Cambiamenti


Un altra settimana di scuola ha inizio; non voglio affrontare Byron, quindi sto appiccicata a Stephen nella maggior parte dei nostri brevi incontri, brevi e sporadici perché io la pausa pranzo la trascorro in mensa ed in caffetteria passo davvero poco tempo.
Devo affrontare il problema mezzi di trasporto: questa settimana entrambi i fratelli riprenderanno a ritmo serrato gli allenamenti di football e Lacrosse, in previsione dell'inizio campionato venerdì.
Mi rivolgo a Molly durante la pausa pranzo del lunedì, prima che soppraggiungano Cloe e Charlie per l'  aiuto nei compiti di francese.
Con un velo di ironia mi accenna al mezzo di trasporto dei comuni mortali l'autobus, ce ne sono due che arrivano alla Beacon high: quello cittadino e quello studentesco; prendo nota degli orari e dei rispettivi tragitti.
Inizio anche i miei turni alla biblioteca.

A metà settimana: Stephen, Jordan, Eric e Connor fanno la loro comparsa in mensa.
Eric si lamenta dei discorsi banali e petulanti propinati da Marissa; Stephen, invece, con un sospiro melodrammatico esordisce dicendo che se la montagna non va da Maometto, sarà Maometto ad andare alla montagna, strizzandomi l'occhio complice.
Noto con piacere che si porta dietro il sacchetto del pranzo preparato da Moussad.
Molly non accetta di buon grado l'arrivo dei ragazzi, ma neanche se ne lamenta, ora ogni giorno quando la incontrano nei corridoi ed a mensa le fanno un cenno di saluto che lei freddamente ricambia; nessuno nella cerchia accenna più a lei definendola "la stramba".
Per fortuna occupano l'estremità del tavolo, perché in taluni momenti si comportano come animali: soprattutto quando parlano di sport.
Nei pomeriggi che non dedico al volontariato cerco di portare a termine la mole di compiti e restare al passo con lo studio.
Venerdì mattina mi trovo libera alla seconda ora e mentre vado verso la biblioteca noto la bacheca studentesca. Ci sono appesi un numero incredibile di biglietti, proposte commerciali o messaggi diretti agli studenti: uno cattura la mia attenzione, lo strappo, lo piego e lo ripongo nel libro di storia.
Mentre percorro il corridoio semivuoto vengo urtata violentemente da una ragazza dai capelli corti, di un rosso acceso con delle meches bluette, ha un trucco marcato ma non volgare che accentua la profondità del suo sguardo, che mentre si posa su di me, è a dir poco glaciale.
Mi chino a raccogliere i libri che mi sono caduti, mentre lo faccio vengono calciati via da una ragazza dai tratti somatici marcatamente asiatici che ride sguaiatamente accanto all'altra,  portandosi una mano alla bocca mi sussurra in falsetto.
《Ups. Non ti abbiamo vista!!!》
Se ne vanno impettite, senza che io riesca anche solo a concepire una reazione, tanto sono scioccata.
Adam mi viene incontro porgendomi uno dei testi caduti.
《 Sono Clarissa Clary e la sua amica Ming》 mi spiega indicando con la testa la schiena delle due che ormai hanno quasi girato l'angolo.
《Fantastico!》 esclamo facendo mente locale a quello che mi hanno raccontato Cloe e Charlie su quelle due.
《Adam?》
《Siii?!》
《Non dire nulla a Stephen, a proposito di quello che è appena successo, stasera ha la partita. 》
《 D'accordo. Dove stai andando?》mi chiede.
《In biblioteca.》
《 Mmm...Ti accompagno! 》
Quando arriviamo alla palazzina Adam tiene galantemente aperta la porta per farmi passare, Molly alza lo sguardo, ci vede e china bruscamente la testa.
《 Ma vi conoscete? 》 chiedo con un filo di voce ad Adam.
《 Devo andare!》replica ignorando la domanda; voltandomi frettolosamente le spalle, anche se giurerei di avere visto un lieve rossore tingergli le gote.
Ripeto la domanda all'indirizzo di Molly ad alta voce, tanto a questo ora non c'è nessuno.
Si sistema gli occhiali e mi chiede seccamente cosa ci faccio lì.
《 Volevo chiederti un favore.》 inizio titubante;  lei si alza dalla sedia scocciata  e per l'impeto questa si rovescia.
《 No!》sibila.
《 Ma non sai nemmeno cosa voglio domandarti?》accenno, stropicciandomi nervosa le mani .
《Lo sapevo Davenport, ma ti avevo dato il beneficio del dubbio, con quel tuo visetto pulito, mi sono lasciata intenerire, no, no e no, non farò il tuo turno stasera perché tu devi essere sulle gradinate a fare il tifo per il tuo bello!》
Scoppio a ridere.
《 Ma io non volevo chiederti di sostituirmi. Farò diligentemente il mio turno e poi andrò alla partita; é vero che Stephen mi ha chiesto di esserci ma non vengo meno agli impegni presi. Ecco volevo solo proporti se ti andava di accompagnarmi.》 concludo imbarazzata.
La sua faccia manifesta tutto il suo stupore.
《 Perché io?》 mi chiede.
《 Perché non tu? 》replico.
Si sfila gli occhiali, gli da una pulita con la manica della giacca.
《D'accordo》
《Fantastico!》e corro fuori prima che ci ripensi.

