SEMPRE

La notte si scioglie: i colori vuoti, ma amabili, lasciano posto a tinte pastello che sfondano le vetrate della torre: ricoprendo di bagliori tenui mobilia e arredo.

Abbracciati ammiriamo l'alba di un nuovo giorno, un nuovo inizio per noi.
Poggio il capo al suo petto mentre muti assistiamo a questa meraviglia della natura.
《Vuoi provare a dormire?》Mi solletica l'orecchio con la sua voce bassa e roca.
《No. Aspetto di andare da Molly, le parlerò.》
Mi prende la mano e io intreccio le mie dita alle sue mentre scendiamo le scale.
Lo guardo recuperare il caffè e prepararne ancora.
《Non sei stanco? Io ho da fare, ma tu, tu potresti andare a riposare; ti ho fatto passare la notte in bianco.》
Scuote il capo.
《La miglior notte di tutta la mia vita.》
Annuisco scossa nel profondo.
Questa forza motrice che ci ha fatto riavvicinare, non è che un'altra chance cui cedere incondizionatamente.
Farò tesoro dei nostri errori.
Ci separiamo con la consapevolezza di poter dipingere di nuove gioie il quadro della nostra vita.
Mi dà un dolcissimo bacio sulla tempia e mi lascia andare alla casetta a prepararmi.

Quando esco dalla dependance lo trovo seduto su una sdraio, in attesa. Scuote il capo guardandomi adorante, e io, mi ci perdo in quello sguardo che mi brucia le vene, e rende suscettibile ogni particella del mio essere.
《Prendi il casco ti accompagno.》
Sorrido in risposta e mi ripresento a lui, casco alla mano.
Mi fa salire sulla moto, dopo avermi agganciato il casco, mi avvinghio al suo corpo, incredula di questo momento, troppo bello per essere reale.
Gira il volto verso di me.
《Da oggi ti vivrò alla luce del sole.》Afferma; sul viso quell'assurdo sorriso omicida.
E io credo alle sue parole, ne ho bisogno!
Parte e risale la curva in fondo all'isolato, accelerando e gestendo la potenza della moto che domina l'asfalto.
Byron guida a lungo, io assaporo ogni istante, tutte le sensazioni  date dai nostri corpi compattati dalla velocità; la destinazione giunge  anche troppo presto.

Al molo
Byron ferma la moto e mi aiuta a scendere; una volta sfilato il casco mi passa le mani nei capelli: lisciando e arrotolando alcune ciocche intorno alle sue dita, sfiorando carezzevolo il mio viso.
《Sistema le cose con Molly. Io
vado da Marissa; le spiegherò un po' di cose.》
Sorrido in risposta.
《Piccola, anche se mi costa dirlo dovresti sistemare le cose anche con Donovan. So che tieni molto a lui.》
Abbasso il capo combattuta.
《Che è successo al Byron che conoscevo?》Chiedo titubante.
《Vedi, con Donovan hai imparato ad aprirti...》Tronca la frase, fatica a trovare le parole ma il significato mi giunge forte e chiaro.
Questo sconosciuto aspetto di Byron mi emoziona, il ragazzo che era partito non avrebbe mai voluto condividermi, ora lui invece, vuole davvero io sia felice.

