Il compleanno di Step
L 'ultima lezione del pomeriggio la condivido con Adam, è incantato dalla new entry... E comunque: ha saputo di più lui stamani, che noi in due giorni che vive alla villa. Mi racconta del padre di lei defunto, anche questo non sapevamo, mi conviene dirlo a Step, prima faccia una gaffe epocale.
Alle sedici in punto la trovo vicino al suv, il suo sorriso nel vedermi è sincero.
Appena saliamo in macchina , dopo essersi allacciata la cintura, il suo telefono squilla ,lo estrae dalla borsa e fissa il display, il nome Michael lampeggia, lei lo fissa corrucciata per un attimo poi rifiuta la chiamata e sbuffa. Lo ripone nervosa. La guardo, ma non dico nulla.
《 Dove andiamo? 》 mi chiede.
《Al centro commerciale, si trova ad una quarantina di minuti, mettiti comoda. Anche perché devo prendere anch' io il regalo a Stephen. 》 le spiego.
Metto su il cd dei Coldplay, nell' abitacolo si diffonde " a sky full of stars".
Abbozza un sorriso ed ammira il mutarsi del paesaggio.
Non parla, e se da un lato l 'apprezzo dall 'altro, questa ragazzina inizia ad incuriosirmi, vorrei mi parlasse. Quando arriviamo al centro commerciale scendo e non l' aspetto, fatica a starmi dietro ma non si lamenta .
Saliamo al secondo piano, io devo andare da Matt, al centro tattoo, a recuperare il regalo di Step.
Quando siamo davanti la vetrina, arriccia il naso.
《Puoi aspettarmi qui un attimo? Non mi ci vorrà molto. 》 le dico. Annuisce e scompaio nel negozio. All' interno aspiro l 'odore del disinfettante, Matt è impegnato con un cliente, ma appena gli dicono che sono arrivato, esce dal retro con la scatola. Quante cazzate abbiamo fatto insieme...E la cosa più divertente è che nessuno ci ha mai cattato. Lo abbraccio gli allungo cento dollari ed esco.
E lei è sparita.
Perlustro l 'area con lo sguardo e la vedo ammirare, dall 'esterno un negozietto pieno di cose strane, come un bimbo davanti la vetrina di una pasticceria, sorrido, mi caccio la scatola sotto braccio e la raggiungo, mentre posa la mano sulla maniglia per entrare.
《Ma non dovevi aspettarmi là fuori? 》Le dico, fintamente burbero.
Sussulta spaventata.
《Vabbè , hai dieci minuti per trovare il regalo, poi ci tocca andare se non vogliamo fare tardi. 》
《 Ma come? 》 replica sgranando gli occhi.
Entriamo, ammira un ciondolo cremisi, passa oltre, prende da uno scaffale una banale palla di vetro con una miniatura di Central Park al suo interno e per un po' la fissa, lo sguardo è altrove, smarrito, gliela tolgo dalle mani e la rimetto al suo posto. Scuoto la testa confuso.
《 Il tempo sta scadendo. 》 l 'avviso.
E poi si illumina, batte i tacchi delle scarpette di vernice, e tiene fra le mani un bracciale di cuoio, finemente rifinito con alla chiusura un' ancora in ottone. È davvero molto azzeccato per Stephen. Una volta che ha pagato, ce ne andiamo.
Mi gira attorno per scoprire il contenuto della mia scatola ma glielo nascondo.
Una volta all 'auto mi sistemo gli occhiali, lo stereo parte in automatico con un nuovo cd, ma voglio sapere qualcosa di lei, lo spengo.
《Raccontami qualcosa...》le chiedo.
《Qualcosa tipo? 》
《 Qualcosa di bello!》 insisto.
《...qualcosa di bello dici? 》
Ed inizia a parlare: guardando un po' fuori dal finestrino, un po' dritto davanti a sé, delle sue amiche :Sunny e Chanel, della scuola dalla quale proviene.
Traccia le caratteristiche di ciascuna delle due, racconta tanto ma in sintesi, nulla di lei o dei motivi che l' hanno condotta qua, ed io la lascio parlare, la sua voce è cristallina, musicale. Mentre parla il suo viso si anima, talvolta gesticola.