Alle 21 e 15 Molly mi raggiunge in biblioteca, la sala è deserta, probabilmente tutta la scuola sarà alla prima partita di campionato; ogni tanto giungono urla o boati provenienti dall'altra parte del campus; attendiamo comunque l'orario di chiusura.
Durante la serata sono passate di qua forse una decina di persone, otto delle quali convinte fosse la caffetteria, racconto a Molly mentre chiudiamo. Indossiamo ancora entrambe la divisa della scuola; nessuna delle due ha avuto la possibilità di cambiarsi ma a me personalmente non importa. Dovrei portare le chiavi in segreteria, faccio una scappata intimando a Molly di non sparire.
Ci incamminiamo verso gli spalti: c'è davvero una bolgia incredibile, non solo tutta la scuola, parrebbe tutta la Valley si sia riversata nel campus per assistere all'evento.
Non so dove andare, sembra non esserci un posto da nessuna parte, quando vedo Adam sbracciarsi al nostro indirizzo, sgomitando lo raggiungiamo; rigido sta in piedi per farci passare.
《Strotman.》
《Donovan.》
Si salutano formali, per sciogliere l' atmosfera spiego girandomi prima verso uno e poi verso l'altra che non ci capisco un accidenti di Lacrosse; anche se non  è vero, ma loro questo non lo sanno.
Questa mia mancanza viene colmata da entrambi che si alternano nello spiegarmi le fasi di gioco: seduta fra loro annuisco convinta.
Le cheerleader, a bordo campo, sono davvero brave, fanno stacchetti precisi ed a tempo; Charlie, Cloe, Melissa e Marissa sono splendide nei completini succinti con i colori della scuola.
La situazione in campo parrebbe di parità; mi alzo sulla tribuna in piedi ed urlo incitando Stephen con tutto il fiato che ho nei polmoni.
Mezza scuola mi guarda, anche lui dal campo mi ha sentito, fa un cenno con la mano e segna altre tre volte chiudendo lo scontro e portando la Beacon al trionfo.
Ora ci sarà la festa post partita, molti si riversano nel parcheggio, in tanti andranno al Glam a festeggiare i campioni; mentre scendiamo dagli spalti Stephen mi si fa incontro sporco e sudato, mi abbraccia e fa roteare come una trottola.
Rido divertita, lui urla qualcosa mentre corre alle docce.
Prendo a braccetto Molly, Adam è ancora con noi e ci chiede se vogliamo andare con lui al Glam. Nonostante Molly si sia rilassata in presenza di Adam afferma di preferire fare rientro a casa. Adam offre un passaggio che Molly rifiuta: abitando giù al molo non è molta strada e la serata invoglia a fare quattro passi.
《 È davvero una serata perfetta per fare una passeggiata!》 affermo entusiasta e mi incammino al fianco di Molly.
《Vi accompagno!》 ci stupisce Adam.
Camminiamo a passo rilassato tagliando per l'ala nord dell'istituto, nell'aria si sente un vago aroma di tiglio, il sentore dell'autunno alle porte.
Non parliamo molto, sono io a fare da ponte fra due isole deserte.
Arriviamo al molo, che non avevo ancora visto, l'effetto scenico è esaltante corro fino al parapetto seguita da loro che ridacchiano imbarazzati per il mio infantile entusiasmo. Le luci dei lampioncini sono soffuse; un carretto attende paziente i clienti, pare una serata tranquilla per quel solitario commerciante.
Molly ci indica casa sua con un cenno nervoso, guardo in quella direzione: una casupola con i muri scrostati su due piani, al suo interno una luce accesa.
Le prendo la mano e la ringrazio;  mentre scambiamo le ultime battute il cellulare di Adam squilla fastidiosamente. Risponde e sembra seccato e perplesso al contempo. Molly va a casa ed Adam mi fa il resoconto in breve della telefonata appena ricevuta: Byron, Stephen e gli altri mi stanno cercando.
Estraggo dallo zaino il mio cellulare che avevo messo in muto per il turno alla biblioteca e che poi non ho più controllato e trovo sedici chiamate: Charlie, Cloe, Stephen, Byron ed un paio di numeri che non conosco.

Accidenti!

