UNDICI
John gli si fece vicino, così vicino che Abel dovette imporsi di rimanere sul posto, anche se quella posizione gli suonava troppo intima.
Una posizione da preludio di un bacio.
Per quanto lo stuzzicasse a riguardo, però, non voleva che John lo baciasse. Erano amici. John Caro Baker era l'Amico, quello con la a maiuscola, quello delle battute sceme, delle frecciatine. Quello con cui si confidava e sul quale sapeva di poter contare sempre. Perché si fidava di John, nonostante tutti gli "amici" che lo avevano preceduto e che, nel migliore dei casi, avevano finito per tradirlo.
Di John, Abel si fidava.
Ed era certo che John fosse eterosessuale.
Non è mica possibile che tutti quelli che mi stanno attorno mi vogliano scopare! Non sono così irresistibile!
Sarebbe stato troppo da sopportare.
Un altro tradimento, un amico che si sarebbe rivelato non più tale.
Baker si protese ancora di più verso di lui.
Su una scena del crimine! Che cosa macabra! Orribile!
-Se vuoi avvisarli, ti do il permesso. Anche se abbiamo delle indagini in corso. Rimarrà un nostro segreto- sussurrò l'uomo e i film mentali di Abel si spensero di colpo.
Gli scappò un sorriso di sollievo, ma subito lo nascose, anche se era assolutamente certo che l'altro lo avesse notato, infatti, John aggrottò la fronte e Abel si affrettò a scuotere la testa. -Il livello di guardia del Clan è già al massimo. Per altri motivi-
-Motivi che non mi dirai, suppongo-
-Supponi male. Sei l'unico poliziotto che mi è rimasto a portata di mano- John gli diede uno scappellotto. -Ahio!- sbuffò e gli raccontò brevemente quello che aveva appreso durante il suo rapimento, aggiungendo i succulenti dettagli carpiti da Hauke.
I timori verso la sua persona del tutto svaniti. Già che c'era, condivise con lui pure quelli. Dopodiché, si sentì molto più leggero.
-Cretino!- lo rimproverò John. -Io e te siamo amici e basta. E a me piacciono le donne!-
-Menomale... non posso mica farmi a spezzatino per saziare tutti, eh-
-Figurati. Il boccone che pensavi di riservare a me conservatelo per qualcun altro-
-Ho il cuore sold out! Non ho più posto per nessuno-
Baker scosse la testa. -E il sesso solo per il piacere del sesso?-
-È la vecchiaia che incombe e sto diventando così romantico che finisco per innamorarmi di ogni mio amante-
-Florian, eh?-
Abel si morse un labbro e preferì tacere.
Anche John rimase in silenzio per un po', mentre la sua espressione si faceva vacua. -Rischiamo di vederci seppelliti dai cadaveri dei membri del Clan?- chiese, dopo qualche secondo, e la sua voce gli risultò alle orecchie fin troppo tremolante.
Non era da lui. Ma forse, pure lui, era stanco di tutta quella storia. Era stanco di non riuscire a vedere una fine, ma solo infinite strade che continuavano ad aprirsi a ogni passo su paesaggi sempre più desolanti e raccapriccianti.
Abel fece cenno di no. -Sono cose del Clan. Nessuno si accorgerà di niente- tentò di rassicurarlo, anche se era consapevole che il significato intrinseco delle sue parole restava, comunque, spaventoso.
-Sei sicuro?-
-Non hanno alcuna intenzione di rendere gli umani partecipi delle loro cose-
-Uhm- John si passò una mano sul volto. -È terribile che ricorrano ancora alla violenza...-
-Sono animali- lo interruppe e l'uomo gli rivolse uno sguardo a metà tra il rimprovero e il dubbio. -Ragionano come animali. Sopravvive il più forte. E chi sopravvive merita di diventare il capo proprio perché è il più forte. Fine. Ma sono abbastanza umani da capire che l'opinione pubblica resterebbe sconvolta se venisse a sapere certe cose...-
John annuì. -Che idea ti sei fatto dopo aver visto giù?- chiese, facendo cenno in direzione della baita.
Abel sospirò, si rigirò tra le dita la boccetta di profumo dell'ispettore, mettendo a mente di restituirglielo appena l'avesse rivista.
-Sono collegate? La scena del crimine di ieri e questa, intendo. O quella foto è solo una coincidenza?-
Abel si strinse nelle spalle. -Possibile che siano collegate. Il loro covo e il luogo del delitto...-
-Avranno lasciato questo posto da poco. Forse persino ieri, mentre noi scoprivamo il luogo del delitto-
-Di quel delitto-
-Lo pensi anche tu?-
-Troppi vasetti pieni...- borbottò Abel e l'ennesimo conato gli serrò la gola.
