Capitolo 1

"Premetto che ogni scena presente in questo capitolo e nei seguenti è frutto della mia immaginazione. Qualunque coincidenza con la realtà è del tutto casuale.
Inoltre ricordo che questa è la PRIMA opera nella quale si parla di Filippo immerso in ambienti come strip club e simili.
Chiunque prova a copiare anche solo l'idea sarà punito per legge,e non ci penserò due volte ad attivare vie legali.
Dopo queste informazioni,vi auguro una buona lettura"









































"Come un serial killer,
Faccio pagare alle altre donne,
La colpa di
Non essere te"




















Armonia pov's.
Sono immersa nella mia vasca profumata,mentre una melodia piacevole riecheggia nel bagno.
Oggi è una giornata molto spensierata e non penso minimamente a rovinarla:da quando lavoro queste cose sono rare.
Comunque piacere,sono Armonia. Nome insolito per una ragazzina di soli diciassette anni.
Sono nata a Milano e risiedo qui da tutta una vita:fino a pochi mesi fa frequentavo il liceo classico ma poi,sapete, ci sono cose che la vita ti obbliga ad affrontare,senza che nessuno possa aiutarti.
Le peggiori disgrazie,succedono nel momento più bello della tua vita;o almeno a me è successo così.
Quando avevo solo undici anni,mia madre ha deciso di sua spontanea volontà,di andarsene di casa.
Senza una spiegazione valida.
Lasciando all'interno di essa una bambina che aveva appena iniziato le medie e sua nonna che,cinque anni dopo sarebbe venuta a mancare a causa di una malattia presa nel lavandino di un autogrill a Roma.
Epatite cronica.
Ma tutto questo,la vita non me l'aveva detto.
E nemmeno mi aveva detto che avrei scelto di sopravvivere facendo un lavoro del quale mi vergogno fortemente:la spogliarellista.
È vero,non rubo niente a nessuno e semplicemente mi spoglio davanti a delle persone:in fin dei conti,non sono un sicario.
Ma la vergogna che provo ogni volta che metto piede all'interno del locale, è davvero alta.
Altissima,forse mi supera.
Non sono altissima,premetto.
E nemmeno tutta questa bellezza:sono magra,forse persino troppo.
Ho poco seno,sono piena di smagliature e i miei capelli sono trascurati da un paio d'anni.
In fondo,posso permettermi solo questo lavoro,trasandata così,da nessun'altra parte mi prenderebbero a lavorare.
L'unico che mi sta accanto in tutto questo è il mio micio nero: Franklin.
Non ridete,a volte gli animali sono più sensibili di molta gente che per qualche soldo butta fuori lacrime di coccodrillo.
Mi squilla il cellulare e devo riprendermi dai miei pensieri dato che è il mio datore di lavoro.
<<Pronto,ciao Raffaele,dimmi tutto>>rispondo,cercando di non allagare il bagno.
<<Ciao piccolina,stasera ci sei al locale vero?>>
<<Mi avevi detto che era il mio giorno di riposo...>>
<<Dai tesoro,ti do qualche soldino in più nella busta paga,prometto>>
<<Va bene,sempre alla solita ora?>>
<<Sempre alla solita. Grazie zuccherino!>>
A volte,se non fosse che è il mio datore di lavoro lo prenderei a schiaffi.
Raffaele premetto che mi ha sempre rispettato,non è mai andato oltre nel toccare o fare richieste.
Ma è una grandissima testa di c...cavolo.
Cavolo,si,cavolo.
Da quando lavoro cerco di usare il meno possibile le parolacce, altrimenti i clienti possono lamentarsi e non venire più da noi.
Tornando al discorso,Raffaele è un uomo sposato,con due meravigliose creature:Luisa e Margherita.
Sono due bambine veramente speciali e ogni tanto,vado a farle da baby-sitter.
Ma loro padre è veramente insopportabile:ti toglie sempre il giorno di riposo.
Specialmente se sei una novellina come me.
Ma nonostante tutto,dentro quel locale ho incontrato donne meravigliose come Katy,in realtà si chiama Caterina ma quando fai questo determinato tipo di lavoro devi trovare uno pseudonimo.
Ci sono squilibrati che possono sapere nome,cognome,indirizzo e persino il tuo numero di telefono.
E fortunatamente a me,non è mai capitato.
Caterina è una donna di cinquant'anni,una chioma rossa in testa e un fascino,degno di Jessica Rabbit.
Insomma, è come la Rabbit,solo con un accento milanese fortissimo.
Poi c'è Mary,ovvero Maria:una ragazza di trent'anni,amante delle moto e anche delle donne.
Ha svariati tatuaggi temporanei sul corpo che puntualmente,ogni settimana cambia.
C'è anche Isabel, nonché Isabella:lei ha ventidue anni e vive con suo marito che è al corrente del suo lavoro.
Mi piace come cosa,ma io penso che,se fossi sposata cercherei un impiego più consono.
E ne ho menzionate solo tre,in realtà siamo più di quaranta ad esibirci tutte le settimane.
Io mi esibisco tutte le sere:sono "L'angelo vergine".
Beh....agli uomini piaccio molto quando faccio gli occhi dolci e indosso un paio di ali bianche.
Ognuno ha la sua trip mentale.
Il nome deriva dal fatto che, sì,sono davvero una 'verginella' e la cosa,mi fa piacere.
Insomma,di questi tempi arrivare a diciassette anni ancora tutta intera è una vittoria davvero memorabile.