Qualcuno ci sta raggiungendo, nell' attesa Adam ed io prendiamo un gelato al chiosco.
Stiamo ridendo per un aneddoto raccontato da Adam quando Byron arriva silenzioso, negli occhi una rabbia malcelata, fa un cenno ad Adam e mi si para davanti minaccioso, non so se avere paura o cos'altro.
Mi stringe a sé con forza.
《Mi stai facendo male!》 gli dico.
《 Ero ...Eravamo tutti preoccupati per te! Dove diavolo sei finita?》 quasi grida.
Se per un attimo mi lascio confortare dal suo abbraccio ad un certo punto gli puntello il petto e con entrambe le mani lo spingo via, lo allontano.
《Covenaugh, era con me e... La Donovan, che abbiamo accompagnato a casa.》spiega Adam avvicinandosi a noi.
《 Cristo Kallie...Così mi uccidi!》 sussurra Byron, lo sussurra così piano che temo di essermelo immaginato.
《 Vi porto a casa.》
Byron ed Adam camminano uno fianco all'altro fino al suv di Byron parcheggiato di traverso in sosta vietata; si scambiano commenti sulla partita, sui falli ingiustamente subiti e continuano così fino al parcheggio della scuola, dove Adam recupera il suo mezzo.
Ad un certo punto mentre procediamo su una strada scarsamente frequentata, Byron sterza, parcheggia bruscamente e spegne il motore dell'auto, si piega sul volante.
《 Ho bisogno di sapere che sei al sicuro, non farlo mai più! 》
Le parole di Byron sono cariche di ansia repressa, come se non sopportasse questo fardello.
Non replico turbata, giro ostentamente il viso al finestrino, fingendomi interessata al paesaggio, lui riparte bruscamente ed in un attimo siamo alla villa.
Sull'uscio di casa trovo Stephen seduto a terra, ci aspetta, mi viene incontro e ridacchia.
《... Bambolina, con te solo adrenalina. Stai bene?》Annuisco, non c'è urgenza nella sua voce, mi guarda e mi da un bacio sulla fronte, mi spinge verso la dependance e mi intima di andare a letto.
Obbedisco.
Mi fa strano passare dall'indifferenza delle persone che amo al vivo interesse di persone che sono entrate nella mia vita da non più di una manciata di settimane.
Vado a letto e spengo la mente; tacito i tumulti del cuore.

Il sabato mattina guadagno un paio di caffè indisturbata alla villa poi decido di passeggiare un po' sulla spiaggia.

Rientro alla dependance e lavoro ad una tesina che devo consegnare fra due settimane, lavoro alacremente fino all'arrivo di Stephen che mi ricorda sia superato da un pezzo l'ora del pranzo, mette un piatto freddo preparato da Moussad sul tavolo del cucinino.
Il gruppo si trova alle piste da skate, anche le ragazze, posso unirmi a lui e poi decidere come trascorrere il pomeriggio, annuisco entusiasta. Byron non si vede per niente fino a sera.

Quasi tutta la crew si trova al parcheggio del Glam, tranne Marissa e Melissa che sono fuori città , noi ragazze optiamo per ottimo shopping selvaggio al trocadero: un centro vicino al molo.
Salgo in auto con Charlie e Cloe mi parlano brevemente della serata precedente, di quanto sia stato audace e romantico il mio grido alla volta di Stephen durante la partita, lo ha sentito tutta la scuola e di come la cosa abbia indispettito la Clary.
Io chiarisco che pur adorando Stephen ed il suo essermi sempre accanto non lo considero più di un fratello e sono straconvinta sia reciproco, vedo Charlie rilassarsi visibilmente alle mie parole. Mi raccontano dello sgomento di Byron nel non trovarmi al Glam per la festa post partita, delle molteplici chiamate al mio numero e dell'ansia  crescente man a mano che il tempo trascorreva.
Mi dichiaro mortificata. Minimizzano...quello fuori di senno era Byron che aveva cacciato a malo modo Marissa per un pungente commento nei miei confronti, se n 'era andata via parecchio stizzita.
Per cambiare argomento indago un po' su Strotman e la Donovan, quei due non me la contano giusta. Racconto loro del breve incontro del giorno prima in biblioteca e dell'  esplicito imbarazzo reciproco, della partita e del disagio palese che aleggiava fra loro mentre passegiavamo al molo .
Sghignazzano fra loro, come due che effettivamente si conoscono da anni, ne hanno viste tante e sono ben conscie ne vedranno ancora tante insieme. Mi fa quasi invidia questo loro rapporto complice ed esclusivo, mi ricordano me Sunny e Chanel.
Mi raccontano, per sentito dire, perché allora non frequentavano ancora la Beacon, che il primo anno Adam avesse provato ad invitare Molly Donovan ad uscire con lui, a seguito del suo ostile rifiuto tra i due era nata una notevole competitività accademica, non per niente erano i migliori dei propri corsi ed i soli candidati al discorso di fine anno,  pareva anche che Adam Strotman l'avesse invitata solo per scommessa.
Nessuno salvo i diretti interessati può realmente sapere come si svolsero gli eventi, ma essendo entrambe due persone molto reticenti sul proprio privato: la verità non verrà mai a galla.