Mi incammino verso il molo con rinnovata fiducia: me ne andrò solo dopo aver trovato l'assoluzione di Molly; non posso convivere anche con questo macigno.
Due figure si stagliano in controluce presso il parapetto; le guardo, un vago presentimento siano famigliari distende il sorriso sul volto.
Mentre mi avvicino le osservo: la ragazza, dai corti capelli rossi e le ciocche cobalto, mi vede e con un movimento secco mi indica; l'altra figura, mora, in un pigiama a quadri, si stropiccia le maniche impacciata.
《Vuoi che te lo dimostri?》
Il vento mi porta queste parole cariche di rabbia.
I piedi iniziano a pestare le assi del molo con urgenza; non vedo i volti, ma temo stiano litigando visto la rigidità delle loro posture.
Mi avvicino, sono a non meno di due passi: il viso di Molly è stravolto dal pianto, le guance congestionate.
Clarissa, le mani sui fianchi, la guarda con un misto di frustrazione e rabbia.
《Clarissa che stai facendo?》Sussurro sconcertata.
Immediatamente mi avvicino a Molly che vedo fragile e la abbraccio cercando di infonderle una sicurezza che non provo.
Il viso di Clarissa si distende e Molly se possibile singhiozza ancora più sonoramente agganciata alla mia vita.
《Clarissa?》 Chiedo dolcemente.
《Nonostante tu l'abbia scaricata lei è corsa da te. Sei davvero così ottusa Donovan?》
Sussulto.
《N-no...i-io Mi-mi dispiace Kallie. Ho sbagliato, perdonami. Io non volevo giudicarti.》
Singhiozza ora sul mio petto e la cosa è quasi ridicola, perché io sono più bassa di lei, ma il suo corpo si incurva verso il mio, il suo capo poggia sul mio collo, scosso da un pianto incessante.
Batto le palpebre confusa.
《Molly...
Molly...
Va tutto bene.》Le dico rassicurandola.
Tira su col naso e si passa la manica dell'enorme pigiama sugli occhi per raccogliere le stille di un dolore che pare non chetarsi.
Con un braccio le circondo la vita e guardo Clarissa invitandola a spiegarmi cosa sia successo: perché io ero certa di trovare un muro di diffidenza e invece mi trovo persa in una valle di lacrime.
Clarissa sorride, gli occhi umidi anche lei.
《Mi ha chiamato stamani per parlare.
Ho preferito venire di persona.
Era sconvolta per aver dubitato di te ed averti trattato con freddezza; credeva la detestassi.
Ma eccoti qua, invece, corsa a chiarire, giusto? Perché tu Kallie non puoi lasciare sospesi,vero?》
Afferro a pugno la maglia di Clarissa tirandola a noi, in un abbraccio a tre.
Affondo il viso nel collo di una delle due, commossa.

《Ragazze ho bisogno del vostro aiuto.》Esalo fra i capelli di Clarissa, mentre una fragranza al cocco investe le mie narici.
Ci stacchiamo, gli spasmi che scuotevano Molly hanno cessato di esistere, anche se, il viso piegato in un sorriso imbarazzato, porta ancora tracce evidenti del pianto.
《Entrate in casa. Un tè? Anzi un caffè ragazze. Parliamo con calma.》Suggerisce Molly, le parole che escono a singhiozzo.
Mentre arriviamo davanti la porta, Charlie arriva insonnolita con un sacchetto fumante fra le mani,
Molly le sorride varcando l'uscio  della sua casetta con le imposte scrostate dalle salsedine; sua madre scuote il capo al nostro ingresso, un enorme sorriso le divora il volto; poggia sul tavolo una caraffa di caffè e lascia la stanza dopo essere stata salutata da un timido buongiorno corale.
Charlie poggia la guancia sulla mano per reggere il capo al tavolo, sopprimendo una raffica di sbadigli.
《Cla~cla...fai un riassunto stringato.》
Chiede fissando Clarissa che la osserva scioccata per il nomignolo.
In maniera accalorata, e scomodando qualche santo in paradiso, Clarissa, pur non essendo stata presente, spiega a Charlie del malinteso sofferto fra Molly e me.
Ascolto rapita il confronto che in mia assenza hanno avuto e la fiducia che le ha spinte a credermi.
《E ora?》chiede Molly dopo che abbiamo svuotato la caraffa di caffè di sua madre, divorato le focacce dolci prese da Charlie, riso, pianto ancora, e scherzato un po'.
《Hai detto che ti serve aiuto.》Mi ricorda Molly dolcemente.
《Sììì.! Hai un piano?》 Chiede Charlie, battendo entusiasta le mani.
Clarissa la guarda in cagnesco.
《Perché tutto questo buon umore?  Magari i suoi piani fanno schifo se ha bisogno di noi.》Le spiega Clarissa.
Charlie ridacchia dietro la mano.
《Vorrei ricordarti che prima che fosse ritirato il suo video su Youtube ha registrato 670.000 visualizzazioni, in nemmeno otto giorni.》
Clarissa apre e chiude la bocca a vuoto.
《Noi serviamo per attuare...Punto!
Giusto Kallie?》 Mi interpella Charlie.
《Ecco veramente...》Mormoro incerta.
Molly poggia la sua mano sulla mia.
《Spigaci con calma. Siamo tue amiche, ti aiuteremo.》
Prendo un profondo respiro e racconto loro tutto di Carter, perlopiù fissando Clarissa; alla fine è proprio lei a prendere la parola.
《Cosa vorresti facessimo?》Mi chiede.
《Non loro, tu: dobbiamo indurli a parlarsi; magari si urleranno contro, ma devono smetterla di ignorarsi.
Credi di poterlo sopportare Clarissa? Sappi che qualsiasi cosa ne salterà fuori, potrà ferirti, ma fa parte del loro passata. Quindi sta a te dirmi se te la senti.》
Per un attimo il timore del coinvolgimento di Clarissa possa ritorcersi contro la sua relazione mi atterrisce...E lei lo sa, lo sente.
L'altra mia mano viene stretta in maniera vigorosa proprio da lei, che sembra leggermi nel pensiero.
《Ci sto. Spiega cosa hai in mente.》 Afferma sicura.
La mattinata scorre nella piccola dimora dei Donovan, in una stanza angusta, ma piena d'amore.
Dopo aver pranzato al locale dei Wong, con Anne Lee andiamo al centro estetico, definendo un piano sommario, che si era formato nella mia testa, ma che si arricchisce di dettagli grazie al coinvolgimento delle ragazze.
Stephen passa a prendere Charlie a fine sessione, così come Brian, Anne Lee e Adam, Molly; io e Clarissa invece non dovendo andare al party di Marissa stasera, facciamo ritorno alla villa.
Ogni tanto controllo il cellulare, ma non ho alcun messaggio da Byron constato dispiaciuta.

