28
-Bene, signor Castellan.
Esponga i fatti.
Luke rabbrividì leggermente davanti a Clarisse la Rue, ed esitò.
Ma quando Talia gli strinse una mano, intimandogli di parlare, alzò lo sguardo ed iniziò a raccontare.
Parlò per quelle che sembrarono ore, e di tanto in tanto Clarisse scarabocchiava qualcosa su un quadernino.
Il suo ufficio era ancora nel caos più totale, ma non sembrava preoccuparsene troppo.
Davanti al racconto di Luke, non parve troppo stupita.
Forse aveva già trovato qualcosa contro di lui nel corso delle indagini.
-Vorrei essere chiara con lei- disse, una volta che Luke ebbe pronunciato l'ultima parola- il fatto che lei si dica "pentito" non le assicurerà la piena libertà.
Potrebbe comunque dover scontare qualche mese in carcere, ma di certo la sua confessione e la sua volontà di collaborare diminuiranno notevolmente la pena.
Talia trattenne il fiato. Non aveva minimamente preso in considerazione quell'ipotesi.
-Non ho problemi a comparire davanti ad un giudice. Sono pienamente consapevole delle mie azioni.- rispose Luke.
E, con un sorriso tirato, Clarisse li congedò.
***
-Come ti è sembrata?- gli domandò Talia.
Stavano camminando in un parco.
Le nuvole incombevano su di loro, minacciando tempesta.
Mano nella mano, l'avrebbero affrontata senza timore.
Luke la guardò per un attimo, poi rispose:- Mi sembra una persona... combattiva.
Lei rise:- Davvero?
-Assolutamente sì.
Lotta per ciò che è giusto. E ama il suo lavoro.
-Già.
Continuarono a camminare, stavolta in silenzio.
La compagnia reciproca, seppur silenziosa, gli bastava.
E Talia non glielo avrebbe mai confessato, ma aveva paura.
Da quando aveva saputo di essere stata pedinata, si guardava sempre intorno.
Ogni persona che incontrava il suo sguardo le sembrava sospetta.
Ma in quel momento era con Luke, e si sentiva invincibile.
Lei, lui.
Insieme.
Le sembrava di avere il mondo in mano.
All'improvviso scoppiò a ridere.
Luke la guardò, e la risata contagiosa di Talia lo fece sorridere.
-A cosa pensavi?- le chiese.
-A come mi sento quando sono con te.
-Dalla tua risata devo forse dedurre... che ti senti ridicola?
Lei sorrise:- Mi sento così potente che potrei sollevare il mondo.
-Tu non solleverai mai il mondo.
Talia lo guardò male.
Ma lui continuò:- Non potrei mai permettere una cosa del genere. Ti affaticheresti troppo senza il mio aiuto.
E allora la ragazza rise, rise ancora più forte.
Solo il rombo di un tuono, che riecheggiò in lontananza, la fece fermare.
Ma il sorriso era sempre impresso sulle sue labbra.
Una goccia d'acqua le bagnò la punta del naso.
Poi un'altra sulla guancia di Luke.
Alzarono contemporaneamente il volto verso il cielo.
Ben presto iniziò a piovere più intensamente, e Luke iniziò a correre, tenendola per mano.
-Dobbiamo andarcene- disse il ragazzo, ma Talia oppose resistenza.
Ormai era fradicia, e lui non lo era certo di meno.
Si fermarono, e Luke le accarezzò una guancia, prima di baciarla con estrema dolcezza.
Poi un boato assordante.
Qualcosa aveva squarciato il silenzio.
Ma non era un tuono.
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