Capitolo 17 - Doppio
Emily
Sono sveglia da un po', ormai il sole sta sorgendo, ricordo l'alba vista sul mare fra le braccia di Alex, aveva tutto un altro sapore.
Al ricordo sorrido.
Lui è qui accanto a me e dorme, beato lui, io sono davvero agitata, non so se la decisione presa sia giusta o no, ma so che devo tornare alla mia vita.
Mi alzo dal letto cercando di non svegliarlo, vado in bagno, sfilo la sua maglia extra large con sopra la stampa di Wolverine che gli ho rubato ieri sera e mi infilo nella doccia.
L'acqua scivola sul mio corpo, i muscoli sono tesi e i miei pensieri aggrovigliati.
Poggio entrambi i palmi delle mani sulle mattonelle mentre il tempo passa e l'acqua lava via il bagnoschiuma, ma non le paure che sporcano la mia pelle, la mia mente.
Indosso un jeans e dei saldali bassi, una camicetta senza maniche bianca con stelline nere, cercando di fare piano prendo la borsa e mi sposto in salotto.
La sveglia suonerà tra venti minuti, ho chiesto a Daniele di venire a prendermi presto, voglio uscire prima che Alex si svegli, temo possa convincermi a cambiare idea.
Gli lascio un biglietto ed esco, ma non prima di restare qualche secondo a fissarlo.
Quanto amo quest'uomo.
Oltrepassare la soglia di casa stranamente non è stato così difficile, ma ogni gradino che scendo, i miei passi sono sempre più pesanti.
Come se mi trovassi intrappolata in sabbie mobili faccio fatica ad avanzare.
Daniele è davanti il portone, vederlo mi tranquillizza almeno un po', mi ripeto che andrà tutto bene, mi ripeto che posso affrontare di nuovo tutto questo e lo farò.
Ogni persona nei paraggi sembra osservarmi, ogni macchina che passa temo sia lui, continuo a scrutare tutto ciò che mi circonda temendo di vederlo e mai vorrei incontrare i suoi occhi.
Non mi sento al sicuro.
Con passi malfermi avanzo verso l'ufficio, sono talmente agitata da non sentire alcun rumore all'infuori del battito accelerato del mio cuore, riesce a sovrastare tutto il resto.
Una parte di me si aspetta di trovare la solita rosa o peggio, un mazzo di rose gialle, oppure di veder arrivare dalla finestra il furgoncino del fioraio.
Non potrei sopportarlo, ma temo accadrà.
Fisso l'angolo della stanza vicino la mia scrivania ed è come se rivedessi la mia immagine rannicchiata lì, sconvolta e assente.
"Pasticcino, ecco il tuo caffè."
Lo ringrazio sia per la premura e sia per avermi strappata a quei ricordi dolorosi.
Prendo la tazzina fra le mani, in quel momento squilla il mio telefono e salto letteralmente in aria facendo cadere il caffè.
Cazzo, devo calmarmi.
È Alex.
"Hey, perché sei uscita così presto e non mi hai svegliato?"
"Volevo farti dormire un po'."
"Sei con Daniele? Mi raccomando non deve perderti di vista. Non fare di testa tua Emily."
Non so se irritarmi o apprezzare, decido di lasciar perdere, non ho la forza al momento.
La prima mattinata trascorre tranquilla, non sono stata molto utile in realtà, per fortuna c'è Daniele.
Mi rendo conto di non aver la testa libera, è occupata da tutti questi pensieri negativi che mi riportano al passato, intrappolandomi nel buio.
Cercherò di concentrare le mie energie sul lavoro, su Alex, sul cuore ferito di Sara, e sulla proposta di matrimonio per Emma.
Sono elettrizzata solo al pensiero.
Il segreto sarà questo per poter andare avanti, non pensare.
Coinvolgo Dany sperando mantenga il segreto, non dovrò dire nulla a Sara fino a quel giorno oppure addio sospresa, la conosco.
