Il ghiaccio ed il....


Una nuova settimana ha inizio, e già di per sé inizia mettendoci tutti in imbarazzo. Ovviamente Byron non può guidare quindi viene con me e Stephen a scuola.
Stamani sono salita dietro, sulla Doggy2, Byron mentre saliva ascoltava Stephen chiedermi perché fossi salita dietro e non vicino a lui.
Ignoro la domanda e lo fa pure Byron, che però vedo a disagio.
Il tragitto a scuola dura un attimo, appena arriviamo Byron si eclissa con Marissa.
Noi raggiungiamo il castagno, Charlie mi prende sotto braccio e mi fa notare come Marissa sia diventata meno stronza dalla festa e si stia riavvicinando a Byron.
Non riesco a risponderle, appena mettiamo piede nella scuola vediamo un tripudio di manifesti bianchi e rossi che inneggiano alla festa di Hallowen, tema il fuoco ed il ghiaccio. Come Marissa abbia potuto allestire tutto in un week end è un mistero. Tutti a scuola parlano della festa a casa Covenaugh e della recente umiliazione della Clary.
Studenti di ogni classe mi guardano con ossequio e rispetto, ma io sono tornata ad essere la brava bambina che devo.
Ignoro le voci ed i bisbigli.
Oltre la festa del week end penso a come debba comportarmi con Saltzman, tutti danno per scontato io abbandoni il corso, ma non è quello che voglio.
Non lo so, forse perché per natura sono fatalista, aspetto un segno. Non riuscirò mai a leggere i testi pretesi.

Ma sono disposta a cedere un brandello del mio cuore?!

Persa in questi pensieri sbatto con violenza, più del dovuto lo sportello dell armadietto. Un ragazzino del primo anno mi guarda e si scusa.
《Scusa tigre Palmare! 》 mi dice.
Ancora quel soprannome.
Trovo Molly a lezione: chiacchieriamo piacevolmente.
La giornata scorre ed io torno a casa serena. Siccome Stephen ha gli allenamenti, prendo l'autobus. Quando scendo alla fermata vicino la villa, Byron sta chiudendo lo sportello dell'auto di Adam, mi vede e si ferma incerto.
Sistemo lo zainetto sulle spalle, vorrei non averlo visto, lo raggiungo, vorrei dicesse qualcosa , invece tace.
Mi tiene aperta la porta di casa, vado in cucina  e mi segue .
Mi verso una tazza di caffè e lo fa anche lui.
Lo vedo in difficoltà con il gesso al polso sinistro ma mi impongo di non intervenire.
Mi fissa.
《 Che c'è?》il mio tono di voce è più alto di una ottava, sto tradendo nervoso ed emozioni.
Mi guarda con il solito sopracciglia innalzato, supera il bancone e mi viene davanti. Le sue gambe urtano le mie. China il suo viso bellissimo, passa la mano fra i miei capelli, chiudo gli occhi. Mi toglie dolcemente il nastro.
《Sei bellissima con i capelli sciolti.》mi sussurra.
Sbatto le palpebre.
Volevo mi baciasse.
Speravo mi baciasse.
Per poi prendermela con lui.
《 E così prendi l'autobus?》mi chiede.
Voglio litigare con lui, me ne rendo conto; stupidamente so che è sbagliato, ma sento il bisogno di sfogare questa mia frustrazione.
《 Sai noi comuni mortali prendiamo i mezzi pubblici...》 ribatto piccata.
Sorride.
《 Sei tutto fuorché comune!》.
E se ne va.
《 Byron? 》 lo chiamo dolcemente.
Sì ferma alla base delle scale.
Mi guarda.
《 La tazza....Va nel lavello!》

Trascorro il pomeriggio alla dependance... fuori il tempo sta cambiando, l autunno maestoso inizia a farsi sentire con i capricci tipici della sua stagione. Mi cambio ed infilo degli abiti comodi...verso le 17 bussa alla porticina Gonzalo.
Ha finito il turno e sta andando a casa.
Nel suo meraviglioso inglese stentato mi consegna un plico mi spiega giacesse sulla scrivania di Mr. Covenaugh da una settimana ...probabilmente oberato di impegni se ne era scordato.
La ringrazio.
Lo rigiro tra le mani perplessa...sulla busta solo il mio nome. KALLIE.
Vado alla villa a prendere il brico del caffè. Mi siedo ai piedi del divano. Lo guardo in controluce...titubante.
Lacero la busta . Ne lacero una serie. Su ognuna il mio nome con differenti recapiti. Questa lettera è rimbalzata per 6 stati. Ha fatto il giro del paese prima di arrivare qui.
Non riconosco nessuna delle calligrafie presenti sulle buste...solo gli indirizzi, sono quelli dove ho soggiornato in passato con la mamma. Fino all' ultimo...quello di New York presso l Astoria.
Le mani mi tremano.
Apro l 'ultima busta, un braccialetto Tiffany cade ai miei piedi. Tre pagine scritte fitto fitto....Sunny.
A bordo pagina la data 3 agosto.
Questa lettera attende di essere letta da oltre due mesi....

Callie,
Non so dove tu sia e perché, non è questo il significato che avevamo deciso di dare alla nostra amicizia.
Eri tu che dicevi " sempre e per sempre !".
Eri il mio idolo...lo eri anche di Chanel. Oggi mi chiedo come potessi voler essere come te.
Era lei la migliore tra noi.
Ma tu brillavi come una stella ed offuscavi chiunque. Lei che aveva alti ideali. Obbiettivi reali nella vita. Tu invece?
Sono sempre stata gelosa del vostro rapporto ed anche se mi dicevate di continuo che noi tre eravamo le migliori amiche al mondo io mi sentivo esclusa da Te, da voi due.
Dalla sera della tua festa è cambiato tutto.
Ma voi avevate di meglio da fare.
Non ve n' è importato nulla che fossimo tutti alla festa, la tua festa solo per te ed io più degli altri.
Non vi siete fatte vedere...sai cosa mi fa più male?
Qualsiasi casino aveste combinato e nascosto al resto del mondo lo avete nascosto anche a me.
In nome della nostra presunta amicizia non meritavo nemmeno questo.
La tua famiglia ha sempre avuto il potere, il denaro e le conoscenze per mettere a tacere i tuoi capricci...gli errori.
Ma io pensavo davvero di valere qualcosa di più per te per voi.
Settimana scorsa ho visto la mamma di Chanel...le ho chiesto notizie della figlia...è stata vaga.
Chanel come te è via per iniziare una nuova vita, lontano da un ambiente viziato e corrotto. Ed allora ho capito. Lontano da te.
Hai distrutto la cosa più bella che avevo...per cosa?
Anche Chanel quindi ha preso le distanze da te...
Sai le chiacchiere che si sono sprecate per giorni, settimane.... per un po vi ho difeso, ma poi la realtà ha parlato chiaro per tutti. Ve ne siete andate .Non meritavo neanche una spiegazione. Non sei la bella persona che credevo...cio che tocchi lo rovini. Lo corrompi.
Spero Chanel stia bene lontano da te e sia felice; lei lo merita davvero, tu...non so.
Non cercarmi. Non sono più disposta a vivere nella tua ombra.
Cercherò la mia strada.
Addio
Sunny