《Resti?》Le chiedo mentre osservo la dimora dei Covenaugh.
《Avviso mia madre.》Afferma lei già digitando frenetica sulla tastiera.
La moto di Byron è posteggiata davanti casa.
Nonostante abbiamo bevuto tantissimo caffè, questa è l'unica scusa che ho per entrare alla villa, invito quindi Clarissa per una tazza.
Mentre ci sistemiamo sugli sgabelli uno scalpiticcio ci fa girare,
Byron compare sotto l'arco della cucina.
《Clary!》Borbotta Byron.
《Covenaugh!》Cinguetta lei e lo guarda con un luccichio malizioso.
《Ma tra voi due?》 Chiede Clarissa.
《Glielo hai detto?》Mi chiede Byron stupito.
《Non ancora. Lo hai appena fatto tu!》Conferma Clarissa con un sorriso biricchino.
Byron strizza gli occhi e la guarda perplesso infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
《Sono solo perspicace.》Ammette Clarissa in un soffio e io fisso l'aroma bollente.
Byron ridacchia e si serve dal bricco, unendosi a noi.
《Mi fa ancora strano vedervi insieme. Insomma Clary tu...》 prova a dire Byron alla nostra ospite.
《Vorrei ricordarti che per causa mia ti sei rotto un braccio; falla soffrire e ti appendo per i gioielli di famiglia al pennone della Beacon!》Afferma Clarissa interrompendo Byron e portandosi poi con grazia un biscotto alle labbra.
Nonostante lo veda sbiancare sotto questa velata minaccia, rido tenendomi alla seduta per non cadere.
Byron ci regala un sorriso tirato e mi si avvicina di spalle.
《Ne avrò cura questa volta.》
E leggo tutto l'amore che prova, e ci ritrovo il riflesso del mio.
Mentre lo dice mi posa un bacio sulla testa, delicato.

《Stasera la pagliacciata con Carter finirà, ma dalle qualche giorno prima di sommergerla di attenzioni morbose; anche se non sono in molti a sapere di lei e Carter non farla sembrare una facile. Intesi Covenaugh?》
Sussulto alle parole toste di Clarissa.
Byron annuisce.
《Posso aspettare. Stasera quindi?
Non verrete alla festa dagli Strotman?》 Chiede lui puntando lo sguardo nel mio.
《Sai che gioia, un party dalla Barbie! Passo...E non verrei nemmeno se il mio ragazzo non suonasse.》 Risponde Clarissa per entrambe.

《Se dovessi avere bisogno, però chiamami Kallie.》Si raccomanda Byron giocando con le mie dita.
《Ehm..》mugugno incerta.
Il suo sguardo confuso mi cerca.
《Non ho il tuo numero.》 Affermo.
《Giusto.》Conferma, ridendo.
Estrae dalla tasca il cellulare e sento il mio vibrare nella borsa.
《Oh...》
《Io avevo il tuo. L'ho preso a Connor, ma prima d'oggi non credevo volessi rivolgermi ancora la parola.》
Mi strizza l'occhio lasciando la stanza.

《Certo che è figo!》
Guardo Clarissa che fissa il fondoschiena del mio ragazzo.
《Mai quanto il fratello ma...》Aggiunge.
《Clarissa!》 Esclamo diventando scarlatta.

