capitolo 6 Violet
Violet
"Spero tu stia scherzando."
La mia voce è più alta del normale, le persone intorno a noi si voltano a fissarci, troppi occhi puntati addosso mi innervosiscono e devo obbligarmi a tornare in me, o almeno fingere di farlo.
Afferro il braccio della mia amica e la trascino, letteralmente e contro il suo volere, verso quello che mi sembra essere una saletta d'attesa alla fine di un breve corridoio.
I suoi tacchi rimbombano in questo punto vuoto del bar, il vociferare della sala accanto sembra attendermi senza lasciarmi via di fuga.
"A questo sono serviti i trenta dollari che ti ho dato questa mattina?"
Lascio andare il suo braccio e indico con stizza la sala piena di gente che si intravede da qui.
"Non ti arrabbiare, ero troppo curiosa di partecipare ad un evento simile, la mia amica Polly ha trovato così il suo attuale scopamico, e sta andando avanti da due mesi, secondo me finiranno per mettersi insieme."
Si aggiusta la coda altissima dei suoi capelli neri e lucidi, il vestito aderente blu acceso risale lungo le sue cosce snelle, la pelle dorata, sulla clavicola, è fin troppo cosparsa di olio di cocco, vedo che quasi luccica sotto la luce dei faretti che ci sono in questo punto del locale.
Mi dispiace non essere messicana e avere lo stesso fascino della mia amica, di sua madre, quell'aspetto sempre perfetto anche quando sei in disordine perché hai dormito poco o perché hai sistemato i capelli in uno chignon improvvisato e fermato con una matita.
Richiamo i suoi occhi scuri, incorniciati da un filo di eyeliner nero, mi guarda confusa per un attimo, le labbra piena, dipinte di rosso fuoco si spalancano non appena capisce il mio disappunto.
"Ok, avrei dovuto dirti quale fosse il programma, ma non avresti accettato, invece è proprio ciò che ti serve."
Indica la saletta piena di tavolini per due con sedie che si stanno già occupando.
"Un appuntamento senza impegno, un po' di brivido, conoscere finalmente qualcuno e..."
"Mi stai spingendo ad andare a letto con il primo che mi attrae e che ho conosciuto per tre minuti ad uno speed date?"
La interrompo scioccata per il suo poco tatto e le sue idee strambe.
"No, certo che no."
Afferra le mie spalle con entrambe le mani, mi guarda con sincerità e affetto.
"Violet, vuoi e puoi finalmente vivere davvero, allora fallo."
Mi scuote appena.
"Hai dato un solo bacio, hai avuto due appuntamenti e sei ancora vergine a ventiquattro anni."
Non trovo carino che mi sbatti in faccia la mia vita sentimentale inesistente, istintivamente abbasso gli occhi.
"Ehy, voglio solo dire che non ti sei mai sentita normale, adeguata, oppure non lo eri per gli altri, tutto questo a causa del tuo problema di salute."
Ho passato tutta l'adolescenza a perdermi le esperienze migliori che invece tutti gli altri hanno vissuto a pieno, incatenata ad un letto di ospedale, oppure a paure.
" Ora è arrivato il momento di sbagliare, di fare cazzate, di avere rimorsi , non rimpianti."
Alzo gli occhi ed incontro quelli di una sorella, urlano che fanno il tifo per me.
"Conosci gente, flirta e fatti desiderare, è per questo che siamo qui."
Prendo un grosso respiro e trattengo il fiato nei polmoni, poi rilascio l'aria dalle narici e annuisco.
"Stasera potresti perfino spuntare dalla tua lista la voce : baciare uno sconosciuto."
Scoppio a ridere, sembra più elettrizzata lei che io alla sola idea di realizzare quel punto.
"Magari possiamo partire con un appuntamento."
Alza gli occhi al cielo, mi definisce noiosa e si incammina lungo il piccolo corridoio.
Io mi faccio coraggio e la seguo, molto lentamente.
Non ho grande esperienza con l'altro sesso, è vero, ma a dirla tutta, mi sono sempre tenuta in disparte anche se si trattava di fare amicizia con le ragazze all'università.
Gli anni del liceo, dove tutti sapevano della mia condizione non mi hanno permesso di crescere formando un carattere spavaldo o sicuro di me.
Questa cosa non è cambiata.
