Capitolo 10

Nemmeno la musica dell’orchestra, sistemata a lato della sala, riusciva a far immergere Briya nell’atmosfera che sembrava essere condivisa da tutti gli altri presenti: era come se la guerra non esistesse per loro, che tutto fosse normale per Grinda - l’unico pianeta mai sfiorato davvero dal conflitto. Eppure, riusciva a cogliere molti - troppi - guizzi neri delle divise dell’Armonia attraverso gli abiti sgargianti dei nobili e dei ricchi di Grinda. Si era allontanata pian piano dal gruppo di politici - Laera inclusa - con cui aveva parlato fino a poco tempo prima, fino a quando la conversazione non era mutata pian piano dalla lingua comune a  quella di Grinda.

A quel punto, l’idea di riempire il bicchiere del primo alcolico che poteva trovare sotto mano, non le era parsa troppo cattiva: l’odore dolciastro l’aveva attratta subito, il sentirsi un pesce fuor d’acqua in quella rete di contatti in cui era entrata solo per la decisione di Damian di offrirle aiuto l’aveva spinta a svuotare il primo bicchiere, lasciando vagare gli occhi sulla sala. Ogni angolo era addobbato e ormai erano pochi i punti lasciati liberi dai vestiti eleganti degli invitati. Aveva intravisto per un istante il sovrano, poi era stato inghiottito dalla marea di facce a lei sconosciute e Briya non aveva potuto far altro che continuare a lanciare occhiate a Laera, impegnata nella conversazione con un gruppetto di quattro, cinque persone. 

«Posso far diminuire il numero dell’equipaggio della Discordia, in casi estremi?» 

Sussultò, richiamata da quella voce ormai non più sconosciuta.

«Cosa?» chiese Briya voltandosi di scatto verso Roys che sbuffò, trattenendosi dal passare una mano tra i capelli pettinati all’indietro con il gel. «Ovvio che no! Perché?»

«Non sopporto l’idea che mia sorella sia qui con qualcuno» rispose lui facendo un cenno con la mano verso Gabije che parlava con Rayven che alternava lo sguardo tra lei e il ragazzo al suo fianco. «Qualcuno del tuo equipaggio».

«Oh, cielo. Fuscello insieme a Bacca di Goji anche no» mormorò Briya svuotando il bicchiere con pochi sorsi e voltandosi subito verso il tavolo per riempirlo. Non poteva lasciarsi sfuggire una parola e la soluzione più rapida per impure che quello accadesse era a portata di mano.

Aver taciuto sull’identità di Julyen l’aveva messa in una situazione da cui non sarebbe stato facile uscire. Doveva solo sperare che le cose, nel corso della serata, non peggiorassero. Il che non doveva essere una cosa molto probabile, visto che la festa si preannunciava tranquilla. 

«Giuro che se le tocca un solo capello...»

«Roys» lo richiamò Briya. «Julyen è l’ultima persona di cui ti devi preoccupare». Si costrinse a mentire, a far risuonare la voce calma, pregna di una tranquillità che non aveva. «E ho il sospetto che più che un reale sentimento ci sia in ballo una scommessa tra Gabije e Rayven».

«Tu dici?»

«Mh-mh» rispose Briya bevendo un altro bicchiere - forse il quinto - che aveva riempito con quella bevanda alcolica dal gusto dolciastro. 

«Tu comunque non dovresti esagerare con il Vargis. In genere gli effetti si sentono… troppo tardi».

«Non preoccuparti» rispose Briya alzando il bicchiere. «So reggere bene gli alcolici».

«Forse non il Vargis, se lo conosci, ma... come vuoi. Vado a controllare mia sorella, voglio accertarmi di persona che non succeda niente tra loro».

Briya scosse la testa, guardandolo allontanarsi. Appoggiò il bicchiere sul tavolo quando sentì il braccio sinistro venir stretto nelle mani di qualcuno; voltandosi, notò che, come immaginava, si trattava di Laera.

«Spero tu non abbia intenzione di rimanere a finire il Vargis tutta sola» le disse, avvicinandosi il più possibile e stringendole una mano. Il profumo agrumato di Laera divenne ciò di cui aveva la percezione maggiore non appena lei le diede un veloce bacio sulla guancia.

«Non sono proprio il mio ambiente queste feste» rispose Briya, alzando le spalle. «Sono pochi quelli che conosco qui e ora mi sa che devo evitare di trovarmi a cancellare un altro nome dall’organico dell’equipaggio».

«Cosa intendi?» chiese Laera aggrottando la fronte. «È successo qualcosa questo pomeriggio?»

«No, no. Per fortuna» rispose Briya, arricciando una ciocca di capelli sul dito per poi rilasciarla subito dopo. «Si tratta di Roys, Julyen, Gabije e Rayven» aggiunse indicando il gruppetto con un cenno della testa. «Non vorrei che l'ultimo giorno di festa di Grinda si trasformi in un bagno di sangue...»

Laera si voltò di poco, lanciando un’occhiata al gruppo; sorrise, poi tornò a guardare Briya. 

«Lasciali fare, sono giovani» le disse accarezzandole una guancia.

«Sì, ma in grado di abbracciare armi».

«Non conosci abbastanza Roys: vuole solo proteggere sua sorella, basterà che si accerti della reale bontà di Julyen e tutto andrà bene».

Briya annuì, cercando di ignorare il groppo in gola: nessuno di loro era a conoscenza della rete in cui lei e il giovane erano caduti e in cui si ritrovavano invischiati. Fare una mossa, una qualsiasi, sia per l’uno che per l’altra era troppo rischioso. 

