetto.
La nostra convivenza dura da due settimane e devo dire che abbiamo avuto da subito un ottimo feeling.
É un bravo ragazzo, una delle sue doti è di sicuro l'empatia.

Questo piccolo appartamentino rustico con pareti fatte di mattoni a vista, non è affatto male, al quinto piano di un palazzo fuori mano, lontano dal caous di Roma.

"Buongiorno, già sveglia?"
Francesco con occhi intensi e pimpanti si sgranchisce, il suo metro e novanta con i suoi possenti muscoli incutono un po' timore ad una nana come me.

"Buongiorno Fra, ho appena preparato il caffè, fra mezz'ora dovremmo uscire.
Se per te va bene vado prima io a fare la doccia."
Lui annuisce mentre sorseggia già una tazzina colma di caffè nero.

Sotto l'acqua calda che scorre sul mio corpo mi sento per un attimo fuori dal mondo, chiudo gli occhi lasciandomi andare ai ricordi intensi che mi travolgono.
Le sue mani che mi scompigliano i capelli, le sue labbra sulla mia pelle, i suoi occhi lussuriosi, quel sorriso compiaciuto vedendomi in balia di lui.
Butto un pugno alle piastrelle verde mare davanti a me maledicendo questo sentimento che non vuole arrendersi al ricordo di noi.

Sarebbe tutto più facile.

Nel giro di quaranta minuti siamo fuori casa, dall'esterno sembriamo una coppia affiatata, infondo un po' é vero, so solo che è un angelo entrato nella mia vita.
Mi accompagna a lavoro, lo saluto ed entro in ufficio, Federica mi aspetta già dentro, lei sarà la nostra assistente agli occhi degli altri.

"Pasticcino buongiorno, sei già arrivata, mi sono perso lo stallone?"
Daniele guarda alle mie spalle deluso.
Poi si avvicina al mio orecchio.
"Senti, questa Federica mi sta sulle palle, non possono mandare un altro agente?"

Lo guardo furba.
"Magari un uomo?"
Fa spallucce con finta innocenza.

Lei e Francesco sono due agenti sotto copertura, lui finge di essere il mio ragazzo, così da infastidire Ernesto e fargli fare passi falsi, lei invece veste il ruolo di nuova collega.
Cristina, il mio capo, è davvero comprensiva, cosi in ogni caso sarò tenuta d'occhio.
Visti i vari messaggi intimidatori che ricevo nei confronti del ragazzone che mi sta sempre appiccicata, credo che il piano funzioni.

"Ciao Emily, tutto tranquillo?"
Le faccio cenno di sí.
É una vera professionista, la osservo nei suoi jeans chiari, guarda fuori dalla finestra e i suoi occhi scuri scrutano tutto quel che possono.
La sua pelle mulatta risalta molto con la camicia bianca e sorrido nel vederla come al solito litigare con i suoi indomabili ricci scuri leggermente afro.

La giornata passa in fretta, per fortuna a lavoro riesco a tenere occupata la mente, il problema è la notte, quando resto sola con me stessa e il suo ricordo.
Le ragazze cercano di starmi vicine il più possibile, vengono spesso a trovarmi, ma sempre accompagnate da Michele, non si sa mai.

Oggi è venerdì e stasera proveremo ad uscire a cena, sto cercando di mettermi in tiro per essere più credibile, altri agenti in borghese saranno presenti tenendosi in disparte pronti ad agire.
Lego i capelli in una coda alta, infilo un pantalone nero e una camicia senape con i contorni neri, un paio di stivaletti neri abbastanza bassi.
Devo essere comoda il più possibile.
Non perdo tempo a truccarmi, solo un filo di matita verde e mascara.
Sono molto agitata, lui sono sicura che sarà in agguato, ma se riusciranno finalmente ad arrestarlo, ben venga rischiare.

Voglio tornare alla mia vita.

Esco dalla stanza e trovo nel piccolo salottino "un gran bel pezzo di figo" come direbbe Dany.
Credo che anche Sara sarebbe d'accordo, ho notato certi sguardi fra i due.
Giacca blu acceso che accentua le spalle larghe, pantaloni blu scuro stretti, una camicia bianca che delinea i pettorali.
"Sei davvero niente male, dovremmo passare a prendere Sara."
Lo provoco.