Rileggo tutto un paio di volte tra le lacrime.
Stringo forte il bracciale che avevamo tutte e tre , simbolo di un amicizia fuori dal tempo.
Fisso inebetita i charms del bracciale: un uccello simbolo di libertà, una perla, per le lacrime che avremmo versato per i nostri ragazzi, ma che mai avremmo versato per noi; scelti da Chanel.
Un fiore stilizzato per la freschezza dei nostri anni, un cuore, il nostro indiscusso affetto; scelti da Sunny .
L' infinito per il nostro legame, ed un aquilone perché potessimo librarci in volo con i nostri sogni...scelti da me.
Raggiungo la villa.
Byron sta al bancone.
Prendo una terrina in cristallo e dei fiammiferi...mi parla ma le sue parole mi giungono lontane indistinte.
Ritorno alla dependance e do fuoco alle buste.
Le guardo bruciare. Aggiungo la lettera mi alzo e me ne vado.

Credo di essere nata un giorno di pioggia...amo l' acqua sotto tutte le sue forme. Mi affascina ne sento il richiamo .
Cammino con un peso nel petto. Sento freddo....Sunny mi odia e Chanel...o Dio Chanel....ora si che le ho perse entrambe. . .l 'unica cosa della mia vecchia vita a cui mi aggrappavo disperatamente non c' è più.
Ora sono chiare le due brevi e distanti telefonate intercorse tra noi...ci eravano scelte...noi tre contro il mondo intero.. .ho rovinato tutto.

Quasi sto bene...non sento nulla...il freddo mi avvolge e mi anestetizza.
L 'acqua ha poteri terapeutici da sempre.
Perdo il contatto con la realtà.
Vivo in una bolla dove il dolore rimbalza e mi ferisce.

Sento un barlume di calore.
I miei occhi faticano ad adeguarsi..sprofondo nello specchio dei suoi. Mi bacia ed è come tornare alla vita..dopo un lungo sonno...le membra indolenzite , mi aggrappo alla mia ancora di salvezza...anche se non lo merito, ne ho bisogno.

Infilo le mani sotto la sua felpa ho bisogno del calore della sua pelle, con le gambe gli circondo la vita. Mi stringe forte a sé. Mi bacia ed il calore riaffluisce nelle vene.
Non so per quanto stiamo avvinghiati. Ad un certo punto Byron mi guarda:
《Stai meglio ?》
Non ho la forza di rispondere, forse perché tutto quello che sto provando è così estremamente intenso.
Annuisco.
Mi perdo nel conforto delle sue braccia. Appoggio il capo al suo petto, all'altezza del cuore, sospiro ..sono anche emotivamente esausta.
《Dormi un po' adesso.》mi dice in tono gentile.
《 non lasciarmi... ti prego.》 Non mi rendo conto delle mie parole finché non le ho pronunciate.
Ma lui mi serra a sé.

Mi sveglio , fa caldo. Cerco di fare il punto della situazione, sono confusa. Guardo Byron che dorme beato, se provo ad analizzare quello che provo sento quasi un dolore fisico.
Alla sveglia sul comodino non ho cambiato le pile. Non so che ora sia.
Sento la mano di Byron, mi scosta una ciocca dal viso.
《Scusami... avevo caldo.》 gli dico caustica. Vorrei scusarmi per gli eventi del pomeriggio, per essersi ancora preso cura di me. Chino la testa , lui salta in piedi, vorrei supplicarlo di stare con me... scegliere me.
Tormento le lenzuola.
《Non posso darti alcuna spiegazione. ...》dico alla sua schiena. Si ferma un attimo la mano sulla maniglia.
《Non te l ho chiesta!》 mi dice mentre esce.

Prendo un cuscino, lo tengo stretto a me. Vi affondo il viso. Non sono in grado di gestire le emozioni delle ultime 24 ore. Il cuscino sa di lui..
Chiudo gli occhi.

Batto le palpebre più volte. La luce mi acceca, inonda la camera.
《 Sei tornato? !》
Byron é davanti a me con il suo solito sorriso sghembo.
《 È dove dovrei andare?》 mi dice divertito.
Si avvicina mi alza il mento con due dita, fissa le mie labbra e vi depone un lieve bacio.
Mi tende la mano l 'afferro incerta. Al buio andiamo nel cucinino.
Mi lancia un sandwich, mi siedo ai piedi del divano.
《Mangia!》un imperativo.
《 Caffè freddo...tutto quello che abbiamo》 fa una smorfia mentre lo dice. La pallida luna filtra dalla finestra.
《Ed è tutto quello che voglio》 gli dico.
Non penso al cibo ma a lui, qui, ora.
Mangiamo in silenzio, appena finito vado in bagno. Lo specchio mi rimanda un'immagine pallida con enormi occhi rossi e gonfi, mi sfioro le labbra, anch' esse arrossate. I capelli sono un intricata matassa di nodi. Mi pettino, li lego , lavo anche i denti, incerta lascio uno spazzolino nuovo per lui.
Torno in camera, non so cosa aspettarmi resto in piedi davanti al letto.
Lui arriva e mi si para davanti, appoggio un palmo aperto sul suo petto.
《Byron...non può accadere nulla fra noi..nulla...di cui potremmo pentirci》involontariamente guardo oltre la porta tutto quello so esistere che si frappone fra noi é fuori di qui.
《D'accordo 》
Byron si sfila la felpa e rimane a torso nudo.
《 Ti fidi di me? 》 mi chiede avvicinandosi.
Sono talmente consapevole della sua presenza che non riesco a parlare, annuisco.
Mi sfila la felpa, resto in reggiseno, istintivamente mi copro con le braccia. Si gira prende la sua maglietta quella che Stephen mi ha dato quando ho dormito alla villa, me la infila. Si abbassa e mi toglie i pantaloni. Avvicina le mani al collo per togliere il laccio, scuoto la testa e lo proteggo con le mani. Mette le mani sulla mia schiena e risale, mi sgancia il reggiseno, lo sfilo e lo butto sulla sedia. Spegne la luce e mi guida a letto con lui.
Siamo stesi sul fianco, mi abbraccia, la mia testa sul suo petto.
《Ora stai ferma e dormi!》 mi dice, posa una serie di baci sulla mia testa...sui capelli.
Mi giro, con un dito traccio il contorno della sua mascella, alzo il viso alla ricerca dei suoi occhi. Una sua mano risale la mia coscia nuda, ho un brivido . China il suo splendido viso, scuote per una frazione di secondo la testa e mi bacia, ed io ricambio con il fuoco che mi divora. Gli mordo il labbro inferiore. I nostri visi si toccano, azzera le distanze fra noi, stupita e felice sento quanto mi desidera.
《 Piccola, stai mettendo a dura prova il mio self control...》
Rido sulla sua bocca e gli do un lungo e lento bacio prima di girarmi e dargli la schiena. Aderisco a lui il più possibile.
《Strega》mi sussurra mordicchiandomi l orecchio.
Emetto un sospiro di puro apprezzamento. Cerco il suo braccio, chiuso nel gesso, intreccio le mie dita alle sue e lo tengo sulla mia coscia, sul fianco.
《 mi vuoi morto...》 sospira frustrato.
《 SHHHH dormiamo.》

