capitolo Aiden

Aiden
La sto divorando e non mi basta.
Le sue labbra sono talmente dolci da ricordarmi un sapore peccaminoso, mi sfugge un verso di apprezzamento, lo stesso che faccio quando gusto il caramello salato, ed io amo il caramello salato.
Per un attimo immagino di leccarlo dal suo corpo nudo ed ho un forte spasmo al basso ventre.
Ci scambiamo un bacio di pura passione che incendia ogni cellula del mio corpo, mi sento un drogato in preda ad una frenesia, non riesco a fermarmi, non voglio fermarmi, ne ho bisogno, ne voglio sempre di più.
Come posso essere dipendente dal suo sapore se è la prima volta che lo assaggio?
Il suo corpo si stringe al mio e le sue forme, tonde e morbide, sembrano combaciare alla perfezione con i miei muscoli rigidi.
Mi sembra di impazzire per gli strati di tessuto che non mi permettono di poter provare la sensazione di sentire la sua pelle nuda sulla mia.
Strapperei questi vestiti in mille pezzi per non essere più d'intralcio.
L'erezione fra le gambe fa male, fa sempre più male, maledizione.
Le sue mani si posano sul mio viso e finiscono per intrufolarsi fra i capelli che stringe forte, le mie viaggiano lungo la sua schiena.
Ci stacchiamo dopo un tempo infinito l'uno dall'altro per riprendere fiato, ma mi sfugge un gemito di disapprovazione perché non vorrei lasciare le sue labbra.
Le sue palpebre, che erano calate sugli occhi, si sollevano a fatica, le sue iridi scure sono velate da tutte le emozioni che le ho fatto provare e questo mi fa sorridere compiaciuto,  le mie sono colme di pura lussuria.
Non riuscendo a sopportare più questa distanza poso le labbra nell'incavo del suo collo longilineo, la sua pelle, unita ai gemiti strozzati che le sfuggono, riescono a stento a dissetare la mia sete.
Alzo con foga la lunga gonna di raso per arrivare alla sua coscia, la mia mano risale verso il suo lato b e non appena lo trovo non posso far altro che godere della sua rotondità.
La sua intimità si strofina sulla mia protuberanza e perdo ogni freno inibitore.
La mano scivola davanti e trova la sua parte più proibita, attraverso le mutandine completamente umide, accarezzo la sua intimità facendola sibilare.
Il respiro di entrambi è accelerato e vedere come chiude gli occhi e spalanca la bocca, rischio di venire nei pantaloni.
Le sue piccole dita si stringono intorno alla mia camicia, all'altezza delle braccia, mentre l'altra mano è ancora nascosta fra i miei capelli neri.
Non vedo l'ora di vederla venire, ma ancor di più, non vedo l'ora di affondare in lei.
I mugulii di piacere sono sempre più ravvicinati e striduli, sono certo che stia per raggiungere l'apice del piacere.
Ma proprio sul più bello...
"Violet... Violet."
Digrigno i denti maledicendo quella ragazza, mentre il fiorellino sembra risvegliarsi spaventata da un orribile sogno.
Scatta all'indietro levando la mia mano dal suo corpo in malo modo, guadagna distanza fra noi con qualche passo e, tutta rossa in viso, inizia a lisciare il vestito con una mano, mentre con l'altra tenta di aggiustare i capelli.
I suoi occhi sono sgranati e guarda fisso verso la grande porta della sala in cui ci troviamo, evidentemente spaventata.
Mi chiedo se questo suo stato d'animo sia per un giudizio dell'amica o semplice imbarazzo per essere colta mentre la stavo masturbando?
Io non mi preoccupo affatto di come posso sembrare, sono consapevole di come la signorina qui di fianco mi abbia sconvolto.
Ecco, credo che questa sia la parola esatta, purtroppo, di certo non mi era mai capitato da quando Susanne...e non mi piace affatto, non capisco come ci sia riuscita.

