Con te tutto il tempo
"Non conosco felicità più grande che stare con te tutto il tempo, senza interruzione, senza fine."
Frank Kafka
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-Dove stiamo andando?-
-In un posto che mi piace.-
-E dove sarebbe questo posto?-
-In una radura vicino ad un albero.-
-Dentro al parco della scuola?-
-Nooooo... in mezzo alla foresta amazzonica.-
-Kacchan, non sei divertente per nulla... non dovresti prendermi in giro in questo modo.-
-E tu allora non dovresti chiamarmi con quel nomignolo!-
Le mani corrono veloci ad afferrare le cuffie e se le portano automaticamente sopra le orecchie e Izuku non riesce a trattenere una risatina divertita scuotendo la testa sconsolato appena sente la musica rock che viene sparata nei padiglioni auricolari a tutto volume.
Bakugou cammina a passa spedito con la schiena rigida, schiacciando brutalmente i fili verdissimi del prato, calpestando i fiori colorati che ricoprono gran parte del manto erboso e spostando con schiocchi agitati le fronde di alcuni alberi che serpeggiano verso il basso in curve basse e nodose.
Izuku sente il cuore iniziare a battergli forte nel petto ancora prima di capirne il motivo, la testa che inizia a vorticare leggera sfuocando le immagini di fronte a lui e la solita sensazione strana che si inerpica con le unghie su per il corpo facendogli accapponare la pelle.
Se avesse potuto fare una scommessa contro se stesso probabilmente l'avrebbe vinta perché quando Bakugou si ferma e davanti alla sua vista appare d'improvviso il panorama contenente l'albero che ha il ramo principale che scende in picchiata sul terreno, deve deglutire varie volte per riprendere fiato e cercare di non mostrare in volto l'espressione smarrita che sente pervaderlo.
E' senza dubbio la stessa pianta che ha visto nella prima visione che ha avuto appena arrivato al cancello della scuola.
Segue il ragazzo in silenzio, andandosi a sistemare per terra vicino a lui, ridacchiando di nascosto quando lo vede spostarsi leggermente per allontanarsi di alcuni centimetri con le gambe dalle sue, mentre che continua a scrutarlo dubbioso.
-Dunque, non giriamo troppo intorno alla spinosa faccenda. Tu vuoi sapere qualcosa da me, e io voglio tornarmene dentro a dipingere... da solo. Quindi muoviamoci a fare questa... cosa.-
Izuku esamina qualche istante la maglietta stretta che gli trattiene a stento i pettorali gonfi, gli avanbracci tesi, le vene in rilievo e i palmi che stringono lo zaino che il pittore si è portato dietro, prima di rialzare lo sguardo sul suo viso.
-Perché hai tutta questa fretta? E' domenica e io vorrei prima parlare un pochino e conoscerti meglio.
Hai per caso portato qualche panino lì dentro? E' quasi orario di pranzo e sto letteralmente morendo di fame... mangiamo insieme? -
-Io e te non ci stiamo capendo proprio per niente oggi, piccolo nerd...Tu ora mi fai qualche domandina stupida delle tue e poi rientri di filato a scuola... e dopo puoi fare tranquillamente il cazzo che ti pare...-
-Ma il mio cazzo che mi pare è stare qui con te... tutto il giorno.- Ribatte Izuku alzando un sopracciglio sfrontato e portando le guance di Bakugou ad imporporare immediatamente.
-Che impiccione rompipalle che sei... Beh, che vuoi sapere?-
-Quello che sta succedendo dentro a questa scuola.-
-Ti ho già detto che non dovresti parlarne con me e io non sono neppure autorizzato a farlo. Sei stato come ti avevo già detto al convegno sulle leggende insieme a Shoto?-
Un lieve annuire della testa e Bakugou assottiglia gli occhi esaminandolo fisso.
- E allora cos'è che non hai afferrato?-
Domanda secco piazzandogli in viso quei rubini così splendenti che per alcuni secondi la gravità smette di tenergli ancorato il peso ed Izuku sente vorticare nuovamente la testa e deve costringersi mentalmente a distogliere le iridi dalle sue e ad abbassarle sulle scarpe.
-Se io facessi delle ipotesi a voce alta, tu potresti rispondermi con la parola acqua se sono lontano dalla verità dei fatti o fuoco se ne sono invece vicino?-
-Come i giochetti che fanno i bambini piccoli?-
-Come i giochetti che fanno i bambini piccoli.- Ripete Izuku cercando di non ridere di nuovo.
