6.Stammi vicino.

"No."
"Due mesi, sono trascorsi due mesi, non penserà di farla vivere come un vegetale in eterno?"
"Non penserà che io la uccida?"
"Non reagisce alle cure, non succede nulla da due mesi."
"Secondo lei io non so che da sessanta giorni vedo mia figlia in coma, conto le ore, i minuti, i secondi... Sono disposto ad aspettare tutta la vita. Non voglio più parlare di questa cosa per almeno una settimana. Siamo chiari dottor Ferrari?"
"Chiari. Ma non si aspetti che lascerò perdere, un giorno dovrete abituarvi all'idea che vostra figlia non è più..."
"Non è più cosa?" Mio padre si dirige verso la mia camera non lasciando al medico il tempo di rispondere.

Io so cosa sono, so di non essere più viva, non sono morta, certo, ma tanto meno viva e vorrei che la smettessero di illudersi, perché da due mesi, quello stupido corpo non muove un muscolo, niente, neppure un movimento "involontario".

Non vedo altro che dolore e tristezza negli occhi di chi mi circonda, persino i medici la prima volta che mi hanno vista hanno provato pena per me. Ho sentito un'infermiera dire: Povera ragazza, non è stata neppure libera di morire.

Ecco, non sono libera, nè di morire nè di vivere. Sono qui, incatenata fra due mondi, costretta a vedere soffrire chi amo per un mio problema. Sono un mostro, nient'altro che questo.

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