capitolo Violet

Violet

Mi domando come sarebbe abbandonarsi fra le sue braccia, assaggiare le sue labbra, mi chiedo cosa proverei se le sue grandi mani viaggiassero lungo il mio corpo, cosa ne farebbe di me se mi facesse sua?
Sono pensieri nuovi per me, non li ho avuti per nessuno.
Non ché io mi sia mai sentita attratta da qualcuno così.
In realtà non ho avuto molti approcci genuini con i ragazzi, credo di aver avuto due grandi cotte, una al college e una in ospedale, verso l'infermiere che mi seguiva nei percorsi riabilitativi.
Mai, ripeto, mai ho desiderato tutto di un uomo, di uno sconosciuto, perché infondo Aiden è questo per me.

Cosa so di lui?
Il suo nome, la sua professione, la sua fama.
Da quanto tempo lo conosco?
Sarà la quarta o quinta volta che ci incontriamo, avremo scambiato ad occhio e croce sette frasi, di cui cinque solo per stuzzicarci.
Cosa mi attrae di lui?
Il suo lato misterioso,  oppure il suo animo gentile che lo spinge a gettarsi in mare per salvare una sconosciuta, magari la sua umiltà non volendo meriti per il suo lavoro.
Forse sono i suoi occhi a far sgretolare ogni mio dubbio, ogni mia difesa, occhi che sembrano celare molto di più dietro quella spessa lastra di ghiaccio che lo aiuta a tenere lontano chi vuole.

Voglio essere colei che ha libero accesso al suo cuore, ai suoi segreti più nascosti, alla sua vulnerabilità camuffata da strafottenza.
Voglio essere tutto questo, anche solo per una notte.

Guardo le spalle rigide, i muscoli delle braccia tendersi, la sua espressione soddisfatta quando guarda l'ultima foto scattata attraverso il piccolo schermo sul retro della fotocamera.
Alza lo sguardo verso di me e sembra incarnare ogni peccato, ed io, ad un tratto, voglio essere una peccatrice e i miei pensieri sembrano dirigersi in un unica direzione.

Il sesso con Aiden.

Stringo all'improvviso le gambe, il calore che sento sprigionare nella mia intimità mi fa arrossire e mi costringe a distogliere lo sguardo da lui.
Mi accorgo di aver trattenuto il respiro mentre mi perdevo in fantasie proibite, fantasie che lui continua a cibare con sguardi ambigui e frasi equivoche.
Un pensiero germoglia diventando saldo e prospero nella mia mente, io e lui in un letto.

Lui sarebbe ben felice di una notte di sesso, è palese che tipo sia, di certo non lo nasconde, io invece non ho mai creduto di poter intraprendere una storia prettamente fisica.
Almeno fin'ora.
Eppure le emozioni che sento quando mi guarda, i battiti impazziti se è troppo vicino, annebbiano la mia razionalità.

Vedere Patty frequentarsi con diversi ragazzi, vederla riuscire a separare il cuore da tutto il resto, mi sono sempre chiesta come facesse.
Non sono sicura che riuscirei a non legarmi in qualche modo  ad Aiden e l'ultima cosa che vorrei è proprio innamorarmi di un uomo per il quale io sarei l'ennesima tacca sulla sua cintura.

Mentre inspiro il suo profumo, vorrei abbandonarmi e smettere di pensare se sia giusto o sbagliato questo gioco di seduzione, aspettare di uscire vittoriosa e voler gustare la sua resa.
So che anche lui mi desidera, me lo dicono le sue parole, i suoi sguardi, i movimenti del suo corpo quando prova a stuzzicare i miei sensi accarezzando la mia pelle.
Posso essere ingenua, posso non avere esperienza con l'altro sesso, ma il mio istinto mi dice che lui sente i miei stessi brividi.

Voglio non essere la solita Violet diffidente, razionale, introversa, che preferisce tenersi in disparte, che tende a proteggersi e ha paura di esporsi, che ha paura di farsi conoscere o di venire delusa.
Voglio rischiare con lui.

Non mi aspetto nulla, non ho
nessuna pretesa, di certo non sogno il principe azzurro, perché so che non esiste, e probabilmente neanche lo vorrei.

Credo che sia questo il mio problema, non so neanche io cosa desidero, so solo che voglio essere una nuova Violet, voglio vivere e ora come ora, voglio Aiden.

