21 ~ Controllo

<<Nonno, dove vai?>> chiese Ardith, con la voce ancora impastata dal sonno. Si era svegliata perché una fresca brezza l'aveva sfiorata, causandole brividi di freddo. Aveva quindi aperto gli occhi e aveva visto il vecchio Sophos uscire dalla porta della capanna.

L'anziano elfo si voltò sorpreso e rispose <<Buongiorno Ardith! Stavo uscendo per prendere una boccata d'aria, vuoi venire anche tu?>>.

La giovane si alzò lentamente dal suo giaciglio e dopo essersi stiracchiata un po' raggiunse il nonno sull'uscio di casa. Sbarrò gli occhi quando si accorse che fuori era ancora parzialmente buio: dovevano essere al massimo le cinque di mattina.

<<Ma nonno, è ancora presto!>> si lamentò la giovane, per nulla entusiasta all'idea di uscire a camminare al freddo, e aggiunse supplichevole <<Non possiamo andare più tardi? Per favore!>>.

Sophos rise e disse alla nipote che, se avesse voluto, avrebbe potuto rimanere in casa e aspettarlo per colazione. Ardith ci pensò su per qualche secondo e infine prese la decisione di accompagnare il nonno. Dato che ormai aveva fatto lo sforzo di alzarsi, tanto valeva fare un giro per svegliarsi del tutto e prepararsi alla fatica mentale che lo studio avrebbe richiesto.

I due uscirono quindi dalla porta e si avviarono tra i verdi alberi della Foresta Alta.
Gli animali avevano cominciato già da un pezzo la loro giornata e nella penombra si muovevano intenti nelle loro faccende. File di formiche si inerpicavano su rocce e tronchi secchi alla ricerca di qualche briciola da riportare al formicaio, mentre uno scoiattolo stava esaminando con attenzione un guscio di noce vuoto.

A ogni passo, i rametti secchi scricchiolavano sotto il peso di Sophos e Ardith e le foglie del sottobosco frusciavano soffici. La luce della mattina che stava per iniziare gettava aloni azzurrini su ogni cosa e dava all'elfa una serenità indescrivibile.
I due camminarono per un po' in mezzo ai vecchi alberi che popolavano la Foresta e di tanto in tanto si fermavano ad osservare la vegetazione che popolava quei luoghi.
Sophos parlava alla nipote di tutti i benefici che si potevano trarre da alcune di quelle piante e, contemporaneamente, raccoglieva le loro foglie per portarle a casa come scorta in caso di necessità. Ardith, se inizialmente aveva tentato di tenere a mente le nozioni che il nonno continuava a elargire, si arrese di fronte all'enorme mole di informazioni che le arrivavano e si distrasse per qualche minuto a guardare degli uccellini che costruivano un elaborato nido.

Un colpo di tosse dell'anziano elfo la riportò alla realtà e la fece arrossire di colpo.
<<Bene, direi che possiamo tornare indietro. Il sole è quasi sorto e noi non abbiamo tempo da perdere>> esclamò lui, ripartendo con passo spedito in direzione della capanna e portando con sé tutte le erbe raccolte.

Dopo una ventina di minuti i due erano già arrivati a casa di Sophos. Entrati in casa, il vecchio rovesciò sul tavolo le piante raccolte e si mise a scartare le foglie rovinate, mentre intanto Ardith mise un pentolino sul fuoco per la tisana della colazione.
L'elfa trovò anche alcuni biscotti avanzati e li appoggiò su un piattino.
I due consumarono la colazione in poco tempo e si diressero subito alla biblioteca.

Lì Sophos scelse dagli scaffali alcuni libri particolarmente interessanti e li affidò alla nipote affinché li studiasse per bene.
La giovane si concentrò subito sui quattro tomi che il nonno aveva preso per lei e per qualche ora perse la cognizione del tempo, non accorgendosi nemmeno del fatto che Sophos fosse tornato in casa. Quei libri la affascinavano molto, perché per esempio spiegavano come sfruttare le erbe medicinali o anche descrivevano la procedura per creare delle pozioni dai mille usi.

