Capitolo 7

<buongiorno gente, benvenuti nel terzo giorno del sesto mese dell'anno 3 D.Z. Se state ascoltando vuol dire che siete ancora vivi, congratulazioni...o condoglianze, insomma una delle due. Se oggi notate tanta disperazione nella mia voce è perché abbiamo perso una persona speciale, lo so, perdiamo persone tutti i giorni; farsi mangiare la faccia da uno zombie è più facile che arrivare al prossimo compleanno.
Ma quest'uomo merita un nostro ricordo.
Charles Garnett, Primo Sergente Riservista della Guardia Nazionale era davvero un brav'uomo nella vita reale, ve lo giuro su Dio.
Combatteva per gli altri, non solo per la propria sopravvivenza e ha fatto una cosa praticamente impossibile in questi giorni: ha dato speranza alla gente.
Vi ricordate la speranza? Vi ricordate quando credevamo sul serio di poter superare tutto questo? Il Sergente Garnett è morto per darci un motivo per sperare e per questo...
Charles Garnett, a nome di una nazione riconoscente o qualunque cosa siamo diventati, ti rendiamo onore> la trasmissione con Cittadino Z si interrompe, ha già fatto tanto. Questo suo pensiero, queste sue parole, racchiudono tutto quello che non siamo riusciti a dirci fra di noi.
L'ha fatto come con Mary, gli ha dato onore anche da morto e ha messo pace ai nostri animi.
Charles Garnett non verrà dimenticato, non da noi almeno.
Roberta non ha ancora spiccicato parola dopo quel che è successo, è seduta nel posti dietro con Cassandra, Doc alla guida con a fianco Murphy mentre i 'gemelli meraviglia',così nominati dalla cura vivente, sono davanti a noi con una moto rubata qualche ora fa.
Io e Diecimila nel retro, come al solito, stiamo ognuno per conto proprio immersi nei propri pensieri.
Lui è seduto tranquillamente di fianco a me mentre i suoi occhi si perdono nel paesaggio, invece io sono sdraiata a pancia in su a guardare il cielo come ipnotizzata.
Mi trascino a sedere cercando di fare meno movimenti possibile per via della ferita al fianco, trattengo il respiro finché non tocco con la schiena la lamina in metallo fredda, per poi lasciarmi sfuggire un sospiro di sollievo.
Soprappensiero passo una mano sulla collana, stringendola e portandola alle labbra sfiorandola appena.
Slego il gancio dietro al collo e la apro trovandomi il sorriso dolce di mia sorella a risvegliarmi da qualsiasi pensiero.
Sorrido malinconica ripensando al momento dello scatto della foto.
<posso?> mi volto verso Diecimila che sta indicando il ciondolo.
Un po' riluttante glielo faccio scivolare nel palmo della mano, si avvicina di più facendo sfiorare le nostre spalle.
Guardando Mary sorride, lui l'ha vista solo trasformata e non in tutta la sua bellezza da adolescente.
<siete identiche in viso> sorride con l'angolo della bocca, guardandomi negli occhi e facendomi perdere un battito.
<già...tranne capelli e occhi, io sono uguale a papà, lei a mamma> sussurro quasi sperando che non mi abbia sentita.
<perché tu non ci sei nella foto?>
Guardo un attimo lui per poi far cadere gli occhi sulla foto.
<tutti avevano la propria personale con i genitori, io e Mary ci avevamo fatto delle collane mentre Ja-> le parole muoiono in gola lasciando la frase in sospeso <no niente...> continuo a torturarmi le mani nervosamente.
<la tua?>
Lo guardo confusa ma poi collego le cose.
<non ha importanza, è solo una stupida collana> sospiro malinconica perdendo lo sguardo in un punto impreciso davanti a me.
La sua mano si posa sulla mia spalla facendomi sussultare, mi volto di scatto aggrottando le sopracciglia, ancora una volta confusa.
Si avvicina con la catenina al mio collo, sposto i capelli sulla schiena e abbasso lo sguardo mentre con un braccio passa davanti al mio viso.
Poi si sposta appena, sistemo il ciondolo sotto alla maglia e lo ringrazio accennando un sorriso.
Prendo la pistola dalla fondina, una manciata di proiettili dallo zaino ed estraggo il caricatore; è rimasto vuoto dopo l'assalto di stamattina in quel bar abbandonato, conclusosi con solo della benzina ed interi caricatori scarichi.
Ne metto 9 o 10, poi rinfilo il caricatore facendolo scattare e metto la sicura, la appoggio sulle ginocchia e faccio lo stesso con il fucile.
Dopo aver pulito il mirino prendo la mira come se dovessi davvero sparare, è un abitudine, faccio lo stesso con la pistola per poi metterla nella fondina attaccata alla cintura.
Il resto delle cose le lascio così come sono, alla rinfusa.
Appoggio la testa alla lamiera alle mie spalle e chiudo gli occhi.

<papà! Vuoi dire a Jason che quell'arco non è un giocattolo?!> urlo scendendo le scale cercando mio padre in tutte le stanze.