Mi sveglio con il sapore di un bacio...prima timido poi più esigente. Non mi sottraggo. Gli allaccio le braccia alla vita e risalgo con la punta delle dita la sua schiena.
Byron ha un fisico da mozzare il fiato.
Mi fa il solletico.
Rido.
《Potrei stare qui tutto il giorno.》 mi dice.
Gli punto le mani sul petto.
《È già giorno!!!》 sono stupita.
《Tranquilla me ne vado ... 》 mi dice alzandosi dal letto e recuperando la felpa.
Faccio sì con la testa.
È la cosa più giusta da fare.
《Byron...》 lo chiamo, si gira.
Solito cipiglio.
《Oggi non verrò a scuola...ho da fare ...》.
Lo guardo infilarsi la felpa.
《Vuoi che resti con te, Kallie?》
《NO!!!》 sono più brusca di quanto vorrei .《 Non dire a Stephen di ieri...non voglio farlo preoccupare inutilmente .》
Annuisce.
《NON FARE NULLA DI STUPIDO IN MIA ASSENZA. INTESI? 》 scandisce ogni singola parola guardandomi negli occhi. E poi mi bacia. Si gira e se ne va .

Ozio un po nel letto.
Sento i soliti rumori provenire dalla villa. I ragazzi se ne sono andati a scuola ed il personale di servizio si adopera a mettere tutto in ordine. Mi scuoto.
Salto in piedi. Faccio una lunga doccia. Ho bisogno di lavare via la tristezza ed affrontare al meglio quello che resta della mia vita. Mi rendo conto quanto Sunny abbia ragione. Devo essere migliore di così.
Mi infilo un paio di jeans ed un pullover in cashmire leggero oversize. Lego i capelli, dopo averli ben asciugati.
Mi siedo alla scrivania e ci resto per ore.
Moussad mi porta i pasti, a parte il viso congestionato dal pianto non so quanto io dia l 'impressione della malata. Ma non ha importanza ora. Tra mattino e pomeriggio ricevo una valanga di messaggi.
Charlie e Cloe mi chiamano con Molly. Sono carinissime.
Nel pomeriggio verso le 17 Stephen bussa alla casetta.
Vado ad aprirgli e gli butto le braccia al collo.
Mi stringe forte. Mi accarezza la schiena.
Stiamo un po sul divano a parlare, mi tiene la mano. Continua a guardarmi preoccupato. Caro dolce Stephen. Mi fa tenerezza da quando lo conosco ha perso quell' aurea da sbruffone, è sempre più attento alle persone che lo circondano. Sento il suo affetto e gliene sono grata. Dopo una quarantina di minuti sbadiglio, in realtà non ho sonno...ma lui allarmato vuole che io riposi.
Quando esce incrocia la mia cena , Moussad mi porta una zuppiera di crema d asparagi . Ne mangio un poco.
Si fa buio presto ora. Chiudo la porticina e guardo il terrazzino della camera di Byron. La luce è accesa. Sono un po delusa che non sia passato a trovarmi...daltronde non posso pretendere di essere al centro dei suoi pensieri...anche se lo vorrei, lo vorrei disperatamente...ma so quanto tutto questo sia sbagliato.
Avendo passato buona parte della giornata a scrivere , leggere ed oziare non ho sonno.
Mi sciolgo i capelli. Sfilo i vestiti e li lascio a terra rimango in canottiera blu con i bordi in pizzo rossi e slippini con su delle paperelle. Metto le cuffie in testa, accendo l 'ipod..ed ascolto ogni singola traccia...la colonna sonora della mia vita; ballo rilassata, in piedi sul letto... salutando quel pezzo di me che non deve più avere il potere di farmi crollare, stare male.

