12 ~ Mammoletta
«Sei un cretino» disse con la voce rauca, ansimando per la corsa «Perché l'hai colpito? Se il vecchio crepa, Neferius ci ammazzerà per aver rovinato il suo piano. Lo sai questo, vero?».
L'altro non rispose. Stava cercando di non inciampare tra le radici della foresta perché aveva delle difficoltà a causa della gamba rachitica, che lo intralciava in ogni occasione. Sbuffò.
«Mi vuoi rispondere?» gridò il compare «Avanti, parla!».
«Cosa scusa?» chiese l'altro, smarrito «Non ti stavo ascoltando».
Il Capo alzò gli occhi al cielo, scocciato dall'altro.
«Ecco, appunto.Ti stavo chiedendo se...» disse, cercando di non strozzarlo « Vabbé, non importa. Lasciamo stare. Continua a correre, Zoppo».
I due proseguirono la corsa in silenzio per qualche minuto.
«Capo...» esordì poco dopo lo zoppo, avanzando a fatica.
«Che c'è?» chiese l'altro rallentando l'andatura, molto scocciato «Cosa vuoi?».
«Possiamo fermarci?» chiese ansimando pesantemente «Per favore...».
Il Capo si fermò di bottò, esplodendo in una risata di scherno.
«Se lo chiedi per favore» disse «Mi toccherà accontentarti. Prima che tu vomiti anche l'anima».
Lo zoppo, infatti, aveva il volto pallidissimo e non sembrava stare proprio bene. Stava cercando di tenere tutto dentro di sé, per non apparire un debole agli occhi dell'altro.
Poco dopo, però, si fiondò nel fitto degli alberi e si libero degli ultimi cinque pasti.
Che mammoletta, pensò il Capo.
«Cucciolotto!» urlò a gran voce «Stai bene?».
Lo zoppo, che aveva assunto un bel colorito verdastro, emerse dalla vegetazione e si distese a terra, umiliato per l'ennesima volta.
Il Capo lo toccò sul fianco con la punta dello stivale.
«Alzati, dai. Dobbiamo arrivare in fretta a Fandor o partiranno senza di noi» disse bruscamente.
«Chi è che parte senza di noi, scusa?» chiese lo Zoppo, ancora debole.
«Zuccone!» disse tirando un calcio all'altro e provocandogli un gemito di dolore «Quelli che ci porteranno da Neferius, ovviamente».
Lo zoppo si tirò in piedi stringendosi il fianco dolorante.
«Cammina» disse il Capo, spintonando il compagno.
I due proseguirono quindi il loro cammino, attraversando la fitta Foresta Bassa. Il sentiero su cui si trovavano era battuto dai mercanti che periodicamente raggiungevano Akraholt, per cui era abbastanza agevole. I due gaglioffi, dopo essere fuggiti da casa di Sophos, erano passati per la città senza dare troppo nell'occhio, in quanto non era raro vedere stranieri aggirarsi per le strade. Avevano poi
attraversato a nuoto il Fiume Rag, che in quella stagione non era particolarmente impetuoso, per poi addentrarsi nella Foresta Bassa. Dovevano percorrere ancora molta strada per arrivare a Fandor, ma ci sarebbero arrivati nel giro di un giorno o due poiché erano abituati a camminare a lungo. Il Capo, perlomeno, era abituato a camminare.
«Quanto manca ancora?» chiese lo zoppo trascinando i piedi.
Nessuna risposta.
«Fra quanto arriviamo?» insistette.
«Piantala, Zoppo!» esplose scocciato l'altro «Ho ben altri problemi per la testa, io».
«Tipo quella tua bella e formosa donna al villaggio?» ammiccò lo zoppo, avendo improvvisamente recuperato le forze «Perché anch'io ci sto pensando, sai?».
«Smettila, o ti spacco quel brutto muso che ti ritrovi» ringhiò a pochi centimetri dalla faccia dell'altro, che intanto era sbiancato di qualche tonalità «A differenza tua, io penso al lavoro che ci è stato affidato. E si dia il caso che la nostra missione sia fallita».
«Ma l'amuleto non c'era, hai visto anche tu...» si scusò impaurito.
«Un corno!» gridò il Capo «Quel vecchiaccio deve averlo nascosto da qualche parte, altroché. Neferius non può essersi sbagliato. Ce la farà pagare sicuro. E vedi di non fare la femminuccia quando ti frusteranno davanti a tutti, nudo come un verme».
«Hai detto che ci frusteranno?» chiese quasi soffocandosi e perdendo ogni residuo di colore presente sul suo viso «Ma io non voglio!».
L'altro non rispose e proseguì a camminare, alzando il cappuccio del mantello per proteggersi dal vento.
«Ehi, aspettami!» gli urlò dietro lo zoppo, affrettando il passo sbilenco per non perdere di vista il compare.
«Muoviti» disse il Capo, aspettando per un istante che l'altro lo raggiungesse «Manca ancora molto a Fandor».
Mollaccione, pensò.
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