<Papà!!>
<cosa urli? Vuoi che ci sentano pure in Florida?!> Jason sale le scale del garage con in mano in mio arco e sulla spalla la faretra.
<ridammelo>dico seria bloccandogli la strada.
<altrimenti?> mi stuzzica punzecchiandomi con un dito sul petto.
<oh vedrai!> gli punto un dito contro allontanandolo un po'.
<che diavolo state facendo? Esco cinque minuti a portare Mary da una sua amica e già vi sbranate come cani?> interviene Papà afferrando l'arco dalla spalla di Jason.
<tuo figlio ha la stessa educazione e rispetto di un gorilla> indico mio fratello prendendo anche la faretra.
<e tua figlia diventerà un killer!>
<tanto lo so che vi volete bene, avanti andate di sopra. Tu non rubare più le cose a tua sorella e tu non provare a picchiarlo, va bene?>
<si papà...> sussurriamo insieme io e Jason.
<dai abbracciatevi> papà mi spinge di più verso la canaglia, lo abbraccio ed è dura ammettere che nonostante a volte lo odi gli voglio davvero bene.
Poi mi sento stringere di più, troppo forte, fa davvero male, provo a staccarmi, provo a respirare ma la stretta è micidiale.
<Jason smettila!>urlo pestandogli un piede e allontanandomi.
Ma lui non è Jason. È uno zombie.
Cosa diavolo è successo?!
<Jason cosa...> mi sposto in tempo prima che possa afferrarmi il braccio.
<papà aiutami!> urlo girandomi verso di lui.
Ma davanti a me non c'è papà, ma Tobias.
Fa sfregare fra di loro le lame di due coltelli avvicinandosi.
Prima che me ne renda conto mi ha trafitto il fianco, urlo dal dolore.
È tutto così reale.
Indietreggio cadendo a terra. Non tocco il pavimento, sotto di me c'è il vuoto, l'oblio.

Mi sento scuotere per una spalla, prima di aprire gli occhi afferro la pistola e la punto verso il mio aggressore.
Poi li apro, mi strappa di mano la pistola spingendola lontano da me e afferendomi il polso con forza, immobilizzandomi.
Lo guardo negli occhi, lui confuso e io terrorizzata, il bruciore al fianco mi costringe a piegarmi in avanti e a trattenere un lamento.
Tocco più volte la garza aspettandomi di sentire una lama o qualcosa del genere ma era tutto frutto della mia immaginazione.
Allenta la presa sul polso, la mano scivola sulla mia, passo lo sguardo su di essa e poi di nuovo su di lui.
<Mi ha c-colpita, cercavo di allontanarlo ma era t-troppo forte...> sussurro avvicinandomi.
<chi? Chi hai visto?> si avvicina ancora sussurrando per non farsi sentire da nessuno.
<Tobias. Era Tobias> pronunciare quel nome mi fa rabbrividire.
Abbassa lo sguardo riuscendo a capire la mia reazione.
Passo la mano libera fra i capelli provando a calmarmi del tutto, era solo un sogno, Tobias è morto e probabilmente anche Jason.
Si sposta per prendere la mia pistola, mette la sicura e me la porge per l'impugnatura.
La metto via, si siede di fianco a me e torna a guardarmi, il suo sguardo insiste su di me finché non ricambio.
<Grace, chi è Jason?> mi irrigidisco, non riesco a rispondergli.
L'auto rallenta fino a fermarsi, un denso fumo fuoriesce dal cofano. Appena in tempo.
Diecimila scende subito, si volta un'ultima volta guardandomi con indecisione, poi va da Doc.
Mack e Addy tornano indietro, fermandosi davanti al pick-up.
Prendo le armi e scendo pure io, rimanendo distante e cogliendo pezzi di conversazioni a cui non voglio prender parte anche perché non sarei d'aiuto.
<è il radiatore vero?> domanda Mack a Doc.
<già, dobbiamo trovare un meccanico>
Murphy si prende su e va da Warren nonostante Doc lo richiami più volte, sono sicura che non lo ascolterà di striscio.
E infatti torna da Doc sbuffando <non solo lei ha lo stress post traumatico. Tutti noi lo abbiamo e senza il post. Stiamo tutti avendo un bello stress traumatico al presente!>
Bel discorso, proprio da idiota quale è.
Mi allontano di qualche passo, appoggio la schiena contro il retro del pick-up passandomi una mano sul viso e spostando qualche ciocca di capelli finita sugli occhi.
<non hai niente da dire?> si avvicina alle mie spalle Cassandra.
<riguardo a cosa?>
<a qualsiasi cosa, di solito commenti le stupide azioni di Murphy o dici la tua. Sei strana oggi> sussurra mettendosi davanti a me, alzo lo sguardo sui suoi occhi poi torno a guardarmi i piedi.
<io sono sempre strana> abbozzo un sorriso.
Un rombo di una moto fa capire ad entrambe che Mack ed Addy si stanno allontanando, forse per cercare aiuto.
<Tobias...l'ho sognato, ancora> perde lo sguardo in un punto impreciso rievocando ricordi.