Decido di vestirmi e correre letteralmente al lavoro.
Fortunatamente stasera non è pieno di gente come me lo aspettavo,ciò significa che posso tornare a casa prima.
<<Ciao ragazze!>>saluto entrando in camerino,un coro di saluti si alza per tutta la stanza,mentre noto il costume che devo indossare stasera: è un body bianco,con una profonda scollatura fino all'ombelico e delle ali rosa.
Che schifo.
Non critico il lavoro delle sarte ma ogni tanto,vorrei andare sulla passerella vestita,come tutte le persone normali.
<<Tesoro! Ma non eri di riposo stasera?>>chiede Maria,intenta a togliersi i bigodini dall'enorme chioma bionda.
<<Sai che quando Raffaele ha bisogno io corro in aiuto!>>rispondo,sedendomi e iniziando a pensare come truccarmi.
<<Ti trucco io piccolina!>>mi sorride Jessica,la nostra truccatrice di fiducia.
Stende sulle mie palpebre dell'ombretto leggero e poi,sulle ciglia,applica quelle finte,completando poi con del rossetto rosso acceso.
Bene,il primo step è fatto.
I capelli li raccolto in una coda alta,che delicatamente piastro:cerco di non rovinarli ma è impossibile.
Indosso l'abito e le ragazze mi aiutano a indossare le ali.
Bene,tra poco si entra in scena.
In questo lavoro ho imparato che ogni volta che varco il palco,i problemi della vita li devo lasciare a casa,lontano da questo posto.
<<Ed ecco a voi,il nostro angelo preferito! Vieni piccolina!>>Simone,un giovane che lavora a livello radiofonico del locale,mi invita a salire sul palco.
Si va in scena.










Filippo pov's
La pioggia di novembre continua a bagnare il tettuccio della mia auto.
Entro nel locale in cui mi esibisco già da un po' di tempo,per racimolare qualcosa.
Mi presento signori e signore:sono Filippo,ho venticinque anni e la mia passione più grande è la musica.
Nella vita ho preso un sacco di calci in faccia,ma non sono qui per raccontarvi questo.
Il mio passato non lo voglio raccontare a nessuno,fa schifo a me,figuriamoci agli altri.
Lancio la cicca della mia sigaretta,per poi prendere in mano il mio cellulare e chiamare mia sorella e avvisarla che stasera non rientrerò presto.
<<Ciao Filo,dimmi tutto>>risponde lei,mentre dall'altra parte della cornetta sento il suo datore di lavoro che sbraita come un matto.
<<Joly,stasera torno sul tardi....avvisa solo mamma di non chiudermi fuori a chiave>>dico,immaginando la scena.
È successo più di cinque volte,conosco bene i miei polli.
Lei mi rassicura che l'avviserà(probabilmente tra tre ore) e poi mi saluta,attaccando immediatamente.
Prendo atto della situazione e sorrido,ringraziando Dio di avere una famiglia così buona alle spalle.
Siamo io,mia mamma,mio papà e mia sorella.
Mio padre vive con un'altra donna con la quale,dice di trovarsi meravigliosamente bene.
Io, piuttosto che negare l'evidenza avrei detto che ci sta di merda ma lo fa per convenienza economica.
Ma va bene così, c'è chi nasce uomo e chi lo diventa.
Non puoi decidere in quale categoria nascere,ma puoi decidere dove andare a finire.

