TRENTATRÉ

I telegiornali non facevano altro che parlare dell'accaduto. Natale era passato con i quotidiani colmi di notizie dell'orrore, con la gente per strada che si scambiava opinioni – e insulti e qualche cazzotto – invece di canticchiare jingles natalizi.

-È il caos- disse Abel, poggiando la fronte contro il vetro freddo della finestra che dava sulla strada.

In quel momento c'era poca gente in giro, ma pareva che pure l'aria si trattennesse, che gli alberi, le case, fossero avvolti da un'estenuante attesa, mentre pure i fiocchi di neve sembravano cadere tremolanti e titubanti, avvolgendo tutto in un gelido bianco.

Il gelo, Abel, se lo sentiva dentro, ancora. Da quando avevano arrestato Hauke, un paio di giorni prima, non era più riuscito a scaldarsi in alcun modo.
Non sapeva dov'era finito, se era ancora vivo. Si sentiva impotente, come se stesse perdendo del tempo prezioso, ma non aveva la più pallida idea di che cosa fare. Attendere stava diventando uno strazio.

-Attendere cosa, poi?-

-Hai iniziato a pensare ad alta voce?-

Si girò appena, puntando lo sguardo in tralice dietro di sé, scorgendo Reik fermo a un paio di passi da lui. Sembrava rinato. Lo stesso affascinante energumeno che aveva conosciuto all'inizio di tutta quella brutta storia.

-Ho esaurito lo spazio dentro la testa- disse e tornò a volgere lo sguardo verso fuori.

Si sentì abbracciare da dietro, mentre Reik gli poggiava il mento sul capo.

-Andrà bene-

-Non pare ci siano speranze a riguardo-

-Ti sbagli. Una speranza c'è sempre-

-No quando Hauke è chissà dove, a patire chissà cosa, mentre noi siamo qui a non fare un cazzo e pure Baker...-

-Baker sta indagando. È certo, e lo sono pure io, che le prove che sono sbucate all'improvviso a carico di Hauke siano false-

-Quali prove?! Non riesco proprio a capire!-

-Sono informazioni riservate, te lo abbiamo già detto-

Abel si girò verso di lui e lo fissò con uno sguardo – che sapeva essere – inceneritore, abbastanza minaccioso da suscitare nell'altro un sussulto. -Sul serio? Pure tu mi rispondi così, adesso?-

Reik si spinse gli occhiali sulla radice del naso, con evidente imbarazzo. -Lo sai che sono...-

-Informazioni riservate un cazzo-

-E va bene!- sbottò l'uomo, esasperato. -Peli. Hanno trovato peli di lupo su una scena del crimine. Hauke è schedato dall'Associazione, quindi avevano il suo DNA con il quale...-

-Okay, basta!- lo interruppe Abel. -È già troppo. È tutto così irreale, così orribile- mormorò e gli diede le spalle, tornando a fissare un punto imprecisato oltre la finestra.

Reik lo abbracciò ancora. -Per questo non volevo dirtelo. Non volevo che ti caricassi addosso anche questo-

-Ce l'ho già addosso, come dici tu. Mi pesa già sulle spalle in un modo che non puoi immaginare-

-Non è colpa tua-

-Lo so. Ma lui non è qui, io sì-

-Vero. Ma ti prometto che lo sarà presto. Ci stiamo muovendo...-

-A me non sembra affatto-

-Non ti possiamo coinvolgere-

Abel sciolse il loro abbraccio – ancora una volta. -Perché no?! Sono già coinvolto-

-Lo sai benissimo perché-

-Affatto! E sono bloccato qui...-

-Come tutti- lo interruppe Reik, irrigidendosi visibilmente. -Sei bloccato in un posto sicuro, lontano dalla strada e dal delirio mentale che ha travolto troppa gente. Sei al sicuro, perché Hauke ti vuole al sicuro, Magda, io e John ti vogliamo al sicuro-

Abel si morse un labbro e distolse lo sguardo da lui. -Perché non sei con John, allora? Perché lui era lì, l'altra sera, ma dalla parte opposta?-

-Non sei stupido. Sai che non aveva alternative. Siamo poliziotti-

-E questo che significa?!-

-Non poteva rifiutarsi di essere lì, l'altra sera. È difficile, ma stiamo tenendo un piede in due scarpe. Cerca di essere comprensivo con noi, per favore. Ci stiamo muovendo di nascosto per tirare Hauke fuori dai guai, per proteggere te e per evitare che tutto questo venga scoperto dalle persone sbagliate-

-Quei cazzo di becchini...-

-Non solo quelli dell'A.S.S.S.- mormorò Reik e Abel trasalì.