<sai che è morto vero?> si avvicina.
<si ma...>
<hai paura> afferma.
<no. Io non ho paura> rispondo secca, io non ho paura.
<ragazze andiamo! Diecimila ha aggiustato la bestia!>urla Doc battendo le mani sul cofano aperto mentre Diecimila versa l'ultima bottiglia d'acqua che ci è rimasta dentro la bocca del radiatore.
Le do le spalle, salgo nel cassone e mi siedo nell'angolo aspettando di partire.
Alla guida va Diecimila, Doc di fianco a lui gli domanda chi gli abbia insegnato a guidare e alla risposta 'nessuno' si allaccia la cintura dandogli le prime nozioni.
Giuro che se facciamo un incidente lo ammazzo.

Sfrecciamo lungo la prateria, libera da qualsiasi forma di vita e non vita, il vento mi sposta i capelli dietro alla schiena evitandomi il noioso gesto di spostarli io stessa.
Girandomi il coltello fra le mani ripenso a quel che ha detto Cassandra.
Hai paura.
No. Io non ho paura. Non posso avere paura di una persona morta.
Non ho paura verso le persone da anni ormai, solo per determinate situazioni come quando sei in bilico tra la vita e la morte, cosa abbastanza frequente di questi tempi.
Pietà, forse è quella che provo pensando a Tobias, già forse è solo pietà.
Ci avviciniamo a un accampamento, sembra quasi una piccola città. Decine e decine di cartelli promettono solo cose al quanto meravigliose: 'niente Z', 'liquori' e 'competizione di tiro'. File intere di auto catturano la mia attenzione, persone camminano tranquille imbracciando delle armi e facendosi probabilmente battute squallide.
Mi alzo tenendomi con una mano al tettuccio e posizionandoci sopra il fucile, mi tengo pronta in caso finisca male.
Degli uomini ci fermano prima di poter entrare nella cittadina.
<siete armati?> domanda uno mentre l'altro controlla con lo sguardo l'interno dell'abitacolo.
<amico ti pare?> rispondo io alzando un sopracciglio, l'uomo mi squadra dalla testa ai piedi.
<bene, non abbiamo tempo per farvi da babysitter> ci fa cenno di andare avanti, verso le altre macchine.
Parcheggiamo in uno dei tanti posti liberi, scendo per prima dando un'occhiata veloce, sembra un posto tranquillo a parte per qualche ubriaco che passa ogni tanto.
Prendo dallo zaino la fionda, un coltello, un caricatore e i proiettili sia per pistola che per fucile, metto il tutto nelle tasche lasciando lo zaino nascosto sotto i sedili anteriori.
Una donna ci fa fermare dove in teoria si fanno i biglietti per assistere allo spettacolo.
<l'ingresso costa 7> comunica non curante bella sdraiata sulla sedia da campeggio sotto di lei, affiancata da un uomo, apparentemente dormiente, il cui volto è coperto da un cappello.
<7 cosa?> domanda Doc.
<proiettili, grammi di oxy o di qualsiasi altra sostanza fatta in casa e super divertente che avete> fece un falso sorriso la donna.
<da quel che ricordo riesci sempre a portare a termine un affare vero Doc? Anche quando non hai nemmeno un grammo intasca> parla l'uomo col cappello, si alza e abbraccia Doc che ancora non ha realizzato del tutto.
<oh per tutti gli zombie sei davvero Sketchy McClain!?> urla Doc abbracciando l'uomo.
<santo cielo si! Qual buon vento ti porta? Oh aspetta ti devo far vedere una cosa!> prende a braccetto Doc e noi siamo costretti a corrergli dietro.
Arriviamo in uno spiazzo di terra circondato da squallidi Pub al cui centro c'è un camion pieno zeppo d'armi.
<Hey Skeezy! Guarda cos'hanno portato i morti viventi!> dall'ammasso di ferraglie spuntò un uomo magro e apparentemente stolto.
<Doc! Avevo sentito dire che eri morto mesi fa! Diamine vieni qui! Ci serve un altro idiota!> e anche questo Skeezy abbraccia Doc.
<e la ragazza rossa a cui ho venduto lo Sfracella Zombie? Non dirmi che l'hanno morsa, sembrava in gamba> parla Sketchy e da questo ho la conferma che si conoscono da molto.
<oh no sta bene, è andata in avanscoperta insieme al biondino. Volevo chiedervi un favore...vedete il nostro mezzo ci sta abbandonando e dobbiamo ripartire il prima possibile, potreste farmi un favore in nome dei vecchi tempi?> domanda Doc quasi supplichevole.
<mi dispiace ma non possiamo, però potreste barattare il primo premio con un auto, qui in molti potrebbero scambiarlo per una macchina e anche qualcos'altro>
<qual'è il primo premio?> mi faccio avanti fra di loro, avvicinandomi a Sketchy.
<ragazzina, credi di poterlo vincere?> prese da dentro al camion un calibro 50 davvero niente male.
<potrei ma non sono in vena, lui si però, potrebbe uccidere uno Z con una fionda e una graffetta> indico Diecimila che mi ha raggiunta davanti, affascinato dal fucile davanti a lui.
