Capitolo 2

- « Hey splendore! »
Sono le 6:30 pm e in ufficio non è rimasto praticamente nessuno a parte la sicurezza, ma questa voce mi fa quasi dimenticare la stanchezza.
- « Jamie, tesoro, dov'eri finito? »
Eccolo, il tipico ragazzo sproporzionatamente bello ed irrimediabilmente gay, il volto amico che giornalmente mi aiuta ad uscire indenne - o quasi - da questo purgatorio.

- « Amore, alza quelle chiappe sode e vieni con me a bere. Ho bisogno di qualcosa talmente forte da farmi dimenticare questo schifo di giornata! Il capo ha chiesto una rivisitazione completa dei capi per lo shooting di domani e dopo dieci atroci ore di lavoro devo di ritrovare la pace, possibilmente nel fondo di un bicchiere! »
Con le lacrime agli occhi e gli addominali doloranti ci ritroviamo all'ennesimo drink, e io sto cercando davvero di capire come faccia Jamie a divertirmi così, annullando simultaneamente il resto del mondo, anche se credo che i passion mojito che mi circolano in corpo abbiano giocato a suo favore. Dopo la sesta occhiataccia dei signori seduti vicino, e l'ora assurdamente tarda, decidiamo di tornare a casa lamentandoci delle rispettive sveglie che avrebbero iniziato a suonare troppo presto. Ci dirigiamo all'uscita del locale barcollando e ridendo, saluto Jamie con un bacio e fermo un taxi, mi restano solo quattro ore per dormire e sono davvero esausta.

Inutile dire che al mio risveglio ho trovato un gran mal di testa - che con ostinazione mi ha accompagnata per tutta la mattina - e un ritardo degno di nota. La giornata procede a rilento, mi consolo pensando che oggi è giovedì e tra un paio d'ore rivedrò le mie due migliori amiche, quelle ragazze sanno davvero come rendermi felice.
Finalmente finisco di organizzare la scaletta per domani, lo shooting di oggi mi ha impegnata fino ad ora e dovrei essere fuori già da quindici minuti, in compenso è stato grandioso: la modella era uno schianto, gli abiti meravigliosi ed il fotografo professionale e anche molto simpatico. Spengo il pc e mi precipito sulla First Avenue (Manhattan), dove mi aspettano Blair e Venere o, per lo meno, dove avrebbero dovuto aspettarmi visto che, ovviamente, sono la prima ad arrivare.

La puntualità non è mai stata una nostra dote, è una delle infinite cose che abbiamo in comune ma proprio quando mi rendo conto che tra soli cinque minuti inizia la lezione, improvvisamente, vengo travolta da una specie di uragano umano. Venere mi stritola e mi riempie di baci.
- « Ary che cavolo! Un minimo d'entusiasmo, ti serve spirito di partecipazione piccola, sembra che ti sia appena andato di traverso un cetriolo! Dov'è quella snob di Blair? »
Mi sconvolge sempre la capacità di Venere nel riuscire a dire così tante parole in così poco tempo - a volte mi chiedo se le capiti anche di respirare tra una frase ed un'altra -, ma è così bello ritrovarsi che ridacchiando come un ebete prolungo il nostro abbraccio.
- « Ciao anche a te! Non ne ho idea, sono arrivata poco fa e per poco non hai rischiato di farci rotolare a terra. Vedo che il tuo corso di bon ton va alla grande, principessa. »

Finisco appena di parlare e scoppio a ridere di fronte alla sua espressione di finta offesa. Venere o Vee è estremamente bella: pelle scura, alta un metro e settanta, corpo mozzafiato tipicamente cubano e dei favolosi occhi verde prato, ma in quanto ad atteggiamenti si limita ad esprimersi come meglio crede - ovvero quasi sempre come una camionista - storcendo il naso ogniqualvolta le si fa notare l'ovvio.
- « Eccola! »
Gridiamo all'unisono, corriamo ad abbracciarla e lei sembra che ci raggiunga a passi di danza, piccolo 'deficit' posturale dovuto ai suoi nove anni di danza classica. - « Ciao bambole, pronte ad ancheggiare ed a far ruotare quelle fantastiche gambe? »
Conclude strizzandoci il sedere.

Una cosa che adoro di Blair è che riesce ad adattarsi velocemente a qualsiasi situazione. Se si trovasse ad una cena di beneficenza risulterebbe impeccabile ed elegante mentre un paio d'ore prima sarebbe sicuramente stata impegnata ad avvalersi del premio di "ruttatrice dell'anno" - sfida tra l'altro realmente vinta in una competizione con suoi due fratelli -. Bionda naturale, alta un metro e ottantacinque, con i suoi fantastici occhi blu, Blair è la persona più solare che conosca. Ci avviciniamo alla scuola di ballo continuando a ridere ed a parlare del più e del meno, entriamo salutando Giuly, la receptionist, che ci sorride e ci fa un cenno col capo mentre continua la sua conversazione telefonica, ci dirigiamo agli spogliatoi e come al solito indossiamo i nostri shorts elastici e un top, che è poi risultato l'abbigliamento scelto dalla maggior parte delle ragazze per il corso di burlesque al quale ci siamo - stranamente - appassionate tutte e tre da circa quattro mesi.

Ci avviamo verso le nostre ormai familiari postazioni, delle semplicissime sedie nere in legno, mentre arriva Beatrix, la nostra insegnante, con il suo fisico da pin up fasciato in un paio di calze a rete, culotte nere ed un bustino che, su un'altra, sarebbe sembrato quasi volgare.
Beatrix si esibisce nel nostro locale preferito: il Cleopatra. Dopo aver assistito ad alcuni suoi spettacoli eravamo talmente ammaliate da quei movimenti così sexy che non siamo riuscite a resistere alla tentazione di andare dietro le quinte e complimentarci di persona con lei.

Angolo scrittrici:
Ciao ragazziiii, spero che il nostro racconto vi stia appassionando.
Che ne pensate di Aradia?
Aspettiamo commenti e anche le critiche non ci spaventano 😂😂
Un bacio a tutti 😘.

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