Come ti vidi

"Come ti vidi mi innamorai, e
tu sorridi perché lo sai. "
Arrigo Boito


-Cosa diavolo gli hai detto?-

-Niente...-

-E' impossibile che tu non gli abbia detto niente... Maledizione! Non ha fatto in tempo ad arrivare e tu ci stai già causando dei problemi. Ti ricordo che io e te abbiamo stretto un patto e questa volta non possiamo proprio permetterci che vada tutto a rotoli come al solito.... hai ben compreso che cosa stiamo rischiando entrambi, vero?-

Un ringhio trattenuto ed una voce adirata si alza come un boato nel mezzo del silenzio.
-Non chiedere a me se conosco le conseguenze di cosa cazzo stiamo rischiando! Non ti azzardare mai più a provare anche solo a pensare che io non sappia cosa stia succedendo... di nuovo! Sono io quello che ha perso fin ora più di tutti voi messi insieme, sono io che sono obbligato a vivere in questo modo di merda... sono sempre io che...- Un rantolo trattenuto e un debole singhiozzo.

-RAGAZZI! Smettetela di litigare subito e abbassate il tono della voce. - Dichiara secca una terza voce che è quella di una donna.
-Katsuki è inutile che ti dica che le tue future azioni avranno ripercussioni enormi sulla permanenza in questo tempo per tutti noi, quindi cerca di collaborare senza ribattere ad ogni osservazione che ti viene posta ed evita di causare problemi come fai di solito, hai capito?-

Un mugugno sommesso ed un lungo sospiro amareggiato.

Izuku sbatte le palpebre varie volte emettendo un lungo gemito prima di alzarsi leggermente con le spalle ed osservarsi il corpo disteso su un lettino anonimo situato in una probabile stanza di infermeria.

Al lieve rumore la preside emette un urletto sorpreso e gli si avvicina subito appoggiandogli una mano sulla fronte ancora leggermente sudata.

-Oh signorino Midoriya, ci ha fatto preoccupare moltissimo. Lei...sta meglio?-

-Io... si- Risponde sicuro facendo vagare lo sguardo lungo il perimetro della stanza e soffermandolo prima sulla figura altera di Todoroki che lo sta fissando con espressione seria e poi su quella del ragazzo biondo di fianco a lui, che è rimasto immobile a testa bassa.

Tutta il suo corpo emana una cocente rabbia trattenuta, le spalle gli tremano, le mani sono chiuse a pugno e la piccola porzione di viso visibile è sfigurata in un cipiglio furioso.

-Mi... mi dispiace che vi siate preoccupati, non so cosa bene cosa mi sia successo. Ma è già capitato altre volte che io sia svenuto, penso di soffrire di pressione bassa e comunque... lui non centra assolutamente nulla con tutto ciò.-
Dichiara serio indicando Bakugou che sgrana gli occhi stupito alzandoli da terra e mettendoli in quelli verdi dell'altro.

La preside si schiarisce la gola a disagio guardando prima i due ragazzi alle sue spalle e poi quello ancora disteso.

- Ma noi lo sappiamo benissimo che il Signorino Bakugou non può essere stato... come le è venuta in mente questa idea bizzarra? -

-Mi è sembrato di capire che lo stavate sgridando e ho creduto opportuno mettere in chiaro le cose.-

-Ma assolutamente no, stavamo soltanto... parlando... giusto?- Il tono di voce con cui si rivolge al ragazzo dai capelli biondi si alza di alcune note diventando gracchiante, fintamente docile e Izuku si ritrova a fissare di nuovo quel bellissimo viso di pelle chiarissima incorniciato da selvaggi capelli dorati.

Ora gli è chiaro che è lui il famoso studente e pittore che ha creato quasi la totalità dei quadri della struttura ed è sempre lui il ragazzo che in qualche modo gli ricorda qualcosa.

-Io me ne vado.- prorompe a voce roca girando le spalle Bakugou. - Il nerd letterato con la pressione bassa è vivo e io ho sicuramente altre cose da fare più importanti adesso.-



Izuku passeggia a testa alta, con il mento rivolto verso le pareti piene di quadri, trattenendo con forza i libri stretti tra le braccia mentre che Shoto gli cammina di fianco in silenzio.

Non si sono scambiati nessuna parola se non i classici convenevoli da quando è passato a prenderlo dalla sua stanza per poi offrirsi gentilmente di accompagnarlo all'aula predisposta per la lezione di oggi.

-Stai bene?- Prova a domandare Todoroki notando come il ragazzo sia sovrappensiero.

-Si, grazie.- Risponde cercando di distogliere lo sguardo dai dipinti e portandoli sul volto preoccupato dell'altro.

-Ieri sera ti sei riposato abbastanza? Ho visto che non sei neppure sceso per cena... O hai per caso usato il tuo tempo libero di nuovo per girovagare per la struttura alla ricerca di guai?-

Izuku sobbalza alla domanda che trova velatamente indiscreta, socchiudendo gli occhi irritato non avendo il tempo di rispondergli a tono che un'altra domanda ancora più strana gli viene posta subito dopo.