Il commissario scosse la testa. -Non penso si tratti di qualcosa di simile al Caso Krause. Di cose come questa qui, ...- disse, indicando con un pollice dietro di sé. -... se ne stanno verificando diverse per tutta la Federazione-
-State lavorando su altri casi simili?-
-Noi no. Ma altri agenti, di altri commissariati, sì. Da quando è stata approvata la nuova Legge, sono tanti i gruppi che si sono formati. Gruppi d'odio verso l'una e l'altra fazione-
-Non se lo vogliono proprio ficcare in testa che siamo tutti un cazzo di popolo sotto lo stesso cielo-
John scosse la testa. Irrigidì le spalle e si allontanò da lui. Fissò lo sguardo per un po' verso la baita, le mani nascoste nelle tasche dei pantaloni. Sospirò e riportò l'attenzione su di lui. -Devo preoccuparmi?-
-Figurati se questi pazzi vengono ad attaccare me! Chi cazzo sono io per...-
-Parlo del Clan. Devo preoccuparmi per te a causa loro?-
Abel tornò a mordersi un labbro. Avrebbe voluto dire di no, con forza e convinzione, ma non era certo neppure lui che quella fosse la verità. Era stato facile minimizzare tutto davanti Reik e Florian: proteggerli pure da quelle che sentiva essere le minacce che incombevano sulla sua vita. Non coinvolgerli, lasciarli sullo sfondo al sicuro. Anche se loro possedevano "armi" più potenti delle sue per combattere tutto quello. Ma l'amore giocava strani scherzi, metteva in testa strane idee, modificava del tutto le proprie priorità.
E proteggere Reik e Florian era diventata l'assoluta priorità.
Voleva bene anche a John, ma John era suo amico. John era anche il braccio, non solo il cuore. Quello con cui sarebbe partito per un viaggio fino in capo al mondo per fare il culo ai cattivi.
-Non lo so. Io non ho intenzione di competere per essere capoclan-
-Ma è il ruolo che ti spetta di diritto-
Abel scacciò quelle parole con il cenno annoiato di una mano, stanco di doversi ripetere. -Non lo voglio. Però qualcuno potrebbe non credermi e sfidarmi lo stesso per eliminare del tutto la concorrenza-
-Hauke?-
-Figurati! Assolutamente no! Lui è pronto a competere per difendere me e Gesche. È al gradino più basso, per così dire, all'interno della gerarchia di successione. Al momento Gesche ha preso il posto di Saul, anche se non le spettava, ma prima di lei ci sono io. Se dovesse succedere qualcosa a me o a mia madre, allora toccherebbe ad Hauke, perché è il vice di Saul-
-Sei sicuro che lo farebbe per proteggervi?-
Abel si strinse nelle spalle. -Non bastano un paio di pacche sulle spalle e due scuse per cancellare il passato, ma voglio credergli. Hauke mi è sembrato sincero, quando ne abbiamo parlato-
-E io mi fido del tuo giudizio-
-Hauke rischia molto, non solo la vita. È brutto da dire, ma se morisse... fine. Il problema non sarebbe più suo. Ma Hauke ama il Clan. Se vincesse, ha già deciso di abdicare in favore di Gesche e Gesche, secondo le nostre regole, si troverebbe costretta a bandirlo dal Clan. Questo farebbe più male ad Hauke, ma è una possibilità che ha pure già preso in considerazione-
-Perché bandirlo?-
-Perché non ti tieni in casa un lupo più forte di te, che sai potrebbe farti fuori da un momento all'altro. Magari cambia idea e decide di riprendersi il posto che ti ha ceduto. È un pericolo. Ma anche la testimonianza concreta che il posto che hai ti è stato regalato, non te lo sei conquistato e questo è un cattivo biglietto da visita per qualsiasi capoclan. Ti rende debole agli occhi degli altri-
-Sono cose assurde e senza senso-
-Sono animali, te l'ho detto-
John scrollò le spalle. -Reik non ragiona così-
-Reik è un mannaro- disse Abel in un sussurro.
-È sempre un lupo-
Abel scosse la testa. -È un essere umano che non accetta la sua maledizione. Reik e il mannaro sono due cose diverse che convivono nello stesso corpo. I licantropi no, i licantropi sono uomo e lupo insieme, in armonia dentro lo stesso involucro. Per questo ragionano in modo diverso-
-E per questo i licantropi odiano i mannari?-
-Non solo i licantropi. Tutte le creature sovrannaturali in armonia con la propria parte sovrannaturale, o quello che è, non tollerano che qualcuno possa disprezzare la propria natura non umana fino al punto di scinderla dall'altro sé-
-Ma i mannari non conservano neanche consapevolezza di sé, in forma animale-
-Demoniaca. Forma demoniaca. Non sono considerati animali come i lupi. Non ne hanno le sembianze neanche quando si trasformano-
-Reik...-
Abel trasse un lungo sospiro. -È il motivo per cui i mannari sono considerati creature maledette-
John contrasse le labbra. -Deve essere una sofferenza immensa-
-Molti impazziscono. Non si può accettare di custodire un mostro dentro di sé su cui non si ha nessun controllo-
-Secondo te è questo?-
-Cosa?-
-Il motivo per cui non si sta curando-
Abel percepì gli occhi riempirsi di lacrime. -Mi auguro di no-
-Forse ha paura. Paura di...-
-Anche se rimanesse su una sedia rotelle a vita, questo non cambierebbe la sua natura. Alla prossima luna piena lui si trasformerà-
-Ma non sarà in grado di fare del male a nessuno, impossibilitato a muoversi-
Abel tacque. C'erano tanti modi raccapriccianti a cui un mostro avrebbe potuto attingere, spinto dalla propria brama di sangue, per "muoversi". Non credeva proprio che quello fosse il motivo per cui Reik non voleva curarsi. Gli sembrava troppo stupido riporre speranze in una cosa come questa. -Si farà comunque del male lui. Da umano. Privandosi di tante cose. Come, ad esempio, del suo lavoro-
John scosse la testa. -Mi auguro che cambi idea- disse e gli strinse di nuovo una spalla. Un gesto solidale, sincero.
Abel gli sorrise teso e annuì.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top