Capitolo 27

Briya camminava sul ponte della Discordia con le mani incrociate dietro la schiena: aveva poche informazioni da Kiaphus, troppo poche per potersi dire soddisfatta. 

Se davvero la Confederazione puntava al commercio del Chow, non aveva idea di come poter affrontare per bene la flotta. Ciò che Julyen le aveva riferito, era sì di vitale importanza, ma oltre un certo livello, non poteva andare. 

Indagare sarebbe stato l’ideale, ma anche le spie di Laera sembravano brancolare nel buio, portanto a Grinda poche e frammentarie notizie. 

Sapevano solo che la situazione sembrava esser precipitata nella Confederazione, che tutti gli equilibri potessero cambiare da un momento all’altro. 

Si fermò, alzando lo sguardo al soffitto: le luci erano accese a metà e la poca illuminazione faceva apparire ombre lunghe sulle pareti che si estendevano fino in alto. Apparivano come presente inquietanti, facendo assumere alla Discordia un aspetto che lei non aveva mai visto prima. 

Era da sola, in piena notte, su Xallao. Aveva passato il tempo a visionare le registrazioni della battaglia, a studiare i dati raccolti dall’Armonia nei confronti delle astronavi che avevano affrontato. 

Inesperienza contro sacrificabilità. 

La prima aveva avuto la meglio, come era anche prevedibile: si studiavano a vicenda, ma la Confederazione delle Veti Stelle aveva anche un altro obbiettivo. 

Erano in gioco troppe variabili per dirsi soddisfatta della vittoria: la Mano Scarlatta rimaneva, come sempre, un jolly - una bomba pronta a esplodere, ma senza timer. L’avevano dimostrato ancora una volta, beccando Julyen. Non aveva idea se fosse ancora vivo o meno, ma l’idea di aver perso un altro uomo dell’equipaggio - per quanto avesse ingannato lei, per tutti gli altri era un componente della squadra di Dax - le faceva stringere lo stomaco. 

Si lasciò cadere sul primo sedile che trovò libero, passandosi una mano sul volto. Non sapeva davvero come poter continuare la guerra, non sapeva come affrontare tutto ciò che il futuro le metteva davanti. 

Sospirò, dopo aver lasciato scivolare indietro il gomito del braccio destro sul bracciolo e iniziò a tamburellare sullo stesso: i dati raccolti non potevano darle un’idea chiara della flotta della Confederazione delle Venti Stelle - o almeno, dirle qualcosa in più da quel che aveva imparato con l’esperienza in battaglia.

Avrebbe davvero voluto che Jareth e gli altri fossero ancora vivi, ma continuava a sentirsi responsabile della loro morte: se la Discordia non fosse stata squarciata su un fianco, sarebbe rimasta lì, a condividere il destino con tutti gli altri. Non sapeva dire se fosse stato meglio fuggire in quel modo, voltare le spalle al resto della flotta e mettersi in salvo, ritardando così la morte, o chiudere l’intero capitolo dell’esistenza del Patto in quel frangente, in una battaglia dove anche buona parte degli amici erano diventati nemici.

Abbassò la testa, spostando lo sguardo sul pavimento, ancora una volta tirato a lucido e in cui le luci si riflettevano. Se solo avesse saputo in che situazione si sarebbe ritrovata nella Proxima Hemithea, probabilmente non avrebbe mai lasciato la Terra: ricordava troppo poco per poter affermare di avere una casa a cui tornare. 

Ciò che aveva sempre sognato, con gli occhi rivolti al cielo - spesso coperto dall’inquinamento atmosferico e luminoso - non era ciò che aveva trovato. Avrebbe riso in faccia a chiunque - anni prima - le avesse detto che si sarebbe ritrovata al comando di una flotta il cui nome sembrava essere messo lì per prendere in giro la situazione in cui versava la Proxima Hemithea. 

“Ma davvero, una gioia, una qualunque, non è possibile averla?”

Sospirò, reclinando la testa all’indietro: si sentiva invischiata in una situazione da cui non avrebbe mai potuto tirarsi fuori. 

