Capitolo 15

Julyen si sistemò in una delle ultime file, cercando di avere meno Affiliati possibile intorno: non si sentiva al sicuro e preferiva avere la possibilità di controllare gli altri piuttosto che rischiare di avere una pistola puntata alla testa da chi occupava le file dietro a quella in cui si trovava lui. 

Incrociò le braccia, allungando le gambe sotto il tavolino che aveva davanti a lui e che ancora aveva il nome di uno dei politici del Patto. 

La sala andava via via riempiendosi e le file, una dopo l'altra, sembravano straboccare per la presenza di tutti gli Affiliati. Qualcuno rimase in piedi pur di non allontanarsi dalle prime file, continuando a parlare con i compagni. 

Riconosceva i volti di tanti, ma di altri non ricordava nemmeno il nome: erano più di quanti ne avesse mai visti. Si rese conto che tranne i più vicini a Kaeler, di molti Affiliati non sapeva nemmeno il nome. La cosa lo preoccupava, perché loro, al contrario, sapevano benissimo chi fosse.

Tamburellò sul tavolo di metallo, appoggiando il gomito dell'altro braccio sullo stesso e sorreggendo la testa. Qualunque cosa volesse dire Kaeler, qualunque piano volesse esporre, richiedeva la presenza di tutti. 

Le voci divennero sempre più fievoli, finché non cadde il silenzio assoluto nella sala. Julyen alzò lo sguardo, fissando il tavolo sul palco principale e serrano le labbra. 

Quei cinque con cui stava parlando il padre erano con pochi dubbi coloro che avevano portato a termine con successo la missione. 

Essere nell'ombra del padre gli aveva sempre permesso di sopravvivere senza troppi problemi, ma non appena aveva messo piede fuori, alla luce, era riuscito a scottarsi con una macchia che non avrebbe potuto togliersi facilmente. 

Avrebbe voluto scivolare verso il basso, nascondersi sotto quel piccolo tavolino ed evitare le occhiaie che in tanti gli rivolgevano, accompagnate da dita puntate contro di lui. 

Non poteva sfuggire alle loro voci. 

Lo stomaco si strinse in una morsa: essere rimasto su Grinda l'avrebbe protetto, ma sapeva che, per loro, la situazione era fin troppo disperata, che l'Armonia non aveva e non poteva avere le risorse e l'organizzazione necessaria a reggere il confronto sia con la Confederazione delle Venti Stelle sia con la Mano Scarlatta. 

Avrebbe dovuto avvertire Briya di quel che stava succedendo su Kiaphus, di come la Mano Scarlatta si stava organizzando per tirare giù un altro dei pilastri della Proxima Hemithea. 

Si passò una mano sul colletto: doveva accertarsi che non fosse seguito da nessuno, magari recarsi in un punto nascosto - le stazioni minori della metropolitana gli parvero il posto migliore - e avvertire Grinda il prima possibile. La Mano Scarlatta non si sarebbe mai alleata con la Anderz, ma, inconsapevolmente, poteva aiutarla. 

Gli obbiettivi, alla fine, coincidevano, ma non le visioni del mondo. 

Si morse ripetutamente un labbro, aspettando impaziente che la riunione iniziasse, che Kaeler dicesse qualcosa a tutti, oltre che stringere la mano e sorridere a quei cinque Affiliati che si erano radunati intorno a lui, raggiunti poi da altrettanti. Non riusciva a capire cosa si stessero dicendo: erano troppo lontani da lui, ma avvicinarsi in quel momento avrebbe subito scoperto le sue intenzioni. 

Rimase fermo mentre pian piano il gruppetto si sistemava ai posti del tavolo principale, davanti a quei microfoni che un tempo avevano scandito la vita politica del Patto e delle sue decisioni. 

«Il momento che tanto aspettavamo è finalmente giunto!» iniziò Kaeler allargando le braccia e spostando lo sguardo su tutta l'assemblea. Era un piangere per lui vedere tutti gli Affiliati della Mano Scarlatta riuniti in un posto solo, uniti da quegli ideali che, pian piano, negli anni, li avevano portati a diventare un pericolo, per il Patto della Frontiera e la Confederazione delle Venti Stelle. 

