Orizzonte
"Più dolce sarebbe la morte se il mio sguardo avesse come ultimo orizzonte il tuo volto, e se così fosse...
mille volte vorrei nascere
per mille volte ancor morire."
William Shakspeare
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Il polpastrello della mano sinistra di Izuku segue lievemente il contorno perfetto dei muscoli della schiena di Bakugou, che è girato di spalle, ancora totalmente nudo e con il corpo semi nascosto dalle coperte.
Nessuno dei due ragazzi stamattina ha sentito la sveglia suonare e sono rimasti entrambi a dormire nel letto del pittore, vicini e caldi, appagati dal sesso consumato febbrilmente nella nottata precedente che non ha lasciato spazio a nessun incubo al risveglio.
Quando Izuku ha riaperto gli occhi non ha che potuto cercare subito con lo sguardo il corpo dell'altro, e rimanere con il fiato sospeso incantato a guardare come i raggi solari si infrangessero su quei capelli dorati e su quella pelle altrettanto chiara.
Si allontana di qualche centimetro per osservarlo meglio, sfiorandogli tremante le scapole e cercando con le dita un avvallamento che possa mostrare dove siano finite le ali.
Segue dolcemente le linee date dai muscoli naturali, sfiorando titubante alcuni nei che spiccano come se fossero chicchi di caffè appoggiati distrattamente sulla pelle diafana.
-Mmm, piccolo nerd... se continui a toccarmi in questo modo mi farai dubitare che stanotte non ti abbia soddisfatto abbastanza.- Mugugna Bakugou stiracchiandosi e girandosi con calma verso di lui, catturandogli veloce la mano rimasta ancora sospesa in aria, portandosela sul viso e chiudendo gli occhi soddisfatto.
-Non riesci più a dormire?-
-Sono quasi le undici e direi che lo abbiamo fatto abbastanza.- Dice Izuku avvicinandosi e dandogli un leggero bacio sulle labbra.
-E quindi cosa vorresti fare?- Ribatte ironico alzando un sopracciglio il pittore prima di stendersi con la pancia in alto e trascinarsi sul corpo Izuku che imporpora nel sentire come l'erezione mattutina di Bakugou sia già sveglia.
-Ehm veramente io.... Ahhhhh... io...pensavo di parlare un pochino...- Dichiara flebile socchiudendo gli occhi nel sentire come la lingua del ragazzo sotto stia coccolando la piega della mascella scendendo verso il collo.
-Adesso, adesso? Cioè tu vorresti parlare... ora?-
-Kat.. ahhhhh.... KACCHAN! Fermati un secondo! Si, voglio parlare ora.- Afferma risoluto portando Bakugou a sbuffare infastidito e a spostare il ragazzo dal suo corpo.
Izuku si porta indietro, sedendosi a gambe incrociate di fronte a lui e cercando di non fissare a bocca aperta la grossa erezione che l'angelo caduto mostra sicuro senza nessun pudore.
-Cosa vuoi sapere?-
-Intanto come stai.- Risponde indicando la fasciatura chiara che è macchiata in più punti di rosso.
-Bene. Ma cerchiamo di venire subito al punto, sai che non mi piace girare troppo intorno alle cose... quindi, cosa vuoi esattamente da me?-
-Vorrei che mi parlassi del pozzo.-
-Non ti aveva già spifferato tutto quel rompiballe di Todoroki?-
-Mi ha solamente detto che è collegato in qualche modo a me... e a te.-
Un sonoro sbuffo precede il movimento di Bakugou, che si alza dal letto cercando le mutande sparse per terra, rimettendosele veloce prima di porgere a Izuku anche le sue.
Il ragazzo le prende scrutandole stranito alcuni istanti aggrottando le sopracciglia confuso.
-Indossale, altrimenti non riesco a concentrarmi sul discorso da fare.- dichiara serio afferrando una seggiola e andandoci a sedere sopra.
-Come ti avranno già spiegato e detto almeno altre milioni di miliardi di volte, io e te non dovremmo stare insieme, perché... bla bla bla... gli esseri umani e gli angeli non possono... bla bla bla... e io non ho adempiuto ai miei doveri... bla bla bla... e altre innumerevoli stronzate simili delle loro.-
Una risatina spontanea sgorga dalla bocca di Izuku che si porta svelto una mano a nasconderla scuotendo la testa divertito.
-Ma nonostante i loro sermoni infiniti e le loro inutili preghiere pallose, io ho sempre provato gli stessi infiniti sentimenti di amore verso di te e tu, ad ogni reincarnazione, sei tornato sempre più consapevole della nostra unione provando lo stesso identico sentimento. Quindi hanno pensato di piantare un altro paletto del cazzo per separarci...
Ogni volta che tu mi avessi scelto saresti morto.-
-Questo me lo hanno già detto. Mi hanno anche spiegato che mi sarei suicidato.-
-Ma non ti hanno detto probabilmente come, se sei qui a chiedermi del pozzo...-
Le pupille smeraldine si spalancano e la sua immagine che cade nel vuoto gli appare all'improvviso.
-Perché proprio buttandomi giù da quello?- Chiede ancora ad occhi sgranati.
-Perché lo abbiamo costruito insieme, nel nostro primo incontro, quando non riuscivamo a spiegarci cosa diavolo stesse succedendo tra di noi.
Sei sempre stato un amante della letteratura e delle leggende, e una in particolare ti ha sempre affascinato... Si chiama "La rana in fondo il pozzo" ... -
- «Si cambi pure città, ma non si può cambiare il pozzo».- Cita Izuku rabbrividendo pensando che è l'unico libro che si è portato con sé da "casa" come se fosse un tesoro prezioso.
