Episodio 2: L'ascesa di Gerohim

Invocò anche un nuovo inizio. Per la tenuta di Galcana, per Francis, per quell'essere che a malapena avrebbe scorto durante l'infinitesimale intermezzo tra il travaglio e il trapasso. Era certa che il nascituro sarebbe diventato un degno erede e un warlock felice, se fosse cresciuto anche solo con metà della compassione che il marito aveva riservato a lei. E il demone Baal avrebbe finalmente lasciato in pace la sua stirpe.


Suo padre Gerohim, un umano arrogante e ossessionato dalla grandezza, fu responsabile della rovina dei warlock. Dopo anni di fallimenti nel padroneggiare la magia ordinaria, venne a conoscenza del metodo per ottenere il potere, al cui confronto i trucchetti dei comuni mortali semplicemente annichilivano. Scese nelle viscere della terra e giunse al cospetto di Baal, demone del fuoco infernale, il quale accettò prontamente la sua richiesta, come aveva fatto con centinaia di umani in ogni epoca. Gerohim riemerse warlock, più potente di qualunque altro per via della sua cupidigia, ma in cambio fu investito da una terribile maledizione: avrebbe trovato la morte per mano della persona che più amava.

«Il fuoco del tuo fuoco ti carbonizzerà» aveva sentenziato Baal con voce abissale.

Gerohim aveva usato presto le nuove facoltà per muovere guerra e conquistare svariati territori, edificando un vasto regno tra fiumi di sangue. Cosa fare, però, della bella Louise, la donna warlock che era stata al suo fianco fin dalla prima giovinezza? Come scampare alle fiamme del destino che avrebbero annerito quelle del loro amore, annientandolo?

Gerohim non ci aveva pensato due volte: aveva ordinato che la moglie venisse rinchiusa nella torre più alta del cupo castello, adducendo il pretesto che un warlock invidioso volesse rapirla, e l'aveva mantenuta lassù per cinque anni, durante i quali erano venuti alla luce prima Josephine, poi Balthier. Avvenuta la nascita del figlio maschio, Gerohim era salito nella dimora di Louise e l'aveva scaraventata di sotto senza alcuna esitazione.


Josephine ricordava confusamente quella notte: un sussulto al cuore, la porta della sua stanza principesca che sbatté di colpo, il padre che fece il suo ingresso scuro in volto e la prese in braccio, per poi accucciarsi nel letto insieme a lei. La cinse e la cullò, accarezzandole continuamente i capelli. Bagnò la sua nuca con calde lacrime amare. Josephine accettò ogni cosa senza comprendere, siccome l'austero Gerohim non l'aveva mai degnata di un gesto d'affetto. Non era mai stato umano nei suoi confronti e mai più lo sarebbe stato a partire dall'alba successiva.


Un mago che dimorava nel castello venne accusato dell'omicidio di Louise e giustiziato. Passarono altri anni, durante i quali il dominio di Gerohim si espanse incontrastato, fino a raggiungere le dimensioni dei regni più potenti del continente. Per paura o per costrizione, per natura violenta o per ammirazione, la maggior parte dei warlock sulla terra si mise al suo servizio. L'ombra del massacro accompagnava ogni passo dell'orda di Gerohim, quella della disperazione scuoteva ogni suddito e schiavo, tra i quali vi era poca differenza. Così, ben presto, gli umani e tutti gli esseri senzienti cominciarono a odiare visceralmente i warlock.

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