Sospirò e si premette due dita sulle tempie – rischiava di esplodere, ne era certo. Reik sorrise triste e tornò a farglisi vicino.

-Scusami- mormorò e l'altro lo abbracciò di nuovo. -Sono in pensiero per Hauke. Ho paura che possano fargli del male...-

-Il caso è arrivato alla stampa, ormai, non possono permettersi di fare passi falsi, nemmeno loro, non con gli occhi della Nazione puntati addosso-

-Adesso ne parlano tutti...-

-Probabilmente era proprio quello che volevano fin dal principio. La gente che era contraria a rimuovere la Legge, quando ha scoperto del caso, si è incazzata ancora di più. Ma sono fuori di testa pure quelli a cui non fregava nulla. Gli indecisi. Adesso interessa pure a loro, li hanno caricati con la notizia degli omicidi, così adesso sono spaventati, arrabbiati...-

-Pericolosi-

-Non c'è arma più potente della paura-

-Forse- sussurrò Abel. -Resta di fatto che quelli dell'A.S.S.S. si sono presi gioco di tutti, ci hanno mosso come pedine e hanno ottenuto quello che volevano, praticamente per mano nostra-

-Non proprio- mormorò Reik e Abel lo sorprese nel riflesso della finestra, mentre contraeva la mandibola e sgranava un po' gli occhi.

-Cosa non mi stai dicendo?- chiese con voce sibillina, tornando a guardarlo dritto negli occhi, sollevandosi sulle punte dei piedi per farglisi più vicino. Strinse il suo pullover tra le mani, spalmandoglisi addosso.

-Nulla-

-Bugiardo-

-Abel...-

-Sputa fuori il rospo, ora!-

Reik ebbe un attimo di esitazione – appena uno –, poi sbuffò. -John sospetta che sia tutto un piano studiato per stanare l'unica persona a cui non riescono ad arrivare-

-Parla chiaro. Non diventare scarso di parole proprio ora-

Reik gli rivolse un'occhiataccia. Gli strinse i polsi e accostò il viso al suo. -Se invece di farti prendere dal panico e da pensieri stupidi, iniziassi a ragionare anche tu, puoi stare certo che ci arriveresti da solo. Hanno costretto il commissario a coinvolgere te, un civile, umano, all'interno di questa storia. Hanno fatto rimuovere la Legge. Hanno arrestato Hauke. Adesso stanno fomentando l'odio della popolazione contro le creature non umane. Ci sono state diverse aggressioni anche a membri del Clan, o presunti tali-

-Saul- mormorò Abel e rilasciò un lungo sospiro rassegnato. -Stanno cercando di farlo uscire allo scoperto-

Reik annuì. -È quello che, io e John, pensiamo sia il vero obiettivo dell'A.S.S.S., soprattutto dopo quello che gli hai detto riguardo la collaborazione del Clan con la Federazione-

-Incredibile! Allora pure Baker ha la lingua lunga, ma solo con te-

-Io sono il suo partner e stiamo indagando insieme-

-Dettagli-

Reik aggrottò la fronte. Poi sospirò rassegnato. -È un'ipotesi, però- disse, facendo riferimento a quello che gli aveva rivelato poco prima. -Lo scorso anno hanno tentato di giustiziarlo, ma lui è scappato-

-Come se fare fuori lui potrebbe aiutarli ad avere il Clan di nuovo dalla loro parte. Mama Gesche non lo permetterebbe mai-

-Ufficialmente il capoclan è Lorenz-

Abel annuì. Rimase in silenzio per qualche secondo. Si morse un labbro. -Mi sento in colpa- disse con un filo di voce.