Il trocadero è un accozzaglia di piccoli negozi, sparsi in ordine casuale: alcuni mondani altri decisamente bizzarri. Gli acquisti di Cloe e Charlie sono identici: degli short in jeans e dei top in seta cotta sui toni del pastello, hanno personalità simbiotiche. Mi obbligano a comprare un paio di leggins in pelle ed un top molto audace rosso Valentino con degli stivaletti spuntati neri, anch'essi di pelle.
Mi riportano al Glam dove trovo ad aspettarmi Stephen appoggiato alla sua Doggy2.
《Hai fame?》 mi chiede dopo essersi assicurato che mi sia allacciata la cintura
《 Assolutamente sì!》
《 Cosa ne dici se passiamo a prendere del cinese d'asporto, poi ti porto a casa, così hai tutto il tempo per prepararti! 》 mi guarda e muove le sopracciglia in quel modo buffo che solo lui sa fare.
《 Prepararmi per cosa?》 gli chiedo sgranocchiando una manciata di arachidi abbandonate sul cruscotto.
《 Festicciola a casa Strotman.》
《Mmm... Stephen non credo di piacere molto a Marissa, forse è il caso resti a casa.》
《 Kallie, a Marissa non piace nessuno a parte mio fratello, non farti problemi.》
《Ok.》 esclamo con lo stesso entusiasmo di una volpe braccata.
《... E non fare quella faccia. Sentiamo se Byron mangia con noi o è già al castello della principessa di ghiaccio. 》
Non posso trattenere il riso.

Alla villa, mangiamo al bancone Stephen ed io, Byron è già a casa di Marissa.
Mr Covenaugh va al club con degli amici, è strano vederlo aggirarsi per casa, è il primo week end a passare alla villa senza che impegni lavorativi lo costringono a trasferte.
Stephen mi concede un paio d'ore per prepararmi, e mi servono tutte se voglio asciugare i capelli . Gli intimo di rassettare la cucina ed incredibilmemte lo fa.
Chiamo Cloe che risponde sorpresa ma entusiasta, le chiedo un consiglio su quale ritenga sia l'abbigliamento  opportuno per la serata: elegante ma non formale.
Arriccio il naso e sbuffo.