In un attimo siamo alla villa. Balza giù dall' auto e mentre accosta lo sportello, la ringrazio, per un istante mi perdo in quegli enormi occhi scuri. Se ne va diretta alla dependance. Resto un attimo in auto.
Sono sereno come non lo ero da tempo, penso anche riuscirò ad affrontare questa cena, senza che il desiderio di porre un numero imprecisato di chilometri tra me e mio padre prenda il sopravvento.
Salgo fischiettando i gradini che mi separano dalla mia stanza; passo accanto a Moussad che scuote, impercettibilmente, il capo divertito.
Vado a farmi una doccia, poi mi preparo.
Stephen si è cambiato e salta come un canguro impazzito, nostro padre si farà trovare al club.
Scendiamo alla casetta in piscina a vedere a che punto sia la nostra ospite.
Busso alla porta che sono quasi le 19.30, l 'uscio si apre lentamente, Gonzalo dà a Kallie un frettoloso abbraccio e le porge uno scialle di pizzo nero.
Non ho mai visto nulla di più bello! Indossa un abito nero che le lascia scoperte le spalle, sul corpetto sono intessute delle pietre, il sottogonna è in tulle rosso, ai piedi porta alti tacchi, ai lobi ed al polso dei gioielli fini, delle perle se non sbaglio.
Ha i capelli raccolti e dei fermagli le impreziosiscono l 'acconciatura, il laccio al collo è impreziosito da un gioiello, un velo di trucco ed un' aria innocente, che lascia senza fiato. Ho visto molte belle ragazze, ma o il trucco pesante o il vestito succinto o quell' aria provocante ...Tutte con un dettaglio che stonasse.
Stephen resta a bocca aperta, devo tirargli un pugno sulla spalla affinché si ripigli.
《Sei bellissima!》 le dice Stephen.
Lei, a sua volte ci squadra, mi osserva, passa a Stephen ed inizia a ridere, di cuore, leggermente piegata in avanti cerca di fermarsi ma ...
Devo intimarle di smetterla.
《Basta ridere, ti rovini il trucco, facciamo tardi, diamoci una mossa 》 le dico stringendomi nelle spalle .
《 E comunque, lui può. 》
《 EDDAI ;sono già pronto per la mega festa di stasera! 》 rincara Stephen, che non smetterà mai il look da spiaggia: sfoggiando inguardabili bermuda turchesi, con delle palme stampate.
Stephen si ricompone e le porge il braccio. Metto le mani in tasca e li seguo, non riesco a toglierle gli occhi di dosso, anche il suo incedere è leggiadro, con la coda dell 'occhio coglie il mio sguardo puntato su di lei.
Arrivati al club ci scortano al bar, dove mio padre si intrattiene con un drink, abbraccia Stephen; almeno di una cosa sono certo, lo ama sinceramente; a me tende la mano, come due estranei.
Con Kallie, è molto carino, le rende giustizia ricoprendola di complimenti.
Mio padre serra la spalla di Stephen ed insieme seguono il cameriere che deve condurci al tavolo.
Resto indietro con Kallie, adeguo la mia falcata alla sua.
《Dovresti mettere più spesso i tacchi, raggiungi un altezza quasi accettabile! 》 le dico sogghignando.
Si finge offesa, batte ripetutamente le ciglia e replica sorridendo.
《 Dovresti tacere più spesso, saresti quasi accettabile .》
Con naturalezza porto la sua mano nell 'incavo del mio braccio e la scorto al tavolo.
Devo dire che pensavo peggio.
La cena è amabile: mio padre è insuperabile in presenza di pubblico e sfodera tutto il suo fascino ed il repertorio delle nostre marachelle infantili per incantare Kallie. Verso fine pasto riceve una telefonata di lavoro; rammaricato ci comunica debba assentarsi anche per il week end.
Usciamo tutti per assistere al regalo che gli ha preso prima che se ne vada.
Davanti a noi c 'è la copia della precedente jeep di Stephen, purtroppo è andata distrutta in un incidente in Messico , l'anno scorso. Sopra un enorme fiocco bianco. Mio fratello sembra un pazzo, appena la vede: urla , salta e l 'accarezza già innamorato.
