DICIANNOVE

Si accorse del vassoio con la colazione soltanto quando lo urtò con un piede, rischiando di fare finire tutto sul pavimento. Con un movimento fulmineo Florian riuscì a salvare il vassoio e Reik ridacchiò.

-Sei sempre il solito-

-Adorabile-

-Senza ombra di dubbio- disse Reik e gli rubò un morbido bacio, mettendo a tacere tutte le sue eventuali proteste in anticipo.

Stavano imparando a conoscerlo bene, troppo bene.
Non andava bene per niente.
Che ne sarebbe stato del loro rapporto se avessero iniziato a prevedere le sue azioni, le sue battute? Non avrebbe più potuto vantare il suo fantasmagorico potere di rompibal– disturbatore serial– adorabile unicorno.

Si tirò a sedere e Florian prese posto accanto a lui, sul bordo del letto, reggendo tra le mani un piatto. Accostò al suo viso un pezzo di un qualche frutto dal colore lattiginoso che sul momento non riconobbe. Abel schiuse le labbra e morse, scoprendo che si trattava di mela. Sorrise, leccando il succo che gli era scivolato sul mento e che aveva raccolto con le dita, mentre Reik si issava a sedere al suo fianco, lo afferrava per le spalle e lo attirava a sé, catturando la sua bocca in un bacio di fuoco. Stupito – non gli sembrava di averlo provocato sessualmente in nessun modo – si girò verso di lui per facilitarlo ed evitare così un Colpo della strega al collo.

Le mani di Reik si mossero sul suo corpo, sotto il lenzuolo, e Abel sgranò gli occhi, rendendosi conto in quell'istante di essere nudo.
Non ricordava di essere andato a letto nudo, quella mattina.
Completamente nudo.
Ma era pure vero che possedeva scarsi ricordi delle ultime ore: troppa stanchezza.

La bocca di Florian lo raggiunse alla spalla offesa, baciando con delicatezza, per poi scendere lungo il braccio dallo stesso lato, fino alle dita che si lasciò scivolare sulla lingua, una per volta. Abel ansimò nella bocca di Reik, in cerca di aria – la stanchezza? Un ricordo lontano –, e l'uomo lo attirò a cavalcioni su di sé.

Sorrise malizioso e si strusciò contro il suo inguine, in un chiaro invito, al quale il poliziotto rispose mordendosi le labbra, accarezzando il suo corpo con uno sguardo colmo di passione, desiderio febbricitante. Ed era bello che Reik fosse riuscito a vincere contro i suoi demoni abbastanza per riacquisire fiducia in se stesso. Gli piaceva pensare che fare l'amore con lui lo avesse aiutato a sciogliere parte dei dubbi e delle insicurezze, delle paure che lo tenevano ancora inchiodato a una sedia a rotelle.

Gli accarezzò il naso con la punta del proprio. -Ti amo, sei bellissimo- sussurrò e l'altro sorrise, facendosi improvvisamente timido.

-Sono d'accordo con lui- disse Florian e Abel lo vide intrufolarsi tra di loro, prendere il mento di Reik in una mano e baciarlo.

Nel momento in cui le loro labbra si unirono si sentì travolgere da un'elettrizzante emozione, che non avrebbe saputo definire a causa dello shock che l'accompagnò. Florian glielo aveva accennato, gli aveva rivelato di essersi innamorato di Reik proprio per via del riflesso dei sentimenti che Abel nutriva per il poliziotto, e che aveva fatto propri. Non aveva idea, però, fino a un istante prima, che pure Reik ricambiasse il vampiro.
Lo aveva appena scoperto.

Si sentiva felice.
Felice di non dover più provare sensi di colpa nei confronti di entrambi, felice che si fossero trovati tramite lui.
Felice di vederli felici mentre continuavano a baciarsi, con dolcezza e passione, sotto il suo sguardo attento.