Passo un po di tempo sotto il getto della doccia, rifletto su questa nuova vita e su come tutto sommato io riesca ad andare avanti, anche se mamma non si è mai fatta sentire e Sunny sembri sempre più lontana, un ricordo che sta sbiadendo; Chanel invece è omnipresente: in ogni mia scelta.
Scorro l'armadio che la signora Gonzalo ha sistemato alla perfezione, accanto ad ogni abito le scarpe e le borsette, in ordine di colore.
Scelgo un vestito di pizzo bianco sciancrato che arriva poco sopra il ginocchio, smanicato, il colletto e la parte finale della gonna contrastano in pizzo nero, posso così sfoggiare  ciò  che resta della mia discreta abbronzatura, tacchi alti neri, pochette in pizzo nera con un dettaglio, sul fermaglio chiusura, bianco.
Abbino una semplice parure di opali, scartando la collana, non necessaria essendo l'abito accollato, indosso comunque il nastro nero con il cammeo. Ho fatto una coda alta e poi ho deciso di intrecciare i capelli ancora umidi, domani saranno piacevolmente mossi.
Esco dalla dependance e raggiungo Stephen che  in soggiorno sta facendo zapping sul divano, annoiato; salta in piedi appena mi vede ed emette un fischio ammirato.
《Bambolina, dobbiamo risolvere questa cosa, non puoi essere così sfacciatamente bella. Se qualcuno ti dà fastidio gli spezzo le ossicine.》
Rido alla sua battuta e mi strizza l'occhio complice.
Siamo alla festa in dieci minuti, la residenza degli Strotman è su una collinetta artificiale, imponente, di un rosa tenue, un tripudio di colonne, balconcini e marmi, l'interno contrasta nettamente con l' architettura esterna classica: vasi mobilia, lampadari e suppellettili di stampo moderno.
La casa è enorme, la festa si svolge tra il patio fronte mare ed il salone; avvisto subito Cloe e Charlie, Stephen mi lascia per andare da Connor ed Eric.
Guardo l'ambiente circostante, c'è già un sacco di gente, mentre spazio con lo sguardo vedo Marissa, bellissima in un tubino rosa fragola, seduta in una poltrona di pelle bianca, alla sua destra, seduto sul bracciolo, Byron.
Mi fa un con cenno con la testa a mo di saluto che ricambio.
Charlie ha i capelli mossi ed indossa una tunica corta celeste, ai piedi dei sandali alla schiava ricoperti di paillettes; Cloe una tutina scollata senza maniche a righe sottili bianche e blu, calza dei sandali in corda. Ci spostiamo verso l'area ristoro.
Alcuni camerieri preparano dei coktail al momento, su alcuni tavoli immerse in vasche di ghiaccio, birre e bevande analcoliche.
Arrivano anche Melissa e Jordan a braccetto e si uniscono alla festa, Charlie mi spiega che la sera precedente il ragazzo era riuscito finalmente a trovare il coraggio per chiedere a Melissa di uscire con lui, mi giro a guardarli, sono davvero una bella coppia.
Ci spostiamo verso un angolo del patio ricoperto da un pergolato di glicine, le ragazze siedono su un dondolo, io scalzo le scarpe e mi siedo a bordo piscina, chiacchieriamo del più e del meno rilassate.
《 Kallie non voltarti, ma è decisamente da un po' che un tipo non smette di fissarti.》mi sussurra Charlie.
Cloe allunga il collo per vedere.
《 Oh. Quello è Brian Art. Si è trasferito due anni fa con la sua famiglia nella Valley, hanno una catena di rivendita auto, dopo l' inaugurazione della concessionaria hanno deciso di fermarsi qui in pianta stabile, ed è da allora che frequenta la Beacon. 》ci spiega Cloe.
《Sta venendo qui!》 ci dice Charlie agitata.
《 Ciao ragazze!》 ci saluta.
《 Brian.》 lo salutano Charlie e Cloe.
Giro il viso e lo guardo: un metro e settanta, moro, occhi scuri, taglio regolare a spazzola con tanto gel, indossa un completo sportivo in lino.
《 ...Tu non sei la ragazza di Andrew, Andrew Kilkenny!? Callie, giusto?》
Torno a guardare l'acqua che si increspa attorno alle mie gambe nude.
《 Sono Kallie, ma non conosco nessun Andrew, mi spiace. 》 mentre rispondo sento il cuore battere forte.
《Ma sí,  dai che sei tu, noi non ci conosciamo ma lui portava sempre al campeggio estivo diverse tue foto.》 insiste.
《 Sai mia madre mi raccontava sempre quando ero piccola, che per ognuno di noi esistono sette sosia sul pianeta.》 lo interrompo e faccio una risata, per mettere fine alla sua gaffe imbarazzante.
《Beh ma...》 Non demorde.
《 Scusa ?...Ci senti? Ti ha appena detto che non conosce il tuo amico, Smettila! 》lo apostrofa Cloe seccata.
Il ragazzo adesso sembra a disagio, mette le mani in tasca, mi lancia una breve occhiata e se ne torna sui suoi passi.
《 Certo che è strano forte. Certa gente non sa più cosa inventarsi per rimorchiare. Però conosceva il tuo nome.》se ne esce Charlie.
《 Dopo la bravata di ieri sugli spalti, tutta la Valley sa di Kallie.》 Scoppia a ridere Cloe.
Cerco il punto in cui Brian se n'è andato, sta parlando con Marissa mi guardano, parlano, lui torna a guardarmi e scuote le spalle perplesso, poi supera Marissa ed entra in casa.

Spero di non essermi cacciata in un guaio.

《Kallie?》 Cloe mi chiama.
《 Mmm, che c'è?》 Mugugnio.
《 Però è strano che tu non abbia un ragazzo, sei così dolce e sei anche molto carina.》Charlie.
《Se è per questo vale anche per voi due.》e le guardo convinta. 《Comunque non è che io non abbia mai avuto un ragazzo, fino alla primavera scorsa ne avevo uno, stavamo insieme da circa due anni poi beh ci siamo allontanati, senza litigi o sceneggiate, nel giro di un paio di settimane a malapena ci salutavamo.》 racconto loro, e non aggiungo che è successo perché non rispondevo alle sue chiamate od ai messaggi... E quindi dopo un po' ha smesso di cercarmi.
Inizio ad essere stanca, vorrei cercare Stephen, ma non voglio rovinargli la serata, con le ragazze si decide di fare un giro dentro a vedere cosa stiano facendo gli altri, li troviamo tutti al tavolo di ping pong birra, nel seminterrato.
Byron ne beve una appoggiato al corrimano delle scale.
Stephen mi si fa incontro《 Ti va di andare?》Mi chiede.
《Come mai? Non siamo qui da molto.》gli chiedo.
《Ci sono la Clary e la Ming.》
《Allora andiamo!》
Salutiamo e ce ne andiamo, velocemente;  abbiamo appena raggiunto la Doggy2 che ricevo due messaggi da Charlie e Cloe, mentre sono in auto rispondo, mi chiedono entrambe se ci siano problemi. Rispondo che Stephen era finito nel mirino dalla Ming e della Clary: si dichiarano deluse e mi ricordano che qualsivoglia sera o evento mi possono portare loro a casa.

Già ma nessuno sa ancora che vivo dai Covenaugh.

Vorrei chiedere a Stephen se sono il loro ingombrante segreto, ma non lo faccio.

