Capitolo 15 - Doppio

Alex

Scendiamo nel parcheggio sotterraneo del palazzo, entriamo nella sua ford kuga nera e ci dirigiamo in ufficio. Durante il tragitto lui resta in totale silenzio.
"Chris stai bene?"
Sono preoccupato.

"Non sto più bene da tanto tempo ormai"
La sua risposta mi ha turbato tanto da non aprire più bocca nemmeno io.

"Andiamo a prenderci un caffè al bar qui all'angolo prima di entrare."
Gli propongo appena arrivati, anche perché è palese il suo bisogno di sfogarsi.

Ci sediamo ad un tavolo vicino la grande vetrata e ordiniamo due caffè, anche la cameriera lo guarda con occhi angosciati. Credo si noti da lontano la faccia da funerale del mio amico.

Christian continua a fissare il vuoto ed io inizio ad inquietarmi sempre più.
Ad un tratto si stropiccia la faccia con entrambe le mani sospirando ed inizia il suo racconto.

"Quella sera al pub, quando ti ho chiamato per una birra, eri con i tuoi amici e vi ho raggiunti, ricordi? Credo tu avessi litigato con la tua ragazza. "

"Si, certo che ricordo."

"Quella sera ho scoperto una cosa."
Fa una lunga pausa, quindi gli chiedo di continuare.

"Michele ci ha mostrato tre ragazze in una foto, non potevo credere ai miei occhi.
So che hai notato la mia faccia."
Mi guarda appena.

"Si, ricordo che eri strano, ci sono stati altri episodi come poco prima, che succede?"
Ancora non capisco.

"Non mi ero sbagliato, era lei con le amiche.
La ragazza che ho cercato di dimenticare e non avrei voluto rivedere mai più."

Per un attimo mi allarmo.
"Ma chi? La mia Emily?"

"Ma no, tranquillo."
Ridacchia.
"Parlo di Sara."

"Conosci Sara?"
Sono sorpreso.
"Cavolo, quanto è piccolo il mondo."
Penso ad alta voce.

"Credo sia più corretto dire che il destino si diverte a torturarmi, ancora una volta."
Sussurra afflitto, poi continua.

"Lei ha fatto un master a Milano, io sono di lì, non scendo nei dettagli e la faccio breve."
Prende un profondo respiro.

"Siamo diventati amici e poi è nato qualcosa fra noi, qualcosa che ho dovuto troncare sul nascere."
Chiude gli occhi, lo vedo molto provato, credo abbia sofferto.

"Se vuoi parlarne per sfogarti, sono qui amico."
Sono sincero spero lo sappia, abbiamo legato molto, è un bravo ragazzo.
Accenna semplicemente un sorriso, dal suo silenzio capisco che al momento vuole chiudere il discorso.

"Emily voleva invitarti a pranzo per ringraziarti di tutto, ma c'è Sara con lei ora,
quindi magari quando torneremo ti avviso io quando potrai salire. "

"Alex, vorrei evitare di incontrarla o che lei sappia che ci conosciamo."

"Ma Emily..."
Mi interrompe.
"Non ho mai incontrato di persona Emily ed Emma."

Poi penso alla situazione, Sara verrà spesso.
"Cazzo."
Mi sfugge spontaneo.

"Che c'è?"
Chiede sospettoso.

Non vorrei parlargli di una storia delicata come quella che stiamo vivendo, ma potrebbe darci una mano infondo, mi fido di lui.
Decido di farlo senza soffermarmi sui particolari, ma nel mentre vedo il suo viso cambiare, ad un tratto si agita alzandosi dalla sedia.
"Sara potrebbe essere in pericolo, dobbiamo andare dalle ragazze Alex."

"Tutti potrebbero essere in pericolo perché non possiamo sapere come funziona una mente malata."
Purtroppo è la dura verità.

"Tranquillo, non ha mai fatto del male nemmeno ad Emily, credo che Sara sia al sicuro.
Ora andiamo in ufficio, siamo in ritardo."

Non credo proprio che sia riuscito a dimenticarla.

L'ho sempre detto, l'amore ti fotte.

*****************
Emily

"Non ho trovato l'orecchino, cavolo mi piaceva."
Rientra Sara lamentandosi e con un broncio da bambina, perde sempre tutto questa benedetta ragazza.

"Parliamo di cose serie, che ti hanno detto quando hai chiamato le forze dell'ordine?"
Chiede improvvisamente cambiando atteggiamento.

"Lascia perdere, mi è sembrato anche in questo caso di rivivere il passato, possono fare poco solo per dei fiori."
Verso in due bicchieri il succo all'arancia rossa e ci sediamo al piccolo tavolo avorio rotondo.

"Questa situazione è assurda.
Non posso restare confinata qui o costringere voi a riorganizzare le vostre vite per me."
Sto praticamente ragionando ad alta voce.

"Emily noi siamo amiche, è ovvio che vogliamo starti vicine, siamo preoccupate per te."
Vuole rassicurarmi ma so che è sincera.

"Lo so, ma diciamoci la verità.
Non sono al sicuro da nessuna parte, probabilmente sa già che sono qui."
Sentenzio guardando il bicchiere davanti a me.

"Tesoro, stiamo cercando di fare attenzione."
Stringe la mia mano per infondermi sicurezza.