<bene, se volete un mezzo dovete parlare con un certo Wannamaker che di sicuro troverete al bar a sgolarsi del liquore, tra l'altro il miglior liquore illegale di tutto il Kansas! Se invece volete una donna dovete andare da quella parte e cercare James> alla parola liquore Warren si prende su e va verso il bar indicato dal tizio.
<wow qualcuno deve avere sete!> indica lei che marcia spedita alla volta di una sbronza.
Doc ringrazia i due e seguiamo Roberta dentro al locale per parlare con quel tizio.
Il locale è davvero squallido, cupo e pieno di ubriachi addormentati sopra o sotto ai tavoli.
<stiamo cercando un certo Wannamaker per un'auto> urla a gran voce Doc attirando l'attenzione di tutti.
<si lui ha le macchina> il barista indica un uomo sdraiato a terra, sotto a un tavolo e ricoperto dal suo stesso vomito.
<hey> gli muovo una mano con la punta della scarpa, sembra un morto.
<non si sveglierà, tornate tra quarantott'ore>
L'uomo a fianco a lui si sistema meglio sulla sedia tirando un'occhiata a me e a Cassandra, con tutt'altro che buone intenzioni.
<e tu invece? Sembri uno che un'auto c'è l'ha> tenta anche con lui Doc.
<io non guido auto, io guido macchine, anche se fossi interessato, cosa avreste da scambiare?> squadra me, Cassandra e poi ancora me soffermandosi sullo scollo della canottiera, sto per ribattere ma vengo tirata indietro, mi volto verso Diecimila, confusa, mentre tiene la sua mano stretta sul mio polso.
<tranquilla non valete abbastanza> fa verso a Cassandra che l'ha fulminato con lo sguardo.
<il primo premio, ad esempio> interviene Doc, cercando di salvare la situazione.
<nemmeno se tu riuscissi a vincere quell'ammasso di ferraglia potrei scambiarlo con la mia macchina> si alza borbottando qualcosa, non lo sento, sono troppo impegnata a fissare la sua mano ancora ferma sul mio polso.
Alzo lo sguardo sul suo che incontra il mio, poi entrambi ci fissiamo le mani, o meglio la sua, e un po' imbarazzato lascia la presa lasciandomi ancor più confusa di prima.
Che cavolo gli è preso?
<andiamo a iscriverti ragazzo> Doc dà una pacca sulla spalla a Diecimila facendogli distogliere lo sguardo dal mio.
Credo di essere diventata bordeaux in faccia, Cassandra mi fissa, se n'era accorta? L'aveva visto? Sorride maliziosa, l'aveva visto.
Scuoto appena la testa riprendendomi da quello stato di trans, stringo la fibbia del fucile sulla spalla e provo a ricompormi.
<stai bene Grace?> sorride ancora di più, le scappa anche un risata.
<vado...vado a farmi un giro> indico la porta non sicura nemmeno di quello che ho appena detto, poi vado verso l'uscita e lascio il locale con quel senso di imbarazzo e inquietudine addosso.
Vago a vuoto alla ricerca del nulla per un po', esploro qualche locale che si rivelano essere tutti pub, bar o armerie. La cosa più strana è che non c'è ombra d'uno zombie, nemmeno uno.
Cerco un posto tranquillo senza le urla e le risate degli ubriachi che sono sparsi un po' in ogni dove, mi allontano e vado verso un piccolo boschetto che circonda la radura dove si terrà la competizione, mi sdraio sul tronco di un albero caduto e chiudo gli occhi beandomi della quiete.
Poi un rumore mi fa sobbalzare, mi alzo di scatto e prendo la pistola dalla cintura puntandola verso quel punto.
Da dietro un albero spunta una bambina, gli occhi lucidi e le guance rigate dalle lacrime la fanno sembrare ancor più spaventata.
Metto subito via la pistola e mi chino davanti a lei.
<ciao piccola> sussurro cercando di essere tranquillizzante.
Lei continua a tremare ma fa un passo avanti verso di me, ha una gamba ferita.
<io sono Grace, come ti chiami?> le sorrido e si avvicina ancora un po', zoppica leggermente.
<M-Mary> singhiozza spaventata.
Trattengo il respiro, ditemi che è solo uno scherzo.
Non può essere! Fra tutti i nomi proprio quello...
<ciao Mary, con chi sei arrivata qui?> domando, la voce mi trema e sento gli occhi farsi lucidi.
<con Jackson>
<chi è Jackson? Tuo papà?>
<è il mio fratellone> sorride appena.
<vuoi che ti aiuti a trovare tuo fratello Jackson?>
Annuisce e basta, si avvicina ancora un po' e poi mi si avvinghia al collo quasi strozzandomi.
Rimango un attimo immobile ma poi ricambio quell'abbraccio, trema ancora di più fra le mie braccia, ha davvero paura.
La sposto per controllarle la gamba ferita.
Non è niente di che, solo un taglio che si è probabilmente fatta cadendo.