«Il Patto della Frontiera ormai, con nostra somma gioia, non esiste più. La Confederazione delle Venti Stelle invece continua a prosperare, a voler imporre a tutta la galassia la sua visione del mondo. Ma in quella visione esiste solo il loro controllo». 

Voci di dissenso si alzarono da più parti della sala e Julyen si spostò in avanti. Ammirava il padre per la capacità di trascinare le folle, ma al contempo lo temeva. Sapeva che per lui la sua eloquenza non era altro che un'arma a doppio taglio. 

«Così il loro controllo metterebbe un freno a quella libertà che il Chow ci regala».

Un'altra serie di voci contrarie si alzò e Kaeler sorrise, scoccando un'occhiata a Julyen che distolse lo sguardo, fissando le teste di alcuni Affiliati seduti due file più in bassi, i più vicini a lui. Voleva passare per defilato, non gli interessava avere l'attenzione di tutti addosso - gli sarebbe stata solo d'intralcio. 

«Ed è per questo che questi nostri valorosi compagni hanno deciso di prendersi la responsabilità di scuotere i piani alti della Confederazione delle Venti Stelle, portando alla morte l'Oligarco più anziano. Una perdita grave per loro, il punto di partenza per noi» continuò allargando le braccia e in molti iniziano ad applaudire, mentre, ogni tanto, fischi e urla si alzavano dalla folla. Kaeler sorrise, allargando le braccia e cercando di far tornare il silenzio nella sala. L'ordine e la disciplina non facevano per loro: e quella mancanza era ciò che avevano portato la Mano Scarlatta a diventare un gruppo così numeroso da sfuggire al controllo del Patto. Ciò che il Consiglio non era mai venuto a sapere era la presenza di una rete che abbracciava anche pianeti distanti di Kiaphus, ma su cui il Chow aveva attecchito. 

Se il Patto della Frontiera e la Confederazione delle Venti Stelle erano troppo impegnati a farsi battaglia, a cercare di trascinarsi a vicenda nell'oblio, non avevano certo il tempo di controllare ciò che avveniva nelle reti di commercio illegali. Non gli interessava, forse.

«La frattura è stata avviata: il potere della Confederazione subirà una battuta di arresto e noi saremo pronti, dobbiamo essere pronti, a cogliere il momento: i nuovi accordi stretti su Quater ci permetteranno di salire a bordo delle loro astronavi. Abbiamo alcune informazioni sensibili riguardo a chi è sopravvissuto del Patto». 

Julyen alzò gli occhi al soffitto, certo di aver sentito più Affiliati urlare il nome di Briya Anderz e della Discordia. 

«Altre informazioni sono state già cancellate o sono mancanti dagli archivi. Inventare, non costerà molto. Conto su di te, Julyen, per averne altre». 

Il ragazzo si costrinse ad annuire con un cenno del capo, mormorando anche: «Sarà fatto», mentre sentiva gli sguardi di tutti convergere su di lui. Avrebbe dovuto trovare qualcosa di credibile, ma che non avesse messo in pericolo ancora più grande di quello in cui si trovava sia la Anderz che l'intera Armonia. Ormai le aveva dato la sua parola, aveva scelto la fazione che avrebbe seguito. Su Grinda contavano su di lui, suo padre e gli Affiliati della Mano Scarlatta anche, ma le cose che tutti pretendevano da lui non coincidevano, mettendolo in una situazione da cui tirarsi fuori sarebbe stato quasi impossibile. 

Smise di ascoltare il discorso del padre, fissando le mani intrecciate sulle ginocchia: non aveva ottenuto poi così tante informazioni. Giusto qualche voce su Briya, Edam e altri che ormai erano morti. 