Non occorre, ovviamente, prepararci per andare al concerto della band, visto che non andremo; Carter mi ha chiamata per avere notizie e invitarmi appunto a sentirli suonare. Ho declinato l'offerta, ma gli ho chiesto se casa sua potesse darmi riparo, fingendo di avere bisogno di un luogo neutro.
È rimasto un attimo spiazzato dalla mia richiesta, credo un accenno di senso di colpa per la messinscena in cui mi ha coinvolta e i malintesi nati con Molly lo abbiano destabilizzato.
Ovviamente acconsente, ricordandomi che mi ha lasciato  le chiavi e libero accesso.
Ayden invece aspetterà  Clarissa come al solito.

Aspetterà invano.

~•~
《Non avrei voluto parlatene così...》momoro.
《Oh andiamo, lo hai sempre amato.
Jace ha provato di tutto, sbagliando molto, ma tu non lo hai mai guardato come lui guarda te o come tu e Byron vi guardate.》
《Noi?》Chiedo confusa.
《Quando in campo si fece male mi chiedevo chi stesse fissando Kallie. Lui giocava, ma il suo sguardo cercava costantemente quello di qualcuno, il tuo. Ora lo so.
Mezza scuola,tra cui Charlie, i primi tempi, ha creduto tu avessi un debole per Stephen e ne fossi contraccambiata. Invece voi eravate già cotti...a puntino.》
Resto a fissarla.
Siamo sul sofà al garage di Carter, abbiamo ordinato una pizza e ci stiamo concedendo pettegolezzi e chiarimenti.
《Fra poco Carter arriverà.》Dico ovvia.
《Avranno finito di suonare?》Chiedo al nulla, iniziando ad essere nervosa.
Clarissa riprende il cellulare fra le mani: ha ricevuto cinque messaggi da Ayden e tre chiamate, che ha dovuto ignorare.
《Sono certa abbiano finito.》 Conferma lei pacata.
La mezzanotte è scoccata da un paio di minuti e sicuramente Ayden la cercherà ancora.
Il mio telefono squilla, rispondo a Carter che mi avvisa stia rientrando.
《Carter vorrei del gelato. Potresti...?》
Non mi lascia finire la frase che conferma di passare a prendermelo.

Ha abboccato.
Eppure ho paura.

La sola gelateria aperta è fuori Beacon e lo costringerà a una deviazione di venti minuti: il tempo necessario Ayden porti Daniel a casa.

Clarissa accetta la chiamata e dedica  due sole parole al suo ragazzo prima di lasciar cadere la linea.
《Andrà bene?》Mi chiede ora Clarissa; la tensione inizia a farsi sentire.
Deglutisco annuendo.
Lo spero.

Alcuni colpi violenti si abbattono sul portellone metallico, Ayden entra come una furia nell'open space di Carter.
Spazia furioso con lo sguardo alla ricerca di colei che lo ha richiamato in un luogo dove non metteva più piede da anni.
Eppure il suo sguardo si addolcisce quando si posa sulla ragazza che per il fragore è balzata in piedi, frastornata.
《Ayden...》la voce le esce in un sussurro carezzevolo.
Lui guarda: il divano, la coperta abbandonata sul poggiolo, la pizza sul tavolino e le quattro birre a terra.
Una ridda di emozioni passa fulminea sul volto del ragazzo.
Osservo da un punto privilegiato la scena, la paura di un disastro imminente serpeggia sottopelle.