Prendo dallo zaino una vecchia bandana e gliela lego stretta al ginocchio per fermare il sangue.
Sento dei passi farsi più vicini.
<nasconditi!> sussurro a Mary e le indico un albero lì vicino, appena è al sicuro estraggo ancora una volta la pistola e la punto in direzione dei passi.
Spunta Diecimila, anche lui punta la sua arma contro di me, abbasso la mia e fa lo stesso anche lui.
<uno di questi giorni mi farai prendere un infarto, lo sai> rido per sdrammatizzare, in realtà sono tesa, credo voglia parlare di quello che è successo prima.
<già...che ci fai qua?> non sa cosa dire, è quasi nervoso.
<oh niente, facevo due passi, tu?>
<ti stavo cercando,stai...bene?> ci avviciniamo entrambi.
<s-si, e tu stai bene?> rigiro la domanda, non sto bene, sono stra maledettamente confusa.
Guarda alle mie spalle e fa un sorriso tenero.
<qualcuno ci sta spiando> mi sussurra divertito all'orecchio facendomi rabbrividire.
Mi volto e Mary venne fuori dagli alberi, spaventata come prima, con i lunghi capelli biondi leggermente arruffati e gli occhioni blu ancora una volta pieni di lacrime.
Si avvicina lentamente e si aggrappa alla mia gambe facendomi quasi perdere l'equilibrio.
Si china davanti a lei e le sfoggia un bellissimo sorriso, cazzo che sorriso...
<io sono Diecimila, tu chi sei?> ecco il momento della verità.
<Mary> sussurra lei stringendomi ancora di più.
Diecimila si alza e mi guarda confuso, abbasso lo sguardo sentendomi in colpa per chissà che cosa.
Quella bambina è la copia esatta di mia sorella, ora ha capito cos'è che non va.
<Grace stai bene?> sussurra così che possa sentirlo solo io, mi accarezza la guancia facendomi alzare lo sguardo sul suo.
<devo trovare suo fratello, poi vengo a vederti vincere>
Guardo Mary che lentamente lascia la presa.
<Grace, aspetta>
Mi chino, sto per prenderla in braccio ma lei mi stringe la vita, facendomi genere dal dolore.
Si sposta subito sentendomi star male.
<la ferita, non ti puoi sforzare o si riaprirà>
Poi fa una cosa che non mi sarei mai immaginata di vedere da uno come lui.
Prende in braccio Mary e la stringe per non farle perdere la presa sul suo collo, lei sembra calmarsi e si lascia proteggere da Diecimila mentre io li guardo ancora stupita.
<suo fratello sarà o da quei due matti di prima a barattare qualcosa oppure alla competizione, dove vuoi andare prima?> si gira lentamente per non far cadere la piccola, credo si sia addormentata sulla sua spalla.
<devi gareggiare anche tu, no? Andiamo là, se non lo troviamo lo cercherò io>
Usciamo dal bosco in silenzio per non svegliarla, arriviamo davanti a uno dei bar dove in lontananza vediamo Doc e Cassandra discutere con Murphy, il che di certo non è una novità.
Sto pensando se non sia meglio cambiare strada e andare da un altra parte ma, puntualmente, ci hanno visto.
Andiamo verso di loro che continuano ad urlare contro a Murphy.
<che ha fatto sta volta?> chiedo rassegnata a chissà quale problema da risolvere.
<ha morso un tizio! Quello delle auto! Murphy sono molto deluso da te, molto!> urla Doc come un padre che ha appena beccato il figlio fumare.
<Grace> Sento Mary chiamarmi, mi volto subito verso di lei dimenticandomi della loro disputa, con le loro inutili urla l'avevano svegliata.
Diecimila la mette a terra e assonata mi viene ad abbracciare, mi abbasso e la prendo in braccio.
<dimmi Mary> le sposto una ciocca di capelli dietro all'orecchio e la guardo negli occhi.
<Hai già trovato Jacky?>
<non ancora ma adesso lo andiamo a cercare, solo io e te va bene?>
Adesso mi volto verso gli altri che non capiscono cosa stia succedendo.
<io cerco suo fratello, Murphy smettila di mordere la gente a caso, Diecimila pensa a vincere il calibro 50, Doc tieni d'occhio Murphy e Cassandra ti prego tienili d'occhio tutti, appena lo troviamo passo da Warren per accertarmi che sia ancora viva> stringo di più Mary per non farla cadere e me ne vado lasciandoli a discutere per i fatti loro, abbiamo delle cose da fare e si stanno distraendo per niente.
<com'è vestito tuo fratello?> domando appena arriviamo nello spiazzo con la postazione per i cecchini.
<ha un maglione blu e i pantaloni neri, è biondo e mooolto alto> fra le persone lì in mezzo non c'è nessuna con queste caratteristiche... ci spostiamo dentro a un locale a caso, cerchiamo ma niente, passiamo a quello a fianco fino a finire tutti i locali.
Mancava solo quello di Warren, prendo per mano Mary e ci incamminiamo verso quest'ultimo passando dal retro.
<ferma!> urla qualcuno alle mie spalle, poi sento la canna di una pistola appoggiarsi alla mia tempia.