Negli scorsi mesi ha dovuto sempre appoggiarsi a me, per dei passaggi, questo regalo gli dona una nuova libertà, e comunque, dopo la cazzata in Messico, non ha mai più sgarrato. Mi godo la scena appoggiato ad una colonna del club; posa pigra indolente, direbbe qualcuno, invece sono rilassato ed entusiasta per lui. Kallie è a qualche passo da me.
《Byron ...È Doggy. Guardala è lei!》 Stephen non toglie gli occhi dalla vettura.
《Ora tocca a me darti il mio regalo! 》 gli dico.
Gli tendo la scatola di scarpe chiusa da lacci , la scarta e trova i dadi... Piange.
Siamo sempre stati fratellastri, ma quella sera siamo diventati fratelli, e questi dadi ce lo ricordano.
Kallie si avvicina, storce il naso vedendo i dadi, sporchi e giganti, ma lei non sa.
Stephen scaccia le lacrime, la abbraccia e la conduce all' auto.
Li guardo e mi sento escluso.
《 Dai occhioni belli, portiamo questa bellezza a casa , tra poco ci sarà la mia festa, e sarà epica. 》 le dice Step.
《 Ci puoi giurare! 》 aggiungo io, mani in tasca.
《 Hei B, Salta su! 》 mi urla dietro Stephen.
《 No Step! Vengo con la mia. 》 mi sento rispondergli, mentre si porta via la cosa più bella della serata, mi incammino nella direzione opposta.
Non torno subito alla villa, faccio un giro in macchina sulla costa.
Quando arrivo rimango piacevolmente sorpreso, la festa è nel pieno del suo bello, lascio il suv accanto all 'escalade di Adam, c 'è un sacco di gente.
Gonzalo e Moussad hanno fatto gli straordinari per organizzarci questa festa.
Né Stephen, né Kallie sono ancora arrivati.
Raggiungo Marissa che balla attorno al fuoco, le braccia sopra la testa, quando arrivo mi cinge il collo, sa di birra. Il suo sguardo è offuscato dall 'alcool, risulta comunque bellissima, nel suo abito bianco e cortissimo.
Il suo corpo é perfetto, e lei lo sa, mentre si muove a ritmo di musica, questa sua consapevolezza mi nausea. Mi guardo attorno , finalmente Stephen é arrivato, lo sequestrano un gruppo di amici tra cui Connor ed Eric, sono tutti su di giri.
Con la coda dell 'occhio la vedo, stona come un geranio nel deserto, tutti disinibiti, urlano e si esibiscono, lei scalza le scarpe a tacco alto e si incammina leggera verso la spiaggia.
La seguo. Raggiunta una duna, lei sta lì , in piedi, lo sguardo lontano, mi avvicino silenzioso.
《Non dovresti essere alla festa? 》 Le chiedo.
Inarca un sopracciglio e mi guarda. 《 Tu, no? 》 mi chiede lei.
Mi siedo sulla sabbia.
Liscia le pieghe del suo abito e con grazia si siede anche lei.
Non so per quanto stiamo lì , vicini fisicamente, ma mentalmente distanti, ognuno perso nei suoi pensieri.
Ad un certo punto la vedo fremere, mi alzo e mi porto esattamente di fronte a lei. Mi chino e le avvolgo le spalle nello scialle. La fisso in volto ed i suoi occhi enormi mi incantano... Ancora!
Mi alzo per andarmene, le do le spalle.
《Dovrei! 》 Le dico.
Faccio qualche passo, mi fermo.
《 Dovresti! 》 aggiungo.
Torno alla festa, mi sembra tutto così decadente, scambio quattro chiacchiere , bevo una birra, suggerisco ad Adam di portare Marissa a casa.
Fra poco albeggia.
Ignoro i restanti e torno alla villa, spalanco la porta finestra del mio balcone ed osservo gli ultimi lasciare mesti la spiaggia.
Lei, non è tornata.
Resto a fissare il mare. Il sole sta sorgendo, è uno spettacolo magnifico.
Rientra alla villa, con Stephen. Si tengono per mano.
Li vedo abbracciati davanti la casetta in piscina, lei si rifugia in quell' abbraccio, alza lo sguardo e mi vede. O così credo.
Entra.
Stephen attende un attimo fuori e poi rientra alla villa.
Chiamo Strotman, voglio andare via, ora, subito.
Non fa questioni, torna a prendermi in venti minuti, ho il tempo di preparare la sacca e la tavola .
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