《Principessa ho portato il gelato.》
Il cigolio dello sportello e la voce introducono Carter nella sua dimora.
Vedo Ayden socchiudere gli occhi per una frazione di secondo prima di girarsi e caricare il ragazzo con un gancio micidiale allo zigomo sinistro.
Carter, ignaro, accusa il colpo, prova ad alzare le mani per controffendere ma quando alle sue orecchie giunge il ruggito disperato della rossa, lascia cadere le braccia lungo i fianchi.
《La storia si ripete. Brutto figlio di...》
《Ayden nooo!》Le voci si sovrappongono ma quella di Clarissa è più alta di un'ottava.
Clarissa urla e si appende alle spalle del suo ragazzo.
Carter chiude gli occhi muto alla scena.
《Ero con Kallie. Come hai potuto dubitare di me?》
La voce di Clarissa trema, ma si impianta nelle orecchie dei presenti come il lamento di un animale ferito.
Ayden afferra il senso delle sue parole.
《Bambina non tu, lui...》
Scendo le scale.
Carter mi guarda e raccoglie da terra il sacchetto con il gelato, me lo tende con un ghigno beffardo.
Un rivolo di sangue scende dal suo zigomo spaccato a causa dell'anello che Ayden porta all'anulare destro,  con il logo della band.
《Forse dovreste andarvene!》 Esala, scevro di emozioni, il padrone di casa.
《No. Parla con Carter, ora, Ayden non provare a scappare di nuovo.》Sbraita Clarissa allontanando il suo ragazzo.
《Sai di Sophie?》chiede Ayden confuso.
Clarissa annuisce.
《Non mi importa nulla di lei, ma lui non deve avere te, non può. Mi sono innamorato di te stupida ragazzina.》
Vedo Clarissa compiacersi per questa dichiarazione inaspettata, ma non basta.
《E quindi lui continua a fingere di avere ragazze diverse che a te siano indifferenti affinché la storia non si ripeta!?》 Chiede Clarissa i pugni serrati sui fianchi.
《Non sai di cosa parli ragazzina: lui è andato a letto con la mia ragazza, ma la cosa che mi ha ferito non è stata lei bensì  lui...Era il mio migliore amico. Un fratello...》
《Non l'ho fatto.》La voce di Carter giunge sottile rassegnata. Si frappone nel dialogo dei due innamorati.
《Non ci credo. Non lo hai mai negato Carter.》Sbraita Ayden fissando Carter furioso.
《Cazzo Ayden hai emesso processo e sentenza senza neanche chiedermelo.》Ruggisce Carter.
Per un attimo vedo Ayden scuotere la testa.
《Non hai ...》
《Cosa? Hai dubitato di me, ha fatto male Ayden. Fa male, cazzo. Pensi  davvero che volessi innamorarmi della tua ragazza?》
Apro il congelatore e prendo un blocco di ghiaccio per la ferita di Carter, mi avvicino cauta.
《Mi spiace.》La voce di Ayden risulta un soffio appena udibile.
《Cosa?》La confusione stravolge i tratti dei Carter.
《Mi spiace ero accecato dalla rabbia.》
Carter annuisce.
《Non amavo Sophie io...》 Ayden cerca le parole, incerto, guarda Clarissa che gli serra la mano. 《Era prima di noi a me non importa.》 Afferma lei.
Eppure io temo possa spezzarsi da un momento all'altro
《Amo lei, lei soltanto.》
《Lo so. Si vede.》
Non so né come, né bene, ma finiamo tutti sul divano a mangiare del gelato e parlare, parlare un sacco.
Il display del mio cellulare lampeggia, sono quasi le due del mattino, un messaggio attende.
Sorrido leggendo il mittente.
-Stai bene?-

-Puoi venire a prendermi da Carter.-

-Arrivo.-

Carter mima un grazie con le labbra mentre, questi due ragazzi, freddi e distaccati fino a qualche ora fa, in questa stanza, sono tornati complici e affiatati: uno finisce addirittura le frasi dell'altro.

Ayden porta a casa Clarissa, l'auto precedentemente da lei, da noi due, nascosta nell'officina la recupereranno domani, mi pare di capire in questo clima mite, disteso.

~•~

Siedo sulla scala in ferro, fuori dall'officina, ammirando la strada, in questa notte buia senza luna: in attesa di Byron.
Carter, al mio fianco spalla contro spalla.
《Poteva finire un disastro.》
《Avrebbe potuto.》Confermo.
《Per quello che vale grazie...Quindi mi stai lasciando?》Mi chiede lui quasi timido.
Piego il capo e guardo i suoi occhi dolci.
《Temo di sì!》 Confermo.
《Mi spezzi il cuore principessa.》
《Andrai a Sacramento da lei?》
Sgrana gli occhi sorpreso.
《Come lo hai capito?》 Mi chiede interdetto.
Rido in risposta,saltando gli ultimi gradini mentre Byron, poco sotto di noi, sfila il casco, in attesa.
Poggio l'indice alle labbra.
《Carter?》 Lo chiamo un ultima volta, ormai giunta alla fine della scalinata e nei pressi di Byron.
Si gira, afferra al volo le chiavi e sorride, finalmente, sereno.
《Covenaugh abbi cura di lei.》Urla Carter dal parapetto.
Byron annuisce.
Mentre in sella sento le sue parole solleticare il mio cuore, rivolte a me, solo a me, promessa deliziosa e tanto attesa.
Sempre!》

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