Apro gli occhi.
Byron ed il suo sorriso sono davanti a me, sull' uscio della stanza. Abbasso le mani e mi sento improvvisamente timida.
Tolgo le cuffie e le lascio cadere. Sono ferma sul letto ...non so che fare.
Si avvicina.
Alza il bordo della mia canotta e mi da un bacio leggero sulla pancia.
Prendo il suo bellissimo volto fra le mani resto persa nel suo sguardo lo tiro a me, con l 'urgenza di baciarlo. Mi abbraccia e mi accarezza le spalle, il viso, non smettiamo di baciarci e cercarci.
Ad un certo punto si stacca.
《Hei.. .come stai? 》
E' sdraiato a pancia in su. Salgo sul suo torace. Mi siedo su di lui...i capelli a cascata gli cadono sul petto li sposto.
《Bene...direi》 mi rovescia. Ora è esattamente sopra di me. I suoi occhi nei miei.
Si sposta e si siede a gambe incrociate in mezzo al letto. Lo imito e mi siedo davanti a lui.
Salta in piedi...sembra nervoso...ora arriva la parte in cui mi dice che è tutto sbagliato ed è meglio se ne vada. Trattengo il respiro.
《Mettiti qualcosa...non sono un santo》
Oh.
Mi avvicino a lui lentamente.
Scuote la testa.
《Tieni》 mi lancia una delle sue magliette. Questa è grigia a manica lunga, gliela ho già vista su , gli fa risaltare il colore degli occhi.
Mi avvicino a lui.
Abbasso una spalline alla volta e con entrambe le mani trattengo la canottiera al petto . Mi infila la sua maglia. Lascio scivolare la canotta ai piedi e la scalcio via. Arrotolo le maniche: mi fa da camicia da notte.
《Com è che le mie maglie stanno meglio a te?》mi dice.
Lo guardo e rido.
Mi prende per mano e torniamo a letto. Fissa il soffitto. Io sto su un fianco la testa appoggiata al suo petto, una gamba buttata di traverso sulle sue.
《Come è stata la tua giornata? 》gli chiedo.
《Niente di che!》dice distratto.
Sono perplessa dalla risposta.
《Comunque mancavi...a mensa si chiedevano tutti come stessi...e Step era in ansia per te .》aggiunge.
《Oh...sono stati tutti carini, mi hanno sommersa di messaggi. Stephen è passato di qua prima...》sorrido.
《Tuo fratello è molto dolce con me.》aggiungo.
《 Lui non è mio fratello...》 mi dice secco.
Mi sollevo di scatto. Mi siedo.
《Ti prego non dire così 》 lo supplico.
《Hai ragione... il sangue non conta è il miglior fratellastro che potessi desiderare .》
La mia mente regista le sue parole... Oh Stephen.
《quindi voi non..!?》 sono interdetta.
Si mette a sedere di fronte a me. I suoi occhi mi scrutano dentro.
《Credevo lo sapessi...tu non lo sapevi...non lo sapevi davvero?!》Mi chiede .
Scuoto il capo.
Mi assale la tristezza.
《 Oh Byron ora capisco tante cose. 》 mi solleva il mento.《Tu non lo vedi, non te ne accorgi, fa di tutto per assomigliarti, per essere forte come te, deciso...》
Chiude gli occhi. Scuote impercettibilmente il capo.
《E tu che hai fatto? A parte mettere a soqquadro la stanza?》 cambia argomento.
Sbuffo.
《Non è poi tanto in disordine, guarda che la tua sarebbe mille volte peggio se non te la rassettasse Gonzalo.》
《Touché.》
《Ho raccolto le idee, comunque! 》 mentre lo dico mi rendo conto non abbia un gran senso.
《Beh io ti trovo in forma! 》 mi dice malizioso.
《 Byron domani non verrò a scuola 》
《 Ma perché Kallie? Hai appena detto di stare bene. 》
《 Devo finire di fare una cosa...》 gli dico titubante , pensando a quello che ho deciso di fare.
Mi gira il volto e cattura le mie labbra.
《Devo preoccuparmi? 》 mi chiede.
《Non lo so》 sussurro guardando le lenzuola. Non so neanche io a cosa andrò incontro.
Con entrambe le mani mi prende il volto, cercando un contatto visivo.
E sento un odore forte e sgradevole. Arriccio il naso.
《 Cos' è questa puzza?》 gli chiedo.
Solleva il braccio ingessato da cui emergono le dita.
《 Sai ieri ho fatto un bagno non programmato per mettere in salvo una splendida sirenetta.. .il gesso si è bagnato. La pelle tira un po.》Lo dice sorridendo.
Mi alzo e lo tiro con me verso il bagno.
Salgo sul bancone di marmo fra i lavandini e prendo il phon. Punto il getto dell' aria nello spazio fra l attaccatura del gesso e la sua pelle.
Quando reputo che sia abbastanza asciutto cerco di prendere la boccetta di profumo, ma lui più veloce di me l afferra e la nasconde dietro la schiena...il logo di Hello Kitty lo ha terrorizzato.
《Stai scherzando? 》 mi dice intuendo la mia mossa.
Alzo gli occhi al cielo.
Mi bacia.
Non mi lascio distrarre ,salto giù ed afferro un flacone dall' armadietto.
《Fai di me quello che vuoi》 mi sussurra all' orecchio melodrammatico.
Deposita una scia di baci sul mio collo fino a trovare il laccio come ostacolo.
《Perché non lo togli mai?》 mi chiede.
Mi concentro sulla polvere da mettergli sulla pelle facendo un delicato massaggio.
Penso a cosa rispondergli.
《Se posso scegliere di non mentirti sarà sempre questa la mia scelta. Ma ci sono domande a cui non posso dare una risposta.》 gli dico.
《E questa è una di queste? 》 mi chiede il riso nella voce.
《Sì 》 gli dico uscendo dal bagno.
Mi siedo al centro del letto e porto le ginocchia al mento le abbraccio e ci poso il viso.
Viene in camera. Mi guarda serio.
《D'accordo Kallie, Niente risposte che non puoi darmi, viviamocela così...al momento...improvvisiamo》
《Qui e ora?》 gli chiedo incerta.
《Qui e ora! 》 conferma.
《Come va il gesso?》gli chiedo.
Lo annusa e fa una faccia buffa.
《Sa di talco per bambini!》
Annuisco e rido.
Sale sul letto e mi abbraccia .
《Tu non vai a scuola ma io si...ora si dorme!!》mi dice.
Si alza sfila la felpa, torna da me. Spegne la luce e mi abbraccia.
Tengo le mani sul suo torace aperte...sento il calore della sua pelle, il suo cuore battere all' uniscono col mio. Lo bacio un ultima volta...proprio sopra il cuore...
《Buonanotte Byron 》
《Buonanotte Kallie》