-Merda che schifo di perdita di tempo... va bene, inizia pure.-
-Tu...- un altissimo sbuffo stizzito porta Bakugou ad alzare gli occhi al cielo seccato schioccando la lingua sonoramente sul palato.
-Ma scusa! Non ho neppure ancora iniziato a parlare!-
-Perché io? Perché sempre e solo io, e mai tu? Perché non mi chiedi di te ma ti interessi soltanto a me?-
-Perché sei tu che sei collegato con me in qualche modo! Io ti vedo nei miei sogni e noi due stiamo insieme e facciamo varie cose! Chiacchieriamo, ridiamo, ci... ehm... lasciamo perdere cos'altro facciamo, ma è chiaro che siamo legati in qualche modo, giusto?-
Le guance di Bakugou prendono fuoco mentre che anche lui sposta gli occhi altrove fermandoli in un angolino del prato senza in realtà vederlo.
-Fuochino.- Sussurra.
-Lo immaginavo.
Tu... tu sei un supereroe...? Tipo Iron Man?-
-Acqua.-
-Un alieno?-
-Acqua.-
-Un fantasma?-
-Oh santissima entità superiore... ti sembro forse fatto d'aria?-
Izuku fa vagare lentamente lo sguardo sul corpo del biondo leccandosi le labbra malizioso e scuotendo la testa divertito ma anche rapito da tutta quella vista splendida portando di nuovo la pelle del viso del pittore ad arrossare vistosamente.
-No, direi di no. Sei per caso... la mia coscienza?-
-Ma che cazzo ti sei bevuto oggi nerd? Potrei mai essere la coscienza di qualcuno? Tu sei completamente fuori di testa!-
Ribatte il pittore aprendo lo zaino e tirando fuori una piccola coperta che stende in mezzo a loro due per poi iniziarci a disporre sopra ordinatamente alcune ciotole vuote e vari recipienti chiusi ma pieni zeppi di cibo. Appoggia due bottigliette d'acqua davanti ad ognuno di loro e delle posate. Si muove meticolosamente portando Izuku a sorridere con il cuore colmo di tenerezza nel notare come ogni mossa sia fatta con così tanta dolcezza.
Non lo voleva a pranzo con lui ma aveva già preparato tutto l'occorrente per farlo.
-Quindi che cosa strana sei?- Chiede studiandolo attentamente e aprendosi la bottiglietta da cui da una generosa sorsata d'acqua fresca senza mai distogliere lo sguardo dalla sua figura.
-Tu hai un'idea completamente distorta di me, mi hai chiesto se sono tante cose diverse ma sempre continuando a credere che io sia il buono. Tutto quello che hai pensato copre la sfera dei protagonisti... ma se io invece fossi l'opposto ?Se fossi l'antagonista, l'avversario... il cattivo?-
-Non puoi esserlo Kacchan... e non mi guardare in quel modo astioso! Non puoi e basta!
Io ti vedo, non sei trasparente ai miei occhi cosa credi?! Te ne stai sempre da solo in disparte, ascolti gli ordini che ti danno le altre persone senza fare casini e cerchi di starmi lontano anche se non vorresti...
Non dire che sei il cattivo, perchè io non posso credere che tu lo sia !-
-Tu non mi conosci... Deku. Tu hai solo ricordi di spezzoni di vita che hai passato con me. Se tu avessi in testa il quadro completo della situazione non staresti più in mia compagnia.- Sibila con uno sguardo minaccioso lanciandogli una veloce occhiata torva e continuando a fare i piatti prima di porgerli la ciotolina.
-Tieni, questo è il Kutson che ti piace. Non quello che ti ha dato Shoto l'altro giorno.-
Izuku rimane alcuni secondi con il piatto in mano, immobile a ripensare alle ultime parole che gli ha detto il pittore, prima di alzare le spalle e mettersi una generosa porzione di cibo in bocca sovrappensiero. Ma appena le papille gustative entrano in azione, un groviglio di sensazioni conosciute lo avvolge.
Un forte odore di cipolla, il soffritto che si cucina sfrigolando vivacemente in una larga padella colma di soia ed il suo naso infilato tra le scapole di una schiena muscolosa. L'altro ragazzo si muove a scatti, mischiando il cibo e lui ha le braccia che gli cingono il bacino, il petto spiaccicato addosso ed un enorme sorriso sul volto.
