Due

Se solo riuscissi ad aprire gli occhi.

Non ci riesco.

Non riesco a muovere un dito, è come se il mio corpo non mi appartenesse più.

Vorrei gridare aiuto, ma non posso.

Sento la voce di una donna, è agitata, grida.

«Eccoli là, stanno scappando!» grida con tutto il fiato che ha in corpo. A chi si riferisce? Ad Alberto e ai suoi complici? Ma quanti erano? Non ricordo. Non lo so.

«Collin, l'hai preso?» grida un uomo poco distante da me.

«Sì capo, ne ho beccato uno, ora vedremo di farlo cantare come si deve. Come sta la ragazza?» risponde un'altra voce maschile. È distante, ma io riesco a distinguere perfettamente ogni singola parola.

«È messa piuttosto male ma se non altro è ancora viva, sta arrivando l'ambulanza.» replica il primo uomo, riferendosi probabilmente a me. Sono io la ragazza messa male. Per questo non posso muovermi. Per questo non posso gridare. Per questo sento ciò che dice una persona lontana, che non ho idea di quanto disti dal mio corpo. Il mio corpo. Probabilmente sono stesa sull'asfalto. Come quei cadaveri che si vedono nei film che mio padre vorrebbe vietarmi di vedere. Ho paura. Tremo, sempre più forte... Aiutatemi, qualcuno mi aiuti... Percepisco qualcosa di caldo sulla tempia destra.

«Cazzo, quanto ci mette quest'ambulanza? La ragazza ha le convulsioni!» grida il primo uomo.

Le sirene. Le sento avvicinarsi velocemente. Non smetto di tremare.

Di nuovo buio.

Stavolta sono morta sul serio.

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