Soltanto dei sistemi di attacco e difesa della Discordia aveva grosse informazioni: Dax aveva passato fin troppe ore a spiegare a lui e gli altri ragazzi della squadra ogni minimo dettaglio. Conosceva i punti deboli della Discordia, era vero ma fino a che punto avrebbe potuto rivelarli per non passare come traditore per la seconda volta? 

Sapeva che Kaeler avrebbe spinto per avere quanti più dettagli possibili, anche solo per metterlo alla prova e dimostrare agli altri che non era un vero fallimento come Affiliato, che aveva cresciuto un degno erede di quel che aveva costruito con i sotterfugi e il commercio del Chow. 

Alzò lo sguardo al soffitto, osservando le lampade che si alternavano agli sbocchi del condotto di condizionamento: si sentiva messo in soggezione da quell’ambiente così formale che adesso era occupato dagli Affiliati. 

Tornò a guardare Kaeler, prendendosi però il tempo di lasciar scorrere lo sguardo su tutte le file, dalla più alta alla prima, la più vicina al palco su cui si trovava il tavolo. Non distingueva troppo bene da quella distanza i volti degli Affiliati, ma sapeva che erano coloro che, al momento, erano quelli più vicini a Kaeler. Nessuno gli avrebbe rivelato dettagli importanti su quel che era successo, doveva solo sperare che nei bar dei bassifondi fosse rimasto qualcuno con la lingua che poteva essere sciolta dall’alcol. Sarebbe stato disposto a spendere tutti gli stipendi che aveva guadagnato fino a quel momento pur di sapere cosa era stato veramente di Sester, perché si era ritrovato in una città fantasma, così diversa da quella che aveva conosciuto quando si era trasferito lì con Kaeler.

Strinse i pugni sopra i pantaloni, sporchi d’olio in più punti, serrando le labbra quando sentì uno degli Affiliati sputare il nome di Grinda: sapeva che non era affatto un discorso in cui incoraggiava gli altri ad aiutare l’unico pianeta che, per forza di cose, si era ritrovato ad aiutare la Anderz, fornendole anche una flotta contro la Confederazione delle Venti Stelle. 

Parlava in modo veloce, mangiandosi le parole e Julyen non era sicuro di star capendo tutto alla perfezione: altri Affiliati parlavano tra loro e i brusii, moltiplicandosi, producevano un sottofondo che nemmeno il microfono riusciva a vincere. 

Rammentò Xallao e una delle tante fabbriche metallurgiche del pianeta: diceva che il suo amministratore delegato - come altri - avrebbe preso simpatie per Grinda e che per quel motivo era stato ucciso. Due cose importavano alla Mano Scarlatta, a quanto pareva: che la Confederazione perdesse l’unità nei centri del potere e che Grinda restasse isolata, come era sempre stata. 

Era entrata in guerra troppo tardi ed era protetta da troppe credenze per risultare un facile obbiettivo: né Gabije né altri avevano parlato volentieri delle difese del pianeta, ma in molti nutrivano dubbi sulla loro effettiva presenza. Eppure Julyen era certo che quei riflessi dorati che l’avevano abbagliato al decollo non potessero essere solo causati dalla Drae che colpiva le lamiere delle ali della navetta. Negli anni Grinda si era armata, sapeva che prima o poi sarebbe dovuta arrivare preparata allo contro, che le flotte della Confederazione che negli anni precedenti avevano solcato vittoriose i cieli dell’intera Proxima Hemitea prima o poi non avrebbero sfiorato solo la sua atmosfera. 

Le voci l’avrebbero salvata fino a un certo punto, ma non dagli Affiliati: la Mano Scarlatta credeva a poco, ma soprattutto al Chow e Grinda non aveva niente che potesse essere correlato alla droga.

L'angolino buio e misterioso

Julyen lì è basato su me a informatica che la seguivo in modo molto insofferente scivolando sempre sotto all'inutile banchino dell'Auditorium.

E niente, ho combrato un kobo da poco quindi se avete libri di fantascienza da consigliarmi, sparate i titoli.

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