Quando scendiamo dall'auto mi dirigo alla dependance ma Stephen mi blocca trattenendomi per il polso.
《 Sei stanca? Mettiti comoda e poi vieni in soggiorno, ti inizio alla divina arte della plystation!》
Mi fa l'occhiolino.
Rientro alla casetta in piscina, non so cosa farei senza Stephen, mi ha accolta da subito, mi ha presentato i suoi amici affinché diventassero anche i miei, riesce sempre a strapparmi un sorriso.
Indosso una camiciola da notte con maniche a sbuffo di tela bianca e dei pantaloncini a palloncino coordinati.
Mi strucco e lo raggiungo in casa;  passando davanti la consolle del soggiorno lo specchio riflette l' immagine di una bimba.
Sospiro.

《Stephen... Basta!!!》esclamo frustrata.
Abbiamo provato praticamente tutti i giochi in loro possesso: auto, lotta calcio, sparatorie ma io sono negata.
Sbadiglio e mi accoccolo su un lato del divano, suo padre è rientrato mezz'ora fa e dopo essersi sbellicato nel vedermi perdere a tekken V, se n'è andato a dormire.
Mentre gioca in singolo parliamo un po', lo sento affermare che da quando mi conosce si sente una persona migliore, io annuisco assonnata.
《Io credo in te, sei migliore di quello che pensi!》 gli dico sbadigliando.
Sento un rumore nella stanza, ma gli occhi sono pesanti, eppure la percepisco la presenza di Byron.

Un incubo mi sveglia; nella penombra qualcosa si muove, salto in piedi ed indietreggio terrorizzata, vorrei urlare ma non ci riesco, porto le mani al collo, una sensazione soffocante.
《Kallie? ! Kallie?! Kallie ti prego guardami.》Byron mi tiene per le spalle.
《 Hai fatto un brutto sogno, soltanto un brutto sogno piccola!》
Si siede sul divano e mi tira accanto a sé, rannicchio le ginocchia al mento, non voglio ma mi viene da piangere.
《 Oh Gesù, Kallie ma che ti succede?!》 Con il braccio reclina il mio capo sulla sua spalla, con entrambe le mani afferro il bavero della sua camicia e piango,  lui mi culla come fossi una bimba,  mi stringe dolcemente a sé.
Sfinita, ancora serrando tra i pugni la sua camicia, mi addormento.

Mi sveglio lentamente, come in un bozzolo caldo, al sicuro; sono tra le braccia di Byron, in una morsa ferrea, i suoi palmi sulla mia schiena hanno una presa sicura, temo che la mia non sia da meno. Ho le mani indolenzite da quanto tengo la stretta sul colletto della sua camicia, il suo viso è perfettamente davanti al mio, ha lineamenti perfetti. Le mie ginocchia sono  puntellate nel suo sterno, come possa avere riposato è un mistero.
Sbatte le palpebre e mi punta i suoi meravigliosi occhi addosso, vorrei lasciare la presa, invece serro ancora di più le mani, sono intorpidida e allungo le gambe, così facendo metto qualche centimetro tra noi, chiude gli occhi: sospira ed azzera la distanza fra i nostri corpi che aderiscono perfettamente.
Resto senza fiato: sento il mio ed il suo respiro farsi più veloci, una mano mi accarezza le scapole l'altra scende verso la base della schiena.
Con una mano sale, mi accarezza delicatamente i capelli poi scende ed inizia a disegnare cerchi sul lato del collo.
Salto in piedi come una furia, non posso farne a meno, mi cingo la vita con entrambe le braccia e sento il mio cuore scoppiare nella gabbia toracica, mi manca l'aria.
Byron mi guarda scioccato.
Si mette a sedere sul divano appoggia i gomiti sulle ginocchia e si prende il viso fra le mani.
《Perdonami Kallie ...Io non, tu, non posso !》si alza in piedi e fa un passo nella mia direzione.
Un mattone mi opprime il petto, abbasso il viso, alzo un braccio per tenerlo a distanza.
《STAI LONTANO DA ME!》non lo dico con rabbia ma scandisco ogni parola con calma glaciale.