-Oggi verresti a pranzo con me? Vorrei fare due chiacchiere con te da solo.
Se per te non è di troppo disturbo...- Aggiunge veloce esaminandolo serio.

Gliela sente l'ansia nascosta nella voce, la paura di un suo rifiuto, di un ritrarsi da questa situazione ambigua e per l'ennesima volta non comprende bene cosa stia succedendo. Sembra quasi che in qualche modo questo ragazzo sia fin troppo interessato a lui, pur non conoscendolo affatto.

Ma se vuole capire cosa stia succedendo qui dentro probabilmente l'unica opzione possibile è quella di accettare l'invito.

-Si certo, molto volentieri.-



L'aula di lezione è ampia, arricchita di ariose porte finestre per tutto il lato esterno che si affacciano direttamente sui rigogliosi prati verdi e sui meravigliosi alberi di ciliegio. Non ha mai visto una struttura così bella e così ben tenuta, considerando che non ha ancora incontrato personale che ci lavori al suo interno.
Essendo così grande è matematicamente impossibile che non ci sia.

I banchi sono singoli e tutti separati tra di loro, e Izuku accoglie come un normale dato di fatto che lui scelga un banco e che il ragazzo dagli occhi diversi faccia lo stesso con quello a lui più vicino.

I suoi compagni accettano la situazione senza neppure farci caso, attendendo tranquilli prima la loro sistemazione per poi fare altrettanto.

-Ciao Midoriya, non sei venuto a cena ieri sera... e non ti abbiamo visto neppure stamattina per fare colazione.-

-In realtà sono sceso in cucina molto presto e non c'era ancora nessuno di voi.- Dichiara lui guardandosi attorno e cercando con gli occhi l'unico viso che gli interessi vedere e che ovviamente manca all'appello.

- Ma guarda un pò! Abbiamo un altro mattiniero qui con noi! Anche tu vai a correre tutte le mattine come fa Bakugou...?
Ehy! Ma perché adesso mi hai tirato una gomitata?- Domanda Kaminari guardando storto Jirō che alza gli occhi al soffitto sbuffando sconsolata.

-A lui non frega nulla di quello che fanno gli altri qui dentro... - Dice a denti stretti con uno sguardo assassino.

Izuku guarda accuratamente il ragazzo che ha risposto prima trovandolo a primo impatto molto simpatico e cercando con un vano sforzo di ricordarne il nome.

-Solitamente preferisco dormire, visto che i sogni sono il mio unico rifugio sicuro, ma stanotte ho fatto fatica a prendere sonno. Mi sentivo... strano.- Dichiara girandosi di scatto verso la porta nel notare una figura dai capelli biondi che è magicamente apparsa nell'aula illuminandola all'improvviso.

Cammina a testa bassa: al suo fianco il ragazzo dai capelli rossi che ha già conosciuto il giorno prima ha un braccio appoggiato alla sua spalla e gli parla senza sosta vicino all'orecchio portandolo ad annuire e a stringere irritato ogni tanto le labbra tra di loro.

Quando alza gli occhi cremisi e nota come lui lo stia fissando apertamente, si agita ancora di più, scansando lontano con una spinta brutale l'amico che sgrana gli occhi stupito.

-Ho capito capelli di merda, non sono stupido. Non rompermi il cazzo di prima mattina pure tu!-

Si sistema senza salutare nessuno in uno dei banchi davanti, quello più isolato, estraendo da un piccolo zaino un blocco da disegno ed una matita. Appoggia un gomito sul banco e la testa sulla mano aperta, nascondendosi non solo lui ma anche quello che sta disegnando dalla vista di tutti gli altri.

-E' soltanto una persona maleducata, non prendertela a male se non ti ha salutato. Fa così con tutti.- Sussurra avvicinandosi a lui Todoroki e Izuku distoglie lo sguardo dalla schiena del pittore pensando che l'unica cosa che lui riesce a vedere non è una persona cafona, sgarbata come pensano gli altri, ma solamente un ragazzo molto arrabbiato, e per chissà quale motivo, abbandonato a se stesso che se la prende con il mondo intero.



-Andiamo?-

La mattinata è stata impegnativa ma deve ammettere che la lezione appena terminata è stata interessante e ben modulata. Si stiracchia la schiena alzandosi dal banco e notando come tutti i ragazzi stiano raccogliendo le loro cose senza badare minimamente a loro.

Soltanto Bakugou sembra appositamente metterci più tempo, ritardando il momento in cui dovrà uscire dall'aula, continuando a lanciare veloci sguardi nella loro direzione.

-Ci fermiamo a prendere da mangiare prima, giusto?- Domanda sperando in quel modo di poter osservare meglio il ragazzo biondo di cui non riesce a farsi passare il tarlo ossessivo che ha nel cervello.