Alzo una mano portando Mary davanti a me per proteggerla.
<non sparare, ho una bambina>
<lo so, è mia sorella> mi volto verso quel ragazzo e gli sorrido.
<Jacky!> urla saltando in braccio al fratello.
Abbassa l'arma e prende in braccio la sorellina, quasi piangendo.
<Grace ti ha trovato alla fine!> lo stringe ancora di più facendogli perdere l'equilibrio, cadono a terra e io scoppio a ridere.
<Grazie di averla protetta, mi ero girato un attimo per parlare con un tizio e questa peste è fuggita> gli allungo una mano per aiutarlo ad alzarsi.
<figurati, ora devo andare>
<Aspetta lascia almeno che ti offra qualcosa da bere, te lo devo>
<io... va bene però andiamo in quello, devo controllare che la mia amica sia ancora viva> indico il bar dove Warren si starà ubriacando.
<andiamo> prende la mano a Mary e andiamo verso il bar.
Warren è seduta al bancone con un bicchiere in mano e una bottiglia mezza vuota a fianco.
La guardo preoccupata, Jackson se ne accorge e mi mette una mano sulla spalla.
<avete perso qualcuno?> ci sediamo ad un tavolo.
<il nostro leader, loro stavano insieme...più o meno>
<mi dispiace...fai parte di un gruppo numeroso?>
<siamo in 8, due di noi hanno preso un'altra strada ma in un modo o nell'altro li ritroveremo, lo facciamo sempre>
<noi invece siamo rimasti soli, ci siamo fermati per fare rifornimenti. I nostri genitori si sono trasformati non molto tempo fa, a Mary mancano molto> si alza e va a prendere da bere mentre io rimango a guardare Mary notando sempre di più la somiglianza con la mia Mary.
<tutto okay?> Jackson torna con due bicchieri pieni di liquore e uno con dell'acqua per la bambina.
<si, tua sorella mi ricorda molto la mia. Sono identiche, anche nel nome> gli mostro la sua foto e rimane shockato dalla somiglianza.
<lei è morta?>
<si, poche settimane fa. Nello stesso giorno mi sono unita al mio gruppo, strana coincidenza vero?>
<mi dispiace per tua sorella. Voi per cosa siete qui oltre che per far bere la vostra amica?>
<uno dei miei sta gareggiando per il calibro 50, gli altri lo stanno guardando>
<Diecimila è il tuo ragazzo vero Grace?> commenta con voce innocente Mary facendomi arrossire violentemente.
<N-no, Diecimila è solo un amico> balbetto facendoli ridere.
<allora andiamo a vedere questo tuo "amico"> Jackson si alza bevendo l'ultimo sorso del suo bicchiere, faccio lo stesso e usciamo.
Degli spari preannunciano l'inizio della competizione, spero davvero che vinca.
Arriviamo allo spiazzo che si è riempito di spettatori, in fila uno a fianco all'altro ci sono i cecchini, vedo Diecimila a sinistra e lo indico a Jackson.
<è lui, capelli neri e maglia militare>
In quello stesso momento Diecimila si volta cercando tra la folla, mi vede e mi sorride.
<oh è di certo un bel ragazzo> commenta Jackson bagnandosi le lebbra con la lingua.
Saluto da lontano il ragazzo e poi mi volto verso Jackson, forse capendo qualcosa in più di lui dopo questa affermazione.
<per caso ti piacciono i ragazzi?>
<mm, forse, può essere. Perché?>
<oh no niente, adesso capisco il tuo interesse nel vederlo gareggiare> scoppio a ridere.
<fidati, adesso capisco il tuo di interesse> guarda me, poi Diecimila e ancora me, ammiccando.
<oh no, sei fuori strada> una risata isterica tradisce il mio negare e si mette a ridere anche lui.
<dai presentamelo, tranquilla che non te lo rubo> lo guardo divertita alzando gli occhi al cielo.
Doc e Cassandra stanno tifando per lui mentre Murphy sta in disparte.
<Doc, Warren sta ancora bevendo, se continua così la dovremo trascinare fuori da quel bar> Murphy mi guarda, interessato dalla conversazione.
<Cassandra ci pensi tu?> Doc si volta verso di lei che va subito verso il locale, poi si rivolge a me.
<Grace chi è questo bel ragazzo che ti sei trovata?> domanda con malizia mettendomi in imbarazzo.
Diecimila si volta verso di noi squadrando Doc e Jackson, poi interrogativo mi guarda.
<ti prego Doc! Scusalo ma è fatto così> mi scuso con Jackson che per fortuna si mette a ridere.
<comunque lui è Doc, Murphy, la ragazza che è andata via è Cassandra e lui è Diecimila>
Li saluta uno ad uno, si sofferma su Diecimila che però si volta, carica un colpo e aspetta che Sketchy preannunci il bersaglio.
<la donna con il grembiule da cuoca!> urla poco dopo.
Diecimila è il primo a sparare, lo colpisce in fronte facendolo cadere e dando poco meno di un paio di secondi agli altri cecchini per poter sparare.