Ardith passò la mattinata fra i libri e solo quando la fame le impedì di concentrarsi decise di chiudere tutto e mangiare qualcosa.
Salì le ripide scale a chiocciola e sbucò, come al solito, nella cucina. Il nonno stava già preparando un gustoso pranzo e appena si accorse della nipote le chiese «Allora, come va lo studio?».
Lei, in tutta risposta, gli sorrise e disse «Ho finito i quattro libri, mi sono piaciuti un sacco!».
«Ottimo» replicò lui allegro «Vuol dire che questo pomeriggio ti toccherà una bella seduta di transfert. Fino a quando non sarai esperta in questa pratica dovrai esercitarti».
Ardith annuì sorridente, poiché l'esperienza del transfert le era piaciuta molto e non vedeva l'ora di ripeterla. La pace che aveva provato era indescrivibile.

Qualche ora dopo, i due si inoltrarono ancora una volta all'interno della Foresta per trovare un luogo adatto alla meditazione. Dopo che si furono sistemati su una grande roccia, Sophos disse alla nipote di concentrarsi su un'ape che passava di lì, avvertendola ancora una volta del fatto che il transfert richiedesse un dispendio di energie proporzionale alle dimensioni dell'animale scelto. Quanto più grande era l'animale, tanto più faticoso sarebbe stato prenderne il controllo.

Dopo qualche tentativo, Ardith riuscì a entrare nella coscienza dell'ape e, senza volerlo, riuscì anche a guidarla nel suo volo.
Sophos si entusiasmò per i progressi che la nipote aveva fatto: era davvero rapida nell'apprendere e questo sarebbe stato un grosso vantaggio.
Per qualche ora i due si cimentarono nella meditazione e quando ormai il sole stava tramontando ripresero la strada per tornare a casa.

Quello fu solo l'inizio dell'addestramento di Ardith: per quasi due settimane l'elfa trascorse giornate di studio intenso in cui si alternava tra biblioteca e foresta. Raramente mise piede a casa sua e le poche volte che ci tornò lo fece solo per prendere qualche cambio d'abito.
Di mattina restava chiusa a leggere tomi su tomi, mentre il pomeriggio si allenava nel transfert e nella magia. Alla fine delle due settimane aveva imparato a controllare animali della stazza di una volpe e lo faceva con estrema facilità.

Con la magia i progressi erano stati più lenti: sebbene Ardith conoscesse già molti incantesimi, Sophos dovette fare un duro lavoro con lei poiché aveva qualche difficoltà nel controllare l'amuleto. Senza il potente talismano l'elfa scagliava incantesimi senza molti problemi, ma ogni volta che Ardith prendeva in mano l'amuleto, la magia diventava pressoché incontrollabile. Non furono rare le volte in cui gli alberi più secchi si incendiavano o quelle in cui gli stagni evaporavano quasi completamente. Fortunatamente Sophos era un ottimo maestro e riuscì ogni volta a rimediare ai danni causati dall'inesperienza della giovane.

Dopo i problemi iniziali, però, i progressi dell'elfa si fecero sempre più evidenti. Riusciva a creare muri e vortici di fiamme, era in grado di domare gli incendi e poteva scagliare pietre infuocate. L'addestramento era servito molto ad Ardith poiché era riuscita a disciplinare un potere che inizialmente sembrava indomabile e la preoccupava molto.
Finalmente si sentiva abbastanza pronta per essere la custode di un amuleto così potente, ma sapeva che avrebbe potuto fare ancora molto. Doveva temprare il suo fisico per essere in grado di addomesticare ancora di più quella forza che il talismano le dava. Dynames l'avrebbe aiutata.




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Sono tornata! Perdonate il mio mese di assenza, ma tra la montagna e lo studio per i test d'ammissione mi sono un po' incasinata la vita XD

Che ne pensate di questo capitolo? Lo so, magari non è proprio il massimo ma mi serviva come capitolo di transizione: finalmente Ardith può andare a Dumanfios e completare l'addestramento. Dopo ben venti capitoli mooolto prolissi, siamo arrivati a un punto di svolta.
Per fortuna, direte voi.

Spero di riuscire a pubblicare almeno una volta a settimana, ma non garantisco niente u.u

Elisa :)

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