Penserò domani alle conseguenze delle mie azioni e dei miei desideri.

Dopo l'ennesima foto mi annuncia di aver finito, cerco di scendere dallo sgabello che abbiamo messo accanto alla ricostruzione della sfinge, ovviamente in miniatura rispetto a quella reale.
Vestita da Cleopatra, ho finto di prendere la borsa dipinta proprio con questa scultura, dalle sue zampe.
"Aspetta ti do una mano io, non vorrei ti facessi male data l'altezza."
Mi avvisa lui vedendomi in difficoltà.
Si avvicina e poso le mani sulle sue spalle, chinandomi, le sue finiscono ai lati del seno.
Mentre mi mette giù non riesco a sganciare i miei occhi dai suoi, non ho il coraggio neanche di battere le palpebre, per paura di rovinare il momento, per paura di far cessare questo groviglio di emozioni che mi stanno tormentando.
È una dolce tortura e ne voglio sempre di più.
Il mio corpo scivola contro il suo e, toccata terra, dovrebbe lasciarmi andare, oppure io dovrei allontanarmi, ma nessuno dei due si muove.

"Questo gioco si fa sempre più pericoloso, fiorellino."
La sua voce è bassa e roca, il suo respiro caldo si scontra con il mio, la mia attenzione viene catturata dalla lingua che accarezza le proprie labbra.
Vorrei farlo io, vorrei sapere che sapore hanno, cosa si prova.
Questi pensieri si affollano nella mia testa ad un ritmo vorticoso che mi stordisce.
"Amo giocare."
Riesco a dire con l'ultimo filo di voce che mi è rimasto.
"Ti farai male con me, ti calpesterò, fiorellino."
Aggrotta le nere e folte sopracciglia e ha un'espressione preoccupata.
Dovrei tirarmi indietro, dovrei apprezzare la sua onesta, mi sta mettendo in guardia da sé stesso, segno che non mi sbagliavo affatto sui suoi intenti, vuole solo sesso.
Ma non ho la forza di allontanarlo, perché?

Deglutisco mentre tento di rincorrere la mia razionalità che sfugge sotto il mio naso, ma vengo bensì catturata dal desiderio.

Sono pronta a rischiare questo cuore?
Sarò capace di regalare ogni parte di me a quest'uomo?
Riuscirò a non pentirmene e dimenticare tutto subito dopo?

Non ne ho la più pallida idea e una voce dentro la mia testa cerca di dirmi che sto per imboccare una strada senza ritorno, ma, stranamente, scioccamente, ingenuamente, non ho paura di perdermi.

Avvicino piano le mie labbra alle sue, il respiro caldo solletica il mio viso, Aiden resta immobile come se stesse combattendo contro sé stesso.
"Restare o fuggire?"
Sussurra ad un tratto, in modo quasi impercettibile.
"Resta."
Riesco a dire mentre sfioro la sua pelle.
"Sarai mia, piccola?"
Non credo che davvero mi stia ponendo una domanda simile, perché è assolutamente palese ciò che mi fa provare.
"Lo sono già!"
La mia verità sfugge dalle mie labbra per diventare reale una volta udita, ed ora, non potrò più cambiare le carte.
Ho perso la partita.

Solo un impercettibile movimento e siamo una cosa sola.

Un bacio pieno di passione, quasi disperato, nasconde un bisogno dell'altro viscerale, ma non ha alcun senso tutto questo.

Ho dato il mio primo bacio al liceo per gioco, ho poi baciato un ragazzo al college per capire cosa si provava e qualche sera fa al club ho baciato William per far ingelosire Aiden.
Ma quello che sta succedendo qui, adesso, è completamente diverso.

Esplode una passione incontrollabile nei nostri corpi che si stringono l'uno contro l'altro, le sue mani viaggiano verso la nuca e mi tengono stretta, le lingue combattono con fervore, la mia mente va in totale blackout.
Le mie dita accarezzano il suo viso, mentre l'altra mano si intrufola fra i capelli corti e mi rendo conto troppo tardi di aver stretto la presa.
Una miriade di emozioni percorre il mio intero corpo, seguite da mille brividi che mi fanno girare la testa.
Non ho più aria nei polmoni ma non ho intenzione di staccarmi dalle sue labbra.

Di più, voglio molto di più.

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