-In realtà mi sono fatto preparare questa mattina alcune cose... E l'ho fatto fare anche te. Speravo che accettassi il mio invito.- Dichiara alzando le spalle.

-Senza neppure chiedermi prima cosa preferissi mangiare?- Domanda cupo Izuku storcendo il naso infastidito.

-Sono sicuro che quello che ti ho fatto preparare ti piacerà moltissimo. Il Katsudon piace a tutti.- Ribatte serio girando lo sguardo verso il banco di Bakugou dove alcuni libri gli sono sfuggiti dalle mani ed il rumore ha attirato i loro sguardi.
Izuku guarda attentamente verso la figura del ragazzo: di nuovo le spalle che tremano dalla rabbia, le mani strette e la schiena irrigidita. Si abbassa nel prendere le cose che gli sono cadute per terra e si lancia fuori dall'aula come una furia impazzita.



Todoroki è molto simpatico ed oltretutto è anche un bel ragazzo, e lui deve dire che ha sempre preferito di gran lunga le immagini maschili a quelle femminili, ma nonostante siano seduti in un posto fantastico, nonostante l'atmosfera sia intima e che il ragazzo si sia rivelato insolitamente piacevole, la sua unica forma di pensiero è diretta soltanto verso due meravigliose iridi cremisi.

-Ma sai che hai degli occhi veramente di una tonalità molto strana... sembrano... rossi.-
-Il colore è dovuto ad una mancata pigmentazione quindi non sono proprio così strani.-
-Oh si invece, per me sono strani lo stesso. Non ne ho mai visti prima... ma sono anche così belli...-
Katsuki sgrana gli occhi stupito prima di sorridergli felice.
- Mai belli quanto lo sei te.-

-Izuku mi stai ascoltando?-

-No, scusami. Sono sempre molto distratto ultimamente e sinceramente parlando, questa scuola mi rende irrequieto e distante come non mi era successo prima. O almeno, non a questi livelli.-

-Ti piace il katsudon?-

-Molto, avevi ragione su questo.- Ammette regalandogli un sincero sorriso di ringraziamento.

-Comunque ti stavo dicendo che questo fine settimana proprio la nostra scuola accoglie un piccolo convegno in cui un luminare tratterà di leggende del posto. Ti piacerebbe assisterci... con me?-

-Ci saranno anche gli altri nostri compagni?-

-Qualcuno probabilmente si... non tutti però sono attratti da questo genere di cose.-

-Beh, è il mio preferito e quindi sarò felice di andarci con te.-

Izuku appoggia la ciotola e le bacchette sull'erba prima di emettere un lungo sospiro appagato e girare la testa verso il ragazzo al suo fianco che lo sta fissando tenacemente.

-Posso farti una domanda personale? Sei interessato a qualcuno?-
Domanda Todoroki.

Izuku si prende qualche istante per scrollarsi alcuni chicchi di riso che gli sono caduti sul pantalone, per poi stirarsi la camicia della divisa con le mani e piantare le iridi nelle sue.

-Mi stai chiedendo in modo gentile, se sono libero?-

-Si..-

-Non mi è mai interessato nessuno in realtà.-
Fino a ieri.

Il silenzio si protrae, ma è un momento che non ha più nulla da spartire con quell'atmosfera calma e rilassata di qualche momento prima... a Izuku sembra sia diventata opprimente, obbligata e quasi volutamente cercata. Un percorso già segnato che il ragazzo sta fedelmente seguendo.

-Non mi chiedi se anche io lo sono?-

-Bakugou lo è? –

Le labbra di Todoroki si stringono forte in una linea dura mentre sul viso appare un'espressione totalmente irritata. Stringe gli occhi guardandolo malevolo.

-Non mi hai appena detto che non ti è mai interessato nessuno?-

Si è vero che lo ha detto, ed è stato così fino ad un attimo prima di vederlo solo in quell'aula, fino ad un secondo prima che lui alzasse quelle iridi cremisi e le posizionasse nelle sue.
Perché in quel piccolo momento è stato come se lui avesse iniziato finalmente a vivere, a respirare sul serio e a provare tutti quei sentimenti rimasti sepolti dentro al suo corpo.
E' come se la sua anima l'avesse sempre aspettato, è come se attendesse consapevolmente il suo arrivo.

E' possibile che esista il famoso filo rosso che lega il destino di due persone?
E' possibile che le loro vite siano state intrecciate e che loro si siano già conosciuti in un tempo e luogo diversi da quelli che stanno vivendo ora?

-Scusami veramente, non voglio sembrarti un maleducato o un menefreghista, ma ho seriamente bisogno di capire una cosa. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me oggi... e beh, ci vediamo più tardi, o a cena ... o domani.-

Dice alzandosi svelto da terra e allontanandosi in tutta fretta senza ribattere allo sguardo pungente che Todoroki sta sfoggiando sul viso reso livido dalla rabbia.

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