Florian si allontanò dalla bocca di Reik, gli accarezzò il labbro inferiore un pollice e si girò a guardarlo. Sorrise e si pose alle spalle di Abel, lo afferrò per i capelli, costringendolo a voltarsi verso di lui, mentre con l'altra mano scendeva lungo il suo addome, sempre più in basso. Lo baciò e alle sue mani si aggiunsero quelle di Reik sui suoi fianchi, che percorrevano lente la strada opposta, verso il suo fondoschiena. Strinse la sua carne con forza e lo spinse verso di sé.

-Avete intenzione di farmi prendere un accidenti?- domandò tremando tra le loro braccia, mentre la lingua di Florian seguiva il percorso dei muscoli del suo collo, fino alla mandibola.

Morse e Abel venne attraversato da un brivido che lo scosse da capo a piedi e a malapena si rese conto di Reik che si faceva spazio nel suo corpo.

Non era mai stato morso prima da un vampiro. Non aveva provato il minimo dolore, ma subito era subentrata una specie di confusione sensoriale e devastazione emotiva. Ogni sensazione era elevata a una potenza inaudita, ma confusa, distorta.

Si mosse sopra Reik, mentre una mano del vampiro si stringeva intorno al suo sesso. Pareva che stesse facendo l'amore con ogni più piccola fibra del suo corpo. Si sentì come trasportato in una dimensione altra, totalmente sopraffatto dai movimenti dentro il suo corpo, dalle mani e i denti di Florian, come se il piacere venisse infuso direttamente nelle vene, mescolandosi con il sangue.

L'orgasmo lo colse in modo repentino, troppo velocemente, sconvolgendolo. Ricadde sul petto di Reik, ansante come lui, tra le sue braccia, mentre le labbra di Florian gli depositavano tanti soffici baci sulla schiena.
Non percepiva neppure più dolore alla spalla offesa.

Sgranò gli occhi, si girò a guardare il vampiro. Si sentiva instabile – ancora confuso –, ma era anche incazzato. -Avresti dovuto avvisarmi- bofonchiò con voce impastata e il fiato ancora corto, scivolando al fianco di Reik e stendendosi.

Si coprì il volto con un braccio.
Era stato sensazionale, ma, sul serio, avrebbe preferito che Florian lo mettesse al corrente delle sue intenzioni prima di metterle in pratica.

-Siamo già connessi. Visto che era già successo...-

-Quando?- lo interruppe, aggrottando la fronte, scoprendo il viso, mentre i fumi del sesso si dissipavano nella sua mente, aiutandolo a tornare a ragionare in maniera lucida.

-Quando ci siamo connessi-

-Io non ho mai capito come è stato possibile e sicuro non mi avevi mai morso...-

-Sì, invece-

-Lo so pure io- intervenne Reik, muovendosi a fatica facendo perno sulle braccia. Florian scattò subito verso di lui e lo aiutò ad aggiustare il cuscino che teneva dietro le spalle. -Come si connettono vampiri di seconda generazione e umani? Tramite un particolare tipo di morso, che non è lo stesso che usano per nutrirsi, ma è un morso pieno di magia, o quello ch'è, che crea, appunto, una connessione, intima e profonda tra i due. È più un rapporto sessuale, che un vero e proprio morso. Come quello di prima: sia vampiro che umano, infatti, ne traggono piacere di tipo sessuale... o almeno, è paragonabile a quello-

Abel sgranò gli occhi. -Non ricordo nulla del genere. A parte quello che è successo poco fa, ovviamente...-

-Com'è possibile?-

Spostò lo sguardo su Florian. Il vampiro pareva teso, confuso. Non riusciva a comprendere dalla sua espressione cosa gli stesse passando per la mente di preciso, ma aveva la vaga sensazione che ciò che stava pensando non fosse affatto qualcosa di piacevole.

-Davvero non lo ricordi?-

Abel scosse la testa. -Potresti rinfrescarmi la memoria?- Florian parve farsi di colpo furioso. -Magari esiste una ragione specifica per cui non ne ho memoria?-

E poi mi conosci, cazzo! – avrebbe voluto urlare. Figurati se mi facevo mordere con tanta facilità e mi legavo a te, così, random, senza manco conoscerti!

