Capitolo 6

Scusate il ritardo ma non ho avuto molto tempo, buona lettura ;)

Tra dieci minuti inizia lo spettacolo di Beatrix, e mentre aspetto gli shot mi guardo intorno. Il locale è pieno, l'atmosfera è raffinata ma al contempo misteriosa e sfrontata. Le pareti sono piene di specchi oscurati e danno la solita sensazione di non riuscire ad afferrare qualcosa - sai che è lì ma intravedi ombre e giochi di luce che non comprendi fino in fondo -. La grande sala ha degli enormi lampadari di cristallo, a prima vista potrebbe sembrare che la luce provenga da candele circocentriche che decrescono salendo verso il soffitto, in realtà sono delle lampadine a forma di candele, anche se non posso dire che l'assenza di vere candele renda il lampadario meno magnifico. Sparsi per il resto del soffitto ci sono luci e specchi puntati in diverse posizioni, di solito utilizzati alla fine degli spettacoli non appena il locale si trasforma in una discoteca. I tavolini sono in marmo nero, rotondi, sui quali c'è poggiato un candelabro con un'enorme candela di almeno venti centimetri in altezza e spessa forse cinque centimetri, accanto alla candela c'è una bellissima rosa rossa con il gambo lungo e le spine ancora attaccate. I tavoli vicino alle pareti hanno dei divanetti color malva su cui sono adagiati dei lunghi cordoni con all'estremità nappe di ogni genere. I tavoli centrali invece sono accompagnati da sedie in legno nere con i manici che io amo definire a "guscio di lumaca" - per la forma a spirale bombata - mentre nei quattro estremi della sala sono posti degli angoli bar, anche se non sono dei veri è propri angoli quanto più delle cavità. La sorpresa più bella, però, è sempre il palco - che cambia scenografia in base allo spettacolo - attualmente chiuso da una pesante tenda di velluto bordeaux.
Tatiana ci porta il nostro ordine e poggiando gli shot sul tavolino esclama:
- «Ragazze! Che bello vedervi pensavo non veniste più!»
- «Tati, non ci perderemmo per nessuna ragione al mondo lo spettacolo del venerdì di Beatrix! È solo che abbiamo avuto un piccolo problema idraulico.» Dico guardando le ragazze con un sorrisetto complice e Tatiana sembra confusa quando vede le ragazze ricambiare il sorriso. Tatiana è una ragazza molto carina, con il caschetto nero, gli occhi castani e la pelle chiarissima ricoperta di tatuaggi, è il tipo di persona che non passa inosservata - tanto per usare l'eufemismo dell'anno -. Vee le mette uno shot in mano ripetendo il gesto con me e Blair ed esclama a gran voce:
- «Ad Aradia, affinché le brutte giornate rimangano solo questo, brutte giornate!»
Poi alza il suo bicchierino invitandoci a fare altrettanto, io guardo le ragazze con riconoscenza e mandiamo giù quel fuoco liquido tutto d'un sorso. Dopodiché Tatiana prende i bicchierini vuoti e facendoci un occhiolino si allontana dal tavolo per continuare a lavorare. Io sento già la bocca dello stomaco in fiamme per via del rum, perciò mi rilasso sul divanetto quando, ad un tratto si abbassano le luci. È l'ora dello spettacolo! Le tende iniziano lentamente a scivolare via scoprendo il palco e le due scalinate laterali da cui iniziano a scendere le ballerine a ritmo con la musica, tutte vestite con autoreggenti, reggicalze e bustino-body porpora tutto pieno di pietre nere, sul dietro all'altezza del sedere una deliziosa coda di piume. Iniziano a ballare ed io mi incanto dimenticando gli effetti dell'alcol, il resto degli spettatori non fanno che fissarle, completamente ammutoliti. Le ballerine ancheggiano e si muovono in modo sensuale quando entra in scena Beatrix - per quanto possa sembrare impossibile è ancor più bella del solito, con un frustino e tutta la potenza della sensualità femminile -, arriva sul palco con indosso una tunica nera in pelle lunga fino ai piedi, che però ha vita breve su di lei perché le altre ballerine iniziano a sfilarle lentamente la tunica, continuando a ballare. Scoprono gradualmente pezzetto di pelle dopo pezzetto, finché Beatrix non rimane con indosso solo dei copri capezzoli neri con le frange, un perizoma e sopra il tutto, una tutina intera di rete nera, che però più che a coprire serve a renderla solo più inarrivabile. A metà spettacolo ho già finito i miei tre shottini e presa ormai dall'euforia - di solito non bevo, ma in compagnia è sempre piacevole, ammesso che riesca a mantenermi entro un certo limite - ne ordino altri tre a testa. Finito lo spettacolo, andiamo dietro le quinte per congratularci con Beatrix.
- «Ragazze siete venute, grazie! Anche se è arrivato il momento che voi mi diate una risposta» Ovviamente si riferisce al nostro spettacolo di venerdì prossimo. Le ragazze mi guardano speranzose ed io, troppo brilla per negar loro qualsiasi cosa, esclamo semplicemente:
- «Sì!»
Beatrix mi guarda confusa.
- «Si, cosa Aradia?»
- «Si, faremo lo spettacolo!» Mi sento dire tutto d'un fiato e con voce stridula. Le ragazze mi saltano addosso, entusiaste mi iniziano a baciare ovunque. Beatrix invece mi guarda con orgoglio e dice:
- «Brava Ary! Finalmente inizi a maturare.»
Non capisco bene cosa intenda ma, d'altro canto, non capisco nemmeno perché ho deciso di accettare. Mi scrollo di dosso le ragazze rivolgendogli un sorriso bonario - ah, gli effetti dell'alcol, domani me ne pentirò! - e mi allontano perché ho bisogno di prendere aria, la mia testa gira troppo. Mi avvicino al tavolo, prendo la pochette che mi ha dato in prestito Vee e mi accingo verso l'uscita posteriore per cercare di liberarmi dal baccano che non fa altro che martellarmi in testa e di gente che mi fissi. Apro la porta e:
- «Finalmente!» Dico, parlando nuovamente da sola.

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