Buttiamo giù qualche idea, il tempo stringe, dieci giorni passano in fretta e devo partire da zero.
Chissà se anche io ed Alex un giorno arriveremo ad un passo simile.
"Hai gli occhi a cuoricino, che pensi? La nottata di sesso selvaggio passata?"
Mi stuzzica Daniele.
"Ma sempre al sesso pensi?"
Rispondo scocciata per aver rovinato i miei sogni ad occhi aperti.
"Si, visto che non ne faccio da un po'. Povero me."
Sbuffa e si rimette a lavoro.
"Arriverà all'improvviso amico mio e non potrai che arrenderti a dei sentimenti così forti da intrappolarti e..."
"È arrivato infatti, mi arrendo volentieri a quel dio greco, può ammanettarmi quando vuole."
Non capisco cosa voglia dire fin quando non mi volto anche io verso la finestra vedendo un poliziotto.
Scosto la sedia provocando uno stridío e agitata vado alla porta principale, la apro trattenendo il fiato con la speranza che siano buone notizie.
Riconosco subito l'uomo che ho di fronte, lo stesso di quasi quattro anni fa, l'ansia sta divorando dall'interno ogni pezzo di me.
"Salve Emily, si ricorda di me?
Non avrei voluto incontrarla di nuovo per motivi di lavoro."
Il suo tono è gentile ma autoritario.
"Già, nemmeno io."
Lo faccio accomodare.
"Purtroppo non ci sono novità, stiamo cercando il suo stalker per notificare l'ordinanza restrittiva, ma niente."
"I familiari non sanno dove trovarlo?"
Chiedo agitata.
Fa cenno di no con la testa.
"Abbiamo avvisato tutti i fiorai della città di non recapitarle mai fiori e avvisare noi.
La terremo d'occhio, lei non resti sola."
Mi saluta e va via.
Questa conversazione ha peggiorato il mio stato d'animo, chissà dove si è nascosto, l'angoscia che sento da quando so che sembra sparito nel nulla, mi paralizza.
Mi sembra di vivere in bilico sul ciglio di un precipizio, pronta a cadere giù nel vuoto.
******************
Alex
La mattinata non è iniziata nel verso giusto, svegliarmi e non trovarla al mio fianco mi ha messo addosso agitazione e un brutto presentimento, solo il suo biglietto firmato " il tuo Amore" mi ha confortato un po'.
A lavoro non combino molto e da quel che vedo nemmeno Christian, non so dove sbattere la testa, devo calmarmi ma è tutto un gran casino.
Ormai il piano di tenere Emily al sicuro ha fatto acqua da tutte le parti, probabilmente dal primo giorno, ma ora che lei è tornata a lavoro non ha molto senso restare in quella casa.
Sinceramente non avrei mai pensato di stare così bene con lei, questa convivenza improvvisa si sta rivelando la cosa migliore che potesse capitarmi, non ci rinuncerei facilmente.
Magari in un appartamento con due bagni, quando lava i capelli lo occupa per un'ora.
Devo essere del tutto impazzito.
"Forza andiamo a casa."
Mi da una pacca sulla spalla Christian.
"Vado a pranzo con mio fratello e Michele, unisciti a noi."
Credo abbia bisogno di distrarsi.
"Ma Emily?"
Giustamente è confuso sapendo la situazione.
"Resterà con Daniele e le ragazze per pranzo."
Raggiungiamo una trattoria poco distante e troviamo ad un tavolo mio fratello, Michele e Marco.
"Cazzo."
Sussurro spontaneo bloccando con il braccio il mio amico.
Mi volto verso di lui con sguardo rammaricato.
"Non sapevo della presenza di Marco, il fratello di Sara."
Il suo sguardo viaggia da me al tavolo poco distante da noi.
"Non credo sia il caso di scappare ormai."