Mi sveglio con una sensazione di vuoto. Mi giro, la parte di letto dove c'era prima lui è vuota, se n è andato. Le coperte trattengono il suo calore, mi rotolo per aggrapparmi a questa presenza.
Mi lascio cullare nuovamente dal sonno.
Verso le 9 Mr Covenaugh passa alla casetta, per fortuna ho dato una bella riordinata. Anche lui vuole sapere come io stia...ed a dispetto di tutto, non mento , sono sincera nel dirgli che sto bene....bene davvero.
Parliamo un po' dei ragazzi. Mi permetto di chiedergli di Stephen. Mi racconta la sua storia.
Stephen perse entrambi i genitori all' età di 8 anni, la madre morì sul colpo nell' incidente d auto; il padre le sopravvisse di due settimane, abbastanza presente da poter concedere l' adozione del figlio al suo migliore amico e socio in affari. Non che non esistessero parenti pronti ad accoglierlo ma il patrimonio del ragazzo alla maggiore età sarà consistente ed alcuni avrebbero potuto volerlo solo per quello. Lasciandolo con i Covenaugh questo rischio non ci sarebbe stato.
Isabel, la signora Covenaugh, non voleva altri figli naturali ma si dichiaró disposta ad accogliere e crescere Stephen. Come è logico il ragazzo era fragile a seguito degli eventi ma la presenza di un altro ragazzo quasi coetaneo aiutò molto. Byron divenne l' idolo del fratello, la sua ombra e croce. Per Byron fu come avere preso un cucciolo, per Stephen fu come avere trovato la sua ancora...il fratello era il solo da coinvolgere nelle scelte.
La personalità di Stephen mutó leggermente con l' ingresso alla high school più estrosa per certi versi per altri più insicura...
Parla di entrambi con affetto ma quando nomina Byron pare la sua voce si incrini
Glielo faccio notare.
Sospira : purtroppo a seguito della partenza della moglie per lavoro, Byron è diventato distante,assente fin ostile con lui.
Apprezza però il fatto che dal mio arrivo ci siano nei rapporti famigliari piccoli atteggiamenti di ripresa.
E poi vorrebbe parlassimo di me...della mamma... scaccio il pensiero.
Ho da fare.
La nostra conversazione finisce così con più domande che risposte. Dal mio arrivo avrei voluto chiedergli perché io qui...perché proprio lui... ma me ne manca il coraggio.
Torno in camera alla scrivania e lavoro alacremente.
Verso le 16 mi rendo conto l' ora del pasto sia passata da un pezzo, vado alla villa e trovo un piatto per me. Ho portato in casa anche 8 delle 9 cartelline datemi da Moussad con i planning operativi di questa famiglia.
L' arte del riciclo non esiste.
Le lascio sulla scrivania di Mr Covenaugh . È la prima volta che entro qui senza essere invitata.
Aggiro la scrivania e vedo una foto della mamma in mezzo a tre persone. Era giovane...forse ai tempi del college. A parte Mr Covenaugh non so chi siano gli altri.
Byron passa davanti lo studio e mi sorprende.
Mi raggiunge. Guarda la foto e l accarezza.
《 Questa è mia madre!》 Mi indica una ragazza bellissima. Deposito la foto ed annuisco.
《Kallie stai bene?》 mi chiede.
《Alla grande !》 rispondo ironica e lo lascio li inebetito.
Non so neanche io cosa mi prenda. È ovvio mia madre conoscesse queste persone per decidere di mandarmi a vivere qua, ma tutte le domande che restano in sospeso e senza risposta sono estremamente frustranti.
Lei non ha mai risposto alle mie chiamate e per quanto ne so ha ignorato i miei messaggi nella casella vocale.
Sono sulla porta dello studio, Byron è ancora alla scrivania, sento la sua presenza, sento i suoi occhi perplessi puntati su di me.
Mi giro.
《 Vado a correre!》 Lo guardo.
Vorrei aggiungere di non stare in pena per me ma non so se sia il caso.
Mi fissa.
《Non sono triste...sono arrabbiata!》 preciso.
Alzo le spalle e me ne vado.
Mi sento una stronza...e lui non se lo merita.

Rientro alla dependance indosso un completo lungo da running prendo l' ipod e vado.
Raggiungo il molo vorrei approfittarne per salutare Molly, la vedo in compagnia di Adam, sorrido e faccio ritorno da dove sono venuta senza palesare la mia presenza.
Alla villa ceniamo tutti insieme, piacevolmente, sottopelle ho ancora una sensazione di rabbia e nervoso, ma non posso ne voglio sfogarla su loro.
《 Stephen se non hai troppo da studiare perché non guardiamo un film insieme?》
《Cerrto cheeee si.. é bello rivederti in forma bambolina!》
Lo gratifico con un enorme sorriso.
《Hei B sei dei nostri?》gli chiede Stephen.
Non so perché, anzi forse lo so fin troppo bene... cosa mi prenda...
Alzo la testa di scatto in attesa.
Mi guarda.
Serro le labbra.
È confuso, lo vedo chiaramente.
《Passo.》 Si alza, porta il suo piatto in cucina e se ne va.
Stephen mi raggiunge alla dependance verso le 20, guardiamo un paio di episodi di Shadowhunter. Mi racconta a ruota della sua giornata, gli accenno la mia...ridiamo , scherziamo mi rilasso un sacco.
Parla dell' imminente ballo a scuola. Gli dico che salvo ripensamenti con le ragazze si è deciso di non avere cavalieri.
Annuisce forse un po rassegnato .
Verso le 23 se ne va, lo accompagno ed aspetto che rientri alla villa. Resto qualche minuto fuori, fisso il balcone di Byron nella speranza lui compaia ed io possa in qualche modo scusarmi.
Cammino avanti ed indietro per un ora nella casetta...lui non verrà. Vorrei farmi audace ed andare io ma non ci riesco. Esco comunque a prendere un ultima boccata d aria.
E lui è lì .
O meglio sta seduto su una sdraio le mani nelle tasche della felpa il cappuccio tirato su.
Mi avvicino.
Alza la testa. Mi fissa.
《 Si può sapere cosa ti ho fatto? 》mi chiede .
Non rispondo, come trovo le parole per fargli capire che ho tanta rabbia dentro e nessuno vicino a cui indirizzarla.
Mi mordo il labbro.
Si alza per andarsene.
Non riesco a dire nulla che mi permetta di trattenerlo.
Ha fatto un passo in direzione della villa , forse due , poi si gira bruscamente, mi abbraccia, con forza infila una mano nei miei capelli , mi afferra la nuca, mi bacia con urgenza, mi prende in braccio, mi avvinghio a lui ed entriamo nella casetta. C è una strana frenesia nei suoi gesti, nei nostri gesti... questa cosa ci sta sfuggendo di mano.
Ad un certo punto Byron si ferma e mi fissa accigliato . Siedo sul divano, lui sta inchinato di fronte a me, passa i pollici sulle mie guance...mi accorgo di stare piangendo .
《Che succede Kallie?》 mi chiede.
《 Non lo so Byron...vorrei accettare le cose per come sono ma ho sempre più domande in testa e non capisco più nulla. Perché mi ha abbandonata qui?》 guardo mesta il pavimento.
《 Parli di tua madre?》
《....forse pensava di fare la scelta migliore.》mi dice.
Annuisco poco convinta.
《 Rispondi a tre mie domande. 》 aggiunge.
《 e se non posso..》 replico.
《 provaci almeno》insiste .