Lo guardo sottecchi e sorrido a vederlo così concentrato poi mi inginocchio di fianco a lui che ricambia il sorriso.
<come sta andando?> accenno ai cadaveri in mezzo al campo.
<oh bene>
<quanti round ti mancano?>
<credo 3> fa una pausa.
<avresti dovuto partecipare, ti saresti divertita> ammicca guardandomi.
<non avrebbe avuto un gran senso, mi batteresti in ogni caso>
Si avvicina al mio orecchio, sussurrando.
<fidati, vinceresti tu fra tutti e batteresti anche me>
Un calore assurdo al viso mi fa capire di essere diventata rossa come un pomodoro, i battiti accelerano e mi viene a mancare il fiato qualche secondo.
<l'uomo con il costume da clown!> si sente alle mie spalle, Diecimila si volta verso il campo e io ringrazio Dio per il tempismo.
Mi alzo e mi affianco a Jackson che trattiene un sorriso.
<che c'è?> sussurro.
<niente. Assolutamente niente>alza un sopracciglio guardandomi come se avesse uno spoiler enorme da rivelare.
Arriva Cassandra correndo con espressione che non promette niente di nuovo.
<Zombie! Zombie ovunque! Stanno circondando la zona, sono a centinaia. È la più grande orda che io abbia mai visto!> imbraccio il fucile e faccio in tempo a vederne uno che poi se ne aggiungono altri.
<ci penso io. Jackson proteggi Mary, voi state qua. Prendo Warren e ne faccio fuori il più possibile, ci vediamo qui tra 10 minuti>
Guardo Mary un'ultima volta, come se stessi lasciando mia sorella esattamente come quel giorno, poi inizio a correre verso i locali.
È il caos più totale, persone terrorizzate che scappano in ogni dove scontrandosi con altre e facendosi mordere.
<merda!> sussurro sparando a uno davanti a me che tenta di mordermi il braccio.
Tutte le strade sono bloccate e non ho modo di andare da Warren.
Provo a girare ogni angolo ma vengo sempre bloccata dagli zombie, uso la pistola e metto dietro alla schiena il fucile.
Torno indietro dove c'erano gli altri ma lo trovo completamente invaso da zombie e di loro nessuna traccia.
Non mi rimane che raggiungere il pick-up e sperare che ci siano arrivati tutti.
In lontananza vedo Doc che sorregge Jackson ma di Mary nessuna traccia, non poteva essere morta!
Corro verso di loro ma prima che li possa raggiungere un orda mi blocca la strada, provano a prendermi ma sono più agile e veloce e riesco a salire sul tettuccio di un'auto.
Li ho completamente attirati tutti qui intorno a me, ora gli altri potranno scappare e mettere in salvo Murphy.
Non so cosa fare...se salto mi prenderanno ma se resto qui potrebbero cambiare strada e attaccare gli altri.
Una decisione, pochi secondi.
Guardo un ultima volta verso il mio gruppo, Diecimila viene trattenuto da Doc e Cassandra, gli sorrido e poi chiudo gli occhi.
Faccio due passi indietro, prendo la rincorsa e salto.
Afferro la scaletta di quel camper sbattendo violentemente il petto contro di essa, appena ripresa dal colpo salgo sul tetto, gli zombie si stanno disperdendo in ogni dove.
Diecimila si è liberato dalla presa di Doc, viene verso di me ma uno zombie gli va addosso, non riesce a staccarselo e lo tiene a malapena lontano dal viso.
Il sangue mi gela nelle vene, il panico prende il controllo, afferro il fucile e prendo la mira.
Se sparo rischio di ucciderlo ma se non ci provo lo morderà...
Faccio un respiro profondo e premo il grilletto.
Il sangue gli ricopre il viso e lo zombie smette di dimenarsi cadendo a terra.
Sposto il fucile sulla schiena ancora una volta e mi preparo.
Rincomincio a correre, salto ancora e percepisco il vuoto sotto di me, atterro cadendo sul fianco, trattengo il respiro per il dolore ma mi rialzo correndo verso di loro.
<dov'è Mary?> guardo Jackson che a malapena si regge in piedi, ha un foro di proiettile alla gamba.
<non lo so! Nel casino di prima mi ha lasciato la mano e non l'ho più trovata!>
Warren corre verso di noi uccidendo con un machete tutti gli zombie che le vanno addosso.
<vado a cercarla> Diecimila mi afferra mettendo mi una mano sul fianco impedendomi di andarmene.
Ritrae subito la mano ora completamente ricoperta di sangue, mi alza la canottiera e la benda non è più bianca bensì rossa.
<non puoi andare, ti farai ammazzare!> urla gesticolando.
<non la posso lasciare sola a morire!>
<Grace lei non è tua sorella! Stai inseguendo un fantasma>
<no! È solo una bambina, la troverò e la porterò da Jackson>
Prendo la collana e gliela lascio cadere nella mano.
<tienila per me> gli sussurro all'orecchio.
Poi vado da Cassandra.