«Puoi almeno concedermi un ballo?»

Briya sospirò, annuendo piano con la testa. «Te l’avevo promesso, se non sbaglio».

«Infatti, te la sei scampata fino a ora, non mi puoi più sfuggire» le disse Laera spostandosi di qualche passo e strattonandole il braccio. «Potrai bere quanto vorrai alla fine della guerra».

«Ti ho già detto che non so ballare, vero?»

Laera appoggiò la testa sulla spalla di Briya. «Non avrò modo di passare un po’ di tempo avvinghiata a te oltre che stanotte, vero?»

Briya si passò un dito all’interno del colletto della giacca. «Possiamo andare un attimo fuori, credo che l’alcol cominci a fare il suo effetto».

Laera annuì, restando sempre avvinghiata al braccio di Briya mentre si avviavano verso la terrazza. «Avresti dovuto venire a parlare con gli altri, ho incontrato le spie e...»

Briya strinse il viso di Laera tra le mani, non appena furono fuori, spingendola contro il muro. «Tu non dire nulla» le sibilò, chinandosi subito a darle un bacio. «Soprammobile».

Laera sorrise, affondando le mani nei capelli che Briya aveva preferito lasciare sciolti e che le arrivavano a sfiorare le spalle, nascondendo pochi dettagli verdi delle cuciture della divisa. 

«Credo che sia molto più preferibile al ballare» sussurrò Laera, arricciando una ciocca di capelli sul dito e mordendo poi un labbro di Briya che le sorrise, sfiorando appena la treccia che Laera aveva deciso di sfoggiare alla festa: era strano per lei vederla con i capelli che non le coprivano la schiena. 

«Avrei dovuto accompagnarti più volte a bere, se sono questi gli effetti dell’alcol su di te».

«Quella era solo una bugiale» rispose Briya, stringendola a sé. «Non potevo certo trascinarti via dalla festa. È sempre una buona scusa l’alcol per prendere un po’ d’aria».

«Tu sei pazza».

«Ti cambia qualcosa?» le chiese Briya, stringendole di nuovo il volto tra le mani. Riusciva a distinguere a malapena i contorni del volto di Laera, ma era sicura che, alla luce della sala, l’elegante trucco che aveva sarebbe apparso in modo disordinato. 

«No, perché l’ho sempre saputo» rispose Laera. «Fin da quando ti ho visto per la prima volta. Non sono... molti quelli che decidono di affrontare l'ignoto per buttarsi in una guerra che non appartiene loro».

Briya le diede un altro bacio, cercando di stringerla il più possibile. Sapeva che quella festa avrebbe segnato lo spartiacque tra la pace e la guerra per Grinda: benché la notizia della morte di uno degli Oligarchi apparisse reale, la Confederazione avrebbe smesso ben presto di chiudersi sul lutto, riprendendo la guerra. Non aveva idea se la questione della morte fosse correlata a un altro - l’ennesimo - colpo della Mano Scarlatta, ma lei rimaneva uno degli obbiettivi principali della Confederazione e non avrebbe potuto nascondersi troppo a lungo su Grinda. 

Il giorno della partenza ormai incombeva e, se le informazioni delle spie di Laera non avessero cozzato troppo con quel che sapeva, avevano anche una meta definita.

Rabbrividì, quando sentì Laera accarezzarle una guancia, aprì lentamente gli occhi, allontandandosi piano da lei. 

«C’è qualche problema?»

Laera scosse la testa. «Baciami ancora, per favore. So che non sarà mai abbastanza, ma fallo, eveiw».

Briya annuì, spostando una mano dietro la nuca di Laera. «Lo farei per sempre, se potessi, Soprammobile» le disse mentre percepiva l’ennesimo brivido percorrerle la schiena e lo stomaco stringersi. Non era a causa dell’alcol quel calore che le avrebbe fatto togliere volentieri la giaccia e lanciarla via. 

L’aria fredda della notte fu come uno schiaffo quando Laera interruppe il bacio, appoggiando entrambe le mani sulle spalle di Briya per riprendere fiato. «Vorrei solo poter esser sicura che ci saranno altri momenti oltre a questo. L’idea della guerra non mi spaventa, sapevo che sarebbe toccato anche a Grinda prima o poi, è il pensiero di perderti che mi angoscia».

Briya le prese la mano sinistra, stringendola nella sua e dandole un bacio sul dorso. 

«Non posso darti la certezza assoluta, ma posso prometterti che farò il possibile per poter avere di nuovo la possibilità per essere di nuovo noi due, da sole». 

«Promettimelo» sussurrò Laera avvicinandosi di nuovo alle sue labbra. «Promettimelo, per favore, eveiw» aggiunse prima di stringere le mani sulla giacca di Briya e guardarla negli occhi. Sentiva le lacrime pungere, sentiva che tutti quegli istanti avevano il sapore di un addio e che sarebbe bastato poco - troppo poco - a mandare in frantumi quella promessa che voleva sentire da Briya. 

«Te lo prometto, Soprammobile. Farò il possibile, come sempre» le disse appoggiando le mani su quelle di Laera. «Dopotutto, per aspera ad astra, no?»


L'angolino buio e misterioso

So, yeah, un po' di fluff condito da angst.

Gosh, questo non è niente in confronto al prossimo in cui ho abbandonato completamente la mia confort zone e che da solo fa guadagnare il bollino maturo alla storia.

Anyway, vado a sotterrarmi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top