Stentava a credere che quel morso ci fosse stato per davvero. Fino a quel momento si era convinto di essersi collegato a lui attraverso una qualche sorta di magia inconscia... tipo imprinting.

Florian si alzò di colpo dal letto e uscì di corsa dalla stanza, battendosi la porta alle spalle con violenza. Doveva essere davvero sconvolto per aver dimenticato, in pochi istanti, tutte le sue solite etichette da gentiluomo.

-Non ci sto capendo nulla- disse, sollevandosi suoi gomiti e fissando la porta chiusa della camera.

Reik si grattò la fronte con un dito. -Davvero non hai ricordi del Primo Morso?-

Scosse la testa. -Figurati se mi sarei fatto mordere da un vampiro. Lo conoscevo da pochissimo, Magda mi aveva affidato lui e Roberto come guardie del corpo...-

-Me lo ricordo-

Abel gli rivolse uno sguardo di sottecchi: probabilmente, come lui, Reik stava rammentando l'episodio nel suo vecchio appartamento, quando si era trasformato in lupo mannaro e Roberto e Florian erano intervenuti per salvarlo da lui.

Sospirò. Come si muoveva rischiava di ferire qualcuno, sempre, e la cosa stava cominciando a pesargli sempre più. -Tu perché ne sai così tanto a riguardo?-

Reik si strinse nelle spalle. -È diventato d'obbligo, per chi entra in polizia o nelle altre Forze dell'ordine, fare un corso di formazione su tutte le creature sovrannaturali, da quando il mondo sovrannaturale è venuto allo scoperto-

-Immagino che ad organizzarlo siano i membri dell'A.S.S.S.-

Reik aggrottò la fronte. -No. Forse hanno le mani in pasta alla cosa per vie traverse, ma vista la stretta collaborazione che c'era, prima della nuova Legge, tra le Forze dell'ordine e l'Associazione, il corso era stato affidato a studiosi, uomini di scienza, medici, ricercatori che, nel frattempo, si erano specializzati sull'argomento-

-Posso immaginare che sia comodo sapere che esistono diversi tipi di morsi di vampiro-

-Assolutamente. Se ti morde per nutrirsi, con una flebo te ne esci. Ma un morso come quello che Florian ha dato a te, prima, diventa pericolosissimo per un poliziotto-

-Posso comprendere- mormorò Abel. Immaginava già che fine avrebbe potuto fare se Florian fosse stato un criminale, un mostro e Abel, o Reik – o chiunque altro – fosse finito connesso a lui. -Perché mi sarei dovuto legare a lui?- disse, sentendosi di nuovo confuso, ma quella volta dal peso dei suoi stessi pensieri. -Io che sono l'uomo che diffida pure di se stesso, di tutta la sua famiglia. Mi ci vedi a legarmi a questo modo con uno sconosciuto?- chiese, indicando la porta con un dito.

-Non avevo idea che Florian lo conoscessi da così poco. Credevo che la tua fosse stata una scelta ponderata, di amore...-

-Ma per niente!- lo interruppe. -Mi sono innamorato di Florian da poco, l'ho capito da poco. Eravamo già connessi-

Reik aggrottò la fronte – di nuovo. -Ci sfugge qualcosa-

Abel sbuffò e ricadde di schiena sul materasso. -Come sono fortunato! Figurarsi se non dovevo fare questa macabra scoperta subito dopo essermi concesso il sesso più strabiliante delle ultime settimane!-

Reik sorrise imbarazzato e gli accarezzò i capelli. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la suoneria del cellulare di Abel lo interruppe.

-Oh, mio Dio!- tuonò Abel e si tirò a sedere.

Recuperò il cellulare e lesse il nome che lampeggiava sullo schermo: Baker.
Dannazione.

-Sono incazzato- senza neppure un "ciao". Meglio mettere subito in chiaro le cose.

-Porca puttana!- ribatté John. -Ci sia mai una volta che ti becco tranquillo-

-Sei un uomo fortunato, John Caro-

E lo udì chiaramente imprecare.

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