Era difficile sopravvivere, ma morire, nello stesso tempo, non le sembrava l’opzione migliore: avrebbe lasciato Grinda senza quell’esperienza necessaria davvero alla guerra, avrebbe lasciato la Discordia in mano a chissà chi e tutto sarebbe potuto succedere.

Rabbrividì, abbracciandosi e stringendo le mani sulla stoffa della giacca della divisa. Finché c’era qualcun altro in cima al vertice, finché non era tutta la sua responsabilità, l’idea di morire non l’aveva mai spaventata così tanto. 

L'idea che Grinda potesse essere distrutta dalla Confederazione delle Venti Stelle la faceva rabbrividire: era colpa sua se il pianeta era sceso in guerra, se avevano preso parte a quella follia che aveva distrutto tutto ciò che c'era di buono nella Proxima Hemithea, lasciando solo il marcio, rovinando ogni stella, ogni pianeta, ogni essere vivente che si trovava lì. 

«Comandante Anderz?»

Una voce, accompagnata dal suono di alcuni passi, risuonò nel silenzio della Discordia e poco dopo, dal buio, emerse una figura.

Briya si alzò di scatto, aggrottando la fronte: sapeva di aver già visto quella faccia, ma non riusciva a collegare a nessuno. Non c’era niente che spiccasse nel suo aspetto: né i capelli scuri che arrivavano poco sopra le orecchie, né le iridi scure che Briya si ritrovò davanti all’improvviso. 

«In persona. Chi siete?»

«Una delle tante spie della famiglia Breckett, ma non ha importanza la mia identità».

Briya annuì con un cenno della testa. «Immagino abbiano più peso le informazioni».

«Sì. Avevo inviato già alcune cose a Grinda - mi occupo del controllo su alcune reti commerciali della famiglia -, ma dato che è successa una certa cosa, ho pensato di tornare qui a riferire di persona. I Breckett lo sanno già, ma c’è altro che interessa più voi che loro».

«Cos’è successo di preciso? Laera mi ha procurato un file con i rapporti inviati, ma… non ho altro oltre quelle informazioni. Da altre fonti, so che la Confederazione ha deciso di mettere la Mano Scarlatta con le spalle al muro, stringendo sul commercio del Chow e, a quanto pare, hanno già iniziato».

La spia annuì con un lieve cenno della testa, facendo sì che l’orecchino al lobo destro brillasse per un attimo sotto le luci della Discordia. «La Confederazione delle Venti Stelle sta puntando alla distruzione di Sester: vogliono occuparsi prima della Mano Scarlatta e poi di Grinda. Ritengono gli Affiliati un pericolo ben più grande dell’Armonia».

«Ho capito. Hanno paura che la Mano Scarlatta possa mettere loro i bastoni tra le ruote più di quanto lo possa fare io. Ma cos’è successo?»

«Sono in contatto con varie aziende di Itov: lì non si sono mai posti il problema dell’aiutare la fazione giusta, basta intascare soldi».

«Lo so, conosco bene Itov» rispose Briya con un sorriso tirato. «Lì il limite tra legalità e illegalità è fin troppo sottile, non si sa cosa sia bianco e cosa sia nero».

«La Ridge&Co era un’azienda che aveva molte simpatie per Grinda: abbiamo… ignorato gli ordini della Confederazione e anche quando Re Damian è venuto meno ai trattati commerciali, avevamo lasciato la nostra collaborazione intatta, ma la Mano Scarlatta ha avuto la bella idea di togliere di mezzo il dirigente e prendere il comando dell’azienda».

«Non era di vitale importanza, visto che Xallao è ancora saldo nelle nostre mani».

«Vero, ma è pur sempre un’azienda metallurgica in meno che poteva esserci utile. Ma… non è questo. L’uccisione di Ridge non ha creato troppo scalpore ed è un bene. Credevo che la faccenda avrebbe avuto più risonanza, ma mi sbagliavo. Tuttavia, nei giorni seguenti, i bassifondi di Itov sono stati teatro di uno scontro a fuoco».

«Uno solo? Ne succedevano almeno tre al giorno quando c’ero io» disse Briya incrociando le braccia. 

«Sì. Diciamo che ha assunto una qualche rilevanza perché sono stati coinvolti sia gli Affiliati che soldati della Confederazione delle Venti Stelle. Ora, non credo sia dovuto al fatto che la seconda organizzazione sia andata a cercare di stanare la Mano Scarlatta su Itov».