Il mio misero tacco cinque centimetri, non dona alle mie gambe lo stesso slancio che hanno Patty o le altre donne presenti.
Osservo la mia figura dalla porta a vetri, offuscata e opaca, quasi anonima, direi infantile, con questo abitino azzurro cosparso di margherite, rispetto alle altre ragazze eleganti.
La campanella richiama tutti i presenti, l'attenzione è focalizzata alla donna accanto al bancone del bar con una cartellina di cuoio che stringe fra le mani.
"Benvenuti alla quinta edizione del nostro speed date."
Sorride e scatta l'applauso da parte dei presenti, mi unisco agli altri per educazione.
"Questo evento ha avuto un grande successo gli altri anni, quindi abbiamo deciso che quest'anno, per vedere come va, organizzeremo più serate nell'arco dei prossimi mesi, significa più opportunità per voi di trovare l'anima gemella."
C'è chi applaude, chi sembra entusiasta della notizia, alcune ragazze sorridono fra di loro, un ragazzo da una pacca sulla spalla dell'amico, Patty mi fa l'occhiolino.
So cosa sta pensando, ha più possibilità di incontrare qualcuno che superi i suoi standard e ci finisca a letto.
Perché in fondo, questa serate servono a questo, diciamocela tutta, qui nessuno è interessato all'amore, partecipano con l'intento di avere appuntamenti facili.
È molto più semplice che rischiare di abbordare una ragazza o un ragazzo in un bar e rischiare un due di picche.
Questo sarebbe un tinder dal vivo, dove almeno puoi vedere davvero se stai chiacchierando con un uomo reale, con gli anni che dice di avere e con l'aspetto vero e non solo quello che sostiene di avere.
"Le ragazze siederanno e porteranno l'adesivo che riporterà una lettera, gli uomini saranno identificati con l'adesivo con scritto invece un numero."
Vengono indicati due vassoi con i vari adesivi che dovremo indossate sul petto, situati su un tavolo all'estremità della sala.
"Avete ben tre minuti per chiacchierare e conoscervi, in questa prima fase non potrete scambiarvi i numeri di telefono o il contatto social, non appena suonerà la campanella gli uomini sono pregati di passare al tavolo successivo a rotazione."
La mia amica avvicina il viso al mio orecchio sussurrandomi che non ho nulla da temere, noi siederemo vicine.
"Quando avrete parlato con tutti, solo in quel caso potrete scegliere un secondo round, che sarà più lungo, di sette minuti, a questo punto potrete decidere di spostarvi al bar per continuare la serata o meno."
Mi guardo intorno cercando di capire se qualche ragazzo possa interessarmi o meno, mi chiedo se piacerò a qualcuno dei presenti.
"Ovviamente avrete tutti un altro adesivi vuoto, gli uomini scriveranno sull'adesivo la lettera della ragazza con cui vorranno fare il secondo round e la ragazza il numero del ragazzo."
Tiro un sospiro di sollievo, se non dovesse piacermi il tizio che mi sceglierà non dovrò dirglielo in faccia, semplicemente non scriverò nulla sul mio adesivo.
"Spero mi scelga il numero otto."
Dice Patty attirando la mia attenzione proprio quando mi sto appiccicando sul petto la mia lettera A.
Ho dovuto lasciare i miei dati e firmare prima di avere il mio adesivo e così tutti i presenti, per una questione di sicurezza, come se uno potesse lasciare un nome falso.
Mi volto alla ricerca di questo famoso numero otto e mi ritrovo davanti un bel ragazzo moro, alto, fisico asciutto, con una bella risata coinvolgente.
"Aspetta almeno di scambiarci due chiacchiere, magari ti rendi subito conto che si tratta di un idiota."
Patty sospira, come se fosse ormai rassegnata alle mie solite frasi.
" Per fare sesso una sera non serve che sia intelligente o simpatico."
Scuoto la testa, quella rassegnata ora sono io.
Un po' in ansia mi siedo e appena la campanella suona intrappolo il labbro inferiore fra i denti, agitata e sorpresa fi essermi lasciata convincere.
Una fila di uomini si avvicina e prende il proprio posto, osservo la confusione intorno a me sperando che non mi capiti il solito idiota palestrato che inizia subito con le avance, fino a quando una voce non mi ridesta dai miei pensieri.
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