Chiudo gli occhi, ho paura si stancherà dei miei silenzi.
Si siede sul divano, di fronte a me.
《 Perché hai detto di soffrire di vertigini? 》 mi chiede.
《 Non l ho mai detto. Se ci pensi bene non fui io a dirlo.》meno uno.
《Perché la casetta in piscina e non qualsiasi altra stanza alla villa?》prosegue.
Sorrido ed ammetto
《 facile, questo posto mi concede di entrare ed uscire indisturbata...non sempre dormo bene...dovresti saperlo? A volte ho bisogno di andare a correre nel cuore della notte.》
Meno due.
《 Che rapporto c è tra tua madre è mio padre?》 mi stringe il polso.
Scuoto la testa. Non ne so molto più di lui in effetti.
《 Diciamo che lei è una sua dipendente per certi versi...》 Non so come altro metterla senza rivelargli l identità di mia madre.
China la testa.
《 OK . A nanna ora è tardissimo e domani torni a scuola! INTESI?!》
Faccio sì con la testa.
Mentre lui va in bagno indosso un pigiama rosa, con le sue domande ha spostato l' argomento e mi ha liberato la mente, quando torna scuote la testa rassegnato.
《 Devo procurarti altre mie maglie...adoro vedertele addosso.》ammette.
Vado a lavare i denti.
La rabbia è svanita.
Byron mi aspetta al centro del letto, si è già tolto la felpa. A torso nudo con i pantaloni della tuta è uno spettacolo.
《Byron...?》 cerco la sua attenzione.
Mi scruta .
《 Promettimi che domani non ti arrabbierai ?》 gli chiedo.
Si raddrizza mentre mi accoccolo al suo fianco.
《 Cosa hai combinato, Kallie? 》 mi chiede preoccupato.
Ignoro il tono.
《 PROMETTILO?!》 lo supplico.
Annuisce ...lo bacio grata.
《 Ha ragione Stephen quando dice che con te c' è sempre adrenalina in circolo...》sospira.
Mi stringe a sé. Spegniamo la luce e dormiamo.

Mi sveglio... Sospiro beata. Nel sonno le nostre mani si sono cercate.
《Molto meglio svegliarmi al tuo fianco》mi sussurra all' orecchio.
《Mmmm. 》 Mugugnio. 《 Ho un disperato bisogno di caffè》aggiungo.
Se ne va, dobbiamo prepararci per la scuola.

Mi presento a colazione di splendido umore.
Mr Covenaugh é al bancone e legge.
Byron addenta un croissant, Stephen arriva, mi abbraccia da dietro e da un veloce bacio sui capelli.
Mi contendo il brico del caffè con Byron. Ci sfidiamo anche con lo sguardo. Nessuno dei due molla la presa.
Stephen ci guarda e sospira.
《 Ma non potreste cercare di andare daccordo per 5 minuti?》
Stephen si alza va alle spalle del fratello e gli tira un sonoro scappellotto alla base della nuca, Byron molla la presa, si massaggia la testa e guarda in cagnesco il fratello. Stephen mi passa il brico del caffè. Faccio una smorfia a Byron e mi impossesso della mia droga . Sorrido grata al mio eroe.
Mr Covenaugh si è tirato il giornale sopra il viso e ride di gusto.

Lasciano tutti la cucina, rimaniamo Byron ed io in attesa di Stephen che non ha preparato lo zaino.
Resto appollaiata sullo sgabello con la mia tazza di caffè fra le mani, me la gusto beata, ho prosciugato il bricco...
Byron a braccia conserte mi guarda. 《 Com è che la mia famiglia ti adora? Era un sacco che non sentivo la risata di mio padre...》
《 Non sei sempre bendisposto nei suoi confronti!》 affermo.
《 Kallie tu non sai....》 sembra frustrato.
Scuoto la testa《 Non so cosa sia successo fra voi, sai credo neanche lui lo sappia, comunque fatti una domanda Byron: é qualcosa che può cambiare?》
China la testa in segno di diniego.
《... e allora rassegnati volta pagina, perdonalo e perdonati... vai avanti.》 Aggiungo .
Salto giù dallo sgabello, mi prende il gomito.
《 Kallie!? Se ti avessi detto che potrebbe cambiare? 》
《 Non è la risposta che mi hai dato Byron, ma se fosse stata diversa ti avrei detto di lavorare , lottare per il cambiamento. È difficile dare un consiglio o un giudizio se non si conoscono i fatti, ma ci sono perle di saggezza che valgono per tutto: se qualcosa non ti sta bene...cambiala! Se non puoi...adeguati! 》
Ripongo la tazza nel lavello con le altre.
Stephen arriva di corsa, in ritardo.

A scuola, ci abbiamo messo 4 minuti e 35 un record , salto giù dall' auto e mi fiondo al castagno, c è anche Molly con Charlie e Cloe. Salto al collo di tutte e tre. Mi sono mancate.Che bello rivederle. Tutti hanno una parola gentile per me, mi sento commossa.
Chiacchieriamo incessanti fino al suono della campana poi ci dividiamo.

Sono all' armadietto che fa i capricci. Arriva Connor .
Si appoggia pigramente.
《 Qual è la combinazione?》 mi chiede.
《12 5》dico.
《 data da ricordare?》
《È il mio compleanno.....》sussurro .
《Connor , posso chiederti un favore?》 gli chiedo.
《Spara Tigre.》
Armeggio nella zaino, estraggo il mio ipod, e glielo consegno...
Lo prende perplesso, mette un auricolare e sfila le hit. A tratti annuisce a tratti fa smorfie.
《 Puoi eliminare tutto? ...tranne Around di JT...e mettere qualcosa del tuo...la tua musica è fantastica...devo darci un taglio con l 'altra, puoi? Per favore?》 gli chiedo a mani giunte.
Mi gratifica con un sorriso.
Lui ed Eric suonano in una band, si occuperanno della musica del ballo. Ha stile e la sua musica mi cattura.
《 Certo....vivo per la musica.
Sarà un onore .》
Mi strizza l occhio mette via l' ipod ed arriviamo a lezione con 10 minuti di ritardo.