Ho corso un po', non sono in forma, Around mi esplode nelle orecchie, non voglio stare sola,  troppi pensieri affollano la mente.
Estraggo il cellulare dal marsupio e chiamo Michael, rallento l'andatura e mi accorgo di essermi avvicinata al molo. Ho ancora il cellulare in mano, sono tentata di chiamare Charlie e Cloe, ma penso alla festa di ieri sera, forse  loro dormono ancora, probabilmente passeranno la giornata a riposare. Sono indecisa.
Una figura solitaria sta sul molo, i miei passi autonomamente mi portano in quella direzione, mi volta le spalle ma ha un che di familiare. Quando mi avvicino ne scorgo i tratti, lei non mi ha ancora notata; fissa l' orizzonte.
《Ciao Molly!》
《Kallie, ciao.》sembra a disagio.
《Aspetti qualcuno?》
Il molo è deserto, a parte noi, non ci sono movimenti nemmeno attorno alle piccole imprese; il chiosco ha la saracinesca abbassata .
《Sì, mio padre.》 Lo dice piano quasi fosse un segreto.
La guardo perplessa, la gonna lunga di lino svolazza a causa della brezza marina, sopra indossa una canotta e si stringe attorno al corpo uno scialle in maglina leggero.
Fa una risata imbarazzata.
《Arriva stasera.》
Sorrido e la trova estremamente tenera in questa versione, fuori dall' ambito scolastico.
Mi appoggio anch'io al parapetto del pontile, l'aria fredda le gocce di sudore dovute alla corsa.
Stiamo mute.
《 Forse è meglio che vada... è  infantile aspettare qua tutto il giorno.》 dice,  ma non si muove.
《 Che lavoro fa il tuo papà? 》 Le chiedo.
《 Lavora sui pescherecci, a volte sta via per mesi, sono cinque settimane che non lo vedo!》
Non replico, seppur solo per un istante l'ho vista illuminarsi parlando di lui, deve amarlo molto.
《... e il tuo?》mi chiede lei.
《 Oh mio padre è morto quando avevo quattro anni, non me lo ricordo quasi, il suo viso sbiadisce ogni giorno di più, quel poco che rammento però è che era buono.》le spiego.
《Non lo sapevo, mi spiace!》
Alzo le spalle, non fa male, non ha mai fatto male, c'era sempre la mamma.
《È meglio vada a casa, l'ora del pranzo è già passata da un po' e la mamma vuole preparare una torta per dargli il bentornato, tu che fai non vai a casa, ti staranno aspettando?! 》
Faccio di no con la testa e penso alla dimora dei Covenaugh, quella non è la mia casa, penso a Stephen e a Byron.
《 Nah! Non c'è nessuno che mi aspetta.》 e mentre lo dico so che suoni triste, allora sorrido per alleggerire il tono.
Si acciglia un attimo e mi scruta da sotto le lenti.
《 Dai andiamo, vieni da me, possiamo bere un tè.》mi guarda《 O del caffe?!》
Sorrido grata.
La seguo verso la casupola a due piani con la facciata scrostata e corrosa dalla salsedine, le imposte sono di un brillante verde salvia, tutte socchiuse.
La casa è piccina ma molto accogliente; quando entriamo vedo una donna di mezza età con lunghi capelli mossi trattenuti da una fascia, veste un caftano morbido, al collo ed ai polsi tantissimi fili di perline multicolore, intenta ad impastare farina zucchero e lievito in un enorme terrina in cotto .
《Questa è mia mamma, è un po' "stramba" ma è la migliore mamma sulla faccia della terra.》 mi dice indicandola.
《Hei ragazzina, porta rispetto a tua madre e non parlare come quelle snob altolocate della tua scuola.》 dice la signora Donovan agitando un cucchiaio di legno sotto il naso della figlia che ride ed alza gli occhi al cielo.
La signora Donovan prende uno stofinaccioo per rimuovere l'impasto dalle mani sporche e mi abbraccia calorosamente.
《Maria Donovan. Non fare caso a quello che dico; tanto piacere!》
《Kallie Davenport, il piacere è mio!》