Entro nel locale che come al solito è stracolmo di uomini,impegnati ad osservare il corpo delle ragazze che ballano in modo sensuale.
Lavoro qui da quasi tre anni e le conosco praticamente come le mie tasche.
Non nascondo che qualche volta,non ho rifiutato l'offerta di andarci a letto ma poi,amici come prima.
Ma non sono uno che va oltre il limite:per me prima di tutto per una donna c'è il rispetto.
Che sia una spogliarellista,un avvocato o un medico,ci vuole comunque rispetto.
Cammino lentamente fra i tavolini neri come la notte mentre mi fermo qualche istante ad osservare Marika,la barista che,capisce al volo il drink che voglio.
Non sono uno che beve quando è sul posto di lavoro ma,in questi casi, l'alcol serve per sciogliersi un po'.
<<Ciao Filippo,tutto bene?>>chiede mentre io mi siedo sullo sgabello bordeaux.
<<Massì tutto bene,oggi pomeriggio ho comprato una nuova chitarra e stasera non vedo l'ora di provarla>>le dico,mentre lei fa scivolare sul bancone un drink rosa alla pesca.
<<Allora ti guarderò molto attentamente da qui...>>mormora,sporgendosi e accarezzandomi lentamente i capelli.
<<Ti ricordo che sei fidanzata,donzella>>la canzono,scostando la sua mano da me.
<<Prima o poi ci lasceremo....devo solo trovare il coraggio>>mormora,iniziando a pulire vari bicchieri.
<<Fidati di me:prima vi lasciate,meglio è. Tanto lo sa tutta Milano e dintorni che vi cornificate a vicenda,e lo sapete anche voi. Cosa avete da perdere ormai? Nulla>>dico,sorseggiando di tanto in tanto il mio drink.
<<Nulla....nulla,nel vero senso della parola>>dice,in un sussurro quasi udibile.
<<Quando deciderai di mettere la testa a posto,fidati che sarà troppo tardi>>dico,lasciando qualche moneta sul bancone e iniziando a camminare verso la mia postazione.
Mentre cammino sento una voce metallica che annuncia,l'entrata in scena del pezzo forte del locale.
L'angelo vergine.
Gli uomini che dapprima erano svaccati sulle poltroncine blu elettrico,si alzano in piedi,come percorsi da una scossa elettrica.
Sinceramente mi vergognerei se fossi in loro:venire qui la sera,per sbavare dietro ad una ragazzina di diciassette anni.
Solo l'idea mi fa vomitare.
Mi sembra si chiami Armonia,in realtà non le ho mai parlato perché è molto timida.
Ho saputo tramite voci di corridoio che non ha una storia facile alle spalle e la cosa mi incuriosisce ma nemmeno più di tanto:non sono fatto per prendermi cura delle persone.
Dedico solo un po' di attenzioni alle donne, nient'altro.
Sulle note di una canzone francese,fa la sua comparsa sul palco.
Immediatamente tre bodyguard del locale si precipitano intorno a tutto questo caos immenso.
Io nel frattempo,raggiungo la mia postazione,spegnendo la radio e attirando l'attenzione dei clienti.
<<Buonasera signori. Mi scuso per l'interruzione ma volevo cantare qualcosa di mio....godetevi lo spettacolo del nostro angelo preferito nel frattempo>>dico,facendo segno a Marika di abbassare ancora di più le luci del locale.
Siamo quasi nel buio totale mentre quella giovane ragazza,si muove con delicatezza e pace,attorno a quel palo,come se fosse un diamante da custodire.
Le ali D'Angelo si muovono lente,mentre lei,inizia a muoversi con fare teatrale,lanciando da qualche parte il costume che indossa e rimanendo in intimo.
A mio sincero parere,non è niente male.
Ma un pensierino non glielo farei nemmeno se mi pagassero: è troppo piccola per me.
<<Togliti il reggiseno piccola!>>urla un uomo,mentre lei con la testa nega.
<<Eddai tesoro! Muovi un po' di più quei fianchi>>chiede un'altro.
<<Mostraci il tuo bel culetto!>>grida un'altro,sventolando una banconota.
Si vede che è timida e tutte queste attenzioni nemmeno le vuole.
Ma a volte nella vita sei costretto persino a diventare ciò che non sei.
Si stende sul palco ed inizia a gattonare,alzando di proposito i fianchi, cosicché i clienti possono infilare delle banconote fra l'elastico delle mutandine.
Sorride compiaciuta per poi mandare un bacio volante al pubblico che è sempre più impazzito.
Io smetto di cantare,ormai ho finito la canzone e lei,regala un'enorme sorriso a tutti,mimando un "grazie" con le labbra dipinte di rosso.
Esce di scena,mentre alcuni clienti chiedono il bis.
Ma non hanno già visto abbastanza? Certa gente non riesce proprio a contenere gli ormoni.