-Cosa stai cucinando Kacchan?-
-Ti sto per fare provare un piatto che sono sicuro ti farà letteralmente impazzire.-
-E come lo sai che mi piacerà?-
-Perché ti conosco oramai... e poi lo sto facendo io e io ti faccio già impazzire, quindi per osmosi...- Dichiara ridacchiando e staccandogli le braccia delicatamente da addosso al suo corpo.
Si gira con un pezzo di carne incastrato tra le bacchette e soffiandoci sopra.
-Apri la bocca.- Impartisce imboccandolo subito e guardando soddisfatto il volto estasiato di Izuku che mastica ad occhi chiusi leccandosi contento le labbra sporche di soia.
-E' buonissimo, non so cosa sia ma lo adoro! E poi ci voleva proprio quest'ultimo tocco di...-
-Peperoncino...- Dichiara Izuku ad occhi sgranati guardando Bakugou che è a testa china e con le spalle abbassate.
-Si... Nel katsudon è buonissimo, talmente tanto che potrebbe farti...-
-Impazzire. - Finisce la frase per lui Izuku facendo finta di non notare come il pittore sobbalzi stupito dalla risposta.
-Katsuki... perchè io e te ci conosciamo già così bene?-
Il pittore lascia uscire dalle labbra un lungo gemito sofferente.
-Non posso rispondere neppure a questa domanda, mi dispiace.-
-Ma ci siamo già visti qui, in questo posto, è vero?-
Bakugou alza il volto, deglutendo il boccone e lasciando che per una volta l'emozione che sente esplodergli nel petto si palesi, mostrando anche chiaramente all'altro il viso corrugato che cerca di trattenere l'infinita tristezza che gli sta mangiando il cuore.
-Si, ci siamo già incontrati qui.. molte altre volte.- Sussurra prima di abbassare nuovamente il capo verso il basso.
Le bacchette si muovono nella ciotola di entrambi ed il pranzo prosegue in assoluto silenzio.
Si dividono la frutta, sfiorandosi con le mani, cercando di non guardarsi e godendosi al meglio questo tempo passato insieme.
Poi Bakugou rimette per bene le confezioni vuote di cibo nello zaino, raccoglie in una sportina gli avanzi e finisce la sua bottiglietta d'acqua.
Non lo guarda in viso più neppure una volta, ma si risistema le cuffie sulle orecchie, strisciando indietro con il sedere fino ad appoggiare le spalle al ramo dell'albero e a chiudere gli occhi estraniandosi dal mondo esterno.
Sente il battito del cuore galoppare veloce e le mani sudare: non può permettersi di creare anche un solo minimo contatto con lui, non può fare altro modo che innalzare una barriera, un fossato invalicabile, un dislivello continuo, ma allo stesso tempo non riesce a stargli lontano.
Anche se sono passati secoli e anche se conosce in parte le conseguenze di quello che potrebbe succedere se stessero di nuovo insieme, lui è innamorato pazzo di Izuku e questo sentimento che prova non ha mai vacillato un istante e non lo farà mai.
D'improvviso un peso gli piomba addosso e lui si scuote prima di vedere come il ragazzo si sia addormentato e gli sia scivolato addosso. Sospira nel dormiveglia accucciandosi sulle sue gambe, chiudendosi in una posizione rannicchiata adagiato sul suo corpo e portandosi un pugno chiuso vicino al viso soddisfatto.
Bakugou alza una mano che tremante si muove sul suo viso: gli sfiora la pelle delle guance, gli sposta i capelli scoprendogli le bellissime efelidi che lui tanto ama andandole lentamente a toccare.
Sono passati cento fottutissimi anni da quando Izuku si è reincarnato e lui ha contato tutti i maledetti giorni in cui non ha potuto vederlo, da quando non ha potuto riaverlo qui di fronte a lui, a respirargli vicino in carne ed ossa.
Appoggia le braccia sul suo corpo e si abbassa per stringerlo un pochino di più a sé, per sentire la sua pelle calda a contatto con la propria, sospirando tormentato nel sognare un tempo in cui sarebbero potuti rimanere abbracciati per sempre, come se il loro amore fosse per loro e per gli altri un rifugio sicuro.
Ma non lo è, il loro amore è soltanto la fine dei sogni, è il caos e la distruzione e questa è la cruda e nuda realtà dei fatti e lui può soltanto sperare che questa volta riesca a non essere egoista e che sia abbastanza forte da farsi odiare, disprezzare e persino anche dimenticare.
Mentre invece l'unica cosa che vorrebbe fare è amarlo perdutamente in questo modo fino alla fine dei tempi.
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