《 Speravo tornassi a casa prima o poi con un giovanotto, ma anche un amica va bene, è già un passo avanti. Su ragazzina aiuta tua madre.》
Mando un messaggio a Stephen giusto per non farlo preoccupare, non vorrei l'esercito si presentasse qui in veste antisommossa solo perché mi sono allontanata dalla sfera Covenaugh per un paio d'ore.
Byron dopo quanto gli ho intimato credo starà alla larga.
Le guardo complici muoversi nella cucina, preparano un paio di torte di pesche e noci, mi offrono un caffè con una fetta di pane e zucchero.
Trasudano felicità, quasi mi sento fuori posto: spettatrice curiosa, come quando a Natale sbirci nelle case sulla 5th avenue ed ammiri ed invidi la lieta aria di festa che si vive nella attesa.
Le saluto quando il sole tramonta regalando un paesaggio da fiaba, decido di tornare camminando alla villa.
Ho una torta tra le mani, Molly e sua mamma hanno tanto insistito.
Passo dalla spiaggia, il cielo è spettacolare: nubi rosa si alternano a nubi scomposte grigie, mi siedo a gambe incrociate su una sdraio del patio per non perdere l'ultimo raggio tuffarsi nelle acque dell'oceano.
《 Eccoti bambolina. Hai passato una bella giornata?》mi chiede Stephen sedendosi sulla sdraio accanto.
《 Direi proprio di sì.》 e sorrido immaginando la scena che si starà svolgendo in quella piccola casetta sul molo.
Non mi fa domande, vede la torta e la prende tra le mani.
《È un regalo, portala pure in casa. 》gli dico.
《 Dolcezza questa può tornarci utile stasera.》 solleva la torta sopra la testa e la contempla, manco fosse il sacro graal e sghignazza.
《 Hei lo sai che hai dei problemi seri vero?》
ridiamo.
《 Su, su bambolina prendi una maglia che andiamo.》
《Andiamo? Andiamo dove?》 gli chiedo incerta.
《 Al falò di fine estate, ovviamente! 》
Mi alzo,  mi guardo da capo a piede e scuoto la testa《 Non penserai che esca così? 》ed accenno al mio completo da running.
《 Certo che sì, guarda me, siamo perfetti, fidati, agguanta una felpa però, più tardi rinfresca.》 Indossa una tuta sformata dei tempi che furono.
Sono lo scetticismo a persona, finora non è che avesse sempre l' abbigliamento adeguato per ogni situazione ma decido di soprassedere stasera.
Tagliando dalla spiaggia siamo al ritrovo in una decina di minuti, ci sono già tutti: Byron con Marissa seduta su un materassino, Adam ed Eric su un plaid accanto ad una vasca piena di bibite, Jordan e Melissa su una sdraio affondata nella sabbia, Connor sta sulla sabbia a gambe incrociate ed imbraccia una chitarra guardando perso il fuoco, mentre l' accorda, Cloe e Charlie su dei salviettoni.
Mi fiondo verso loro due, sporgo il labbro e faccio il faccino triste, mi fanno spazio fra loro due, mi lascio cadere e ridacchio.
《 Solo perché sei piccola...》 dice Cloe.
《... e non occupi tanto spazio!》 rincara Charlie.
Faccio loro un smorfia.
《 Che avete fatto di bello oggi, volevo tanto chiamarvi ma temevo voleste riposare?》dico loro.
Si guardano e scoppiano a ridere.
《Abbiamo pensato la stessa cosa!》 mi dicono in coro.
Anche gli altri parlano sommessamente a gruppetti ma sembra aspettiamo tutti che Connor suoni qualcosa.
Eric mi lancia una birra, arriccio il naso e la passo a Cloe, mi lancia allora una lattina d'aranciata. Stephen ha tagliato la torta e ne offre generose porzioni. I complimenti si sprecano quando mi passa accanto mi strizza l'occhio complice.
Connor inizia a strimpellare un motivo degli Arcade fire
《Mi siete mancate oggi. 》 dico rivolta a Cloe e Charlie
《Oh qualcuno si è sentito solo.》 mi canzona Cloe.
Faccio la mia faccetta triste ed annuisco.
《Abbraccio di gruppo!!!》dice Charlie.
E mi stritolano fra loro.

《Sei pronto per la prima partita di stagione, Byron? 》 Adam chiede ad alta voce.
《 Nato pronto Strotman! 》
《Venerdì allora altra vittoria per la Beacon!》 Conferma Eric.《 A seguire tutti a fare baldoria》
Ascolto Eric e rimango perplessa. Da calendario mi pare pure Stephen giochi, capita raramente giochino contemporaneamente, hanno una trasferta se non sbaglio.
《 No, scusate ma la squadra di Lacrosse non gioca venerdì al Bearford?》
《Noi non andiamo in trasferta !》 mi spiega Marissa.
《 Ci perderemmo le feste e gli eventi qui a Beacon.》
《State scherzando vero?》 chiedo alquanto allibita.
Tutti dicono la loro e la conversazione si anima,per un istante taccio ed ascolto.
Stephen si alza dalla sua postazione e viene a sedersi fra me e Charlie.
《 Che c'è bambolina, lo trovi sbagliato? Abbiamo sempre fatto così.》 mi dice Stephen.
《Assolutamente si!》 gli dico.
《 Solo perché si fa da sempre una cosa non vuol dire questa sia giusta.》 dice Charlie.
Mi alzo e guardo il gruppo e parlo: 《 Io non vi conosco bene ma credo che tra noi non ci sia nessuno che abbia difficolta a pagarsi il college, alcune famiglie potrebbero permettersi di pagarlo ad un'intera classe, ma non è così per tutti, qualcuno magari spera nella borsa di studio per meriti sportivi e voi disertando le partite lo private di questa possibilità.
Anche il prestigio della scuola che dite di amare ne è compromesso. Prendersi un impegno comporta responsabilità, forse per voi non è così. 》 Marissa batte ironica le mani. Byron le ordina di smettere. Nonostante questa mia digressione la serata procede tra risate e rilassatezza.
Quando ci alziamo e rassettiamo per andarcene Stephen mi si avvicina e mi chiede se sia convinta di quello che ho detto ed io annuisco guardandolo negli occhi.
《 Sì , ricordi le mie parole di ieri sera? Tu sei migliore di così e lo penso davvero.》 Anche Charlie che mi è accanto annuisce.
Non parliamo tornando alla villa .

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