"Sara, a turno ogni giorno verrete in questo palazzo, davvero credete che sia al sicuro?"
Non controbatte, sa perfettamente che ho ragione, bisogna essere realistici.

"Devo riprendere in mano la mia vita in qualche modo, ho accettato di stare qui con Alex per avere qualche giorno in più."
Sospiro profondamente.
"Avevo bisogno di metabolizzare la situazione. Non significa che sia pronta, ma se non l'affronto, non lo sarò mai."

Non posso permettermi di ricadere nel baratro.
Ci sono voluti mesi di terapia, di introspezione, ringrazierò sempre lo psicologo, ma devo ringraziare anche me per aver combattuto contro me stessa e le mie paure.
Lo farò di nuovo, stavolta non ho intenzione di aspettare di cadere per poi trovare la forza di rialzarmi.

"Non lo so Emily, cioè fai bene a non lasciarti sopraffare come anni fa dalla paura, ma non bisogna comunque essere incoscenti di fronte a questi malati."

"Incoscenti? Mi sento intrappolata con lui nella stessa gabbia, senza via di scampo.
Sai che vuole farti del male e sei inerme, l'unica cosa che non sai, è quando."
Forse il mio tono è un po' duro, non volevo.

"Mi dispiace tesoro."
Mi abbraccia forte.

"Alla fine non mi ha mai fatto del male per fortuna, potrei andare a lavoro sempre con Daniele.
In casa ci sareste tu ed Emma, Alex e Claudio sono alla porta accanto."
Cerco di analizzare i fatti.

"Bhe non ti ha fatto nulla ma ti ha spaventata molto e quella volta in pasticceria...per fortuna c'era Paolo."
Dice scuotendo la testa ripensando al passato.

"Già. È per questo che non me la sento di restare sola, però non posso rinchiudermi in una torre."
Sospiro sconfitta dal casino che è la mia vita.

"Devi essere tu a decide, noi ti sosterremo. Magari parlane anche con Alex."
Suggerisce.

É proprio questo che mi preoccupa.

Il resto della mattinata procede tranquillamente fra una chiacchiera e l'altra, mi occupo di fare un dolcino al cioccolato che Alex ama, mi piace viziarlo.
Ho deciso di invitare a pranzo il suo collega per ringraziarlo, quindi preparo cannelloni e polpettone con insalata.
Nei prossimi giorni lui andrà a lavoro con l'amico per cercare di passare inosservato il più possibile.
Di conseguenza anche questo Chris sarà costretto a tornare a casa a pranzo, per poi riuscire.

Puntuale come un orologio ecco il mio ragazzo entrare in casa, mi piace davvero molto questo momento, inizia tutto a diventare una routine che amo.
Entra e la prima cosa che fa è venire a darmi un bacio dicendomi 'ti sono mancato?' con quel sorrisetto sexy e due occhioni dolci.

Cavolo, quando mi guarda così mi innamoro sempre di più.

Questa mini convivenza improvvisata ha diversi lati positivi, amo addormentarmi con lui e ritrovarlo al risveglio, per non parlare delle docce insieme e vederlo gironzolare solo in intimo con quel fisico...
Ok, i miei pensieri iniziano a prendere strade inappropriate.

"Sei solo?"
Mi aspettavo il suo collega.

"Si è fermato un attimo a casa, sale subito."
Mi spiega.

Sara ci saluta e va via.
Noto per caso Alex osservare la mia amica, non ci farei caso se lui non si comportasse in modo strano.
Appena lei varca la soglia prende il telefono e invia un messaggio, va subito ad aprire la porta per controllare l'esterno e la richiude.
Lo guardo sospettosa e se ne rende conto ovviamente data l'espressione che ho stampata in volto.
"Che succede?"

"Niente."
Cerca di fare il finto tonto ma non gli riesce un granché.
Ecco il campanello, vado ad aprire ma mi ritrovo davanti di nuovo Sara.
"Ho dimenticato il telefono? Spero di si, altrimenti l'ho perso. Oggi non l'ho proprio usato vero?"
Disperata la mia sbadata amica entra in casa nel panico.

"Non lo so Sara, vediamo in giro."

Alex allarmato arriva.
"Sara perché sei qui?"

Che gli prende?

"Ho perso il telefono, spero sia qui."
Risponde intenta a guardarsi intorno.

"Cerchiamo il telefono, sbrigati."
Mi dice Alex precipitandosi a cercare ovunque.

"Trovato."
Urla vittoriosa la mia amica con il telefono in mano, era finito fra le fessure del divano.

"Ok allora ci vediamo Sara."
Alex palesemente cerca di mandarla via.

Ma che modi sono questi?
Lo guardo malissimo.

In quel momento suonano alla porta, questa volta sarà per forza Chris, mentre sto per aprire quel dispotico del mio ragazzo mi afferra la mano bloccandomi.
"Che stai facendo?"
Gli chiedo stranita.

"Ehm... Io... Ehm..."
Non riesce a formulare una frase di senso compiuto.

"Certo che questo caldo ti sta dando alla testa."
Sentenzia Sara pronta ad aprire la porta.

"Cazzo, cazzo, cazzo."
Sussurra, ma non abbastanza a bassa voce per evitare di farsi sentire.

Cio che succede subito dopo non me lo aspettavo, nemmeno la mia povera amica.

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