"Ma dove vi siete cacciati?"
La voce lontana della cara rompipalle, detta anche Patty, seguita dal rumore dei suoi tacchi, continua a raggiungerci per far crollare del tutto ciò che si era creato fra noi.
Sospiro frustrato guardando per un attimo il cavallo dei miei jeans scuri, o meglio, la protuberanza che fa male.
Stavo già pregustando il sesso con il piccolo fiorellino.

"Eccovi finalm..."
Le sue labbra restano semi aperte, le parole muoiono e posso vedere fin da qui gli ingranaggi nella sua testolina scura muoversi ed incastrarsi alla perfezione.
Il segno che sia riuscita a fare due più due sono proprio i suoi occhi che man mano si spalancano.

Sì, cara mia, se non ci avessi interrotti a quest'ora avrei fatto godere la tua amica.

"Patty, ehm, noi ..."
La voce tremolante e il volto imbarazzato di Violet mi fanno correre in suo aiuto.
"Gli scatti sono stati perfetti, ho tutto il materiale che mi serve, abbiamo finito qui."
Mi avvicino alla mia cara vittima e le sussurro"per il momento ", mi godo vederla trattenere il fiato e con tranquillità inizio a smontare il piccolo palo agganciato al faretto.
Le due ragazze spariscono, sento solo il rumore dei loro passi veloci diventare sempre più lontani.

Non ho il coraggio di ammettere a me stesso di essere turbato da queste emozioni che ancora non vogliono del tutto abbandonarmi.
Ho fatto sesso con diverse donne in questi tre anni, per noia, per rabbia, per sfogare istinti, per curiosità, ma stavolta sarebbe stato diverso.
Avevo voglia di lei, non di chiunque, ma solo di lei.
Perché?

Dopo aver risposto tutta la mia attrezzatura nel borsone nero mi dirigo all'ingresso, i miei occhi si posano sulle scale e l'ascensore, oltre il cartello 'accesso consentito solo al personale '.
Di lei nessuna traccia e mi sento sollevato a poter andare via senza vederla, ho bisogno di scrollarmi di dosso queste sensazioni.
Ho bisogno di ritornare in me.

Mentre esco dalla galleria e mi dirigo alla mia macchina, il cielo nero di New York mi accoglie, ed è così che mi sento in questo momento, cupo e colpevole verso Susanne.
Non posso ammettere a voce alta quanto io desideravo quella donna stasera, come mi sentivo vivo mentre era stretta a me.

Emozioni che non capisco o non voglio capire per paura di rendermi conto di ciò che potrebbero significare, di ciò che potrebbero rappresentare per me.

Salgo in auto e parto, devo allontanarmi da lei il più in fretta possibile, devo scappar via da ciò che è successo, devo fuggire da quello che vorrei.

Tutto questo mi sta scombussolando più di quanto avrei mai creduto.
Cazzo.
"Si è trattato di un semplice bacio, è solo voglia di scopare quella che ho provato per tutta la sera, mi sono solo fatto prendere troppo dalla frenesia che ti travolge quando stai per fare una bella scopata, gli ormoni impazziti pre sesso.
Tutto qui."
Dico ad alta voce con la speranza di essere il più convincente possibile alle mie stesse orecchie.

Stringo le mani sul volante frustrato perché non credo neanche ad una parola.
Solo quando finalmente arrivo al club, scuoto la testa e mi obbligo a scacciare definitivamente questi sciocchi pensieri dalla mente, queste stupide sensazioni dalla pelle.
L'idea di restare solo stasera non era possibile, a casa c'è troppo silenzio, mi sarei buttato sul letto a fissare il soffitto e a rimuginare sulla serata, qui, invece, c'è abbastanza rumore da sovrastarli, da riuscire ad avere un minimo di pace.

Non posso pensare a Susanne, non posso pensare a Violet, non posso pensare ai miei sensi di colpa, non posso pensare a ciò che ho provato.
Tac.
Spengo tutto.

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