Dopo mezz'ora,le ragazze hanno finito di esibirsi ed io,sto sistemando la chitarra e il resto delle mie cose.
<<Ehi amico,che bomba la canzone di stasera!>>sento alle mie spalle.
<<Grazie Ale,mi fa piacere che ti sia piaciuta>>rispondo,dando una pacca sulla spalla al ragazzo di fronte a me.
Alessandro è uno dei bodyguard storici del locale:ha quaranta e fischia anni ma non ha mai fatto niente di male alle ragazze,anzi,molte volte quando la gente ha dato di matto per toccarle e via dicendo, è sempre stato il primo a tirare un ceffone senza pensarci due volte.
In realtà,non so molto di lui:so che ha una figlia che si chiama Rebecca di pochi anni ma,che tiene la sua ormai ex moglie e lui,vede ogni weekend. Insomma,anche lui ha una situazione scomoda alle spalle.
Non ne vuole sentire di aprire una nuova relazione anche perché,l'unica donna che ama,a detta sua, è sua figlia.
Però,secondo me,ogni tanto una scopata non gli farebbe male:anche solo per rilassarsi.
È sempre stressato per la questione del mantenimento della bambina che a volte,lo vedo predisposto per una seduta psicologica.
<<Bene,bene,bene. Ora vado a vedere se qualche maiale tocca le ragazze che stanno dando qualche spettacolo privato e poi ci vediamo domani>>dice, scrocchiandosi le dita.
<<Fai bene amico,stasera sembravano una massa di indemoniati>>dico ridendo,contagiandolo.
<<Ci vediamo domani Filo, buonanotte>>dice,iniziando ad incamminarsi su per le scale del locale.
Al piano superiore ci sono varie stanze:alcune dedicate interamente per avere dei rapporti con i clienti.
Altre più piccole,dove le ragazze danno privatamente spettacoli spinti a questi ultimi che però hanno solo una regola:guardare e non toccare.
Mai,nemmeno con un dito.
Esco sul retro del locale a fumarmi una sigaretta,nel frattempo che la luna piena splende in cielo.










Armonia pov's.
<<Muovi di più quel bacino gioiello>>mi invita un uomo.
È seduto su una poltrona di pelle nera,mentre io sono in lingerie e sto ballando per lui.
Non mi piace mai farlo.
Io e un uomo,in una stanza.
Da soli.
Mi mette i brividi la cosa, specialmente perché non sai mai cosa una persona può fare.
Seguo il suo consiglio,ancheggiando il più che posso.
<<Sei bellissima>>sussurra,mentre gli siedo sulle gambe e gli lascio un bacio sulla guancia.
<<Ho finito....sono duecento tondi, tondi>>sorrido,mentre lui mi passa i soldi,lasciandomeli fra le mani.
Lo ringrazio e mi alzo,uscendo dalla stanza.
Mi ritrovo in corridoio con Maria che sta contando le banconote.
<<Piccolina quanto hai fatto stasera?>>chiede.
<<Duecento tondi,tu?>>
<<Cinquecento ma ho fatto anche altro...>>sorride,facendomi capire tramite vari gesti con le mani che cosa voleva il cliente.
<<Ah...beh,almeno è stato gentile?>>chiedo,aprendo la porta del camerino.
<<Amore mio,gli uomini non saranno mai gentili se si tratta di sesso!>>risponde,ridendo.
<<Ah già, mi dimentico sempre che tu sei dall'altra sponda>>dico ridacchiando.
<<Ehi tesoro,ringrazia il Signore che non ti ho ancora fatto un pensierino, altrimenti diventeresti come la sottoscritta!>>ride di rimando,andando a cambiarsi.
Dopotutto non è stata una brutta serata.

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