Adoro Connor è fantastico. Sceglie sempre con cura le parole da dire e da non dire e come per la sua musica sono sempre azzeccate.
Campanella.
Seconda ora.
Prendo un respiro, conto fino a 50 ed entro.
Adam e Molly stanno chiacchierando presi, in ultima fila, non mi hanno ancora vista.
Siedo nella quarta. Ed aspetto.
Il professore entra sbatte la porta senza degnare la classe di un saluto od uno sguardo, si porta alla lavagna, afferra un gessetto e poi si ferma. Picchietta con la punta del gesso sull' immacolato pannello. Poi si gira. Si siede sulla cattedra pulisce gli occhiali, li risistema sulla punta del naso. Guarda ciascuno dei suoi studenti. Quando arriva a me vedo i suoi occhi farsi piccini. Salta giù dalla cattedra.
《 La lezione di oggi è sospesa... LEI VENGA NEL MIO UFFICIO.
SUBITO!!!》 mi indica, poteva andare peggio. Lui esce con fare teatrale. Sono tutti perplessi. Molly a fianco di Adam mi guarda si è portata le mani alla bocca stupita, scioccata forse. Mentre scendo le gradinate la sento dire alle mie spalle.
《 Kallie....cosa hai fatto?》
Mi giro le sorrido ed alzo le spalle. Mi affretto verso l'uscita.
Il signor Saltzman mi tiene aperta la porta del suo ufficio/studio, è uno dei pochi docenti ad averne uno privato; gli altri condividono perlopiù un enorme aula con diverse postazioni. Lui ha questo raro privilegio, non solo per il suo personale prestigio, anche per le sue indiscusse doti e l 'ego smisurato .
La stanza ha il discreto lusso dell' eccentrico personaggio che l 'abita: sulle parenti non campeggiano titoli letterari od accademici ma svariati souvenir etnici di viaggi oltreoceano.
Mi fa cenno di sedermi.
Prende posto anche lui alla scrivania.
Ho davvero messo il mio avvenire nelle mani di quest' uomo?
All' improvviso mi rendo conto dell' enormità del gesto che ho compiuto. Una sua parola e sono finita.
Mi rendo conto che il suo silenzio è studiato ad arte proprio per farmi vacillare o capire l' entità delle mie azioni. Onestamente ho agito non solo d impulso, ma ho ragionato e deciso di giocarmela, come una mano a poker, in cui sai di avere delle ottime carte ma l'incognita del tuo avversario può decidere le sorti del gioco.
Siamo in una posizione di stallo, fingo una serenità che non provo.
Tamburella con le dita su una cartellina in cuio marrone, la riconosco bene.
《Cosa le fa credere che quanto da lei scritto sia degno di nota?》 Mi chiede. Il tono della voce non è aggressivo, in parte stupito.
《 Non sono una scrittrice...forse non lo sarò mai》
Mi interrompe.《 Su questo non c è alcun dubbio!》
Chiudo gli occhi per una frazione di secondo.
《 ...ma se voglio far parte del suo corso devo almeno fare un tentativo, lei non si sarebbe accontentato di niente di meno che questo...》 proseguo ignorando la sua interruzione...atta a ferirmi o realmente il mio modo di scrivere, tralasciando l 'argomento, è povero, inesperto ed insignificante?!
Tace.
《 Cosa succederebbe se come promesso leggessi alla classe il suo manoscritto....signorina.....?》 Apre la cartelletta ed è tutto li nelle prime righe.
Alzo il mento.
《Davenport!》preciso.
Non mi lascio prendere dal panico.
Mi raddrizzo e gli rispondo:《 Solo se lo avesse trovato banale mi potrebbe mettere alla gogna mediatica e se così fosse sarebbe la giusta punizione per la sottoscritta...ma se così non fosse le chiedo una chance, niente altro.》
《Vuole la mia personale opinione?
Visto che è qui glie la darò che le piaccia o meno ...》
《Lei non diventerà mai una scrittrice, non perché non sappia scrivere in maniera...accettabile...si legge di molto peggio oggigiorno...ma perché l 'unica storia che valesse forse la pena nella sua breve vita di essere raccontata è qui, su questa scrivania, nelle mie mani...》
Qualcuno bussa insistentemente alla porta.
《ANDATEVENE!》 ruggisce il signor Saltzman.
Qualcuno prova ad abbassare la maniglia. Il signor Saltzman salta in piedi, io resto incerta, seduta.
Sull' uscio compaiono Marissa ed il preside Higgins.
《Non amo essere interrotto durante un colloquio 》 sibila il signor Saltzman alla volta del preside e di Marissa.
《 Mi hanno detto che ha sospeso una lezione 》 replica il preside.
《Questioni più urgenti meritavano la mia attenzione. Non concedo a chiunque il mio tempo, meno che meno di essere ammessi alle mie lezioni, solo i migliori ottengono questo privilegio ed in questa sede sto valutando con la candidata in oggetto se meriti o meno questa mia... concessione. 》
Il professor Saltzman gira attorno alla scrivania prende in mano la cartellina con il mio manoscritto la soppesa poi la ripone in un cassetto.
Marissa non si è minimamente scomposta , il preside resta in attesa.
《Potremmo avere il verdetto? 》chiede il preside Higgins . 《 Vede, credo non sia il caso di far saltare ulteriori lezioni alla signorina Davenport, quale che sia il suo responso.》
Il signor Saltzman siede alla scrivania si massaggia il mento e punta i suoi occhi nei miei.
《 Le concedo di frequentare il mio corso, con riserva. Qualora lei non rispettasse le aspettative richieste se ne andrà senza lamentele, ....anche per rispetto a chi ha affrontato il corretto iter d 'ammissione. Sono stato chiaro?》 mi chiede.
《 Cristallino!》rispondo.
Mi alzo ; lo fisso a mia volta.
Mentre usciamo vedo un sorriso piegare gli angoli della sua bocca.
Questa volta ho vinto, dovrò dimostrare di essere all' altezza e credo che le sorprese con questo docente non siamo finite.
Nel corridoio ci sono quasi tutti, chi più chi meno fingono, al passaggio del preside di essere indaffarati ai propri armadietti. Non appena questo gira l angolo me li ritrovo addosso.
《Kallie stai bene?》mi chiede Stephen.
《 Cosa diavolo credevi di fare?》 sbraita Byron.
《 Cosa hai fatto Kallie ? 》 mi chiede confusa Molly, con Adam accanto.
Guardo Molly.
《 Ho fatto quello che mi ha chiesto Molly! ...gli ho dato un brandello del mio cuore.》 la mia voce suona distante per un attimo.
Apre e chiude la bocca..non sa cosa dire.
La campanella mobilita tutti, ed interrompe un chiarimento che non avrà mai altro seguito.
Andiamo a lezione.
Charlie mi si affianca. 《 avevo paura per te..》 mi sussurra prendendomi a braccetto.
La guardo e sorrido.
《 Sono più forte di quanto non sembri Charlie》 le dico.
《 Lo so Kallie...ed ogni giorno ce lo stai dimostrando》 .
Entriamo a lezione.