-Non hai nessuna colpa-

-Forse. Però mi sento così-

-Ti hanno cacciato dentro questa storia...-

-Non per questo motivo- lo interruppe. -C'ero dentro già da prima. Ci sono sempre stato anche prima che tu e John veniste a bussare alla mia porta. Per la legge, io rimango sempre il figlio di Saul Lorenz-

Reik annuì e gli accarezzò con gentilezza i capelli. -Per cosa ti senti in colpa?-

La vista di Abel si fece appannata e si morse di nuovo un labbro. Si strinse di più a lui, quasi a voler scomparire nel suo petto ed era bello che Reik fosse tanto energumeno e che lui si sentisse tanto piccolo in quel momento, ma al sicuro davvero tra le sue braccia. -Tutto quello che è successo con Hauke... mi sento in colpa per tutto quello che c'è stato tra di noi negli ultimi tempi- si fermò all'improvviso e sollevò lo sguardo su di lui, timoroso che ciò che stava per dire potesse fargli male. Reik sorrise con fare rassicurante e gli accarezzò una guancia. -Mi sento in colpa per averlo trattato male. Per aver litigato con lui. Per averlo ferito, per... non essermi risparmiato nulla, anche se sapevo che quella determinata cosa gli avrebbe dato fastidio-

-Anche lui ti ha...-

-Sì, vero- lo prevenne Abel, intuendo cosa l'altro stesse per dire. -Ma se dovesse succedergli qualcosa, non voglio che gli ultimi ricordi che ho con lui siano tanto tormentati-

-Lo ami- disse Reik. Abel trasalì. Distolse lo sguardo da lui e si avvolse le sue braccia intorno al busto, come se fosse una calda coperta. -L'ho capito-

-Sono innamorato anche di te-

Reik si irrigidì e fece un passo indietro. Abel provò un dolore sordo all'altezza del cuore, percependo quell'allontanamento come uno strappo fisico. Ma Reik non lo lasciò andare del tutto e mantenne la presa su entrambe le sue braccia. -Spiegami, per favore-

-Non mi aspetto nulla in cambio. Sul serio. Non devi sentirti obbligato a nessun "anch'io". Ma voglio essere sincero con te. Perché se non lo faccio ora, poi potrei pentirmene- la voce tremò e un nodo gli serrò la gola, incrinando il suono delle sue parole. -Io sono fatto così. Amo Hauke. Anche se è troppo stronzo, a volte, pure per i miei gusti. E sono innamorato di te, anche se a volte ho paura di te. E sono attratto da Florian, anche se non è il mio tipo, perché è stato gentile con me e forse Hauke ha ragione, forse sono solo una puttana che si vende facile alla prima moina, ma...-

Reik interruppe le sue parole, soffocandole con un bacio. -Va bene-

-Non so se sono stato in grado di spiegarmi bene...-

-Ti sei spiegato benissimo, invece. Di tutto quello che mi hai detto, mi dispiace solo sapere che hai paura di me...-

-Non sempre- lo interruppe Abel.

Reik sorrise triste – ancora. Stava iniziando a diventare un'espressione troppo frequente sul suo viso.
Non andava bene, non andava bene per niente.
-Capisco anche questo-

Prese il suo volto tra le mani e tornò ad alzarsi in punta di piedi. Reik lo afferrò in vita, assecondando il suo tacito desiderio, avvicinandosi ancora di più a lui. -Sul serio. È il ricordo che mi fa paura, non tu. Vi ho divisi nella mia mente come se foste due creature diverse. Non so se per te questo possa risultare offensivo oppure no, ma tu sei Reik. Di te, io sono innamorato. E poi c'è il mannaro...-

-E quello ti fa paura- Abel annuì. -Sono felice, invece, sai?-

-E poi c'è Florian. E poi Hauke. E potrebbe esserci qualche altro all'improvviso perché io non conosco freni e...- disse, parlando sempre più velocemente, sentendosi arrossire.

-Ti ho detto che va bene-

-Non so se hai capito, però-

-Sì! Abel, sì. Ho capito-

-E ti va bene davvero?-

Reik sorrise. Un sorriso dolce, così dolce da riempirgli il cuore. Si sentì scaldare un po' e desiderò con tutto se stesso che quell'istante di assoluta tenerezza non finisse mai. Sembrava che il male, i ricordi pieni di paura, i cattivi pensieri e le preoccupazioni si dissolvessero, grazie al suo sorriso dolce. -Sì-

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