<andate a Ovest e non fermatevi, in un modo o nell'altro vi troverò, te lo prometto> le lascio la fionda che mi è solo di intralcio e prima che possa andarmene mi abbraccia stritolandomi.
Mi lascia la sua pistola, guardo gli altri per un istante e poi corro nella mischia, sparando a qualsiasi cosa si muova davanti a me.

È quasi buio, il sole sta tramontando in questo momento, le mani stretta sul manubrio della moto per evitare di cadere, il suo corpicino addormentato che mi stringe la vita.
La ferita non smette di sanguinare, non ci posso fare niente, l'unica possibilità è trovare gli altri e sperare di farlo in tempo.
La sento muoversi e mugugnare qualcosa, nascosta sul mio petto.
Non riesco più a stare sveglia, potrei svenire da un momento all'altro.
Mary si sveglia, si mette più comoda vista la posizione in cui era da ore e mi dice qualcosa che non riesco a sentire per il troppo vento.
È da più di un'ora che non vedo posti dove potermi fermare e credo proprio che non ne troverò per un bel po', chiudo gli occhi per un istante, solo un istante, e ci ritroviamo entrambe a terra.
<Mary...> la chiamo ma non risponde.
<Mary?> mi giro su un fianco e la vedo, stesa a terra che non si muove.
Con tutte le forze che mi restano mi trascino verso di lei e la prendo fra le braccia, la chiamo accarezzandole i capelli finché non apre gli occhi.
<scusa Mary è tutta colpa mia, ci saremmo dovute fermare prima> la abbraccio con le lacrime che mi rigano il viso.
Sorride e si alza in piedi, per fortuna sta bene.
Provo ad alzarmi anch'io ma cado rovinosamente a terra, non riesco più a stare in piedi.
<Grace! Alzati ti prego!> gli occhioni azzurri le si riempiono di lacrime, sembra proprio mia sorella, è come averla a fianco a me in questo momento.
<Mary> continua a singhiozzare e si siede spaventata vicino a me.
<ascoltami ti prego...> prendo la pistola e gliela do nelle mani tremanti.
<se non mi dovessi svegliare, se i miei occhi diventassero bianchi, se mi alzerò all'improvviso e verrò verso di te tu mi devi promettere che mi sparerai. Dovrai premere il grilletto e colpirmi qui, promettimelo Mary> indico la fronte con un dito, lei afferra malamente la pistola e la guarda terrorizzata.
<promettimelo>
<te lo prometto>
Mi giro sulla schiena e perdo i sensi.

Apro gli occhi.
Quanto è passato? Minuti? Ore?
Provo girarmi su un fianco ma non riesco quasi a respirare, Mary è voltata di spalle che guarda la strada.
C'è il buio più totale, possibile che non sia passato nessuno?
<Mary?>
Si volta spaventata puntandomi la pistola alla testa.
<Grace! Ti sei svegliata!> lascia cadere la pistola e mi abbraccia stritolandomi.
<da quanto è tramontato il sole?> la stringo anch'io, sta tremando di freddo.
<credo un ora o forse di più> si siede di fianco a me, lentamente mi sfilo la felpa e gliela appoggio sulle gambe, il forte vento mi fa raggelare all'istante.
<mettila o morirai di freddo> la indico e non se lo fa ripetere due volte.
<non è passato nessuno?> guardo le stelle nel cielo portando una mano sul fianco da cui esce ancora del sangue.
<no nessuno, dobbiamo nasconderci o arriveranno dei morti!> gesticola un po' alzandosi, la mia felpa le va così grande che le arriva quasi alle ginocchia.
<non credo di riuscire ad andare lontano, posso provare>
Con tutte le forze che ho riesco a mettermi in piedi, prendo il fucile da terra e prendo per mano Mary.
Ho un mal di testa che potrebbe uccidermi.
Facciamo a malapena una decina di metri finché non mi gira così tanto la testa da non riuscire a stare in piedi.
Le lascio la mano, perdo l'equilibrio e cado di nuovo a terra, Mary si china su di me spostando il fucile, mi guarda piangendo.
Chiudo gli occhi trattenendo le lacrime che minacciano di venir fuori, sono così stanca, vorrei solo dormire.
Poi un intensa luce che si fa sempre più vicina, cerco di vedere oltre ad essa ma è troppo forte, un rumore di freni, quell'auto si ferma, portiere che si aprono e poi vengono richiuse.
Guardo verso Mary che punta la pistola verso gli sconosciuti, poi gli occhi si fanno pesanti, tutto è più calmo, silenzioso.
Le voci ovattate da quel sonno così prepotente non mi rendono facile riconoscere qualcuno, la vista sfuocata impedisce di vedere a un palmo dalla mano.
Una mano mi sfiora il viso, delle dita si posano sul mio collo e subito dopo vengo presa in braccio, quel qualcuno fa passare le mie braccia attorno al suo collo mettendomi a stretto contatto con il suo petto, praticamente lo stavo abbracciando.
Per un solo istante lo riesco a guardare prima di addormentarmi, l'ultima cosa che vedo è un ragazzo dai capelli scuri e una maglia militare.

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