A mensa riesco ad evitare di essere l oggetto di conversazione principale.
Molly è stata taciturna. Credo meriti una spiegazione, se me lo consentirà.
L' argomento si sposta facilmente sul ballo di sabato sera. Il primo ballo dell' anno alla Beacon...il ghiaccio ed il fuoco. Ascolto distratta i dettagli della festa.
A fine lezioni aspetto inquieta nel parcheggio.
Stephen porterà Byron a casa, io vorrei concedermi del tempo con Molly.
Affianco Molly. È particolarmente silenziosa.
Le cammino accanto in silenzio.
Ad un certo punto si blocca sul posto, ancora quell' espressione di stupore in volto...scuote la testa.
《 Come hai fatto Kallie?》 mi chiede.
《 Te l ho detto Molly...gli ho messo nero su bianco un brandello del mio cuore..》
Sbatte le ciglia.
《 ci ho messo tre anni ad essere presa in considerazione.. . Da lui.》scuote la testa.
Si ferma mi mette una mano sul braccio e scuote la testa.
《 Kallie. Non pensare io sia gelosa ti prego.》Mi guarda il pianto negli occhi.
《 Non riesco ad immaginare quanto sia... intenso... il pezzo di te che hai voluto donargli.》 Aggiunge.
L abbraccio.
《 È passato!》 le dico.
《 Davvero?》 mi chiede lei con un filo di voce.
《 Forse》le confesso incerta.
Le scende una lacrima. Sento le lacrime pungere dietro le palpebre. Mi sforzo di resistere ma un paio, incontrollate scendono.
Ci abbracciamo forte.
Proseguiamo la strada verso casa a piedi, più unite che mai.
Avevo bisogno di sentirlo dire. Qui alla Beacon Molly è una delle persone che stimo maggiormente, non avrei retto il suo biasimo.
Ci lasciamo davanti casa sua. La madre sta spazzando l' uscio; le faccio un breve saluto e taglio per la spiaggia.

Cena in famiglia. I ragazzi provano a chiedermi spiegazioni riguardo il colloquio con Saltzman, evito e porto il discorso su terreni più miti.
Mr. Covenaugh ci annuncia serio che deve assentarsi per 4 massimo 5 giorni, saremo in grado di cavarcela? Dopo cena resto alla villa a guardare l ultimo fast and furiuos coi ragazzi.
Stephen è di ottimo umore , la partita di domani sulla carta si rivela una delle più facili del campionato.
Byron ed io dopo la sua serie di successi gli raccomandiamo di non esaltarsi troppo e per enfatizzare il concetto lo bombardiamo di pop corn.
Verso le 23 sbadiglio, ma prima rassettiamo il salone , ed è così che ci trova Mr Covenaugh: io che passo l aspirapolvere, Byron che lava i bicchieri e la scodella dei pop corn, Stephen che passa un panno sui tavolini. Ci guarda ammirato e stupito.
《 Ragazzi dal momento che siete tutti qua ne approfitto per darvi una notizia, Isabel, vostra madre torna per il ringraziamento .》
Byron e Stephen sono entusiasti. Io avrò modo di conoscere finalmente la madre di queste due teste bacate.
Mr. Covenaugh ci lascia, il taxi lo attende... non dopo averci elencato una lunghissima serie di restrizioni e raccomandazioni.
《 Li affido a te Kallie》mi sussurra.
Ci abbraccia tutti a turno, anche Byron nonostante la postura... possiamo chiamarlo abbraccio.

《 Perché non cuciniamo noi?》 propongo, spegnendo l aspirapolvere.
Byron fa capolino dalla cucina con lo straccio umido buttato sulla spalla, Stephen mi guarda come fossi un mostro gorgone a 5 teste.
Si guardano e scoppiano a ridere.
Gonfio le guance.
《 Bambolina, sei troppo divertente. Ti adoro, lo sai...ma non so nemmeno far bollire due uova..e Byron come me non ha mai toccato i fornelli!》
Byron ci guarda.
《 Sai una ragazza farebbe follie per un dolce cucinato dal suo lui per l occasione di San Valentino?
Ma se non ti interessa....capisco sai! Avresti tuuuuuttto il tempo di imparare e questo week end possiamo disporre della cucina...》gli dico maliziosa.
《 Bambolina, stai scherzando? La chiave per avere una chance è riposta in un dolce?》ride mentre lo dice.
《Forse. 》dico .
Byron tace, sta sullo stipite. Ci guarda e scuote il capo.
《 Byron dobbiamo imparare a cucinare...》 guarda suo fratello e poi guarda me, mi fa girare come una trottola e mi stringe in un dolce abbraccio .
Caro Stephen.
Raggiungo la dependance. Sono stanchissima, la giornata di oggi mi ha discretamente provato.
Faccio una doccia veloce. Esco dal bagno a piedi nudi, infagottatata in un enorme accappatoio in spugna e faccio un salto indietro...Byron sta al buio appoggiato al dorso del divano.
《 E così la chiave del tuo cuore risiede in un dolce artigianale?》Mi chiede.
Mentre lo dice mi si avvicina.
Vorrei non essere sempre così cosciente della sua presenza. Mi si azzera la saliva.
Mette una mano sulla mia spalla ed una sulla cintura. Mi tira a sé.
《 Non ho detto questo. Vorrei tu fossi meno cieco. 》 gli dico portando una mano alla sua nuca.
Con le dita abbassa di qualche centimetro l 'accappatoio dalla mia spalla destra, scoprendone una porzione . Le sue dita scorrono sul profilo del mio viso, scendono sfiorano il laccio al collo ed arrivano alla spalla solleticandomi. Mi alzo sulle punte e avvicino il suo viso al mio, il suo bacio è lento , dolce e sensuale. Le mie dita seguono la base del collo e le porto aperte sul suo petto.
《 Forse dovrei vestirmi? 》 le mie parole sono flebili.
《Dici?》la sua risposta sulla mia bocca.
Arretro e gli do uno spintone.
《 Finché pensi che sono la ragazza di tuo fratello alla tua coscienza non pare far alcun torto a Marissa , vero? Chiarisciti un concetto ...io non sto con Stephen e lui non è con me che vuole stare.》
Stringe gli occhi.
《Come puoi negarlo Kallie... L ho sentito dichiararsi in mille modi con te!》
《 Vattene Byron ...ORA!》 socchiudo gli occhi.
Quando li riapro è scomparso.
Vado diretta in camera, trovo sul letto 4 sue magliette pulite, impilate, per me...le butto a terra e mi metto sul letto così, spettinata e con ancora indosso l accappatoio. Spengo la luce. Vorrei piangere,ma... non ho lacrime stasera.

Il venerdì mattina si annuncia con nuvole all' orizzonte...la partita dei ragazzi di Lacrosse è a rischio .
La notte appena trascorsa un incubo, non ho chiuso occhio. Mi sono abituata alla presenza di Byron...scuoto la testa; mi preparo in fretta e dopo aver scribacchiato un messaggio per i ragazzi me ne vado .
Troppo presto per andare a scuola con loro...decisamente troppo tardi per andare a correre che poi senza l ipod impazzirei .
Mi incammino verso la fermata dell' autobus . Quando arrivo una corsa fa la sua fermata, ma non è quella che serve a me. Ne scende Gonzalo. Scambiamo quattro chiacchiere, mentre l abbraccio passa nel traffico il suv nero di Byron. Sento una stretta al cuore. Lui non può ancora guidare, ci saranno decine di auto identiche nella Valley.

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