«Credo sia stato un caso: i loro interessi sono ormai entrati in conflitto, ma la minaccia che rappresenta la Mano Scarlatta è ben più grande di quella che aleggia intorno alla Discordia e all’Armonia. Non ho i mezzi né le risorse necessarie per mettere davvero paura alla Confederazione e ne sono ben consapevole, ma la Mano Scarlatta, a quanto pare, sì: non credevo diventassero così potenti».

«Gli Affiliati controllano buona parte del commercio del Chow in tutta la galassia, hanno un giro d’affari nascosto alla legalità che, a dire la verità, potrebbe essere più grande di quel che immaginiamo. Molto più grande».

«La Confederazione delle Venti Stelle deve aver indagato: so che uno degli Oligarchi è morto e, a quanto pare, è stato per cause non naturali. Un assassinio ben congegnato da parte degli Affiliati: hanno fatto sì che il Chow si mischiasse all’alcol e, durante la notte, il cuore di uno di loro non ha retto a quel mix».

«Ecco cos’erano quelle voci che avevo sentito al ristorante. Nessuno ne ha parlato volentieri su Itov, immagino sia dovuto al fatto che la Confederazione non voglia seminare il panico nei pianeti che controlla più o meno direttamente».

«Itov non è proprio sotto il suo comando direttamente, visto che è un centro commerciale e mercantile, più che seminare il panico, non vorrei che avessero paura di perdere il controllo che hanno sulle popolazioni assoggetate. La Mano Scarlatta ha colpito al cuore, dove nemmeno il Patto della Frontiera non era mai arrivato. 

«Mh, sì, forse è più probabile».

«Comunque. Se la Confederazione ha messo in relazione la morte dell’Oligarco con la Mano Scarlatta - probabile, visto che a quanto sembra alcuni Affiliati hanno avuto un incontro con loro nelle ore precedenti al decesso - può aver deciso di vendicarsi. Stringere sulla produzione del Chow porterebbe la Mano Scarlatta a perdere l’unità che hanno adesso sotto il comando di Kaeler Gav».

Briya cercò di rimanere impassibile, ma rabbrividì nel pronunciare quel nome: sapeva che era tutto precipitato in poco tempo da quando aveva scoperto la vera identità di Julyen e da allora, più che mai, le sembrava di avere una qualche arma che ondeggiava sopra la sua testa, seguendo tutti i movimenti, aspettando il momento buono per colpirla. 

«Hanno intenzione di mettere gli Affiliati gli uni contro gli altri? Sono davvero così… così bestie da scannarsi per un po’ di droga».

«Sono dipendenti dal Chow» rispose Briya incrociando le braccia. «Più di quanto possa sembrare all’apparenza. Ho frequentato per… anni i bassifondi di Sester, ho visto con i miei occhi cosa stavano diventando. Basta esagerare appena con i farmaci che servono a sopravvivere depurando l’aria dagli elementi nocivi per la salute di ciascuno ed è finita: il corpo non riesce ad assimilare tutto il principio attivo e quel che resta nello stomaco diventa uno scarto che ben presto ti fa avere allucinazioni, ti illude di stare bene, insomma. E loro esagerano apposta: credono di essere liberi, ma in realtà sono prigionieri del Chow. Si bruciano il cervello, arrivando a pensare che tutto sia fatto apposta per metterli in difficoltà. Vedono complotti nei loro confronti ovunque, ma sono uniti dal Chow».

«Ho capito… però… ci vuole tempo prima di distruggere un gruppo con una mossa del genere. Immagino che su Kiaphus ci siano scorte di Chow».

«La Confederazione delle Venti Stelle vuole distruggere Sester. È lì che sono diretti, senza troppi dubbi. È per questo che non hanno considerato noi in battaglia. E sarà lì che dovremo affrontarli anche noi».


L'angolino buio e misterioso

No, Briya. Scordati le gioie. Be', diciamo che un po' mi dispiace arrivare agli ultimi dieci capitoli della storia, sono 39 e ancora non ho dato il meglio (del peggio) di me.

Insomma, preparatevi a tutto🌝

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