Per fortuna Marco non sa di Chris dato il suo comportamento tranquillo, anche se inizialmente era un po' teso, non è il solo.
A dire il vero non ho più affrontato il discorso donne con Claudio, infatti credo mi eviti un po'.
Tra una chiacchiera e l'altra noto Michele un po' strano, è taciturno e poco partecipe, non è da lui.
"Che ti succede?"
"Ragazzi devo dirvi una cosa o potrei esplodere, ma mi raccomando, dovrete mantenere il segreto."
Ci guarda a turno, credendo di diventare più minaccioso con quell'indice rivolto verso di noi.
"Soprattutto con Sara, perché devo fare una sorpresa ad Emma."
Noto il piccolo sobbalzo del mio collega appena sente il suo nome.
"Perché mia sorella non dovrebbe saperlo?"
Me lo sto chiedendo anche io proprio come Marco.
"Lo sanno tutti che non sa mentire o mantenere un segreto a lungo."
Spiega il nostro amico.
Chris non riesce a trattenersi e ridacchia.
" Cosa può mai essere? Sara sa già che hai fermato una casa per andarci a vivere insieme, cos'altro non vuoi farle sapere di più grosso? Chiedere ad Emma di sposarti?"
Lo punzecchia Claudio.
Ma dall'espressione di Michele, credo proprio ci abbia azzeccato.
" Non ci credo. "
Quasi urla Marco.
" Ebbene si ragazzi. "
Conferma ridendo e nei suoi occhi leggo gioia pura.
Ci congratuliamo tutti con lui, siamo felici per loro e per un attimo mi chiedo se anche io ed Emily arriveremo a fare un passo simile.
Ma che mi prende?
"Emily organizzerà una sorpresa per il compleanno di Emma, sarete tutti presenti, sei invitato anche tu Christian, ci tengo."
Il mio amico resta un attimo in silenzio all'idea di rivedere Sara, ma per educazione accetta l'invito di Michele.
La pausa pranzo è finita per tutti, ci avviamo fuori e mi avvicino a mio fratello.
" Come va? "
" Bene."
Risponde semplicemente cercando di non guardarmi.
"Come va con Rebecca?"
"Non mi va di parlarne."
Evita il mio sguardo ancora.
"Dovremo farlo invece e credo che tu ne abbia bisogno, cosi capirai della grande cazzata che stai facendo."
Gli faccio notare.
Noto il suo volto irritato ma non risponde, saluto e vado via, ma dovremmo parlarne prima o poi.
Non vedo l'ora di incontrare la mia rossa, sono stato in ansia tutta la mattina e mi calmerà solo rivederla.
Infondo è normale, è la prima mattina che passa fuori da quando sappiamo che c'è quel pazzo in giro.
Apro la porta e la trovo addormentata sul divano, una ciocca di capelli sul viso, rannicchiata, sembra una bambina da proteggere e amare.
Saluto silenziosamente Dany che ringrazio prima di andare via.
Non resisto e poso un bacio leggero su quelle labbra dischiuse, mi sento un po' in colpa perché non era mia intenzione svegliarla.
"Ciao Amore."
Sorrido spinto da un'emozione intensa al suono di questo nomignolo.
"Vieni qui."
Fa cenno di sdraiarmi accanto a lei.
Lo faccio subito, si accoccola con mezzo corpo su di me.
"Stavo pensando che ormai possiamo tornare alle nostre case."
La sua voce è incerta.
Per fortuna in questa posizione non può guardarmi, altrimenti vedrebbe la mia espressione triste.
"Potremmo anche restare qui, ho pagato per tutto il mese e poi... mi piace vivere insieme a te."
Dico trattenendo quasi il respiro in attesa di una sua reazione.
Alza il viso con un sorrisone che illumina tutta la stanza, mi stringe forte e posa le sue labbra sulle mie.
Credo proprio che non potrei rinunciare a tutto questo.
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