-Hai mai sentito parlare del proverbio della "rana in fondo al pozzo"?-
-Piccolo nerd, se non ti fosse ancora ben chiaro, io sono un essere supremo e non ho tempo ne voglia di leggere le favolette per bambini.-
-Eppure dovresti. Siete creature troppo chiuse, di vedute ristrette, relegate solo sulle azioni e sui pensieri di quello che dovete fare. La vita è tutt'altro.-
-Noi non siamo come voi, noi non capiamo quello che provate! Il tuo concetto di esistenza è totalmente differente dal mio.-
-Secondo me dovresti almeno provarci.-
-Non sono stato creato per quello!-
-Ottuso...- Mormora Izuku scuotendo la testa sconsolato.
-E allora perché tu, capace essere umano, hai deciso di scegliere un angelo a tuo dire tanto... stupido?-
-Puoi avvicinarti a me un attimo, Kacchan?-
-Oddio, ancora con quel nomignolo idiota...-
Il corpo si addossa a quello dell'altro: Izuku alza le mani che tremolano appena, afferrando il capo di Bakugou e spostandoselo vicino al proprio. Rimango fermi in questa posizione di stallo, occhi negli occhi, per un tempo imprecisato: smeraldo dentro al rubino, i fiati che si mescolano, i respiri che si intrecciano. L'angelo lo percepisce crescere quel qualcosa di diverso, quel sentimento inspiegabile che si smuove nel petto da quando lo ha visto per la prima volta, qualcosa che non riesce a riconoscere.
-Tu sei come quella rana che sta nel fondo del pozzo: pensi che quello sia il tuo mondo e non sei disposto ad aprirti a nuove idee o a situazioni diverse... ma vedi... non si può lasciare qualcosa che si ama.-
La mano si avvicina maggiormente alla guancia sfiorandola dolcemente, mentre gli archi di cupido si toccano in una crescente tensione e come un'acquazzone che ti accoglie all'improvviso lasciandoti bagnato e ansimante in mezzo alla strada, una piccolissima lacrima solitaria scende dagli occhi sgranati dell'angelo che sbatte le ciglia sconvolto.
-Dimmelo... stai provando qualcosa adesso, Kacchan?-
-E' stato molto difficile per te accettare il fatto che esistessero dei sentimenti anche dentro al tuo corpo?-
La testa dalla chioma bionda si abbassa sul pavimento mentre un lungo sospiro angosciato lascia le labbra che sono rimaste incurvate verso l'alto.
-Immagino tu abbia avuto in questo momento un'altra visione...
Si, ho fatto molta fatica a capire quello che cercavi di dirmi, a leggere le mie azioni che mi risultavano incomprensibili se riviste a mente fredda... ma ti desideravo talmente tanto che averti lontano mi faceva più male che averti vicino.
Io... io penso che il mio cuore ti abbia amato molto prima del mio cervello.. non so se mi spiego...- Dichiara schiarendosi la gola imbarazzato.
Un sorriso genuino si apre sul volto di Izuku.
-Si... e benissimo anche...
Ma quindi... ehm... ogni volta che io scelgo te, mi butto di conseguenza nel pozzo che abbiamo costruito insieme e muoio tra le tue braccia mentre cerchi di salvarmi, giusto?-
-Non te lo avevo detto questo, ma è tutto corretto.-
-E come mai lo disegni sempre nei tuoi quadri?-
Le gambe scattano in alto: per qualche istante Bakugou non risponde. Prende dalla scrivania una bottiglietta di acqua già aperta e ci da una generosa sorsata prima di appoggiarla con poco garbo sul mobile.
-Io lo odio!- Dichiara con tono secco.
-E ne sono allo stesso tempo anche ossessionato... ho provato a distruggerlo in ogni modo possibile ma lui non si spacca mai, e se lo scalfisco si riforma. Se non lo avessimo mai costruito allora forse non sarebbe andata così.-
-Kacchan...- Mormora Izuku dolcemente alzandosi dal letto per avvicinarsi.
-Ma questa volta sarà tutto diverso! Tu non cambierai idea e non ti avvicinerai neppure di un passo a quel luogo.
Sceglierai Todoroki, vivrai la tua vita da mortale e poi nella prossima, forse io riuscirò a raggiungerti. Andrò domani da All Might a chiederglielo.
E se non ci riuscissi a raggiungerti andrà bene lo stesso, l'importante è che tu... che tu...
Merda... se per qualsiasi ragione dovessi comunque decidere di buttarti da quel maledetto pozzo, io te lo impedirò con ogni mezzo, ci metterò degli allarmi, delle tagliole... degli archi!.-
Una risatina leggera e Izuku gli prende tra le mani il viso trasfigurato in una espressione agitata.
-Smettila di sparare assurde cavolate. Così alla fine mi farai restare senza un arto tu con quelle cose!-
-Ma non morirai di nuovo.- Ribatte lui alzando un sopracciglio prima di restarsene in silenzio scrutando il viso di Izuku che si è spento del solito sorriso.
Il ragazzo ha abbassato gli occhi verso il pavimento e si sta mordicchiando il labbro inferiore a disagio.
-Non voglio che tu ci metta nulla. Io voglio poterci andare... se mi va.-
-Scordatelo.-
- Ti ho già dato la mia parola sulla scelta, non la rimangerò. Lascialo così com'è e portami a vederlo.-
-No.-
-Perchè fai così.... non ti fidi più di me?-
Un groppo alla gola accoglie Bakugou che deglutisce la saliva.
-Io non ti ho mai mentito...- L'ultima frase di Izuku vacilla appena, il tono vibrante pieno di dolore della mezza verità che gli sta dicendo.
-Va bene.- acconsente il pittore a malincuore.- Hai vinto tu, ti porto a vederlo in questi giorni.-
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