"Ma che dici? Sono in servizio."
Cerca di fare il serio ma ridacchia.

Arrivati al ristorante mi sembra di essere perennemente osservata, ogni sguardo dei presenti lo sento addosso, come se ognuno di loro fosse in combutta con quel pazzo.
"Calmati."
Cerca di tranquillizzarmi il mio accompagnatore.
"Ricorda che sei al sicuro, oltre me ci sono quattro agenti che osservano ogni particolare intorno a noi."
Posa una mano sulla mia, lo ringrazio con un sorriso.

La serata procede abbastanza tranquilla, almeno fin quando non arriva il primo messaggio.
Il cuore mi balza in gola, Francesco afferra il mio telefono, legge il messaggio e finge una risata così da infastidire quel maledetto che sicuramente ci starà osservando.
Ovviamente si tratta di minacce rivolte al mio accompagnatore, tutto questo teatrino lo sta facendo andare fuori di testa.

Mi alzo per andare in bagno, Francesco mi accompagna per controllare che non ci sia nessun pericolo.
Ho bisogno di un attimo di pace.
Fisso la mia immagine nell'enorme specchio dell'anti bagno in comune con quello degli uomini, faccio un grosso respiro, mi ripeto ad alta voce "Posso farcela".
Poso il telefono accanto uno dei tre lavabi e poggio le mani sul marmo verde scuro.

La porta esterna si apre e il mio mondo si ferma per un istante, Alex è qui.
I nostri occhi si trovano e mi sembra di riuscire a respirare dopo un'eternità.
L'espressione di sorpresa e dolore è stampata su entrambi i nostri volti, come in trance iniziamo a camminare l'uno verso l'altra spinti da una forza magnetica che ci attira, fino a ritrovarci a pochi centimetri.
I battiti del mio cuore sovrastano ogni rumore all'esterno, deglutisco a fatica e cerco di contenere il mio corpo che per volontà sua vorrebbe solo stringere l'uomo che ho di fronte.
Pochi centimetri ci separano ma sono comunque troppi, muovo istintivamente la mano verso l'oggetto del mio desiderio senza accorgermene, ma arresta la sua corsa per un maledetto bip.
Il mio telefono posto sul ripiano vicino a noi si illumina, Alex sbarra gli occhi vedendo la nostra foto, poi li sposta su di me.

"Hai ancora la nostra foto? Perché?"
Mi chiede incredulo.

Non so cosa rispondere, ma so che devo rientrare a rivestire i panni scomodi della stronza che lo ha lasciato perché non lo amava più.

"Ho dimenticato di toglierla."
Mi do uno schiaffo mentale per l'idiozia detta.
Evito di guardarlo, oppure non avrò la forza di uscire di qui.
Prendo il telefono e la borsetta, faccio un passo verso l'uscita, ma lui afferra il mio braccio, questo tocco brucia come fiamme.
" Alex ti prego."
Non riesco a dire altro.
Molla la presa con un sospiro frustrato, in quel momento entra una ragazza.
"Alex tutto bene?"

Queste parole mi fanno voltare verso l'ingresso della toilette, un colpo al cuore, istintivamente mi volto verso l'uomo che amo, ciò che sento è dolore.
Percepisco spezzarsi dentro al mio petto qualcosa, come se andasse in frantumi provocando un rumore assordante.

Credo sia il mio cuore.

Ho sperato di potergli chiedere perdono finita tutta questa storia, spiegandogli che l'ho ferito solo per proteggerlo, invece è andato tutto perduto.
Gli sono bastate due settimane ed è tornato dalla sua ex, avrei sentito meno dolore se mi avessero pugnalata.
I miei occhi si riempiono di lacrime, non ho alcun controllo, il dolore è troppo acuto.

"Emily non è come pensi."
Dice immediatamente e i suoi occhi preoccupati mentono spudoratamente.

Ringrazio l'ottimo tempismo di Francesco che entra, peccato non possa salvare l'ultimo frammento di me che si è spezzato pochi secondi fa.
"Emily, tutto bene? Mi stavo preoccupando, dobbiamo andare."

Mi volto e vado via ignorando Alex che chiede chi sia questo ragazzo, lei cerca di fermarlo e io imploro Francesco di andare subito via.

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